QUEL VIAGGIO IN POLONIA ...

 

QUEL VIAGGIO IN POLONIA …

 

UN PO’ DI STORIA

IL REGIME COMUNISTA E LA TRANSIZIONE ALLA DEMOCRAZIA DELLA POLONIA

Nel 1939, al principio del secondo conflitto mondiale, la POLONIA fu invasa dalla Germania  e subito dopo dall’Unione Sovietica. Gli anni della guerra e dell’occupazione furono drammatici per il paese, che subì perdite umane pesantissime, soprattutto nella componente ebraica della popolazione, massacrata in massa nei ghetti e in numerosi campi di sterminio nazisti, tra cui quello di Auschwitz (Shoah) I Tedeschi furono cacciati dalla Polonia dai Sovietici, che al termine del conflitto stabilirono il proprio controllo sul paese.

Dopo le elezioni del 1947, i comunisti assunsero il potere e abolirono qualsiasi pluralismo partitico. La Polonia divenne in tal modo un paese di stampo sovietico, pienamente integrato nel sistema politico e militare dell’URSS, nonostante le ampie manifestazioni contro il regime che si svilupparono nei decenni successivi, in particolare dopo l’avvio della destalinizzazione (Stalin) nella seconda metà degli anni Cinquanta.

Nel 1980 una nuova ondata di contestazioni operaie costrinse il governo a riconoscere il diritto di sciopero e la libertà sindacale. Sorse allora il sindacato di Solidarność che, con il suo leader Lech Walesa, divenne il motore della lotta contro il regime, con il sostegno del papa polacco Karol Józef Wojtyła (1920-2005) Giovanni Paolo II (1920-2005) molto attento alla Polonia in quanto paese cattolico. Il governo introdusse la legge marziale e mise fuori legge Solidarność. Negli anni successivi, tuttavia, tali misure furono attenuate, soprattutto dopo l’ascesa al potere in Unione Sovietica di Michail S. Gorbačëv (1985). Questo processo culminò, nel 1989, nella celebrazione delle prime elezioni pluripartitiche della Polonia comunista, che segnarono la piena affermazione di Solidarność e, di fatto, la fine del regime.

Da allora la Polonia ha avviato una complessa transizione alla democrazia e all’economia di mercato, in un quadro di instabilità politica e di tensioni sociali che hanno fortemente eroso il consenso nei confronti di Solidarność e di Walesa, che è stato presidente della Repubblica dal 1990 al 1995.

 

IL PRESUPPOSTO ...

Venti anni fa, attratti dalla storia martoriata dei polacchi: dal massacro di Katyn ai tristissimi luoghi della Shoah,  dalla figura carismatica di Papa Wojtyla al ritrovamento della loro agognata libertà, decidemmo di fare rotta per la Polonia. Al ritorno in Italia ci rendemmo conto d'aver compiuto un vero e proprio pellegrinaggio che solo in parte, per motivi di spazio, oggi vi  raccontiamo.

Molti di voi, soci e lettori di Mare Nostrum, si chiederanno a questo punto: “Carlo questa volta è andato fuori tema”.

E’ vero solo in parte! Infatti non parlerò di “mare vero” e neppure di navi esistite e diventate famose per qualche avventura o disavventura, ma di una nave ricca di simboli religiosi che venne costruita sulla terraferma nel nuovo millennio e dista dal mare  1500 km.

 

IL SANTUARIO DELLA DIVINA MISERICORDIA

SI TROVA NELLA PERIFERIA SUD DELLA CITTA’ DI KRAKOV (Cracovia)

 

 

La Basilica, costruita secondo il progetto di Witold Cęckiewicz, ha la forma di una nave

 

 

Il quartiere che ospita il santuario è situato nella periferia Sud della città di Cracovia-Łagiewniki e attira pellegrini e visitatori da tutto il mondo.

La forma a nave del santuario di Cracovia, nella tradizione cattolica, è spesso paragonata a una nave che guida i fedeli attraverso le tempeste della vita verso il porto sicuro della salvezza. Questo simbolo è ispirato al racconto biblico dell'arca di Noè, che simboleggia la protezione divina dalle acque del diluvio, ma può essere anche interpretata come un invito a imbarcarsi sulla “nave della misericordia di Dio”: un mezzo per superare le difficoltà che ognuno di noi incontra nella vita quotidiana.

Le interpretazioni di questa costruzione naval-religiosa fa pensare anche alla narrazione evangelica quando Gesù calmò i venti e le onde durante un viaggio tempestoso nel Mar di Galilea mentre si trovava sulla barca da pesca  insieme ai suoi Apostoli. Questo episodio può essere pertanto interpretato come un segno del potere di Dio di placare le tempeste della vita e guidare i credenti attraverso tutte le avversità.

In sintesi, la forma a nave del Santuario della Divina Misericordia a Cracovia è un simbolo carico di significato religioso, che rappresenta il viaggio spirituale verso la salvezza, la protezione divina e la misericordia di Dio.

 

 

Chiesuola della bussola

Chissà, forse non è un caso che sulle navi esista da secoli la CHIESUOLA, che è il supporto della bussola: lo strumento che indica la rotta da prendere. Questo apparato, nonostante l’evoluzione tecnologica di tutte le strumentazioni di bordo, esiste tuttora ed è collocato a cielo aperto, sopra il ponte di Comando di ogni nave come bussola di emergenza in quanto è la bussola più lontana dai “ferri di bordo” che potrebbero influenzarla magneticamente.

PRECISIAMO alcuni dettagli:

Bussola Normale, è una bussola posizionata in una zona sopraelevata, in modo da subire il minimo ingombro per le sovrastrutture della nave.

Questa bussola è normalmente dotata di un cerchio azimutale con traguardo, per prendere i rilevamenti di oggetti esterni.

Il traguardo è dotato di un prisma a 45° che consente di leggere sulla rosa graduata il valore del rilevamento dell'oggetto traguardato.

  • Bussola di rotta, è una bussola normalmente posizionata all'interno della timoneria, in prossimità del timoniere, che la impiega per il governo della nave.

 

Anche la Chiesa è una bussola per i credenti!

 

Il santuario della DIVINA MISERICORDIA è oggi uno tra i più importanti al mondo per milioni di pellegrini che lo raggiungono per “vivere un’emozione particolare” con umiltà e devozione la misericordia di Dio dinnanzi alla tomba di Santa Faustina e al quadro Jezu, ufam Tobie (qui sotto raffigurato).

 

 

Il Santuario è strettamente legato alla figura di Santa Faustina Kowalska, una suora polacca che ha avuto esperienze spirituali e visioni di Gesù Cristo nel XX secolo. In queste visioni, Gesù le ha detto di diffondere il messaggio della sua Divina Misericordia verso tutta l'umanità.

L’edificio è parte integrante del complesso conventuale delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, dove Santa Faustina Kowalska ha vissuto ed ora dimora lì in eterno.

Nel 1931 suor Faustina assistette all’apparizione di Gesù vestito di bianco con una mano alzata in benedizione, mentre dall'altra emana un raggio di luce pallida e uno più scuro, che rappresentano sangue e acqua, simboli del battesimo e dell'Eucaristia. L’apparizione avrebbe dettato l'istituzione della Festa della Misericordia la prima domenica dopo Pasqua.

L’immagine di Cristo Risorto descritta da suor Faustina fu immortalata in un dipinto recante il motto Jezu, ufam Tobie (Gesù, confido in Te). Secondo quanto testimoniato dalla santa, i raggi simboleggiano i Santi Sacramenti e la Chiesa nata dal fianco squarciato di Cristo, essi alludono ai doni dello Spirito Santo, il cui simbolo biblico è l’acqua.

 

 

Uno degli elementi più significativi del complesso religioso è il dipinto della "Divina Misericordia" (foto sopra) che raffigura Gesù.Le riproduzioni del quadro sono oggi venerate in tutti i continenti.Il messaggio di misericordia e compassione diffuso attraverso LA NAVE-SANTUARIO ha guadagnato popolarità tra i fedeli cattolici, specialmente dopo la canonizzazione di Santa Faustina da parte del Papa Giovanni Paolo II nel 2000. Il papa stesso era originario di Cracovia e ebbe un legame speciale con questi eventi eccezionali.

Karol Wojtyła, che in seguito divenne Papa Giovanni Paolo II, aveva avuto un rapporto particolare con gli insegnamenti di Santa Faustina fin dai primi anni del suo sacerdozio.

La loro “unione spirituale” ebbe un impatto significativo sulla diffusione di questa devozione in tutto il mondo che ha contribuito a rendere il Santuario della Divina Misericordia a Cracovia un luogo di pellegrinaggio di importanza internazionale.

Oggi Milioni di pellegrini da tutto il mondo raggiungono ogni anno questo sito di Cracovia. Ogni giorno, all'Ora della Misericordia (ore 15.00), i fedeli venerano il momento della morte di Cristo sulla croce e pregano per la misericordia nel mondo.

La recente Basilica può contenere circa 5 mila persone. Durante la cerimonia di consacrazione, tenuta nel 2002 da Papa Giovanni Paolo II, il mondo intero è stato affidato alla Divina Misericordia.

BIOGRAFIA

Santa Faustina Kowalska, nata come Helena Kowalska, è stata una suora polacca e mistica del XX secolo. La sua vita è stata caratterizzata da profonde esperienze spirituali e visioni di Gesù Cristo che ha ricevuto durante la sua vita religiosa. Ecco una panoramica della sua vita:

Nascita e Giovinezza: Helena Kowalska è nata il 25 agosto 1905 a Głogowiec, un piccolo villaggio in Polonia. Era la terza dei dieci figli di una modesta famiglia contadina. Fin dalla giovane età, manifestò un profondo interesse per la fede e la vita religiosa.

Chiamata alla Vita Religiosa: Nel 1925, all'età di 19 anni, Helena sentì una chiara chiamata a entrare in convento. Nel 1928, entrò nel Convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia, prendendo il nome di suora Maria Faustina del Santissimo Sacramento.

Visioni di Gesù Misericordioso: A partire dal 1931, Suor Faustina cominciò a ricevere una serie di visioni e messaggi da Gesù, nei quali egli le chiedeva di diffondere il messaggio della Divina Misericordia. Gesù le mostrò un dipinto che avrebbe dovuto essere realizzato, raffigurante lui stesso con i raggi di luce pallida e scura emananti dal suo petto. Questi raggi rappresentano sangue e acqua, simboli dei sacramenti dell'Eucaristia e del Battesimo.

Scrittura del Diario: Suor Faustina tenne un diario intimo e spirituale in cui registrava le sue esperienze, le visioni e le parole di Gesù. Questo diario è diventato una fonte preziosa per comprendere la sua spiritualità e la sua missione.

Diffusione del Messaggio: Suor Faustina dedicò la sua vita a diffondere il messaggio della Divina Misericordia, insegnando che Dio è un Dio di amore e misericordia che offre il perdono a chiunque si rivolga a Lui con umiltà e pentimento.

Morte e Canonizzazione: Suor Faustina morì il 5 ottobre 1938 a Cracovia, all'età di soli 33 anni, a causa di una malattia. Dopo la sua morte, il messaggio della Divina Misericordia iniziò a diffondersi sempre di più, specialmente dopo la canonizzazione di Suor Faustina da parte di Papa Giovanni Paolo II il 30 aprile 2000.

Riconoscimento e Devozione: Oggi, Santa Faustina è riconosciuta come una delle sante più influenti del XX secolo. Il suo messaggio di misericordia divina ha attirato numerosi fedeli e il suo santuario a Cracovia è diventato un importante luogo di pellegrinaggio per coloro che cercano ispirazione spirituale e riflessione sulla misericordia di Dio.

La vita di Santa Faustina Kowalska è stata segnata da una profonda devozione religiosa e un'autentica ricerca di Dio attraverso le sue esperienze mistiche e il messaggio di misericordia che ha trasmesso.

LA MODERNA BASILICA

 

 

Nel 1999-2002 è stata costruita una moderna basilica ellissoidale a due piani, specificamente dedicata alla Divina Misericordia. L'edificio è stato progettato per assomigliare ad una nave e ha una torre alta 77 metri che ricorda la Torre di controllo del traffico di un grande porto, ma anche la Torre di Controllo di un aeroporto e  soprattutto l'albero di una nave munita di coffa. Prima dell'avvento del RADAR, in caso di nebbia, i marinai si alternavano di guardia sulla coffa e davano l'allarme in caso di pericoli imminenti.

La basilica può ospitare circa 5.000 persone e la cappella maggiore ha circa 1.800 posti. L'altare del santuario principale ospita il famoso dipinto e le reliquie di Santa Faustina. L'immagine sopra l'altare maggiore è stata dipinta da Adolph Hyla nel 1944 e sostituisce la prima immagine dipinta da Hyla nel 1943 come offerta votiva per essere sopravvissuto durante la seconda guerra mondiale.

Nel 2011 la basilica ha ricevuto circa due milioni di pellegrini da tutto il mondo.

Il livello inferiore della chiesa presenta al centro una cappella dedicata a Santa Faustina, con quattro cappelle laterali. La parte superiore della basilica ha una cappella per l'adorazione perpetua del Santissimo Sacramento. Il 24 giugno 2007, in occasione del 60º anniversario dell’Operazione Vistola, la Basilica ha aperto una cappella greco-cattolica dedicata alla riconciliazione e come dono alla Chiesa greco-cattolica. 

 

 

 

Giovanni Paolo II visitò tre volte il Santuario, Benedetto XVI una volta, nel 2006; è stato proprio Giovanni Paolo II a consacrarlo. Nel vestibolo della basilica è visibile la prima pietra angolare, proveniente dal Golgota e consacrata da Giovanni Paolo II.

 

 

Osserviamo ora da vicino il Santuario della Divina Misericordia

 

 

Giovanni Paolo II visitò tre volte il Santuario, Benedetto XVI una volta, nel 2006; è stato proprio Giovanni Paolo II a consacrarlo. Nel vestibolo della basilica è visibile la prima pietra angolare, proveniente dal Golgota e consacrata da Giovanni Paolo II.

 

 

Osserviamo ora da vicino il Santuario della Divina Misericordia

 

 

Per la visita interna della chiesa, ci siamo accodati ad un gruppo di pellegrini italiani ed abbiamo potuto “registrare” le spiegazioni lette da una religiosa-guida del gruppo:M. Elżbieta Siepak ISMM

Traduzione dal polacco Dominika Grzebyk

Santuari/Il Santuario della Divina Misericordia a Cracovia-Łagiewniki Di Wlodzimierz Redzioch

Plock, lunedì, 1. marzo, 2021 14:58 (ACI Stampa).

 

 

 

Nel presbiterio dietro il grande altare si trova il tabernacolo sotto forma di globo terrestre con disegnati i continenti, il quale è circondato da un cespuglio in preda a venti molto forti, tutto ciò rappresenta il mondo di oggi oppure l’uomo che è in preda alle varie correnti. In questo cespuglio è immersa l’immagine di Gesù Misericordioso (pennello di Jan Chrząszcz), che ci ricorda che, come disse il Santo Padre Giovanni Paolo II, nella Misericordia il mondo troverà la pace e l’uomo la felicità. Alcuni vedono nell’allestimento del presbiterio il simbolo piuttosto del roveto ardente dal quale Dio una volta parlò a Mosè e così parlò ai giorni nostri a Santa Suor Faustina trasmettendo il messaggio della Misericordia per la Chiesa e per il mondo.

La misericordia di Dio è nella teologia biblica un attributo di Dio, che consiste nel perdonare i peccati. Nel cattolicesimo la Divina Misericordia è una devozione propagata per iniziativa di santa Faustina Kowalska in tutto il mondo, con lo scopo di avere fiducia nella misericordia di Dio e di adottare un atteggiamento misericordioso verso il prossimo. Il nostro Padre Celeste conosce le nostre debolezze e i nostri peccati. Egli mostra misericordia quando perdona i nostri peccati e ci aiuta a tornare alla Sua presenza.

Sulle pareti che separano il presbiterio dalla navata centrale è posta l’immagine della Madonna della Misericordia della Porta dell’Aurora (dipinta da Jan Chrząszcz) e dall’altra parte un frammento dell’Atto della Consacrazione del mondo alla Divina Misericordia che fece in questa basilica il Santo Padre Giovanni Paolo II (il 17 agosto 2002). All’entrata della basilica si trova la pietra angolare proveniente dal Golgota, benedetta dal Santo Padre Giovanni Paolo II e una targa commemorativa del secondo pellegrinaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II a Łagiewniki e la consacrazione della basilica (il 17 agosto 2002).

Negli spazi verticali delle finestre e sopra il coro sono montate delle vetrate. Quest’ultima, di superficie 148 m2, è la maggiore vetrata di Cracovia. Rappresenta un sole grandissimo, sullo sfondo del quale si vede una croce luminosa, simbolo della fede e segno più espressivo della Divina Misericordia. Al di sotto della linea dell’orizzonte si trova il mare che armonizza cromaticamente con le vetrate laterali della basilica, le quali devono creare l’impressione di scaturire dalle profondità del mare. L’autore delle vetrate è l’architetto della basilica di Łagiewniki prof. Witold Cęckiewicz e l’artista Małgorzata Toborowicz.

 

 

Nella parte inferiore della basilica si trovano cinque bellissime cappelle che sono disposte come dei raggi, il cui allestimento è un dono dei paesi europei. La cappella centrale è la cappella di Santa Suor Faustina, il cui allestimento è un dono dell’episcopato italiano (spesso viene usata l’espressione: „cappella italiana”). Dietro l’altare della cappella si trova un tabernacolo a forma di fiore che si sta aprendo che si riferisce alle parole dell’Apostola della Divina Misericordia che indicano l’Amore di Dio come un fiore e la Misericordia come il suo frutto (D. 949). Sopra il tabernacolo si trova l’immagine di Santa Suor Faustina con il ”Diario” dal pennello di Jan Chrząszcz, inscritta nella pala dell’altare sotto forma di libro aperto. Davanti all’altare si trovano una parte delle reliquie di Santa Suor Faustina poste nel reliquiario a forma di rosa. L’altare, il pulpito e la base del reliquiario sono fatte in travertino chiaro, le pareti sono abbellite con piastrelle in arenaria polacca, il pavimento, posato a raggiera, si ricollega alla parte superiore della basilica, e nella sua espressione ideale – ai raggi dell’immagine di Gesù Misericordioso, che sono il simbolo di tutte le grazie. Tutta la cappella è coperta dalla cupola. Una solenne benedizione di questa cappella ebbe luogo il 27 agosto dell’anno 2005, durante il centenario del battesimo di Santa Suor Faustina e nel giorno dell’inserimento del metropolita di Cracovia Card. Stanisław Dziwisz nella cattedrale di Wawel ad opera del Card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

 

 

 

Alla destra dell’entrata, nella parte inferiore della basilica, si trova la cappella Communio Sanctorum, che fu benedetta il 9 ottobre dell’anno 2004 dal Primate dell’Ungheria Card. Péter Erdó con il metropolita di Cracovia il Card. Franciszek Macharski, durante un pellegrinaggio nazionale degli ungheresi. L’allestimento di questa cappella è un dono della Chiesa ungherese e quindi colloquialmente si usa definirla: ”cappella ungherese”. E’ abbellita con bellissimi mosaici alle pareti laterali che rappresentano gli oltre 60 santi e beati ungheresi, polacchi e di altri paesi europei che furono inscritti nelle più belle pagine della storia Chiesa. Il testo delle otto benedizioni del Discorso della Montagna accompagna i vari gruppi di questi santi, costituendo come un commento alla loro vita. La schiera dei santi è guidata da Maria, Madre di Dio. Sopra l’altare di marmo si trova il mosaico di Gesù Misericordioso con Santa Suor Faustina assorta nelle Sue parole e intorno, in varie lingue, sono scritte le parole: Gesù, confido in Te. Nel reliquiario, ha la forma di una mano destra e che si trova davanti all’altare, è deposta una parte della reliquia di Santo Stefano, re d’Ungheria. L’autore del progetto dell’allestimento della cappella e suo esecutore è l’artista ungherese, sacerdote grecocattolico, László Puskás assieme alla moglie.

 

 

 

Sulla destra, accanto alla cappella Communio sanctorum, c’è la cappella di Sant’Andrea Apostolo, che è un dono della Chiesa greco-cattolica di Polonia e Ucraina. L’iconostasis con l’immagine di Sant’Andrea, il patrono della Chiesa Orientale, è opera dell’artista ucraino Lubomir Medwid. Oltre a questo la cappella è abbellita da una policromia eseguita secondo la tradizione orientale, che include un messaggio legato alla storia della Chiesa. Le composizioni pittoriche di Timur Karim e di Małgorzata Dawidiuk rappresentano: il Concilio della Madonna, il Battesimo della Russia (Ucraina), la Santissima Trinità dell’antico Testamento (Ospitalità di Abramo), il Cristo Acheiropoietos (Mandylion, Chusta Abgara) e l’Esaltazione della Santa Croce. La benedizione solenne della cappella ebbe luogo il 24 giugno dell’anno 2007 ad opera del metropolita di Przemysl e di Varsavia, arcivescovo abp Jan Martyniak e del Metropolita di Cracovia, Card. Stanisław Dziwisz.

 

 

 

Sulla parte sinistra dall’entrata nella parte inferiore della basilica si trova la cappella di Santa Croce, abbellita dai fedeli dalla Germania e quindi si usa anche l’espressione “cappella tedesca”. Nella sua abside l’attenzione dei fedeli è catturata dalla grande croce sulla quale fu messa la corona di spine. Sulle pareti ci sono le stazioni della Via Crucis e le immagini della Passione di Cristo che in maniera più piena parlano dell’Amore Misericordioso di Dio verso l’uomo.

 

 

 

A sinistra, vicino alla cappella della Santa Croce, si trova la cappella della Madonna Vergine dei Sette Dolori, il cui allestimento è un dono della Chiesa Slovacca e quindi viene chia- mata la ”cappella slovacca”. Nel suo arredamento creato secondo il proget- to dell’architetto Marian Sitarčik, domina la bellissima Pietà scolpita di Jan Lesňák. Le pareti sono affrescate a rappresentazione dei sette dolori della Madonna Vergine dipinti da Peter Čambál e le parole del ”Magnificat” nelle lingue liturgiche della Chiesa ai tempi degli Apostoli, degli Slavi santo Cirillo e Metodio, cioè in slavo antico ortodosso, latino, greco e ebraico, nonché in lingua slovacca. Dietro l’altare si trova una parete di vetri, su cui un’opera grafica rappresenta la deposizione di Gesù nella tomba e la Sua Risurrezione. La benedizione solenne della cappella avvenne il 19 aprile dell’anno 2008, durante un pellegrinaggio nazionale degli slovacchi e fu celebrata dal presidente dell’Episcopato della Slovacchia, vescovo František Tondra, dal vescovo Jan Babjak, dall’arcivescovo grecocattolico di Prešow e dal metropolita di Cracovia, Card. Stanisław Dziwisz.

 

 

 

Davanti alla basilica, sopra il muro, sono ubicate 9 campane carillon, che con le melodie suonate ricordano la Misericordia di Dio. Sulle campane sono scritti i nomi di Gesù, di Santa Suor Faustina, di Giovanni Paolo II e dei Santi di Cracovia: San Stanislao, San Giacinto, Sant’Edvige, San Giovanni Kanty, San Raffaele e San Frate Alberto. Le campane sono state benedette dal metropolita di Cracovia, Card. Stanisław Dziwisz, durante la Festa della Misericordia nell’anno 2009.

 

 

DUE DOMANDE PER CHIUDERE IL PELLEGRINAGGIO:

 

Chi ha dipinto l'immagine della Divina Misericordia?

 

 

 

Eugeniusz Kazimirowski

Era il direttore spirituale di Santa Faustina Kowalska, colui che la incoraggiò a scrivere un diario, e che fece in modo che l'Immagina della Divina Misericordia fosse dipinta. Per farlo, scelse Eugeniusz Kazimirowski, un artista che tra l'altro si proclamava non credente.

Cosa disse Gesù a Santa Faustina?

Gesù disse a Suor Faustina: 

Esigo da te atti di Misericordia che devono derivare dall'amore verso di Me.

 

 

 

Il centro di Cracovia nella carta sotto.

Il SANTUARIO si trova a SUD della città, nel punto 33 blu indicato da una freccia rossa

 

 

CONCLUSIONE:

La DIVINA MISERICORDIA di Cracovia, gode di un grande primato: si tratta della nave più visitata al mondo. Questo dato serve a giustificare la sua presenza sul sito di MARE NOSTRUM RAPALLO.

Più volte ho scritto: “sulla terraferma la parola solidarietà è una delle più citate,  ma la si pratica solo in mare, tutti i giorni, da sempre!”

Ora aggiungo: anche la parola misericordia, come l’articolo sotto riporta, segue la stessa rotta”.

 

LE NAVI DELLA MISERICORDIA

Mercyships.org

https://riforma.it/it/articolo/2023/07/12/le-navi-della-misericordia

 

 

 

Le Navi della Misericordia

di Redazione

 12 luglio 2023 

Quarantacinque anni fa, si realizzava il sogno di Don e Deyon Stephens di trasformare una nave in un ospedale galleggiante, per portare cure chirurgiche sicure e gratuite ai più bisognosi

Nel lontano 1978, Don e Deyon Stephens insieme ai loro quattro figli lasciarono la loro casa negli Stati Uniti, e si avventurarono in acque sconosciute per realizzare un sogno: trasformare una nave in un ospedale galleggiante dove i più bisognosi potessero ricevere cure specialistiche sicure e gratuite

Diventando armatore per «seguire l’esempio di Gesù», Don – che insieme alla moglie infermiera erano membri dell’associazione cristiana Ywam (Youth with a Mission) – convinse il colosso Ubs a un prestito da un milione di dollari per comprare e trasformare in nave-ospedale un vecchio transatlantico italiano degli anni ’50, “Victoria”, ribattezzata “Anastasis”. 

In 33 anni di servizio sono state quattro le navi-ospedale di Mercy Ships, ultime delle quali: l’“Africa Mercy”, che ha rimpiazzato “Anastasis” nel 2007, e la Global Mercy

Dal ’78 le Mercy Ships hanno curato 2,4 milioni di persone tra cui 608 mila per cure mediche e dentali e 74 mila procedure “life-changing”. È stata condotta formazione su 34.500 persone, sono stati completati 1.100 progetti di sviluppo delle comunità, in 57 nazioni per 581 porti.

Oltre alle cure chirurgiche, il lavoro delle Mercy Ships ha avuto risultati anche a lungo temine: grazie alle relazioni che l’ente di beneficenza ha stabilito di volta in volta con i governi nazionali e i ministeri della salute, è stato possibile avviare la formazione di professionisti medici locali e dare sostegno ai sistemi sanitari nazionali.

Ogni anno, più di 3.000 volontari provenienti da oltre 60 paesi prestano servizio a bordo delle due navi ospedale civili più grandi del mondo, l’Africa Mercy e la Global Mercy. Professionisti come chirurghi, dentisti, infermieri, cuochi, elettricisti, idraulici, ingegneri, assistenti dedicano il loro tempo e le loro competenze per facilitare l’accesso a cure chirurgiche, ostetriche e anestetiche sicure.

Nella prima metà del 2023, più di 1.100 volontari globali hanno prestato servizio a bordo della nuovissima Global Mercy nel suo primo servizio in Senegal.

«Avevamo tre infermiere, tre chirurghi, due anestesisti, in rappresentanza di quattro diverse nazioni, solo per un intervento chirurgico», ha detto Don. Ricordando che durante l’intervento durato 18 ore, la paziente ha ricevuto plasma da parte dei membri dell’equipaggio e dei volontari, Don ha dichiarato: «La paziente ora ha più di sette unità di sangue provenienti da 15 nazioni diverse». Quella “banca del sangue ambulante”, ha aggiunto Don, e la generosità dei donatori, sono la rappresentazione simbolica della missione delle Mercy Ships.

Mentre l’organizzazione non profit continua a crescere, la preghiera di Don è che il suo staff e l’equipaggio rimangano fedeli ai valori fondamentali delle Mercy Ships: amare Dio, amare e servire gli altri, essere persone integre e lottare per l’eccellenza in tutto ciò che dicono e fanno.

All’inizio della loro avventura, Don e Deyon non avevano previsto l’entità dell’impatto di quel loro sogno. Tuttavia, come ha sottolineato Don, l’inimmaginabile non è poi così sorprendente, dato che Dio è «in grado di fare incommensurabilmente più di tutto ciò che chiediamo o pensiamo».
«Ho immaginato tutto questo all’inizio? No!», ha detto Don. «Mercy Ships è cresciuta al di sopra dei miei sogni più fervidi... Contando su ciò che Dio sta facendo e continuerà a fare, la mia speranza è che le Navi della Misericordia possano dare un piccolo ma significativo contributo nella crescita del regno di Dio nel continente africano».

 

Ringrazio mia moglie Guny e gli Amici di sempre Aurelita e Bobby per aver impreziosito questo viaggio speciale con immagini  e riprese cinematografiche d'assoluto valore reale e spirituale.

Carlo GATTI

Rapallo, 22 Agosto 2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SHACKLETON-ENDURANCE. LA PIU' GRANDE AVVENTURA DELLA STORIA NAVALE DI TUTTI I TEMPI

 

SHACKLETON-ENDURANCE

L'ENDURANCE di Ernest Shackleton è una delle storie più affascinanti e leggendarie di esplorazione polare.

 

 

Ritratto di Ernest Shackelton nel 1904

 immagine di pubblico dominio via Wikipedia

 

Nato a Kilkea, County Kildare, Ireland il 15.2.1874

Morto (all’età di 47 anni) a Grytviken, South Georgia il 5.1.1922

 

 immagine di pubblico dominio via Wikipedia

ENDURANCE in navigazione a vela mentre si fa strada attraverso il pack

 

 

 

Foto tratta dal sito: SUPERAMBIENTE

 

L'Endurance è stata una nave storica utilizzata dall'esploratore polare britannico Sir Ernest Shackleton nella sua famosa spedizione in Antartide del 1914-1917. La nave era stata progettata per resistere alle difficili condizioni dell'Artide, ma fu intrappolata e distrutta dai ghiacci, costringendo l'equipaggio a intraprendere una lotta epica per la sopravvivenza. La storia della spedizione dell'Endurance è considerata un esempio di resilienza, determinazione e spirito di squadra.

 

 

Nel 1914, l'esploratore polare britannico Sir Ernest Shackleton organizzò una spedizione con l'obiettivo di attraversare per la prima volta l'Antartide, da costa a costa, attraverso il Polo Sud. Per questa ambiziosa missione, Shackleton scelse l'ENDURANCE, una nave robusta e ben attrezzata.

Tuttavia, durante il viaggio, l'ENDURANCE incontrò condizioni meteorologiche estreme e uno dei peggiori inverni registrati nella regione antartica. La nave rimase intrappolata dai ghiacci del Mar di Weddell, rendendo impossibile l’avanzamento verso il Polo Sud. Nonostante i tentativi di liberare la nave, i ghiacci la compressero sempre di più fino a schiacciarla completamente, lasciando l'equipaggio in una situazione disperata.

Shackleton e il suo equipaggio furono costretti a evacuare l'ENDURANCE e sopravvivere in un ambiente ostile, privi di adeguati rifornimenti e di speranza di essere soccorsi. Con coraggio, determinazione e spirito di squadra, il gruppo riuscì a sopravvivere su banchi di ghiaccio alla deriva per molti mesi.

In questo periodo di grave incertezza sul da farsi, Shackleton prese l’audace decisione di tentare una disperata fuga attraverso il Mare di Weddell, a bordo di tre piccole barche di salvataggio. L'equipaggio affrontò condizioni estreme, onde gigantesche e tempeste gelide per oltre 1.000 chilometri, fino a raggiungere l'isola di Elephant Island.

Da lì, Shackleton intraprese un altro viaggio incredibilmente avventuroso con alcuni uomini selezionati, attraversando l'oceano a bordo di una delle barche di salvataggio, fino a raggiungere la Georgia del Sud. Dopo una lunga e impegnativa marcia attraverso le montagne dell'isola, Shackleton riuscì a ottenere aiuto e salvare il resto dell'equipaggio rimasto sull'isola di Elephant Island.

Nonostante l'ENDURANCE non sia mai arrivata a completare la sua missione originale di attraversare l'Antartide, la straordinaria avventura di Shackleton è diventata un esempio di leadership, coraggio e resistenza umana di fronte alle avversità. La sua abilità nell'assumere decisioni difficili e il suo spirito instancabile di proteggere e sostenere il suo equipaggio sono diventati leggendari. L'avventura dell'ENDURANCE è diventata un simbolo di speranza e perseveranza anche nelle situazioni più difficili.

La domanda che molti storici e uomini di mare si sono posti da un secolo a questa parte è la seguente:

“la nave di Shackleton era adatta per quella missione?”. La risposta è quasi sempre la stessa:

L'ENDURANCE, la nave utilizzata da Ernest Shackleton per la sua spedizione al Polo Sud, era adatta per l'epoca, ma ciò nonostante non riuscì a resistere alle estreme condizioni ostili ed imprevedibili dell'Antartide che non erano ancora del tutto conosciute.

L'ENDURANCE era una nave di legno rinforzato, progettata appositamente per le spedizioni in regioni polari. Fu costruita in Norvegia nel 1912 e aveva una struttura solida e una prua finemente progettata per affrontare i ghiacci. La nave era di dimensioni adeguate sia per l'equipaggio sia per le forniture necessarie per la spedizione.

Tuttavia, l'Antartide è un ambiente estremamente ostile e imprevedibile. Durante il viaggio l’ENDURANCE rimase intrappolata dai ghiacci del Mar di Weddell e, nonostante gli sforzi dell'equipaggio per liberarla, i ghiacci la compressero con una forza inarrestabile.

L'ENDURANCE affondò il 21 novembre 1915 col disgelo stagionale.

 

La spedizione dell'ENDURANCE divenne così una lotta per la sopravvivenza su banchi di ghiaccio alla deriva, lontani dalla civiltà e con risorse limitate. Nonostante l’inabissamento della nave, l'abilità di Shackleton permise all'equipaggio di rimanere unito e di sopravvivere fino a quando hanno potuto essere salvati.

In definitiva, sebbene l'ENDURANCE fosse considerata adatta per le spedizioni polari, l'Antartide dimostrò il suo potere distruttivo. La spedizione di Shackleton è un esempio di come, anche con la migliore preparazione e l'attrezzatura adatta, la natura possa riservare imprevisti insormontabili.

 

 

UN PO' DI STORIA:

 

 

ENDURANCE

Era un veliero a 3 alberi, dotato anche di un motore a singola elica sviluppante una potenza di circa 350 Cv, che le consentiva una velocità media di 10 nodi (circa 19 Km/h), progettato espressamente per le esplorazioni artiche. 

Le sue dimensioni:

Lunghezza: 43,9 mt

Larghezza: 7,6 mt

Stazza:  di 320 tonnellate

Note varie:

L’ENDURANCE fu varata in Norvegia il 17 dicembre 1912 dai cantieri navali Framnæs Schipyard con il nome di Polaris.

Costruita per conto di armatori norvegesi che la volevano destinare a crociere nel Mar Glaciale Artico. A causa di problemi economici la nave fu venduta due anni dopo il varo, nel 1914, sottocosto, all'esploratore britannico Ernest Shackleton, per l'importo di 11.600 sterline. 

Ribattezzata Endurance dal nuovo proprietario, salpò verso l’Antartide il 1º agosto dello stesso anno per iniziare la spedizione trans-antartica imperiale, raggiunse i mari australi dopo 5 mesi di navigazione, ma la sua vita tra i ghiacci perenni fu molto breve come abbiamo appena visto e dopo alcuni mesi di agonia dovette essere completamente abbandonata dall'equipaggio per affondare definitivamente dopo ben 281 giorni dall'incaglio.

 

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La James CAIRD presso il Dulvich College di Londra

L’imbarcazione James Caird  (baleniera di 6 mt.di lunghezza) ad Elephant Island, 24 Aprile 1916,

 

L'impresa e' ai limiti dell'impossibile: affrontare l'oceano navigando per piu' di 1.500 chilometri con una delle tre scialuppe, la James Caird, (nella foto) una lancia baleniera lunga sette metri.

 

Della gloriosa nave che porta il nome anche della Spedizione ENDURANCE, riuscirono a sopravvivere solo 3 lance, due cutter a vela: la Stancomb Willis e la Dudley Docker e la James Caird, classica baleniera lunga sette metri, con la quale Ernest Shackleton, partendo dall’Isola Elephant, percorse 650 miglia nautiche di avventurosa traversata nei mari antartici fino a raggiungere l'isola della Georgia del Sud, da dove erano partiti 522 giorni prima, per chiedere soccorso, permettendo così di salvare tutto l'equipaggio.

 

 

Elephant Island

14 aprile 1916. Dopo sette giorni di navigazione, le tre scialuppe toccano terra sull'Isola Elephant ma su quest'isola non e' facile ricevere i soccorsi. La superficie e' rocciosa e in gran parte coperta da neve e ghiaccio. Anche se ospita foche e pinguini, c'e' il pericolo che questi possano spostarsi dall'isola. L'inizio dell'inverno complica la situazione. Infine l'isola e' distante dalle rotte delle navi ed e' quindi molto difficile avvistarne una per chiedere aiuto. 

Shackleton si rende presto conto che bisogna ripartire, per raggiungere la Georgia del Sud, l'unica destinazione dove trovare i soccorsi.

Shackleton e i suoi uomini combatterono fino in fondo: mentre il suo equipaggio lottava per la sopravvivenza, il Capitano andò a cercare aiuto in Georgia Australe, percorrendo più di 1300 km di Oceano a bordo di una scialuppa di 7 metri.

 

L’eroe britannico riuscì a tornare ad Elephant Island un anno dopo per salvare i suoi straordinari uomini che tornarono tutti a casa sani e salvi.

 

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The Aurora (ship used by the Ross Sea party during the Imperial Trans-Antarctic Expedition 1914-17)

L'Aurora fu costruita nei cantieri Alexander Stephen & Sons Ltd di Dundee in Scozia. Concepita come nave baleniera, l'imbarcazione prese parte alle spedizioni antartiche Aurora ed Endurance

Per maggiore chiarezza segue ora la rappresentazione grafica e geografica della rotta tenuta dalla Endurance, dalla James Caird e dall’Aurora - rotta via terra al deposito provviste della Spedizione nel Mare di Ross e la pianificata rotta via terra nel Mare di Weddel della spedizione trans-antartica guidata da Ernest Shackleton nel 1914-1915: 

Rosso: il viaggio dell'Endurance

Giallo: la deriva dell'Endurance bloccata dai ghiacci. 

Verde: il percorso, a piedi ed in scialuppa, degli uomini di Shackleton dopo il naufragio della nave sino all'isola Elephant. 

Blu: il viaggio della James Caird sino alla Georgia del Sud. 

Turchese: il percorso originale della spedizione trans-antartica. Gruppo del mare di Ross

Arancio: il viaggio dell'Aurora 

Rosa: l'Aurora rompe gli ormeggi e va alla deriva lasciando 10 uomini in Antartide. 

Marrone: percorso per l'installazione dei depositi di provviste.

 

 

 

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ENDURANCE

 

Il suo nome tradotto in italiano significa “resistenza”. Così si chiamava la nave portata all’estremo Sud dall’esploratore britannico Sir Ernest Shackleton agli inizi del ‘900. E in effetti ha resistito. Inabissata per oltre cento anni nel Mare di Weddell, la nave leggendaria è stata ritrovata da una spedizione di ricerca lo scorso 5 marzo 2022.

 

Giunta nel Mare di Weddell agli inizi di dicembre, la spedizione si arrestò il 18 gennaio del 1915, quando l’Endurance rimase bloccata nel ghiaccio della banchisa. Impossibilitato a proseguire il suo viaggio, Shackleton aspettò per dieci mesi l’arrivo della primavera antartica accampato intorno alla nave, che intanto era diventata un tutt’uno con il paesaggio polare. Aspettò fino alla fine di ottobre, quando ormai gravemente danneggiata dalla pressione del ghiaccio che ne stava stritolando la poppa, ordinò di abbandonare la nave. In quei giorni l’esploratore scrisse nel suo diario:

«Siamo costretti ad abbandonare la nave, che è schiacciata oltre ogni speranza di essere raddrizzata. Il compito ora è quello di raggiungere la terra con tutti i membri della spedizione».

 

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Un'immagine storica: la nave Endurance intrappolata nei ghiacci marini antartici nel 1915. 

 

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Glass plate photograph by Frank Hurley (Wikipedia)

 

 

 

Raccontato in diversi libri, come Sud - La spedizione dell’Endurance, opera dello stesso Shackleton edita per l’Italia da Nutrimenti (2009) o Endurance: l’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud di Alfred Lansing (2003), soggetto di diversi documentari e lungometraggi, il viaggio di Shackleton e dei suoi uomini rimane uno dei più incredibili della storia polare.

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Statue of Shackleton, Athy, Ireland, erected in 2016 (shackletonexhibition.com)

 

 

There is an older statue of Shackleton standing in a niche outside the Royal Geographical Society building in London, and a much more recent one, unveiled in his home town of Athy, Ireland, in 2016 (fifth image)

 

Royal Mail stamps honoring Shackleton and the voyage of the James Caird, issued in 2016 (Norvic Philatelics)

Dr. William B. Ashworth, Jr., Consultant for the History of Science, Linda Hall Library and Associate Professor, Department of History, University of Missouri-Kansas City. Comments or corrections are welcome; please direct to ashworthw@umkc.edu.

 

 

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Alcune delle basi sono delle vere e proprie comunità, con ospedali, chiese e spazi di intrattenimento. Le basi di ricerca italiane sono due: la Mario Zucchelli (ex base Terra Nova) e la base Concordia, di giurisdizione Italo-Francese.

 

 

BIOGRAFIA di Ernest SHACKELTON

 

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Ernest Henry Shackleton, nato il 15 febbraio 1874 a Kilkea, in Irlanda, è stato un esploratore polare britannico noto soprattutto per la sua audace e avventurosa spedizione nella regione antartica. Shackleton è cresciuto in una famiglia di origini irlandesi e si è appassionato all'esplorazione fin da giovane.

La sua carriera esplorativa ha preso il via quando si unì a una spedizione guidata da Robert Falcon Scott in Antartide nel 1901-1904. Durante questa spedizione, Shackleton ha dimostrato notevoli abilità organizzative guadagnandosi la stima dei suoi compagni di viaggio.

Il suo momento di gloria è arrivato nel 1907, quando ha guidato la famosa "Spedizione Nimrod". Durante questa impresa, Shackleton e il suo team hanno stabilito un nuovo record di avvicinamento al Polo Sud, arrivando a soli 180 km di distanza. Sebbene non abbiano raggiunto l'obiettivo principale, il viaggio è stato un notevole successo e ha consolidato la sua reputazione come esploratore di prim'ordine.

Tuttavia, l'evento per cui Shackleton è più noto è la "Spedizione Endurance" del 1914-1916. L'obiettivo di questa spedizione era attraversare l'Antartide da costa a costa, ma il loro leggendario vascello "Endurance" rimase intrappolato e schiacciato dai ghiacci dell'Oceano Antartico. Come abbiamo già visto, dopo mesi di difficoltà e incertezza, Shackleton organizzò con successo il salvataggio del suo intero equipaggio. Senza perdite umane, attraversò con una piccola imbarcazione la pericolosa regione dell'Oceano Australe e raggiunse l'isola Georgia del Sud, dove fu in grado di ottenere aiuto per i suoi uomini rimasti.

Dopo il suo ritorno in patria, Shackleton continuò a pianificare nuove spedizioni polari, ma nel 1922 morì di infarto a bordo della nave Quest, ancorata in Georgia del Sud. La sua eredità è stata segnata dalla sua audacia, spirito d'avventura e straordinaria capacità di leadership, che lo hanno reso uno degli eroi più celebrati dell'esplorazione antartica.

La storia della sua "Spedizione Endurance" e il suo eccezionale coraggio nel salvataggio dell'equipaggio hanno ispirato molte generazioni di esploratori e continuano a essere una fonte di ispirazione per chi cerca avventure e sfide in luoghi remoti e inesplorati del nostro pianeta.

STUDI: Ernest Shackleton frequentò la Dulwich College a Londra, un istituto di istruzione superiore prestigioso. Tuttavia, le sue condizioni economiche limitate e la morte prematura di suo padre lo costrinsero a lasciare presto la scuola per aiutare a sostenere la famiglia. Nonostante ciò, Shackleton mostrò sempre un forte interesse per l'esplorazione e continuò ad educarsi leggendo libri e partecipando a conferenze scientifiche.

FAMIGLIA: Ernest Shackleton nacque da genitori di origini irlandesi. Suo padre, Henry Shackleton, era medico, e sua madre, Henrietta Letitia Sophia Gavan, apparteneva a una famiglia aristocratica. Ernest era il secondo dei dieci figli della coppia. Il supporto della sua famiglia lo sostenne nella sua passione per l'esplorazione.

ESPERIENZE LAVORATIVE: Prima di dedicarsi all'esplorazione a tempo pieno, Shackleton svolse una serie di lavori per guadagnarsi da vivere. Dopo aver lasciato la scuola, lavorò come apprendista in una compagnia navale di Liverpool e acquisì preziose competenze riguardanti la navigazione e la gestione delle imbarcazioni. Successivamente, fece esperienza come ufficiale di macchina a bordo di navi mercantili.

Le sue prime esperienze di esplorazione avvennero durante una spedizione antartica guidata da Robert Falcon Scott nel 1901-1904, in cui Shackleton ricoprì il ruolo di terzo ufficiale. Questa esperienza lo spinse a perseguire ulteriormente la sua passione per l'esplorazione polare.

Dopo il suo successo nella Spedizione Nimrod nel 1907, Shackleton si dedicò a organizzare e guidare ulteriori spedizioni. La più famosa di queste fu la "Spedizione Endurance" del 1914-1916, in cui cercò di attraversare l'Antartide da costa a costa. Nonostante il fallimento dell'obiettivo principale, la sua gestione della crisi e il salvataggio del suo equipaggio ne fecero un eroe popolare e rispettato.

Dopo il ritorno dalla Spedizione Endurance, Shackleton scrisse un libro sulle sue avventure intitolato "South", che divenne un bestseller. Continuò anche a pianificare altre spedizioni polari, ma la sua morte prematura a causa di un infarto a bordo della nave Quest nel 1922 interruppe il suo sogno di ulteriori imprese esplorative.

Ernest Shackleton è ricordato come un pioniere dell'esplorazione antartica, un leader carismatico e un esempio di coraggio e determinazione nel superare le sfide più difficili.

 

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La tomba di Shackleton a Grytviken, nella Georgia del Sud 

 

 

Nella notte del 5 gennaio Shackleton ebbe un forte attacco cardiaco e morì poche ore dopo, il corpo era già in viaggio verso l'Inghilterra quando la moglie Emily dette disposizioni affinché venisse sepolto nella Georgia del Sud nel cimitero dei pescatori di Grytviken.

Nell'immediato dopoguerra Shackleton ebbe un periodo di crisi. Il peso dei debiti nati dalla precedente spedizione diveniva sempre più gravoso, il suo stato di salute era in peggioramento e anche il matrimonio con Emily vacillava, minato com'era da una relazione extraconiugale con la statunitense Rosalind Chetwynd che durava da alcuni anni. Dovette riuscire a mantenersi solo grazie a conferenze sulle sue imprese passate, attività che lo annoiava profondamente. I profitti del libro South, che ebbe un buon successo di critica e di vendite e nel quale raccontava la Spedizione Endurance, furono usati per rifondere i finanziatori della spedizione.

Alla fine del 1920 cominciò nuovamente a pianificare una spedizione: questa volta intendeva dirigersi verso il Polo Nord, dove anche Amundsen stava progettando di recarsi. Fu trovato un finanziatore canadese ma la stagione era ormai troppo avanzata; l'idea fu quindi abbandonata e Shackleton ripiegò sull'organizzazione di un nuovo viaggio in Antartide

 

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La copertina dello Scientic American del 1922. Il disegnatore immagina Shackleton ed i suoi uomini impegnati nell'esplorazione dell'Antartide

 

 

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Nave QUEST

 

Conosciuta per essere stata utilizzata nella Spedizione QUEST del 1921-22 e per essere stata il luogo dove Ernest Shackleton è morto il 5 gennaio 1922 mentre era ancorata nel porto di Gryutviken nella Georgia del Sud. La nave è stata impiegata anche nella British Arctic Air Route del 1930-31 lungo la costa orientale della Groenlandia. 

Oltre all’eplorazione polare, la QUEST è stata una nave mercantile utilizzata anche per la caccia alla foca. Proprio durante una spedizione di caccia fu intrappolata nel ghiaccio al largo del Labrador ed affondata dalla pressione del pack. Tutto l'equipaggio fu tratto in salvo.

Con la nave QUEST Shackleton salpò da Londra nel settembre del 1921. Sebbene gli obiettivi scientifici della spedizione non fossero ben definiti, riuscì a farsi seguire nella nuova avventura da alcuni dei membri della precedente operazione Endurance. A causa del maltempo la nave dovette attraccare in Georgia del Sud  al porto baleniero di Grytviken, dove nella notte del 5 gennaio Shackleton morì a causa di una trombosi coronarica. Fu sepolto nel cimitero della Chiesa luterana. Decenni dopo, accanto a lui venne sepolto Frank Wild, fedele braccio destro che lo seguì in diverse spedizioni.

 

 

CONCLUSIONE

 Ernest Shackleton rimane senza dubbio uno degli esempi più straordinari di coraggio, umanità e determinazione nella storia dell'esplorazione polare. La sua avventura con l'ENDURANCE e le sue gesta successive sono un testamento della grandezza dell'uomo e dei suoi straordinari tratti morali.

Proviamo a Riepilogare alcuni aspetti chiave della sua forza d’animo ed intellettuale che contribuiscono a rendere Shackleton un individuo eccezionale le cui doti ancora oggi destano stupore in chi va per mare e non solo:

Coraggio e Risolutezza: Shackleton dimostrò un coraggio eccezionale di fronte alle avversità. Quando l'ENDURANCE fu intrappolata dai ghiacci dell'Antartide e la situazione sembrava senza speranza, Shackleton non perse mai il controllo e mantenne una calma ammirevole. Affrontò le difficoltà con determinazione, prendendo decisioni sagge e calcolate per la sopravvivenza della sua squadra.

Leadership Empatica: Shackleton fu un leader empatico che si preoccupava sinceramente del benessere dei suoi uomini. Ha dimostrato una notevole capacità di comprendere e ascoltare le preoccupazioni e i bisogni dei membri dell'equipaggio. Questa empatia lo ha reso molto rispettato e amato da coloro che lo seguivano.

Resistenza e Determinazione: Nonostante le avversità implacabili e le probabilità apparentemente impossibili da superare, Shackleton non si arrese mai. La sua determinazione nel trovare una via d'uscita e salvare il suo equipaggio era incrollabile. Questo spirito di perseveranza lo ha guidato attraverso sfide incredibili e lo ha portato a prendere decisioni straordinarie in situazioni estreme.

Generosità e Preoccupazione per gli Altri: Shackleton ha dimostrato grande generosità verso i membri della sua squadra, mettendo sempre il benessere degli altri davanti al proprio. Ha sacrificato molte delle sue comodità personali e ha condiviso equamente le difficoltà e i pericoli con l'equipaggio. La sua premura per gli altri era evidente nelle decisioni che ha preso per proteggerli e mantenere alto il morale.

Leadership Carismatica: Shackleton aveva un carisma naturale che ispirava e motivava i suoi uomini. Era capace di unire persone diverse in un obiettivo comune e di infondere speranza e fiducia anche nelle situazioni più cupe.

Ottimismo e Spirito Positivo: Nonostante le circostanze estreme, Shackleton mantenne un atteggiamento ottimista e positivo. Questo atteggiamento mentale positivo ha aiutato a sostenere l'intera squadra durante i momenti difficili e ha contribuito a mantenere alto il morale.

In sintesi, Ernest Shackleton è una figura straordinaria nella storia dell'esplorazione polare, ma anche nella storia umana dimostrando che con tenacia, compassione e perseveranza, si possono raggiungere risultati straordinari anche nelle situazioni più estreme in qualsiasi frangente della vita di ciascuno di noi.

Ho usato il termine “compassione” volendo esprimere quel sentimento con il quale un individuo come Shackleton ha percepito emozionalmente la sofferenza altrui desiderando di alleviarla.

 

 

 

ALBUM FOTOGRAFICO

 

 

ENDURANCE E IL SUO EQUIPAGGIO

 

 

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 Tor - Jock Wordie, geologist - Alfred Cheetham, 3rd Officer - Alexander Macklin, doctor

 

 

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Trapped in the Weddell Sea, desperate efforts were made to free the ship, these were of no avail, because the ice froze together as quickly as it could be cut away 14th February 1915

 

 

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Trapped in the ice, rime forming on the rigging

 

 

 

 

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The long, long night, the Endurance in the Antarctic winter darkness, trapped in the Weddell Sea, 27th August 1915.

 

 

 

 

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Samson, the largest of the dogs at his kennel / dogloo

 

 

 

 

 

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1st November 1915. The Endurance lies crushed, still above the ice, though shortly to sink. 28 men led by Ernest Shackleton are left in the middle of the Weddell Sea.

 

 

 

 

 

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The Endurance leaning to port, 19th October 1915, the ship righted herself again after this.

 

 

 

TUTTI SALVI

 

Spedizione Endurance 

 

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https://www.google.it/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FSpedizione_Endurance&psig=AOvVaw1dsuKSILDDPOxcMefD0MYt&ust=1691597377844000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBIQjhxqFwoTCJjvirm5zYADFQAAAAAdAAAAABAQ

"All Safe, All Well", allegedly depicting Shackleton's return to Elephant Island, August 1916. A photograph of the departure of the James Caird in April was doctored by photographer Frank Hurley to create this image.

 

 

 

 

(Wikipedia)

Fotografia del relitto dell’ENDURANCE ritrovato nel 2022             

 

 

 

(Wikipedia)

Sir Ernest H. Shackleton, British arctic explorer who participated in R. Scott's Antarctic expedition between 1901 and 1904, and was himself the leader of several expeditions. In 1907-09 he reached 88° 23' latitude South.

 

(Wikipedia)

Shackleton's wife, Emily Dorman 

 

 

 

 

(Wikipedia)

South Pole party: Frank Wild, Shackleton, Eric Marshall and Jameson Adams 

 

 

 

 

 

 

Wikipedia

Shackleton statue by C.S. Jagger outside the Royal Geographical Society 

 

 

 

 

 

 

Wikipedia

Amundsen, Shackleton and Peary  in 1913

 

 

 

 

 

Wikipedia

Some assets from Sodacan, Fenn-0-maniC. Pre-1935 OBE medal, mantling, poplar tree, lozengy buckles, motto scroll by me.

 

 

 

 

  Wikipedia

 

La tomba di Shackleton a Grytviken

 

Museo ENDURANCE SHACKLETON- LONDRA

https://www.google.it/search?q=Museo+endurance+shackleton+Londra&source=lmns&bih=1588&biw=1530&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiA5KyU28CAAxUDg_0HHRoWB7QQ0pQJKAB6BAgBEAI

 

 

Carlo GATTI

 

Rapallo, 13 Agosto 2023