Nave PALINURO
E’ una “nave goletta”, armata con tre alberi più l’albero di bompresso e ha come motto:
FAVENTIBUS VENTIS
“Con il favore dei venti”
Nave Palinuro nel golfo del TIGULLIO il 14 ottobre 2011
La Nave scuola Palinuro è stata varata nel 1934 in Francia presso i cantieri navali Dubigeon di Nantes, ed è entrata in servizio per la Marina militare italiana il 16 luglio 1955 con il nome di Commandant Louis Richard, ha festeggiato quest’anno 89 anni dal varo.
Descrizione generale |
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Tipo |
Veliero |
Classe |
Nave Scuola a Vela |
Identificazione |
· MMSI 247939000· A 5311 |
Cantiere |
Nantes (Francia) |
Impostazione |
1933 |
Varo |
21 marzo 1934 |
Completamento |
1934 |
Entrata in servizio |
16 luglio 1955 |
Ammodernamento |
1984 |
Caratteristiche generali |
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Dislocamento |
1.341 |
Lunghezza |
69 m |
Larghezza |
10 m |
Pescaggio |
4,8 m |
Velocità |
8 nodi (14,82 km/h) |
Autonomia |
5.400 mn a 7,5 nodi |
Equipaggio |
6 ufficiali, 76 sottufficiali e Truppa. |
Passeggeri |
fino a 54 Allievi |
Motto |
Faventibus ventis |
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STORIA
La PALINURO Costruita nei cantieri di Nantes (Francia) e varata nella primavera del 1934, con il nome Commandant Louis Richard, per una società privata, venne adibita alla pesca e al trasporto del merluzzo nei banchi di Terranova, partendo dal porto di Saint-Malo.
Nel 1951 venne acquistata dall’Italia per affiancarla all’Amerigo Vespucci nel ruolo di nave scuola, in sostituzione della Cristoforo Colombo, (sua gemella) ceduta all’Unione Sovietica in conto riparazioni danni di guerra, e della Ebe, in procinto d’essere posta in disarmo.
La nave PALINURO, dopo l’acquisto, venne avviata ai lavori di trasformazione per essere adibita a nave scuola per gli allievi sottufficiali nocchieri, motoristi e nocchieri di porto (2019) della Scuola Sottufficiali di La Maddalena.
Al termine di questi lavori, avvenuti presso il Cantiere Navale di Castellamare di Stabia e l’Arsenale di La Spezia, la nave entrò in servizio nella MMI il 16 luglio 1955, ribattezzata PALINURO in onore del mitico NOCCHIERO di Enea nell’Eneide di Virgilio.
Il motto della nave è Faventibus ventis (“Col favore dei venti”). La nave ha inoltre effettuato una sosta manutentiva presso l’Arsenale di Messina nel 1984 – 1985.
Durante la sua attività, dal 1955 in poi, la Palinuro ha toccato la maggior parte dei porti del Mediterraneo, del Mar Nero e del Nord Europa (per un totale di 160 porti differenti, molti visitati più volte) e si stima che abbia percorso più di 300 000 miglia najutiche (al 2016), pari a circa quindici volte il giro del mondo. Ha inoltre preso parte ai più prestigiosi raduni di imbarcazioni e navi d’epoca e alle regate delle cosiddette “Tall Ships”, tra le quali la “Cutty Sark”, “l’Amsterdam Sail” ed il raduno delle Vele d’epoca di Imperia.
La sua base di assegnazione è La Maddalena (SS).
ALBUM FOTOGRAFICO
La PALINURO ormeggiata a La Maddalenasatellitare
La Palinuro è una “Nave Goletta”. Il termine indica che la nave è armata con tre alberi di cui quello prodiero, detto trinchetto, è armato con vele quadre, mentre gli alberi di maestra e di mezzana sono armati con vele di taglio (rande, frecce e vele di strallo). A questi alberi si aggiunge il bompresso, un quarto albero che sporge quasi orizzontalmente dall’estremità prodiera, anch’esso armato con vele di taglio (fiocchi). La superficie velica complessiva è di circa 1.000 mq., distribuiti su quindici vele. L’altezza degli alberi sul livello del mare è di 35 metri per il trinchetto, 34,5 metri per la maestra e di 30 metri per l’albero di mezzana.
Lo scafo, così come gli alberi, è in acciaio chiodato ed è suddiviso in tre ponti. Sotto il ponte principale (detto di coperta) sono ubicati i locali di vita dell’equipaggio e degli Allievi, mentre sopra sono collocate le sovrastrutture del castello prodiero e del cassero poppiero. Sul cassero, all’estrema poppa, è situata la Plancia di Comando, invece al suo interno sono ubicati gli alloggi e i locali di vita degli Ufficiali e dei Sottufficiali, la cucina e il forno.
Nave Palinuro svolge due compiti principali: offrire il supporto necessario alla formazione degli Allievi Sottufficiali e contribuire alla proiezione d’immagine della Marina Militare. Il primo obiettivo si realizza durante le campagne d’istruzione annuali, quando a bordo della nave imbarcano, in aggiunta all’equipaggio, gli Allievi della Scuola Sottufficiali di Taranto (Mariscuola Taranto). In questa occasione gli Allievi Marescialli affrontano diverse settimane di navigazione, per molti di loro si tratta della prima esperienza d’imbarco durante la quale sono sottoposti ad un intenso programma di formazione nel settore marinaresco, della sicurezza, condotta della navigazione e nell’ambito etico-militare.
Il contributo promozionale e di proiezione d’immagine della Marina Militare si manifesta principalmente durante le soste nei porti nazionali ed esteri, durante le quali la Nave testimonia verso la popolazione e le Autorità locali le più antiche tradizioni della marineria italiana.
Il motto di Nave Palinuro è “Faventibus Ventis”, “Con il favore dei venti”.
Il suo porto di assegnazione è La Maddalena. (foto satellitare sotto)
Nelle due foto sotto:
LA MADDALENA E LA BASE MILITARE USA
Quando era ubicata nella prospiciente Isola di Santo Stefano
La base USA
21 agosto 1972 – 25 gennaio 2008, due date che hanno segnato pesantemente il destino della Maddalena. La prima si riferisce all’insediamento presso l’isola di Santo Stefano della base per l’assistenza e la manutenzione dei sommergibili nucleari Usa; la seconda ricorda, a distanza di trentasei anni, il suo smantellamento e il trasferimento in altra zona del Mediterraneo. Nell’isola in pochi hanno rimpianto i marines. I maddalenini erano rimasti delusi dalla pressoché completa autonomia che gli americani si erano dati nel tempo sottraendo risorse all’economia locale. E poi c’era un’altra verità. Gli isulani hanno sempre creduto in una sola grande madre: la Marina militare italiana, con il suo arsenale, le sue caserme, le sue scuole e le centinaia di buste paga distribuite al personale dipendente.
Per Santa Maria Maddalena, arriva “Nave Palinuro”
admin19 Luglio 2023
REDAZIONE – Il Comando della Scuola Sottufficiali M.M. di La Maddalena, informa che dal 22 al 28 luglio, in occasione delle celebrazioni per Santa Maria Maddalena, la Nave Scuola Palinuro sarà nella sede della Maddalena nel pieno della Campagne d’istruzione e imbarcherà gli allievi nocchieri del corso normale marescialli di Mariscuola Taranto.
I futuri sottufficiali, con questa seconda esperienza di imbarco a bordo di una nave della Marina Militare, avranno l’opportunità di immergersi nella vita di bordo e di apprendere l’essenza del navigare su un’unità a vela, dove la coesione dell’equipaggio, la resilienza, il travaso dell’esperienza professionale, uniti all’opportunità di imparare l’arte marinaresca, costituirà un tassello fondamentale nel processo di formazione.
Dopo il porto sardo la nave goletta della Marina Militare aprirà le sue vele verso Messina, per poi proseguire verso La Valletta e terminerà l’impegno con i futuri sottufficiali nel porto di Brindisi.
Durante la sosta a La Maddalena, la Nave sarà aperta alle visite nei seguenti giorni:
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Sabato 22 luglio: dalle 16.00 alle 20.00;
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Domenica 23 luglio: dalle 16.00 alle 19.30;
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Lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 luglio: dalle 16.00 alle 20.00;
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Giovedì 27 luglio: dalle 9.00 alle 12.00.
Perchè Palinuro?
Palinuro è un personaggio della mitologia romana, il mitico timoniere di Enea. Egli cade in mare di notte, tradito dal dio Sonno, mentre conduceva la flotta verso l’Italia.
Si dice che: Il nome stesso della località richiama alla mente la figura del nocchiero di Enea, Palinuro appunto, che si innamorò di una splendida fanciulla di nome Kamaratòn (da qui Camerota), inseguendone l’immagine fino in fondo alle scogliere del Capo, che da allora prese il suo nome: Capo Palinuro (nella foto sopra).
Palinuro, è protagonista di uno struggente episodio narrato da Virgilio nel V e VI libro dell’Eneide. Una leggenda di suggestione inaspettata, i cui risvolti storici, archeologici e mitologici riconducono all’omonimo Promontorio, oggi celebrata meta turistica ma in epoca greco-romana tristemente famoso per le insidie alla navigazione. La drammatica fine del giovane nocchiero assurge allora ad eterno simbolo della morte iniqua e del capriccio divino, dell’uomo sempre a rischio di improvvisi naufragi per venti ed eventi avversi e di una vita in balia delle onde di un ineluctabile fatum.
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Palinuro è menzionato nell’Utopia di Sir Thomas More come un esempio di viaggiatore distratto. Il riferimento non è del tutto corretto, giacché Palinuro coscienziosamente si rifiutò di lasciare il timone al dio Sonno apparsogli sotto mentite spoglie, sostenendo che, anche se il mare era calmo, non poteva rischiare di venir meno ai suoi doveri. Il dio era stato costretto a usare la magia per fare addormentare Palinuro.
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Palinuro è lo pseudonimo scelto da Cyril Connolly per firmare il suo libro The Unquiet Grave: a Word Cycle (La tomba inquieta: un ciclo di parole), e usato per riferirsi a lui in modo sprezzante da Alaric Jacob in Scene da un vita borghese (Scenes from a Bourgeois Life).
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Palinuro viene anche menzionato dal protagonista del racconto La Tomba (The Tomb) di Howard Phillips Lovecraft.
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Alla vicenda di Palinuro, che chiede invano di essere sepolto, fa riferimento Dante nella Divina Commedia, Purgatorio, VI, 29, quando chiede a Virgilio se abbiano senso le richieste dei suffragi da parte delle anime purganti, visto che nell’Eneide si nega la possibilità di cambiare i decreti divini attraverso le preghiere.
STORIA DELLA PRIMA PALINURO
Cantiere:
Howaldtwerke di Kiel
Impostazione: 1907
Varo: 1908
Perdita: 1943
Dislocamento:
260 t
Dimensioni:
Lunghezza: 42,5 m.
Larghezza: 9,10 m.
Immersione: 3,2 m.
Apparato motore:
1 motore a vapore a triplice espansione
Potenza: 300 cv.
1 elica
Velocità:
7 nodi (mot.) 13 (vele)
Equipaggio:
40 tra Ufficiali, Sottufficiale e Comuni, ed Allievi
Costruita a Kiel per conto del Governo Reale Croato con il nome di Vila Velebita. Vila Velebita è una montagna ricca di foreste dalle quali vennero tagliati i tronchi per la costruzione di Venezia durante la dominazione Veneta della Croazia. Venne costruito per sostituire la vecchia nave scuola Margita. Per quei tempi, era una delle prime navi dotata di illuminazione elettrica e dotata di strumenti di navigazione moderni. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale navigò sotto bandiera Austro Ungarica per conto del Collegio Navale di Bakar nei pressi di Fiume.
Nel 1941 venne requisita dalla regia Marina ed utilizzata come Nave Scuola e rinominata Palinuro. Effettuò diverse crociere di addestramento in Adriatico. Alla data dell’armistizio, lasciò il porto di Trieste per recarsi a Brindisi, ma rimasta senza carburante, veleggiò fino ad Ortona dove venne catturata dai tedeschi e fatta saltare poco tempo dopo.
ALBUM FOTOGRAFICO
INTERNI ED ESTERNI
NAVE PALINURO
Capitano di fregata Marco Filzi
Cabina di pilotaggio della Palinuro
Bussola Magnetica e Telegrafo di Macchina
Osteriggio di Macchina
Al centro – LA PAZIENZA con le cime
FAVENTIBUS VENTIS
“Con il favore dei venti”
Motto della Nave e campana di bordo
La vecchia ancora della Palinuro
Sulle navi a vele quadre la cavigliera è presente ai piedi degli alberi, sulle coffe e presso le impavesate. Generalmente è però chiamato pazienza.
Caviglie e Cime della PAZIENZA
Bitte in coperta
Scala Reale
Polena della nave Palinuro con la forma dell’omonimo nocchiero di Enea
Coffa
Carlo GATTI
Rapallo, 26 Settembre 2023