RICORDI PASQUALI …

 

                                                                               da Marco FIGARI

Quest’anno, mentre ci prepariamo a celebrare la Pasqua, il mio pensiero vola indietro nel tempo, a un’epoca in cui la semplicità e le ristrettezze del dopoguerra plasmavano le nostre tavole e i nostri cuori.  Ricordo la frenetica attività dei miei genitori, giorni e giorni prima della Pasqua, intenti a preparare con cura gli ingredienti per il nostro pranzo di festa. 

L’acquisto di uova di cioccolato era un lusso impensabile, ma la ricchezza della nostra tradizione culinaria compensava ampiamente la sua assenza.

Fave, salame e pecorino: un antipasto rustico e saporito, preludio a un banchetto di sapori genuini.  Le panissette e i gattafin, fritti dorati e fragranti, deliziosamente croccanti.  La torta pasqualina, con la sua farcitura di erbette profumate e la sua pasta sottile e friabile. E poi, i ravioli e i pansotti, simboli di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, seguiti dall’agnello in fricassea, il cui profumo inebriava la casa. 

E per finire, la sacripantina e i canestrelli pasquali con l’uovo, dolcetti che portavano con sé il gusto della festa.

Più che un semplice pranzo, era una celebrazione della vita, dell’amore famigliare, della fede.  Un’epoca in cui le gioie erano semplici, condivise nell’intimità del focolare domestico, radicate in una profonda spiritualità che ci guidava dalla sofferenza della Passione alla gioia della Risurrezione.  Quest’anno, mentre gustiamo i sapori della nostra tradizione, portiamo nel cuore la memoria dei nostri genitori, e la dolce nostalgia di quei tempi, in cui la semplicità e la fede erano i nostri doni più preziosi. 

 

BUONA PASQUA

 

PASQUA DI RISURREZIONE

 

Nella teologia dei cristiani, la Risurrezione di Gesù è

“il mistero fondamentale della fede”

Galleria degli Arazzi, Città del Vaticano

La risurrezione di Gesù è l’evento culminante della narrazione dei Vangeli e degli altri testi del Nuovo Testamento: secondo questi testi, il terzo giorno dalla sua morte in croce, GESU’ risorse, ad alcune discepole e quindi anche ad altri apostoli e discepoli in forma corporea. Per il CRISTIANESIMO l’evento è il principio e fondamento della FEDE, ricordato annualmente  nella Pasqua, la più importante festività cristiana”.

 

I NAVIGANTI E LA FEDE

 LINEA DI FEDE

 

Sul mortaio (che è vincolato alla barca) è tracciata la linea di fede, una linea che indica sempre l’asse longitudinale della nave che corre esattamente da poppa a prora).

 La linea di fede, rappresenta quindi la direzione della prora ed indica sulla bussola i gradi della rotta che sta seguendo.

 

Nave AMERIGO VESPUCCI

Interno plancia prodiera

 

 

Giornale di chiesuola, Registro sul quale, nella marina militare, l’ufficiale in comando di guardia o il comandante, quando assume direttamente la direzione della nave, annotano tutti gli elementi relativi alla navigazione.

 

LA CHIESUOLA DELLA BUSSOLA

 

 

Bussola per Lancia di Salvataggio

Custodia e colonna, di metallo diamagnetico, che protegge e sostiene la bussola magnetica navale; viene munita di dispositivi atti a compensare l’influenza dello scafo metallico sull’ago magnetico, a illuminare la bussola, a prendere rilevamenti (➔ bussola).

 

Bussola per Lancia di Salvataggio

 

 

 

Perché la bussola si chiama così?

Deve il suo nome alla scatola in legno di bosso che originariamente conteneva tale strumento. Negli antichi velieri la bussola si custodiva nella chiesuola, alloggio posto a prua della ruota del timone.

 

Cosa simboleggia la bussola?

La bussola è associata al concetto di guida e protezione, simile a un faro nella notte che indica il cammino da seguire quando ci si sente smarriti.

 

Qual è la frase d’uso di bussola?

Perdere la bussola, per la gente di mare, è fonte di pericolo; all’impossibilità di conoscere la propria posizione sono legati altri detti come “perdere la tramontana”, cioè il Nord, o “perdere l’orientamento”.

 

Cosa significa la bussola nei tatuaggi?

 

Tatuaggio bussola: significato con esempi e foto

Questa combinazione di simboli per il tatuaggio della bussola sta a significare il viaggio in una nuova direzione (fisica, mentale o spirituale) oppure indicare un nuovo capitolo della propria vita in cui si vuole viaggiare nella giusta direzione.

 

Gli antichi termini tecnici navali che sopravvivono a bordo delle navi:

 

– Linea di fede

– Chiesuola della bussola 

– Crocetta degli alberi

– S.O.S (save our soul, salvate le nostre anime)

Fateci caso:

 – Ci sono chiese che hanno la volta a carena di nave rovesciata

– Ci sono fari che somigliano a Santuari Mariani

 

 

 

Bussola sulla Bibbia

 

MARINAI E FEDE

https://www.marenostrumrapallo.it/cri/

di Carlo GATTI

Alla scuola del Vangelo

A conclusione di queste considerazioni del legame della FEDE legata al mare e ai marinai, si vorrebbe che l’ago che orienta la bussola fosse lo stesso Cristo che con la sua testimonianza si è rivelato come la via, la verità e la vita.

La bussola offre la direzione: intende illuminare il percorso di chi si è smarrito per trovare la rotta/la strada. La vita umana è un itinerario verso la meta che è il Dio vivente:

«Ci hai fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non trova pace in Te», canta sant’Agostino nelle prime righe delle sue Confessioni (1,1.5).

 

Musei di Genova

 Guarigione del cieco nato

del pittore genovese Orazio De Ferrari

 

 

La figura di sinistra è la terza più illuminata ed è stata identificata dai critici non in uno dei farisei, ma in Pietro, l’uomo di mare per eccellenza! Egli, dunque, è innanzitutto un discepolo che impara da Gesù quello che egli stesso è chiamato a realizzare per perpetuare l’opera redentrice. Nella scena è presente proprio l’allegoria della Chiesa che è madre che e genera alla fede i figli di Dio attraverso il Battesimo.

Orazio De Ferrari nacque a Voltri nel 1606 da genitori di umili estrazione. Fu un pittore italiano tra i maggiori esponenti del barocco genovese. Fu allievo del pittore voltrese Giovanni Andrea Ansaldo, fra i principali esponenti del manierismo genovese.

Ci piace rileggere il racconto del cieco nato di Gv 9 alla luce di un’opera pittorica di Orazio de Ferrari, Guarigione del cieco nato, olio su tela della prima metà del XVII secolo, Genova, Palazzo Bianco (è quella che troviamo in copertina).

L’opera appartiene ad uno dei maggiori esponenti del manierismo genovese, e riporta visivamente il momento centrale dell’opera di Gesù:

«“Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo.

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Siloe”, che significa “Inviato”.

Quegli andò̀, si lavò e tornò che ci vedeva» (Gv 9, 5-7).

Al centro della rappresentazione, infatti, campeggia la figura di Gesù che spalma il fango sull’occhio destro del cieco. Gesù indossa una tunica rossa e un mantello blu, colori che rimandano alla sua duplice natura umana e divina; il cieco invece è raffigurato con un corpo visibilmente molto vigoroso e muscoloso, non da mendicante.

 

Si può pertanto affermare che il cieco si presenta come un iniziato alla vita nuova della FEDE, che raggiungerà la pienezza dopo che egli avrà aperto gli occhi del suo cuore, per riconoscere colui che lo ha guarito come il Figlio di Dio.

 

GENOVA E LA FEDE

 

 

Quella di Santa Fede, nell’antico Sestiere di Prè, appena fuori dalle mura di porta di Vacca, è una delle zone più interessanti della città di Genova a livello archeologico. Santa Fede fu una martire gallica originaria di Agen, conosciutissima e venerata in epoca medievale anche fuori dalla nostra penisola. Una giovinetta di dodici anni resa martire durante la persecuzione di Diocleziano e Adone prima posta sopra una graticola arroventata e poi decapitata. Ancora oggi le basi di questa chiesa ci riservano ad ogni scavo nuove sorprese. Un pavimento a vetri all’interno consente di rendersi conto della preziosità in termini di antichità del complesso, periodicamente posto a manutenzione a causa dello scorrere sotto a via Fontane del Rio Carbonara. Sotto quello che resta della chiesa si trova un insediamento paleocristiano dello stesso periodo della necropoli rinvenuta nella vicinissima Santa Sabina la cui abside è attualmente inglobata nella sede di una banca. Negli scavi sono state rinvenute ossa, ceramiche di epoca tardo – romana. La chiesa, a suo tempo restaurata in epoca rinascimentale aveva la sua abside originariamente rivolta verso levante, così come avvenne in San Giovanni di Prè. Di queste mutazioni dal medioevo ad oggi è difficile spiegare le ragioni.

 

CONCLUSIONE:

Vorremmo che l’ago che orienta la bussola fosse lo stesso CRISTO che con la sua testimonianza e pedagogia si è rivelato come la via, la verità e la vita.

La bussola offre la direzione: intende illuminare il percorso di chi si è smarrito per trovare la rotta/la strada. La vita umana è un itinerario verso la meta che è il Dio vivente: «Ci hai fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non trova pace in Te».

Canta sant’Agostino nelle prime righe delle sue Confessioni (1,1.5).

 Sant’Agostino, con questa sua celebre frase esprime perfettamente questa tensione interiore. 

L’analogia con la bussola, che guida il navigante, sottolinea l’importanza di una guida spirituale che ci aiuta a orientarci nel labirinto della vita per giungere alla meta finale, che è proprio Dio. 

I pericoli che corre il navigante sono molteplici e penso che la Fede del marinaio abbia molto a che fare con i pericoli del Mare. Anche nella modernità di oggi, ogni anno affondano circa 360 navi. Questa realtà secondo me ha molto a che fare con la Fede, con la preghiera e con l’eterna incertezza di partire e ritornare a casa…

La Fede del marinaio, storicamente, è stata strettamente legata ai pericoli del mare. 

I naufragi e le tempeste hanno sempre avuto un profondo impatto sulla spiritualità dei marinai, che spesso affidavano la loro vita alla protezione divina. 

La consapevolezza del rischio di perdere la vita, l’incertezza del viaggio e della possibilità di non tornare a casa sono tutti elementi che hanno alimentato la preghiera e la fede. 

Gli ex voto, testimonianze concrete di questo legame, sono un modo per ricordare la dipendenza dal divino e la gratitudine per la protezione ricevuta.  La cifra di 360 navi che affondano ogni anno, anche nell’era moderna, sottolinea la perenne sfida che il mare rappresenta, evidenziando ulteriormente il ruolo della fede nella vita di chi si affida alle acque. 

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, Mercoledì 16 Aprile 2025