14.8.1967
INCIDENTE DIPLOMATICO
NEL PORTO DI GENOVA
Con rivolti semicomici…..
La nave da carico cinese LIMING diventò famosa per l’esposizione di striscioni che esaltavano non solo l’amicizia tra il popolo italiano e quello cinese, ma esibivano anche delle massime di Mao Tze-Tung che si prestavano ad interpretazioni polemiche e soprattutto politiche.
Nave |
Bandiera |
Varo |
Stazza L. |
Lung-Larg |
Soc. |
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LIMING |
cinese |
1961 |
9575 |
155 x 20,5 |
Shanghai Ship.Co. |
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Era domenica. I primi striscioni comparvero poco dopo il termine della manovra d’attracco della nave, nel Porto Nuovo e la rappresentazione semi comica andò in scena verso le nove.
Nella striscia centrale della M/n cinese LIMING c’é scritto: “Lunga vita all’amicizia tra i popoli Cinese e Italiano”.
In particolare cadde l’occhio su un cartellone, esposto a poppa (verso la calata), che fu contestato e censurato dalle Autorità Marittima e Portuale. Ecco il testo:
“Sollevare una pietra per poi lasciarsela cadere sui piedi è, secondo un proverbio cinese, il modo di agire di certi sciocchi. I reazionari di ogni paese appartengono a questa categoria di stupidi.”
Le Autorità genovesi invitarono, in un primo tempo, il comandante cinese Ku-Fu (che non era siciliano) a togliere, oppure a rivoltare verso l’interno i discutibili proclami.
La delegazione dei Compagni di Genova del Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista), in rappresentanza della Associazione Italia-Cina (Comitato Provinciale genovese) fraternizzano con i marinai della Rep.Popolare Cinese della nave “Liming”, alla fonda nelle acque del porto di Genova (al momento non era stato ancora concesso l’attracco, negando il rifornimento idrico e l’approvigionamento alimentare), il 13 agosto del 1967.
Questo è il manifesto dell’Associazione Italiana per i rapporti culturali e di amicizia con la Repubblica Popolare Cinese, affisso in Genova e in molte altre città italiane (Milano, Taranto, Firenze, Savona), per la vittoria ottenuta dai coraggiosi marinai della Liming, che hanno sfidato e vinto una provocazione inscenata dalle autorità del nostro paese contro la diffusione del pensiero del Compagno Mao Tse-tung.
La risposta del bordo fu sicuramente arrogante. I cinesi non avrebbero modificato i loro atteggiamenti dichiaratamente provocatori.
S’impose così una sorta di braccio di ferro:
Il generale Luigi Gatti, l’allora Vice Presidente del Consorzio Autonomo del Porto, diede agli ospiti asiatici una specie di ultimatum:
“O voi togliete la scritta, oppure ve n’andate. Qui siete a casa nostra e soltanto noi decidiamo cosa è bene e che cosa non va per il nostro porto.”
A quest’ordine preciso e perentorio, i cinesi reagirono con sbandieramenti ritmici di libretti rossi, intervallati da incomprensibili comizi. Il tutto pareva orchestrato da una sapiente regia che seppe di sicuro improvvisare una comica pantomima che attirò, in brevissimo tempo, l’attenzione di mezzo mondo.
Poi comparvero altri cartelli in italiano:
“Protestiamo energicamente contro le Autorità Italiane che hanno creato grave incidente politico ostile contro il popolo cinese”.
“Protestiamo violentemente contro le Autorità Portuali per l’ordine illegale di lasciare il porto di Genova.”
Qui occorre precisare che, a salvaguardia dell’ordine pubblico, nonché per altri seri motivi, rientra nelle normali funzioni del Comandante del Porto, invitare o costringere una nave a lasciare lo scalo.
In porto la situazione si mantenne sempre sotto controllo, mentre le acque rimasero agitate, a livello politico-diplomatico, ancora per qualche tempo, poi tutto si ricompose. Per gli uomini del porto, della cinese LIMING è rimasto il ricordo di una
“macacata” un po’ forzata ed eccessiva, ma con indubbi risvolti di pittoresca politica. Il porto di Genova n’aveva visto di ben altre….
Il caso della LIMING destò grande meraviglia nello shipping internazionale proprio perché le navi cinesi, da secoli, hanno scalato porti italiani senza mai destare preoccupazioni e problemi di alcun tipo.
Carlo Gatti
Rapallo, 25.11.2012