IN VIAGGIO CON LE ANGUILLE

 

IN VIAGGIO CON LE ANGUILLE

L'allevamento ha radici antiche – dall'antica Grecia alla civiltà romana, di cui v'è traccia in Plinio – ed è tuttora praticato non solo nelle lagune venete e di Comacchio ma anche in Lombardia, Toscana e Sardegna.

 

L'anguilla, un misterioso abitante delle profondità marine che ha sempre catturato l'attenzione degli studiosi e degli appassionati di marineria.

 

I DUE ENIGMATICI VIAGGI DELLE ANGUILLE

 

Una caratteristica unica delle anguille è la loro capacità di effettuare migrazioni incredibili.

Dopo aver trascorso diversi anni nelle acque dolci della laguna di Comacchio, le anguille raggiungono la maturità sessuale in vista del lungo viaggio di ritorno verso il Mar dei Sargassi dove sono nate. Ma questo viaggio lo dedicheranno per la riproduzione.

Abbandonato l’habitat di acqua dolce, intraprendono il viaggio attraverso l'Oceano Atlantico nuotando per migliaia di chilometri fino alle acque calde del Mar dei Sargassi.

“Lungo il percorso, le sguscianti anguille tentavano in tutti i modi, ma invano, di sfuggire alla loro sorte e di riprendere il loro istintivo viaggio di ritorno verso il Mar dei Sargassi, dove da sempre vanno a riprodursi (ci impiegano tre anni)”.

Questa migrazione riproduttiva è un vero e proprio tour de force. Le anguille trasformano il loro corpo, sviluppando occhi più grandi, muscoli potenti e organi riproduttivi completamente funzionanti.

Una volta raggiunto quel lontano mare americano, le anguille si accoppiano e depongono le uova, un evento affascinante che non è stato ancora completamente compreso dagli scienziati.

Una volta raggiunto quel lontano mare americano, le anguille si accoppiano e depongono le uova, un evento affascinante che non è stato ancora completamente compreso dagli scienziati.

 

INIZIA IL VIAGGIO PER L’EUROPA

Dopo la deposizione delle uova, gli adulti muoiono, mentre le larve, leptocefali, emergono dalle uova e iniziano il loro viaggio di ritorno verso le coste europee.

 

La loro vita inizia quindi nel lontano Mar dei Sargassi, un vasto mare situato nell'Oceano Atlantico occidentale. È qui che le larve di anguilla, chiamate leptocefali, prendono forma e intraprendono un lungo viaggio alla ricerca di nuovi territori.

 

Durante questa fase si trasformano gradualmente in anguille giovanili, chiamate glass eels, caratterizzate da un corpo trasparente e fragile. È un periodo di grande vulnerabilità, in cui molti di loro cadono vittima di predatori o di condizioni ambientali avverse.

Restano in queste acque marine da uno a due anni, poi, trasportate dalle calde acque della Corrente del Golfo, partono per il loro viaggio di andata verso le coste europee. Qui giungono dopo un viaggio di quasi un anno allo stadio di cieche (piccole anguille trasparenti da 6 a 12 cm).

Inizialmente, rimangono negli estuari dei fiumi in cui si nutrono di plancton per poi colonizzare progressivamente fiumi, laghi e stagni di pianura. In questi luoghi assumono la tipica colorazione giallo/verdone e crescono fino a raggiungere la maturità sessuale.

 

Le leptocefali affrontano una migrazione incredibile nuotando attraverso le mutevoli correnti oceaniche per raggiungere le coste europee.

Questa migrazione è un vero enigma della natura. Come le larve di anguilla riescono a trovare la strada attraverso l'oceano fino alle coste europee, rimane ancora un mistero. Si ipotizza che siano in grado di percepire le correnti oceaniche, i campi magnetici o altre indicazioni ambientali per orientarsi e raggiungere le destinazioni desiderate.

Una volta raggiunte le coste europee, il ciclo di vita delle anguille si ripete, dando inizio a una nuova generazione di avventure e sfide.

La storia delle anguille è intrisa di mito e leggenda, ed è stata oggetto di studi scientifici approfonditi. Queste creature affascinanti sono state oggetto di interesse per biologi, ricercatori e scrittori di tutto il mondo. La loro storia è stata raccontata in romanzi, documentari e persino in opere d'arte.

 

LE TANTE SFIDE….

 Il mondo delle anguille, che si estende dal Mar dei Sargassi a Comacchio, è un'interessante sinfonia di adattamento, sfide e speranza. Queste creature affascinanti continuano a stimolare la curiosità degli scienziati e la passione dei pescatori, mentre il loro destino rimane legato alla salute dei nostri ecosistemi marini e d'acqua dolce.

 

Riprendiamo il viaggio….

Raggiunte le coste europee, il ciclo di vita delle anguille si ripete, dando inizio a una nuova fase di incertezze e pericoli.

Tuttavia, per coloro che sopravvivono, aumenterà la speranza di avvicinarsi alla laguna di Comacchio lungo fiumi e canali, in un ambiente ricco di mangrovie, paludi e canneti, ideale per il loro sviluppo. Le anguille, ormai diventate elvers, si adattano alla vita di acqua dolce e iniziano a migrare verso l'entroterra.

Una volta giunte a Comacchio, le elvers iniziano a esplorare le vie d’acqua che si snodano nella laguna. Qui si nutrono di una vasta gamma di organismi acquatici, tra cui piccoli pesci, crostacei e insetti, che forniscono loro l'energia necessaria per crescere e svilupparsi.

A misura che le anguille crescono, il loro colore diventa più scuro e il loro corpo si ricopre di una patina di muco protettivo. Questo muco, insieme alla forma allungata e snella del loro corpo, consente loro di muoversi agilmente sia in acqua dolce che salmastra.

 

Il pericolo di estinzione

Negli ultimi decenni, il mondo delle anguille ha attraversato una serie di traversie. Le popolazioni di anguille sono diminuite drasticamente a causa della pesca eccessiva, dell'inquinamento e delle modifiche ambientali. Questo ha portato a restrizioni nella pesca e all'implementazione di misure di protezione per preservare questa specie.

Oggi, l'anguilla è diventata un simbolo della lotta per la conservazione della biodiversità e della tutela degli ecosistemi acquatici. Attraverso programmi di ricerca, monitoraggio e sensibilizzazione, si cerca di comprendere meglio la biologia delle anguille e di promuovere pratiche sostenibili per la gestione delle loro popolazioni.

 La sopravvivenza delle anguille è minacciata da una serie di fattori. Tra questi, la pesca eccessiva è stata una delle principali cause del declino delle popolazioni di anguille in tutto il mondo. La loro carne pregiata e la crescente domanda hanno portato alla pesca intensiva, mettendo a rischio la sopravvivenza di queste creature. Per mitigare questo problema, molti paesi hanno introdotto restrizioni sulla pesca dell'anguilla e hanno adottato pratiche di gestione sostenibile.

Ma la pesca non è l'unico pericolo che le anguille affrontano. L'inquinamento delle acque è un'altra minaccia significativa per la loro sopravvivenza. Sostanze chimiche, rifiuti industriali e agricoli, nonché inquinanti provenienti dalle attività umane, possono contaminare gli habitat delle anguille, danneggiando la loro salute e compromettendo la loro capacità riproduttiva.

Inoltre, le modifiche ambientali e la distruzione degli habitat sono un'altra grave minaccia per le anguille. La costruzione di dighe, la canalizzazione dei fiumi e la distruzione delle zone umide riducono le opportunità di migrazione e alterano gli ecosistemi di acqua dolce in cui le anguille dipendono per la loro sopravvivenza.

Tuttavia, non tutto è perduto. Negli ultimi anni, sono stati fatti sforzi significativi per la conservazione delle anguille. Programmi di ripopolamento e di monitoraggio delle popolazioni sono stati implementati in molti paesi. Inoltre, l'educazione e la sensibilizzazione del pubblico sono diventate parti cruciali degli sforzi di conservazione, al fine di promuovere la comprensione dell'importanza delle anguille negli ecosistemi acquatici.

I ricercatori stanno anche cercando di comprendere meglio la biologia delle anguille attraverso studi approfonditi sul loro ciclo di vita, il loro comportamento migratorio e la loro ecologia. Queste informazioni sono fondamentali per sviluppare strategie di gestione efficaci e per proteggere le popolazioni di anguille a lungo termine.

La conservazione delle anguille non riguarda solo l'importanza ecologica di questa specie, ma anche l'equilibrio degli ecosistemi e la sostenibilità delle comunità umane che dipendono da esse. Le anguille svolgono un ruolo cruciale nella catena alimentare, contribuendo alla diversità e all'equilibrio degli ambienti acquatici.

La conservazione delle anguille richiede anche la cooperazione internazionale. Poiché le anguille migrano attraverso le acque di diversi paesi, è fondamentale collaborare a livello globale per proteggere le loro rotte migratorie e garantire la sopravvivenza di questa specie preziosa.

Inoltre, i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia significativa per le anguille. L'aumento delle temperature dell'acqua e l'acidificazione degli oceani possono influire sul loro ciclo di vita e sulle loro abitudini alimentari. Ciò potrebbe avere conseguenze negative sulle popolazioni di anguille e sull'equilibrio degli ecosistemi che esse abitano.

Per affrontare queste sfide, gli scienziati stanno cercando di sviluppare strategie innovative. Ad esempio, la tecnologia dei passaggi per pesci viene utilizzata per facilitare la migrazione delle anguille attraverso le barriere artificiali come le dighe. Questi passaggi consentono alle anguille di raggiungere gli habitat di riproduzione e di evitare ostacoli che potrebbero limitare il loro movimento.

L'importanza delle anguille va oltre la loro ecologia e biologia. Esse hanno anche un valore culturale e storico significativo. In molte comunità costiere e fluviali, la pesca delle anguille è stata una tradizione radicata da secoli. Ha fornito sostentamento, identità culturale e conoscenze tradizionali tramandate di generazione in generazione. Preservare le anguille significa preservare anche il patrimonio culturale di queste comunità.

In conclusione, le anguille ci offrono uno spaccato affascinante del mondo naturale, delle sue meraviglie e delle sue fragilità. Sono creature straordinarie che affrontano sfide straordinarie lungo il loro ciclo di vita. La loro conservazione richiede un impegno collettivo per preservare gli habitat acquatici, ridurre la pesca eccessiva e combattere l'inquinamento.

Solo attraverso sforzi congiunti. Attraverso la collaborazione, la ricerca e l'educazione, possiamo lavorare insieme per proteggere le anguille e garantire la loro sopravvivenza per le future generazioni.

 

LA GENTE SI CHIEDE…

Perché si chiama Mare dei Sargassi?

Al centro dell'Oceano Atlantico settentrionale, tra gli arcipelaghi delle Azzorre e delle Antille, s'incontrano ammassi fluttuanti, spesso assai estesi, di alghe, dette in portoghese sargaços; da ciò il nome dato a questa zona di Mare dei Sargassi.

 

Perché le anguille si riproducono nel Mar dei Sargassi?

Al centro dell'Oceano Atlantico settentrionale, tra gli arcipelaghi delle Azzorre e delle Antille, s'incontrano ammassi fluttuanti, spesso assai estesi, di alghe, dette in portoghese sargaços; da ciò il nome dato a questa zona di Mare dei Sargassi.

 

Perché le anguille si riproducono nel Mar dei Sargassi?

 

Ancora non si sa per quale motivo le anguille scelgano per riprodursi proprio questa zona. Si sa, però, che è un'area davvero singolare: è un mare delimitato non da coste ma dalle correnti oceaniche. A nord la Corrente del Golfo, a sud le varie correnti che scorrono lungo il Tropico del Cancro.

 

Che differenza c'è tra l'anguilla e il capitone?

Che cos'è l'anguilla? L'anguilla (Anguilla anguilla) è una specie della famiglia Anguillidae. A volte la femmina – che può superare il metro di lunghezza – viene chiamata capitone, mentre il maschio – molto più piccolo – è detto ceca.

Quanti anni vive l'anguilla?

 

 

Fino a 85 anni! Nel corso della loro vita, le anguille (che possono vivere fino a 85 anni di età) passano attraverso quattro stadi di metamorfosi: nascono nel Mar dei Sargassi come minuscole larve; poi, raggiunte le coste dei luoghi d'origine dei genitori, si trasformano in anguille di vetro, così chiamate perché sono trasparenti.

Dove vivono le anguille in Italia?

L' anguilla è diffusa in tutte le acque dolci collegate con l'Oceano Atlantico ed il Mar Mediterraneo. In Italia possiamo trovarla nelle acque di tutte le regioni con concentrazione decrescente con l'aumento della distanza dal mare.

 A cosa fanno bene le anguille?

 

 

L'anguilla è un buon alleato della salute cardiovascolare, delle ossa, dei denti e della vista. Presenta inoltre proprietà antiossidanti e aiuta la sintesi dell'emoglobina, il metabolismo dei grassi, il buon funzionamento del sistema nervoso e del sistema immunitario. Inoltre aiuta cuore, reni e muscoli.

 

 

In Italia le anguille si trovano prevalentemente a COMACCHIO

La loro presenza a Comacchio è stata fondamentale per l'economia locale. Infatti, la pesca delle anguille è stata una tradizione millenaria, con pescatori che hanno sviluppato tecniche e conoscenze tramandate di generazione in generazione. Le anguille, una volta pescate, venivano affumicate o conservate per poi essere vendute in tutto il paese.

 

 

L'anguilla vive un po' in tutta Italia, ma è nelle Valli di Comacchio che il suo allevamento e la sua lavorazione hanno modalità senza uguali. Comacchio è una «piccola Venezia» del primo entroterra ferrarese: 12 isolette circondate da corona di lagune salmastre dove si alleva pesce pregiato fin dall'antichità.

 

 

Parco Delta Del Po

 

Anguilla delle Valli di Comacchio

Nelle valli di Comacchio l'anguilla trova il proprio habitat naturale che le permette di vivere e svilupparsi. Sfruttando l'influenza delle maree sull'istintivo spostarsi delle anguille, ancora oggi si utilizzano le antiche tecniche di pesca come il semplice e geniale lavoriero, un intricato sistema di sbarramenti e griglie mobili, anticamente realizzato in legno e canna, a forma di freccia, posto in prossimità dell'imbocco dei canali che collegano le valli al mare. Vi sono quarantotto differenti piatti di anguilla, che vanno dal delicatissimo risotto fino alla griglia sulla quale l'anguilla sprigiona tutto il suo intenso aroma che la rende un rito gastronomico a cui è impossibile resistere.

Sapori forti, quelli del Delta, sapori che vengono dalla intensa, millenaria convivenza tra la terra e l'acqua, tra il secco e l'umido, tra la gente e il mare.

L'”Anguilla marinata delle valli di Comacchio” costituisce la lavorazione più tipica del pesce di valle. Per questo l'antico metodo di lavorazione dell'anguilla (previsto da un regolamento del 1818) è stato ripristinato all'interno della Manifattura dei Marinati, in centro a Comacchio.

Oggi la Manifattura dei Marinati si articola su oltre milleseicento metri: presenta la Sala dei Fuochi, il cuore dell'intero complesso, in cui sono conservati dodici camini intervallati da nicchie, in cui avveniva, e avviene tutt'oggi la lavorazione dell'”Anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio”.

L'anguilla marinata è riconosciuta anche come Presidio Slow Food, un progetto operativo per la tutela della biodiversità alimentare.

 

UNO SGUARDO SU COMACCHIO

 

La Manifattura dei Marinati

https://www.imarinatidicomacchio.it/manifattura-dei-marinati

 

Basilica di San Cassiano

 

TREPPONTI - Simbolo di Comacchio

 

Manifattura dei Marinati

 

La Loggia del Grano

 

Ponte dei Trepponti

 

Torre dell’Orologio di Comacchio

 

Museo Delta Po

 

Capanno Garibaldi

 

A TAVOLA......

 

 

Carlo GATTI

 

 

 

 

 

 

 

 


RMS QUEEN MARY - UNA NAVE DAL FASCINO ANTICO, MA CON LE MISURE DI UNA NAVE MODERNA

RMS QUEEN MARY

Una delle navi più grandi e lussuose del suo tempo, con una lunghezza di oltre 300 metri e una capacità di 2000 passeggeri.

 

E’ stata, ed è tuttora una delle navi più iconiche del 20° secolo, la Queen Mary è una vera meraviglia dell'ingegneria marittima tuttora visitabile come Nave Museo a Long Beach (USA).

 

 

 

La Queen Mary a New York

 

La RMS Queen Mary, simbolo indiscusso dell'eleganza e della potenza marittima, rappresenta non solo un traguardo tecnico senza precedenti, ma anche un emblema storico che ha solcato gli oceani con grande imponenza, ma con estremo coraggio e partecipazione nelle varie fasi della sua lunga vita. Questa nave passeggeri, varata nel 1934, ha incantato il mondo durante un'epoca in cui i viaggi transatlantici erano un sogno che si avverava. Con una storia ricca di successi, dai record di velocità, come il prestigioso Nastro Azzurro, a un ruolo cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale come nave militare, la Queen Mary ha dimostrato di essere molto più di un semplice mezzo di trasporto. Da vecchio Comandante, posso attestare la sua smisurata presenza in mare: ho avuto il privilegio di vederla navigare, e l'impatto che ha avuto su di me è indelebile. Oggi, rendendo omaggio a questa straordinaria nave, esploreremo non solo le sue meraviglie ingegneristiche, ma anche il suo inestimabile contributo alla storia marittima e culturale.

L'amore che gli inglesi nutrono per la RMS Queen Mary è testimoniato dalla sua straordinaria preservazione come nave museo a Long Beach, California. Questa scelta non è solo un tributo a un'epoca gloriosa, ma una volontà di mantenere viva la memoria di un simbolo che ha attraversato generazioni.

 La Queen Mary non è soltanto una nave; è un monumento vivente che racconta storie di viaggi avventurosi, incontri indimenticabili e il fascino di un'era irripetibile. La sua presenza nelle acque di Long Beach offre a visitatori di tutte le età l'opportunità di immergersi in un’epoca di eleganza e innovazione.

 Non meno affascinante è il suo ruolo nella cultura popolare: la Queen Mary ha fatto da sfondo a numerosi film iconici e ha ispirato pagine di letteratura marinara, diventando così un personaggio a sé stante.

 Questa nave ha vissuto due vite distinte—quella come ammiraglia dei mari e quella come custode della memoria storica—e chissà, con l'evoluzione della tecnologia, potrebbe persino essere pronta per una terza vita quando le navi voleranno nei cieli come astronavi.

In ogni caso, la Queen Mary rimarrà sempre una tappa fondamentale e iconica nella storia navale, un’eredità di cui l’umanità non potrà mai fare a meno.

 

Descrizione generale

Tipo

transatlantico

Proprietà

Cunard-White Star Line(1936-1949)
Cunard Line (1949-1967)
Città di Long Beach (dal 1967)

Porto di registrazione

Liverpool

Ordine

3 aprile 1929

Costruttori

John Brown & Company

Cantiere

ClydebankScozia

Impostazione

1º dicembre 1930

Varo

26 settembre 1934

Entrata in servizio

27 maggio 1936

Intitolazione

Maria di Teck, regina consorte del Regno Unito

Radiazione

1º dicembre 1967

Destino finale

trasformata in albergo, ristorante, museo

Caratteristiche generali

Stazza lorda

81 237 tsl

Lunghezza

311 m

Larghezza

36 m

Altezza

55 m

Pescaggio

11,9 m

Velocità

30 nodi - 29,5 velocità di crociera - 32,6 nodi velocità massima registrata nodi

Equipaggio

1.101

Passeggeri

2.139: 776 prima (cabina) classe, 784 classe turistica, 579 terza classe.

 

 

UN PO’ DI STORIA


La QUEEN MARY è stata costruita dai cantieri John Brown & Company a Clydebank, in Scozia. La nave è partita per il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York il 27 maggio 1936, sotto la guida del Commodoro Sir Edgard T. Britten. Sempre nel 1936, ha vinto il Nastro Azzurro per la sua velocità di 30,14 nodi, ma nel 1937 ha perso il titolo a favore del transatlantico francese NORMANDIE. Tuttavia, nel 1938, ha riconquistato il Nastro Azzurro con una velocità di 30,99 nodi, mantenendo il primato fino al 1952, quando è stata superata dalla SS "UNITED STATES".

Con l'inizio della Seconda guerra mondiale, la QUEEN MARY è partita il 1º settembre 1939 verso New York. All'arrivo, però, ha ricevuto l'ordine di rimanere in porto, per non diventare un obiettivo facile per i sottomarini tedeschi.

Nel 1940, la nave ha fatto rotta per Sydney, dove è stata trasformata in nave da trasporto truppe. È stata verniciata di grigio e ha preso il soprannome di "Fantasma Grigio". Tutti gli arredi e i tappeti sono stati rimossi, e sono state aggiunte batterie anti-aeree. Durante la guerra, ha trasportato più di 800 mila soldati.

Nel dicembre 1942, mentre viaggiava dall'America all'Inghilterra con un numero record di 16.082 soldati americani (il massimo mai imbarcato su un’unica nave), è stata colpita da un’onda anomala alta 28 metri che quasi l’ha rovesciata. Winston Churchill l’ha usata in diverse occasioni durante quegli anni, e ci sono diversi oggetti appartenuti a lui in mostra nei tour della nave.

E’ il 20 Giugno 1945 - LaQUEEN MARY con la livrea militare sta entrando nel porto di New York con migliaia di soldati americani.

 

Nel quadro grande - la RMS QUEEN MARY militarizzata.

Ingrandendo l’immagine si nota il cavo magnetico anti-mine che parte dall’ancora di posta e corre lungo la murata di sinistra verso poppa. Lo strumento viene chiamato “degaussing”.

 

L’Opera è del pittore di marina Marco Locci, compianto membro della nostra Associazione per circa 30 anni.

Dopo la guerra, la Queen Mary subì un importante refitting (con una sistemazione interna per 711 passeggeri di prima classe, 707 di seconda e 577 di terza) e prestò servizio sulle linee transatlantiche. 

Il 27 settembre 1967, portava a termine la sua millesima traversata atlantica.

 

L'ultimo viaggio, iniziato da Southampton il 31 ottobre dello stesso anno, si concluse a Long Beach, dove la gloriosa nave, venduta alla città californiana, fu trasformata in un museo, ristorante e hotel galleggiante.

 

 

Gran parte dei macchinari, tra cui 1 delle 2 sale macchine, 3 delle 4 eliche e tutte le caldaie, furono rimosse. La nave è quotata al Registro Nazionale dei Luoghi Storici.

 

Il National Trust for Historic Preservation

 ha accettato la "Queen Mary" come parte degli Historic Hotels d’ America.

 

 

 I modelli in scala dei due famosi Liners (sister Ship)

QUEEN MARY e QUEEN HELIZABETH realizzati da John Brown & Company.

 

Il Ponte di Comando della Queen Mary nel 2005

 

Il transatlantico Queen Mary a Long Beach, California, USA nel 2009

 

Queen Mary di notte a Long Beach 

 

Fotografia della Queen Mary scattata nel 2010 a Long Beach

 

La Stazione Radio della Queen Mary in versione aggiornata

 

Il Ponte Sole di dritta, 1972

 

La nave offre sistemazioni in tre classi, due piscine interne, parrucchieri, biblioteche, negozi, mini-club per bambini, servizio telefonico e canili. Il salone da pranzo di prima classe si estendeva su tre ponti in altezza. Nella sala da pranzo principale, un modello della nave, regolarmente spostato, indicava la posizione su una grande mappa dell'Oceano Atlantico.

 

ALCUNE IMMAGINI DEGLI INTERNI DELLA QUEEN MARY A

LONG BEACH

 

Il “GRAN SALON”. – Nello sfondo il murale su cui il modello di cristallo della RMS QUEEN MARY segna il percorso compiuto ogni giorno.

 

Il Bar panoramico che fu allargato dopo il 1967

 

 

 

QUEEN MARY  e QUEEN HELIZABETH

Le Sister Ships  della Cunard Line con un destino diverso

 

 

La  Rms Queen  Elizabeth  navigò anch’essa come bastimento di lusso sulla rotta Southampton-New York,  per oltre vent'anni.

Impostata dalla John Brown & Company nella metà degli anni trenta, venne varata il 28 settembre 1938 quattro anni dopo la sua sister ship.

Il disegno era stato migliorato rispetto alla sua simile Rms Queen Mary e, essendo leggermente più grande di quest'ultima, divenne la nave più grande dell'epoca, un record che durò 56 anni.

 

La Queen Elizabeth in servizio come nave trasporto truppe con la livrea grigia. La nave fece anche servizio postale come membro del servizio espresso.

 

Entrò in servizio nel febbraio 1940 come trasporto truppe nell'ambito delle azioni della Seconda guerra mondiale; solo a partire dall'ottobre 1946 iniziò il suo effettivo compito di transatlantico.

Alla fine degli anni sessanta, a seguito della ridotta popolarità dei viaggi transoceanici, la Queen Elizabeth e la Queen Mary vennero tolte dal servizio e sostituite dalla più moderna Rms Queen Elizabeth 2. 

 

Il relitto semicapovolto della Queen Elizabeth a Hong Kong

Fu venduta e passò di mano in mano; l'ultimo proprietario fu Tung Chao Yung, un imprenditore di Hong Kong che cercò di farne un'università galleggiante. Nel 1972, al termine di un lungo viaggio di trasferimento verso il porto di Hong Kong, la nave prese misteriosamente fuoco e si capovolse; tra il 1974 e il 1975 venne parzialmente demolita.

 

LE DUE SISTERS SHIPS A CONFRONTO

QUEEN HELIZABETH

Caratteristiche generali

Stazza lorda 85 000 tsl
Lunghezza 314 m
Larghezza 36 m
Altezza 71 m
Pescaggio 11,6 m
Equipaggio 1 200
Passeggeri 2 283

 

Lunghezza 311 m
Larghezza 36 m
Altezza 55 m
Pescaggio 11,9 m
Velocità 30 nodi - 29,5 velocità di crociera - 32,6 nodi velocità massima registrata nodi
Equipaggio 1 101
Passeggeri 2 139: 776 prima (cabina) classe, 784 classe turistica, 579 terza classe.

 

QUEEN MARY

Caratteristiche generali

Stazza lorda 81 237 tsl
Lunghezza 311 m
Larghezza 36 m
Altezza 55 m
Pescaggio 11,9 m
Velocità 30 nodi - 29,5 velocità di crociera - 32,6 nodi velocità massima registrata nodi
Equipaggio 1 101
Passeggeri 2 139: 776 prima (cabina) classe, 784 classe turistica, 579 terza classe.

 

 

La classifica delle navi passeggeri più grandi del mondo

1900/2003

 

Immagine Periodo
detenzione
record
Transatlantico Stazza lorda (tonnellate) Capacità di carico (persone) Note
Questa è la moderna versione  RMS Queen Mary 2 dal 25 settembre 2003 MS Queen Mary         148528 3873
1972 - 25 settembre 2003 RMS Queen Mary 81237 3240
27 settembre 1938 - 1972 RMS Queen Elizabeth 85000 3483
29 ottobre 1932 - 27 settembre 1938 SS Normandie 79280 (poi 83423) 3317
20 giugno 1914 - 29 ottobre 1932 RMS Majestic 56551 3384
23 maggio 1912 - 20 giugno 1914 SS Imperator 50000 3547
15 aprile 1912 - 23 maggio 1912 RMS Olympic 46359 3547
31 marzo 1911 – 15 aprile 1912 RMS Titanic 46328 3547
20 ottobre 1910 – 31 marzo 1911 RMS Olympic 46000 3547
20 settembre 1906 – 20 ottobre 1910 RMS Mauretania 31938 2967
7 giugno 1906 - 20 settembre 1906 RMS Lusitania 31550 3048
1894 – ... Lucania 13000

 

 

La classifica delle navi da crociera più grandi del mondo

OGGI

1-Symphony of the Seas (lunghezza 362,15 metri)  nella foto

2-Harmony of the Seas (lunghezza 362 metri)

3-Oasis of the Seas/Allure of the Seas (lunghezza 360 metri)

4-Spectrum of the Seas (lunghezza 348 metri)

5-Quantum / Anthem / Ovation of the Seas   (lunghezza 347 metri)

 

CONCLUSIONE

La RMS QUEEN MARY incarna l'eleganza e il fascino dell'epoca d'oro della navigazione transatlantica, pur essendo dotata delle dimensioni e delle comodità moderne. Questa nave simboleggia un'epoca in cui il viaggio per mare rappresentava un'esperienza lussuosa e memorabile, contrapposta alla rapidità e alla funzionalità dei viaggi odierni. Mentre il passato evocava un senso di avventura e scoperta, caratterizzato da dettagli artigianali e un servizio impeccabile, l'era moderna si focalizza su efficienza e comfort pratico. La Queen Mary, quindi, diventa un ponte tra due mondi: conserva l'eredità storica e culturale della navigazione, pur adattandosi alle esigenze contemporanee. La sua bellezza senza tempo ci invita a riflettere su come i viaggi, sia ieri che oggi, continuino a unire le persone, offrendo un rifugio dall'ordinario e un momento di meraviglia.

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, 18 Novembre 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


VILLA SAN FAUSTINO - RAPALLO - VI DIMORO' F. NIETZSCHE

 

VILLA SAN FAUSTINO

RAPALLO

 VI DIMORO’ IL FILOSOFO

FRIEDRICH NIETZSCHE

 

 

LE DIMORE STORICHE MENO CONOSCIUTE

 

Friedrich Nietzsche: lo spirito dionisiaco, la "Gaia scienza", il superuomo. Figura emblematica del passaggio tra Ottocento e Novecento, Friedrich Nietzsche giunge davvero come un punto di rottura (probabilmente non più sanabile) nella filosofia occidentale.

L’attacco alla tradizione cristiana, al pensiero socratico e all’intera metafisica occidentale, condotto col brillante e provocatorio stile aforistico nietzschiano, è radicale, così come sono nette e perentorie le affermazioni di Nietzsche - ormai passate anche alla cultura popolare - sulla “morte di Dio” o sull’avvento del Superuomo. E questa ricerca filosofica, prima di precipitare nelle tenebre della malattia mentale, si rivela in tutto il suo geniale fascino nel percorso accidentato che va dalla Nascita della tragedia (con le sue suggestioni wagneriane e la fiducia catartica nell’arte) alla definizione dello spirito dionisiaco, approdando poi alla fase illuministica di Umano, troppo umano e della Gaia scienza, per chiudersi con la nuova “parabola” terrena del sapiente Zarathustra.

 

 

Sulla via Aurelia, provenienti da levante, nella curva dopo le ORSOLINE, si erge villa San Faustino, preceduta da un notevole portale barocco e da un parco incantevole e molto ben curato, nella zona denominata Castello dei Sogni ad un centinaio di metri dal famoso Hotel Bristol.

 

La villa di raro fascino fu edificata nel 1745 ed ospitò Friedrich Nietzsche che come tutti "i romantici" veniva in Italia, sulle orme di Goethe, a ricercare un tipo di paesaggio che lo affascinava per la sua somiglianza con quello greco, così come veniva immaginato. Egli scrisse in questa villa, incantato dal paesaggio marino, la prima parte del "Così parlò Zarathustra" e "L'eterno ritorno".

 

L'immobile si trova in un elegante contesto privato e  gode di un incantevole vista sul golfo di Rapallo.

 

L'appartamento dove alloggiò Friedrich Nietzsche, è sito all'ultimo piano della villa misura circa 105 mq è disposto su un unico piano, composto ingresso con corridoio che separa le tre camere da letto, doppi servizi finestrati, cucina e ampio salone con zona lettura. Il salone si affaccia sulla terrazza che permette di godere di una vista assolutamente impareggiabile su Santa Margherita Ligure e Portofino.

 

GLI INTERNI DELLA VILLA

 

 

 

LA VISTA SU PORTOFINO

 

 

I I GIARDINI DELLA VILLA

 

FRIEDRICH NIETZSCHE

RAPALLO

da

HELLORAPALLO - PEARL OF TIGULLIO

Riportiamo:

Quando l’ispirazione ti assale!

Il filosofo tedesco Nietzsche giunse a Rapallo nel rigido novembre del 1882 alloggiando in “un alberghetto proprio in riva al mare”, che si trovava in quella che oggi è Piazzetta Est. Nel tentativo di liberarsi delle terribili emicranie di cui soffriva e convinto che “tutti i pensieri veramente grandi sono concepiti camminando”, percorreva in solitudine i ripidi sentieri da Rapallo verso Portofino o Zoagli. Nel suo Ecce Homo scriverà: “Su queste due strade mi venne incontro tutto il primo Zarathustra, […]: più esattamente, mi assalì…”. E’ infatti durante questo soggiorno che prenderà forma la prima parte di Così parlò Zarathustra, una delle sue opere più celebri.

 Curiosità: “Talora mi diverto ad accendere grandi fuochi” racconta Nietzsche in una lettera ad un amico… fortunatamente questa attività spericolata non causò incendi sulle colline!

 Per Francesca: nell’alberghetto a Rapallo c’era un caminetto e N. ne era felice. Viveva in modo molto spartano. Lettera da Rapallo “L’inverno seguente vivevo vicino a Genova, in quell’insenatura quieta e graziosa di Rapallo, intagliata tra Chiavari e il promontorio di Portofino. Non ero nel miglior stato di salute […] Eppure, quasi a riprova del mio principio, secondo cui tutto ciò che è decisivo nasce “nonostante tutto”, il mio Zarathustra nacque in quell’inverno e in quelle sfavorevoli circostanze. La mattina andavo verso sud, salendo per la splendida strada di Zoagli, in mezzo ai pini, con l’ampia distesa del mare sotto di me; il pomeriggio, tutte le volte che me lo consentiva la salute, facevo il giro di tutta la baia di Santa Margherita, arrivando fin dietro Portofino. […] Su queste due strade mi venne incontro tutto il primo Zarathustra, e soprattutto il tipo di Zarathustra stesso: più esattamente, mi assalì”.

 

Lettera scritta da Ruta anni dopo

Caro amico,

un saluto da questo meraviglioso angolo di terra (…).

Si figuri un’isola dell’arcipelago ellenico, su cui montagne e foreste si alternino capricciosamente, che un giorno, chissà per quale fenomeno, abbia navigato verso la terraferma e vi si sia ancorato senza poter più staccarsene. Senza dubbio, questo luogo ha qualcosa di ellenico, e d’altra parte ha qualcosa di piratesco, di improvvisato, di nascosto, di pericoloso. Laggiù in fondo, a una svolta solitaria, ecco una pineta “tropicale” che dà l’idea di essere lontani dall’Europa (…).

E mai quanto ora ho girovagato e mi sono sentito come in un’isola dimenticato alla maniera di Robinson. Talora mi diverto ad accendere grandi fuochi. La pura irrequieta fiamma che si protende verso il cielo senza nubi col suo gran ventre d’un bianco grigiastro, tutt’intorno l’erica e quella beatitudine dell’autunno che si stempera in cento gradazioni di giallo – oh amico! – questa felicità di estate tardiva sarebbe davvero adatta per Lei, forse anche più che per me!

All’albergo d’Italia (che ha camere squisitamente pulite, purtroppo cucina italiana alla “veneziana”) vivo per due franchi e mezzo al giorno, “tutto compreso”, anche il vino… (…).”

Sul lato opposto della piazza, quella posta nel 1981 ricorda invece il soggiorno di Friedrich Nietzsche; nel 1882, nella Locanda della Posta poi Hotel Ristorante Rapallo et de la Poste, egli compose la prima parte di "Così parlò Zarathustra", com’ebbe a dichiarare in un suo scritto.

 

Lapide affissa dal Comune

 

 

IL PUNTO DI VISTA DELL’AUTORE …

 

Friedrich Nietzsche, filosofo tedesco, è noto per le sue idee provocatorie che sfidano le convenzioni del pensiero tradizionale. La sua opera "Così parlò Zarathustra" introduce la figura del "superuomo”, un ideale di individuo che trascende le norme sociali e morali, creando i propri valori.

Nietzsche critico della religione e del sistema morale dell'epoca, afferma che la vita deve essere vissuta con autenticità e passione, abbracciando la Babele dei tempi e l’incertezza.

Per la “gente di mare” come noi, le sue idee possono riflettersi profondamente: la nave, simbolo di libertà e avventura, può rappresentare il viaggio della vita, dove ognuno deve affrontare tempeste e bonacce sul proprio cammino. La volontà di potenza, concetto centrale nel suo pensiero, invita ad affermarsi e a combattere per le proprie aspirazioni, senza lasciarsi influenzare da canoni esterni.

Nietzsche incoraggia a riscoprire la gioia di vivere, a celebrare l’individuo come CAPITANO della propria esistenza. In un mondo in continuo cambiamento, la sua filosofia stimola a trovare significato e creatività anche nei momenti più difficili, proprio come il marinaio che affronta il mare tempestoso.

 

Ringraziamenti:

Ringrazio l'Agenzia Immobiliare.it per averci concesso la pubblicazione delle fotografie usate in queso  articolo a scopo culturale.

MARE NOSTRUM RAPALLO - Associazione Culturale no profit.

 

 

Carlo GATTI

 

Rapallo, 13 Novembre 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L’ORATORIO DI SANT’ERASMO Santa Margherita Ligure

L’ORATORIO DI SANT’ERASMO

Santa Margherita Ligure

I FUOCHI DI SANT’ELMO

 

Sant'Erasmo di Formia, detto Sant'Elmo, fu vescovo e martire torturato ed ucciso alla fine del III secolo, durante le persecuzioni di Diocleziano.

 

La tradizione di Sant’Erasmo (Sant’Elmo)

Sant’Erasmo - Patrono dei naviganti

Fu Vescovo di Antiochia e Martire. Visse attorno al 300 d.C. Pare che la sua venerazione sia stata, inizialmente, diffusa nel X secolo dai marinai di Gaeta e, ben presto, si estese in tante località marinare liguri e del Mediterraneo occidentale. Da Lerici, a Bonassola, da Quinto al Mare, a Sori, da S. Margherita Ligure a Sestri Levante, da Rapallo, a molte località del Ponente Ligure. Ed ancora, a Formia a Barcellona, a Lloret de Mar ed in paesi del sud della Francia.

La tradizione vuole che Sant’Elmo sia stato raccolto naufrago da una nave, salvato e condotto a terra. Il capitano non volle altra ricompensa che una prova della potenza che, in quanto Santo, egli doveva possedere. SantElmo gli promise di avvertirlo con un fuoco dellimminenza di una burrasca, affinché egli potesse farvi fronte. Il Santo mantenne la promessa e, da quel momento, cominciò a far apparire i suoi “fuochi” per salvare i naviganti.

 

I Fuochi di S.Elmo: un fenomeno naturale che si manifestava anticipando di poco le burrasche. Apparivano sugli alberi dei velieri con luci bluastre che venivano interpretate come un avviso imminente di pericolo. Ciò faceva credere ai marinai che fosse un segno del Santo che era presente e proteggeva la nave ed il suo equipaggio.

Questa devozione religiosa sopravvive ancora nella tradizione marinara dei Borghi citati in cui si accendendo fuochi in onore del Santo.

 I Fuochi di Sant’Elmo in un’immagine del The Aerial World, di Dr. G. Hartwig, London, 1886 (da wikipedia)

 

'Guardate lassù!'

Strillò Starbuck.

'I fuochi di Sant'Elmo! I fuochi di Sant'Elmo!'

(H. Melville, Moby Dick)

 

Il nome del Santo, protettore dei naviganti viene, come abbiamo visto, associato a quel bagliore bluastro che si manifestava sulla sommità degli alberi ed anche all’estremità dei pennoni dei velieri di un tempo, un fenomeno che veniva interpretato dai marinai come un “avviso di burrasca imminente” inviato dal cielo. Un monito quindi a “ridurre velocemente le vele per salvare la nave e l’equipaggio”.

L’iniziale superstizione legata ai fuochi di Sant’Elmo, diventò ben presto tradizione religiosa che si radicò in ferrea credenza che durò molti secoli fino al sorgere della scienza la quale spiegò finalmente che: il fuoco di Sant'Elmo è una scarica elettro-luminescente provocata dalla ionizzazione dell'aria durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico.

Quei fenomeni elettrici della natura spiegati con nuove parole e nuovi concetti scientifici, non cancellarono del tutto quei “ricordi miracolosi” (ex voto) costruiti dagli AVI naviganti che vollero tramandare e conservare negli Oratori sul mare che oggi possiamo ammirare.

Anche noi rivieraschi di Levante abbiamo una testimonianza diretta della presenza spirituale di Sant’Erasmo-Sant'Elmo  L’Oratorio si trova a Santa Margherita Ligure, a pochi metri dall’ormeggio dei pescherecci nel quartiere di CORTE.

 

 

Il Comune di Santa Margherita Ligure ce lo racconta così:

I marinai di Corte, nel 1347, sullo scoglio detto di Sant'Elmo, lambito in origine dal mare, costruirono una Cappella e la dedicarono a Sant'Erasmo, Vescovo Martire del secolo IV, protettore delle genti di mare, patrono dei pescatori e dei marinai.

Il Santo è chiamato anche Sant'Elmo, da cui deriva la definizione "fuochi di Sant'Elmo", quelle fuggevoli luci che di notte i marinai scorgevano talvolta sulle cime degli alberi dei velieri (un fenomeno dovuto alla presenza di elettricità nell'atmosfera).

L'Oratorio fu ricostruito nel secolo XVII e l'odierna facciata è settecentesca; dal 1638 esso è la sede dell'Arciconfraternita di Sant'Erasmo che si occupa della sua conservazione e lo arricchisce di opere d'arte e d'artigianato di gran valore storico e culturale. Interessante il sagrato a "risseu" fatto di piccoli sassi di mare, irregolari, bianchi, rossi e grigi recentemente restaurato nel 2016.

La Confraternita di Sant'Erasmo di Corte anticamente era composta da marinai, pescatori, costruttori di barche e maestri d'ascia; la sua missione principale era quella di tutelare i suoi membri e le loro famiglie dai rischi del lavoro in mare in un tempo in cui, ad esempio, molti pescatori si dedicavano anche alla pesca del corallo compiendo viaggi lunghi, spesso pericolosi. L'Oratorio di Sant'Erasmo ha quindi un legame stretto e profondo con il mare e in esso vi sono conservati molti modelli di velieri in legno costruiti a mano dai naviganti durante i lunghi viaggi.

Nel mese di giugno si celebra la festa Patronale con la Processione in mare, e poi sulla banchina ocn i tradizionali Cristi di tutte le Confraternite.

Ogni Santo Natale la Confraternita allestisce all'interno dell'Oratorio un bellissimo presepe con figure e ambientazioni tipiche del quartiere di Corte.

 

 

UN ORATORIO CHE GUARDA IL MARE E PROTEGGE I MARINAI

Santa Margherita Ligure

La freccia mostra la vicinanza dell'Oratorio al mare 

 

Facciata dell’Orartorio di Sant’Erasmo

RISSEU DI LIGURIA

Sagrato dell’Oratorio

Il rissêu è un termine genovese usato per identificare il mosaico acciottolato tipico del sagrato delle chiese e rappresenta una parte importante del paesaggio urbano e della stessa storia della Liguria.

 

Abside dell’Oratorio

 

L’Oratorio lato mare

 

GLI INTERNI DELL’ORATORIO

 

 

Nei giorni 3 e 4 giugno si celebra la Festa di Sant'Erasmo, patrono della gente di mare.

 

A Mae Zena

Cristo Moro

https://www.amezena.net/tag/cristo-moro/

 

 

 

 

 

 

Situato sul lungomare di Santa Margherita, eretto su uno scoglio detto di Sant'Elmo per volonta' di marinai e pescatori, l’Oratorio fu dedicato a Sant' Erasmo protettore della gente di mare, ha la facciata settecentesca ed un affascinante particolare: al suo interno si trovano numerosi modellini di navi e oggetti di marineria come ex voto. L’oratorio e' sede della confraternita.

 

 

LA FESTA DI SANT’ERASMO

Tradizionale processione patronale

Santa Margherita Ligure

 

Nei giorni 3 e 4 giugno si celebra la Festa di Sant'Erasmo, patrono della gente di mare. In questa occasione di festa, Santa e la piccola chiesetta dedicata al Santo viene decorata, compresa la piazzetta antistante e il tratto della passeggiata lungomare sulla quale si affaccia.

Interessante e coinvolgente anche la proposta di bruschette al pomodoro e acciughe ("biscotti del marinaio") vendute davanti alla chiesetta.

 

YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=3iTItfRSjc0

https://www.youtube.com/watch?v=HPjVrVXoLb

https://www.youtube.com/watch?v=RhCMDaCjhrc

© GenovaToday

Festa di Sant'Erasmo a Santa Margherita Ligure con processione in mare, musica e gastronomia

© GenovaToday

https://www.genovatoday.it/eventi/festa-sant-erasmo-santa-margherita-ligure-2024.html

 

LE CINQUE CONFRATERNITE DI SANTA MARGHERITA LIGURE

https://livesanta.it/le-cinque-confraternite-di-santa-margherita-ligure/

 

 

 Il Castello di Sant’Eramo o Sant’Elmo. Venne costruito nel 1550 da mastro Antonio de Càrabo, lo stesso che aveva progettato il castello di Rapallo. La sua posizione gli consentiva di difendere simultaneamente due borghi, quello di Santa Margherita e il confinante borgo di Corte.

 
Al suo interno ospitò prevalentemente artiglierie medio-leggere quali sagri, falconetti, spingarde, archibugi, smerigli e mortai di bronzo.

Inizialmente era dotato soltanto della garitta di destra.
Oggi ospita l'allestimento multimediale del Museo del Mare di Santa Margherita Ligure, inaugurato il 4 luglio 2022.

 

 

Fonti: 
ASGenova, Sala Senarega, Literarum Antico Senato, n. 427.
Id., Sala Foglietta, Nota dell’Artiglieria, 1144;
Id., Fortezze e Inventari, 328.
ASSanta Margherita Ligure, Periodo Genovese, F. 1, n. VI, doc. 9, 10, 12, 13, 15, 17, 19, 20, 32.
A. R. Scarsella, Annali di Santa Margherita Ligure, cit., Vol. I, p. 87 e 186;
https://soprintendenza.liguria.beniculturali.it/?p=3585

 

26 LUGLIO 1941

ATTACCO A MALTA

IL SACRIFICIO DI TESEO TESEI

IL PONTE DI SANT’ELMO

DIFESA

....Tralasciando le vicende degli altri componenti della missione, ci soffermeremo sul crollo del ponte di Sant’Elmo che è direttamente collegato alla scomparsa di Teseo Tesei e del suo secondo, Alcide Pedretti.

 

http://www.historicalab.it/attacco_a_malta.htm

 

 

 

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, 12 Novembre 2024