RAPALLO, QUANDO SI NUOTAVA NEL GOLFO
ALLA RICERCA DELLE NOSTRE RADICI…
1931 – Nella foto scattata negli allora Bagni Vittoria (oggi Lungomare) vediamo da sinistra, Bonazzi, Macera, Pendola, Truffa M., Moggi, Olivieri, Tassara, Solari, Truffa E., Ferrari-Nelli, Bagigalupo L.
Su un articolo ingiallito del Secolo XIX che porta la data del 18 agosto 1945, leggiamo: Il “Gruppo Sportivo Nuotatori Rapallesi” che nel periodo 1928-1935 (e negli anni 1919-1927 come “Ruentes”) aveva primeggiato all’estero per tanti anni, per merito dell’invitto Luigi Bacigalupo prima e poi del poderoso fratello Renato, è risorto a nuova vita. Continuerà certo anche nel campo nazionale seguenti l’esempio dei due campioni e dei Michele ed Eugenio Truffa, Andreae, Ottonello, Baracco, Bonazzi, Cappellini, Macera, Papadato, Vexina, Magnolfi, Moggi, Queirolo, Mascardi, Castruccio.
L’infaticabile Luigi Bacigalupo ha con slancio giovanile iniziato la sua attività e buoni risultati sono stati ottenuti. Gli allenamenti da lui diretti proseguono e porteranno i giovani nuotatori a certi trionfi e Rapallo ne sarà fiera. Il nefasto regime aveva soffocato lo sport natatorio locale tanto che il Gruppo Rapallese aveva dovuto emigrare a S.Pier d’Arena. Per merito di Luigi Bacigalupo – cui plaudiamo toto corde – ora il Gruppo rinasce e siamo certi che farà risuonare il nome di Rapallo sportiva nelle competizioni nazionali e internazionali. I giovani che vogliono allenarsi ed iscriversi al Gruppo possono ogni giorno dalle 10 alle 12 portarsi allo stabilimento “Tigullio” dove Luigi Bacigalupo dirigerà gli allenamenti.”.
Questo breve “documento”, così denso di nomi e di fatti, rappresenta il prezioso ricordo di un’epoca ormai tramontata che, tuttavia, ci fa riflettere su certi valori sportivi come la passione dilettantistica, l’attaccamento ai colori sociali che hanno sempre catturato l’entusiasmo della gioventù della costa, quando ancora Rapallo disponeva dell’unico impianto natatorio fruibile, il suo splendido golfo che in estate si trasformava nell’arena dove avvenivano le famose “traversate”, gli scontri pallanuotistici all’ultimo sangue e le gare di nuoto su tracciati di cento metri che riecheggiano ancora la famosa manifestazione nazionale giovanile della Coppa Scarioni.
COPPA SCARIONI 1925 – Ordine d’Arrivo: 1° Solari, 2° Bonazzi, 4° Cuneo, 5° Mancini, 6° Costa, 7° Federici Allenatore Garbarono; degli altri atleti non si ricordano i nomi.
1951 – In piedi da sinistra: Renato Bacigalupo (Lan), Michele Truffa, Luisito Bacigalupo, Capellini, Raimondo Papadato, accosciati: Lucio Mascardi, Vittorio Vexina, Pippo Ottonello, Luigi Baracco.
“ A Rapallo de stae gh’é troppa mussa…no ghe sciörtiâ mai ûn bön nêuo” (A Rapallo d’estate ci sono troppe distrazioni….non ci uscirà mai un buon nuotatore)
Questa scellerata convinzione è stata per molti decenni l’opinione corrente dei rapallini che contavano, almeno sino all’inversione di tendenza avvenuta, per fortuna, nei primi anni settanta con la costruzione della piscina di S.Pietro (1974), intitolata, guarda caso, a Renato (Lan) e Luigi (Luisito) Bacigalupo, un grande fondista rapallese del passato, dal fisico possente che fu campione italiano dei 400 s.l. e nei 1500 s.l. (1924, 1925, 1926) e vinse moltissime gare di fondo, tra cui si ricorda ancora una sua celebre partecipazione alla traversata della Manica. Renato apparteneva per la verità ad una famiglia di grandi nuotatori e qui ricordiamo il fratello Luigi che fu campione italiano dei 1500 s.l. nel 1919. Tempi d’oro che culminarono con la vittoria della staffetta 4×200 s.l. ai Campionati italiani di Pesaro (campo-mare di 100 metri) del 1924, ed era composta dai nuotatori rapallesi Erminio Andreae, Pippo Ottonello, Lan e Luisito Bagicalupo.
La foto è del marzo 1926 e fu scattata in occasione di una gara sui 400 t. disputata in mare. Risultato: 1° Renato Bagcigalupo, 2° Luigi Bacigalupo, 3° Aldo Piazza. Negli anni successivi i fratelli Bacigalupo organizzarono, sempre a Rapallo, il “Trofeo Fratelli Bacigalupo” sulla distanza di mt. 500 in linea retta in mare, nel tratto prospiciente la passeggiata a mare. Questa gara venne anche inserita sui calendari federali spostandola però alla fine di giugno perché tutti i partecipanti si rifiutarono di gareggiare a marzo a causa dell’acqua troppo fredda.
Nell’Album d’Oro della celebre competizione internazionale del Miglio Marino di Sturla (1° Ediz.1913), oltre a Renato Bacigalupo che lo vinse per la Ruentes-Rapallo nel 1923, ricordiamo un altro grande nuotatore rapallino, Michele Truffa che lo vinse nel 1931, all’età di 18 anni. Lorenzo Marugo, futuro master della Rapallo Nuoto, firmerà per ben tre volte (1968-1970-1972) la vittoria nella prestigiosa gara Sturlina.
I nuotatori masters rapallesi compiono quest’anno 25 anni di attività
Molti di loro sono ancora “full immersion” in vasca e ciò gli dà la chance di ancorare la loro età anagrafica alla cronaca… Speciale privilegio o anomalia, quindi, di un giubileo che altrove è registrato di norma come “storia”.
Per la verità, come abbiamo visto nel vecchio articolo, un po’ della nostra “storia” esiste già perchè i masters, proprio in quel periodo, affondano le loro radici con Lucio Mascardi e poi Francesco “Uccio” Bonati e pochi altri come Lacci Bonazzi che tennero accesa la fiaccola della passione del nuoto e della pallanuoto e seppero trasferirla alle nuove generazioni.
Uno di loro, in particolare, entrò in scena nel primo dopoguerra, come personaggio “chiave” del nuoto tigullino, era il massaggiatore di professione Mario Ravera, noto con il nomignolo di MARO’, affibbiatogli per errore, come lui stesso raccontava, da una cliente di Milano e rimastogli poi appiccicato fin sulla lapide del cimitero. Marò non era un nuotatore, ma aveva il raro “talento” di capire ed insegnare il nuoto, che non era ancora “scienza”, ma era sulla soglia di grandi cambiamenti che lui fiutava, intuiva e gestiva con grande perspicacia, tanto da essere considerato – da più parti – il custode delle tecniche natatorie più avanzate a livello nazionale. Marò sfogò questa sua passione dedicando tempo e denaro all’insegnamento del “nuoto moderno” ai giovani. Alcuni di loro diventarono veri campioni.
1951 – Marò ed il suo campione Aldo Samoiedo
Marò era un rapallino vero e lo dimostrò fondando una “scuola gratuita” che non fu mai ufficialmente riconosciuta, cui iniziarono a “sbracciare”:
Luciano Zanoni, che nel 1949 vinse a Bologna il Campionato Italiano sugli 800 s.l. cat. Allievi, Claudio Balloni, Antonio Baroni (master), Lacci Bonazzi (ottimo centometrista e pallanuotista di serie A), Ginetto e Laura Canessa, Bepi Cardinale, Attilio Casareto, Pino e Carlo Gatti (pallanuotista di serie A e master), Fulvio Nobile, Aldo Samoiedo, (campione italiano, 400 s.l. nel 1951), Vito Tongiani, Corrado Villa, Carlo Zanetti (campione italiano allievi, 50 delfino Questi atleti confluirono nella Chiavari Nuoto che era allenata proprio da Marò nell’unica piscina del comprensorio del Tigullio.
Questi ragazzi vinsero per tutti gli anni ’50 titoli regionali ed italiani e parteciparono con la Chiavari N. ai combattutissimi Campionati a Squadre di serie A, che avevano luogo in vari “Concentramenti” sparsi in tutta Italia e che si concludevano in Settembre. Ma tutti i nuotatori rivieraschi di quei tempi erano penalizzati rispetto ai nuotatori genovesi (Le piscine di Albaro furono costruite nel 1936) e milanesi per la mancanza di piscine coperte, così diventò consuetudine il loro ritardo di preparazione in vista delle sfide ufficiali in calendario, ed ancora più favolosi diventarono i loro “salvataggi” per pochissimi punti a fine stagione. La Chiavari Nuoto resistette a lungo in serie “A” e ciò fu dovuto alla generale mobilitazione di tutti gli atleti della Riviera, molti dei quali sbarcavano dalle navi, altri rinunciavano a ferie, affari ecc… con l’intento di “portare punti” alla squadra.
“Che tempi?” Avrebbe detto Gilberto Govi!
Rapallo-Rappresentazione di un tipico Campo-gare degli anni ’50.
“Senza impianti non c’è lo sport” lamentava invece Marò, che vedeva lungo… e già sognava anche per Rapallo una piscina modesta, magari salmastra, un piccolo santuario appartato, ma con la giusta “atmosfera olimpica”, dove poter celebrare con sacralità la sua più amata disciplina sportiva. Ed ora concedetemi un piccolo ricordo personale:
“L’occhio del portiere te l’ha dato “Gimmi” e la Carlo Grasso, ma le gambe di un portiere di pallanuoto te le ho date io, con tutti i chilometri di rana che ti ho fatto fare!”– Mi considerava un suo “prodotto sportivo” e devo dire che se ancora oggi ho voglia di salire sui blocchi di partenza significa, forse inconsciamente, che tuttora lo onoro e lo porto dentro nella memoria e nel cuore.
A questi ricordi nostalgici, vorrei aggiungerne ancora un paio che risalgono alla fine degli anni ’70. Dopo avermi messo a posto una spalla, Marò mi disse d’aver ricevuto l’invito dalla celebre Karolinska Institutet di Stoccolma, (era l’epoca del famoso neurochirurgo Olivekrona) che intendeva inserirlo come conferenziere sulle “Tecniche del Massaggio Manuale”. Ma quanti lo seppero in città? L’umiltà di Marò era grande quanto la sua capacità professionale e, dietro quel fare e agire da “ineffabile sornione”, nascondeva soprattutto la rara capacità di capire e gestire i suoi atleti. Ne ebbi la conferma quando, passati ormai tanti anni, mi raccontò che in allenamento non diceva mai ai suoi allievi, da bordo vasca, il tempo registrato dal cronometro su una certa distanza, ma quello che “serviva” in quel momento per alzare o abbassare il tono agonistico di quell’atleta che a volte tendeva alla depressione, altre volte invece si montava la testa…..Credo che Marò usasse l’arma della psicologia in tutte le sue attività, dimostrando d’essere molto avanti rispetto alla propria epoca.
Vorrei ancora ricordare che in quei ruggenti anni cinquanta, fecero parte della Chiavari N., forse soltanto per alcune stagioni, quasi tutti i campioni d’allora: Paliaga, Massaria, Grilz, Faidiga, Prati, Caponi, che si unirono a quelli locali, Aldo Samoiedo, “Nanni” Andreatta, “Fofi” Crovetto, Sica, Cattani, i fratelli Volponi, i fratelli Monti, Ostuni, Berni (futuro allenatore della Rapallo Nuoto) oltre ai già citati “rapallini”. A distanza di tanto tempo sono ancora convinto che quei campioni furesti siano approdati al Tempio di Marò, per scoprire ed imparare le nuove tecniche del nuoto, con l’intento di migliorare ancora i loro primati personali.
In quell’ambiente ricco di forti personalità, entusiasmo e vero senso dello sport, siamo cresciuti noi, che certamente non eravamo tutti campioni in vasca, ma sicuramente lo siamo diventati nello spirito e ce lo siamo portati dentro sino alla fondazione della Rapallo Nuoto (1971) e in seguito del settore-masters, nel 1983.
Con Marò, la Chiavari Nuoto diventò “grande” e per ricordare la sua storia e onorare la memoria del suo grande allenatore, la città intitolò (nel 2003) la sua prima piscina coperta a Mario “Marò” Ravera. Ma il seme da lui gettato in quegli anni ’50 e rimasto sepolto per molti decenni, germogliò anche a Rapallo e quello spirito mai domo rinacque nella “giusta atmosfera” dei primi anni ’70, quando scoppiò la fatidica scintilla che finalmente illuminò gli amministratori locali e li convinse che le turiste straniere potevano “convivere” con gli atleti del nuoto senza produrre danni… E finalmente anche i nuotatori rapallesi ritrovarono il loro agognato Tempio del Nuoto a S. Pietro (inaugurato nel 1974) come aveva sognato Marò.
Tratto dal libro di Carlo Gatti
Carlo GATTI
Rapallo, 16.03.11