I PALAZZI DEI ROLLI – GENOVA

I ROLLI DAYS

Quando ero in servizio come Pilota del porto di Genova, il mio ruolo era anche definito la “carta parlante del porto e dintorni” e spesso i Comandanti foresti mi rivolgevano questa domanda:

Genova la SUPERBA, Genova la Repubblica Marinara. Ma cosa é Genova per te che la vedi tutti i giorni da molte angolazioni?”

Dovendo fare molta attenzione alla manovra in corso dovevo dare risposte rapide e magari un po’ curiose e stimolanti… per cui mi ero nel tempo affinato una risposta di questo tipo:

“Genova é come quelle signore senza età che non si truccano e non indossano gioielli perché sanno di essere più “affascinanti” di tante realtà moderne e appariscenti che brillano al sole con i loro grattacieli di cristallo senza storia. Genova é nascosta nell’ombra! Per amarla occorre scoprirla camminando con lo sguardo rivolto sempre verso l’alto. Provaci Comandante, ma ti avverto che la Genova che conosco io si dà solo a chi rispetta la sua intimità che si snoda tra simboli misteriosi, scorci improvvisi che ti tolgono il fiato, e silenzi che ti parlano dentro con mille domande…!”

Genova, città portuale del Mediterraneo, cresciuta attorno ad una aggrovigliata ragnatela di vicoli ha accolto, fin dall’inizio della sua storia di potenza marittima, quei “refugees” provenienti dall’Africa e dall’Asia più vicina, ma anche da quella più lontana. Li ha accolti senza ghettizzarli nelle periferie, ma accogliendoli nel cuore del suo centro storico, il più grande ed intrigante d’Europa. Tra questi immigrati c’erano anche futuri ammiragli e armatori diventati famosi e potenti scoprendo, come cantava De André”, che dal letame nascono i fiori”…..

Le città portuali si assomigliano tutte perché nei loro vicoli scorre sangue intriso di mare, dove tutti si capiscono parlando la stessa lingua, raccontando le stesse esperienze vissute a bordo delle navi del loro tempo, nei porti e negli angiporti di tutto il mondo. Queste città portuali hanno una peculiarità internazionale: quella di essere enclave accoglienti per vocazione e per interesse… dove non si fanno domande sulle razze, religioni e guerre, ma si convive pacificamente credendo nel mercato, negli scambi e nelle contrattazioni a tutti i livelli.

Con questa tipica visione prettamente mercantile, a Genova si é strutturata nel tempo una coabitazione non sempre facile, e tuttavia culturalmente feconda, fra genovesi e “foresti”, che si sono suddivisi le stesse strade e gli stessi palazzi. Palazzi un tempo sontuosi, appartenuti all’aristocrazia mercantile della città, e poi lasciati andare (non tutti), ma che portano ancora evidenti i segni della loro bellezza nei portali scolpiti di marmo o ardesia, nei grandi scaloni che salgono verso attici e terrazze dal panorama vertiginoso, nelle edicole votive esposte quasi di nascosto ad ogni angolo di strada.

Quanto finora raccontato é soltanto la PREMESSA per introdurre e presentare una nuova prospettiva storico-culturale del capoluogo ligure che é scaturita dal riconoscimento dell’UNESCO di una parte del suo patrimonio urbanistico e non solo, ovviamente.

COS’E’ L’UNESCO?

Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita a Parigi 4 novembre 1946, è nata dalla generale consapevolezza che gli accordi politici ed economici non sono sufficienti per costruire una pace duratura e che essa debba essere fondata sull’educazione, la scienza, la cultura e la collaborazione fra nazioni, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione.

…………………………………………………………………………………………………………..

Quando sentii per la prima volta parlare dei PALAZZI DEI ROLLI di Genova, rimasi sorpreso e andai subito alla ricerca della genesi di questo nome nei vecchi libri di Genova che ereditai dai miei. Con la massima delusione, devo confessare, non trovai nulla che mi spiegasse l’arcano di questa novità culturale che oggi sta letteralmente incendiando d’amore Genova alla ricerca  della sua cultura nascosta.

Migliaia di turisti stanno arrivando da tutto il mondo nel nostro Capoluogo per scoprire FINALMENTE ciò che, appunto l’UNESCO, ha regalato “in anteprima” a noi liguri e a tutto il mondo dell’arte in generale. Un patrimonio quindi che esce dai salotti, dai club privati di pochi per entrare nelle case di tutti noi per arricchire quella GENOVESITA’ che pare non essere mai sazia di svelarci, passo dopo passo, antichi e incomparabili patrimoni di bellezza, ricchezza e di storia.

La seconda parte del saggio é dedicata ad un nutrito servizio fotografico dei Palazzi dei Rolli, il cui scopo é quello di stimolare il lettore ad incamminarsi lungo il “pellegrinaggio” culturale dei ROLLY DAYS le cui visite guidate sono quanto di più organizzato e stimolante si possa desiderare.

L’invenzione dei Rolli

Con palazzi dei Rolli (alle volte solo Rolli) si intendono le dimore del patriziato genovese utilizzate al tempo della Repubblica come alloggi di rappresentanza per gli ospiti stranieri illustri: la recente fortuna di questa denominazione è legata all’inclusione nel 2006 di una quarantina di tali residenze tra i “patrimoni dell’umanità” censiti dall’UNESCO in quanto primo esempio in Europa di un progetto di sviluppo urbano concepito con struttura unitaria dal potere pubblico, ma attuato da privati secondo criteri di eccellenza artistica e architettonica. Secondo un decreto del Senato genovese risalente al 1576, i proprietari di questi palazzi, iscritti in una serie di elenchi (i “rolli” appunto), erano tenuti ad ospitare a proprie spese i visitatori stranieri di alto rango, essendo la Repubblica, in quanto tale, priva di un “palazzo regio” di rappresentanza confacente a tale scopo: questa caratteristica funzionale contribuì a determinare e a divulgare la fama mondiale dell’architettura privata genovese come modello architettonico e residenziale di prestigio, consacrato tra gli altri da una celebre raccolta di disegni (1622) di P.P. Rubens.

Per i lettori più esigenti, prendiamo a prestito dal Comune di Genova la spiegazione tecnico-storica del termine ROLLI:

La denominazione accolta dall’organizzazione internazionale (“Palazzi dei Rolli”, dunque, o più in esteso “Palazzi dei Rolli degli alloggiamenti pubblici di Genova”) altro non fa che attualizzare una terminologia appartenente al linguaggio burocratico-amministrativo cinquecentesco, utilizzata nel 1576 (e poi, con successive revisioni, nel 1588, 1599, 1614 e 1644), per determinare la classificazione dei palazzi deputati a tale scopo: le dimore erano iscritte in tre “rolli” corrispondenti ad altrettante categorie in rapporto alle loro dimensioni e qualità artistica, e in base a tali criteri erano destinate, mediante estrazione a sorte annuale, a ospitare principi e cardinali, viceré, ambasciatori, governatori e così via; solo tre di esse erano riservate ai papi e imperatori, re e loro diretti rappresentati.

Rollo, dunque, non è altro che la forma genovese e italiana antica del termine moderno “ruolo”, dal francese rôle, derivato a sua volta da ROTŬLUS nel senso di “manoscritto, documento arrotolato”. La voce appare in questa forma, in italiano, a partire dal 1528 col significato originario di “catalogo, registro, elenco di persone facenti parte di un impiego, di un’organizzazione, di una corte”, dal quale derivano gli altri in uso attualmente, di “registro di pratiche”, “parte sostenuta da un personaggio in opere di finzione”, “compito, atteggiamento sociale” ecc.

Invenzione fortunata

Il recupero attuale del termine Rolli non riguarda insomma una voce specialistica, particolarmente legata all’istituzione degli “alloggiamenti pubblici” della Repubblica, ma un termine generico, appartenente al linguaggio burocratico dell’epoca: agli artefici di tale reimpiego, che non pare anteriore alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, va in ogni caso riconosciuto il merito di avere appunto “inventato” una definizione di indubbia valenza evocativa per un insieme di beni architettonici e urbanistici dei quali si era ormai da tempo perduta una percezione unitaria, una denominazione ormai entrata stabilmente nell’uso comune non meno che nella letteratura e nella pubblicistica specializzata.

I Palazzi dei Rolli inclusi nel Sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO Sono: 42

I documenti dei Rolli, esposti in occasione dei Rolli Days nell’ottobre 2017

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO

LA MAPPA DEI PALAZZI ROLLI

*Palazzi dei Rolli non ancora entrati nel patrimonio dell’Umanità

*Palazzi dei Rolli patrimonio dell’Umanità

*Palazzi dei Rolli non patrimonio dell’Umanità (che hanno subito modifiche importanti)

*Palazzi dei Rolli patrimonio dell’Umanità (che hanno subito modifiche importanti)


Palazzi in Via Garibaldi verso piazza Fontane Marose

 


Palazzo Doria Spinola (1541-1543)

Sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale Immagine dalla città di Genova

 


Palazzo Clemente Della Rovere (1580-1581)

 


Palazzo Giorgio Spinola – Compare nel Rollo del 1588


Palazzo Tommaso Spinola (1558-1561)

 


Palazzo Giacomo Spinola di piazza Fontane Marose 1445-1459

Banco di Sardegna (patrocinatore del recupero)

 


Palazzo Ayrolo Negrone, Piazza delle Fontane Marose – 1500-1600

Iscritto nel Rollo del 1664

Alla grandiosità architettonica corrisponde, all’interno, un’altrettanta ricchezza decorativa

 


Palazzo Interiano Pallavicini, Piazza delle Fontane Marose

(1565-1567)

 


Palazzo Pallavicini Cambiaso (1558-1560)

Sede della Banca Popolare di Brescia

 


Palazzo Pantaleo Spinola (1557-1558)

Ospita affreschi dei maggiori pittori liguri

 

Palazzo Lercari Parodi (1571)

Nella volta del salone del secondo piano nobile si trova un vero capolavoro della pittura genovese: l’affresco di Luca Cambiaso che raffigura l’impresa di Megollo Lercari con la costruzione del fondaco dei genovesi a Trebisonda, ossia le costruzioni necessarie per condurre i commerci nella colonia genovese sul mar Nero. L’affresco vuole al tempo stesso ricordare la costruzione del palazzo Lercari in Strada Nuova, fornendo così un’idea dell’aspetto della via negli anni della sua apertura.

 

Palazzo Carrega Cataldi in via Garibaldi, verso piazza Fontane Marose (1558-15561)

L’edificio è oggi sede della Camera di Commercio di Genova.

 


Palazzo Angelo Giovanni Spinola (1558-1576)

detto della Banca d’America

 


Palazzo Doria-Tursi Via Garibaldi (iniziato 1565)

L’edificio è sede del Comune di Genova e fa parte del polo museale della città.

 


Palazzo Nicolosio Lomellino o Palazzo Podestà (1559-1565)

La facciata, su progetto del Bergamasco, è movimentata da una ricca decorazione a stucco, con erme femminili alate, a sorreggere la cornice marcapiano del pianterreno; nastri e drappi a reggere, al primo piano, trofei d’armi; ghirlande e mascheroni a coronamento delle finestre, con figure classiche entro medaglioni ovali, al secondo. La decorazione a stucco all’antica, applicata per la prima volta in epoca moderna da Raffaello nelle Logge Vaticane e precocemente importata a Genova dal suo allievo Perin del Vaga nella decorazione della Villa Principe, si dispiega qui per la prima volta su vasta scala coprendo l’intero prospetto. La sua esecuzione è attribuita all’urbinate Marcello Sparzo.

Palazzo Cattaneo Adorno (1553-1588)

All’interno del portone al numero 10 la decorazione affrescata, opera di Lazzaro Tavarone, celebra sulla volta dell’atrio un’impresa bellica di Antoniotto Adorno, doge antenato dei proprietari, datata 1624. Nella sala del piano nobile, sempre di Lazzaro Tavarone, è l’affresco raffigurante l’Incontro di papa Urbano VI a Genova con il doge Antoniotto Adorno. In altri salotti sotto le volte affrescate con soggetti mitologici, si conservano preziosi mobili e soprammobili e parte della ricca e nota quadreria comprendente notevoli dipinti tra il XVI e il XVII secolo.

 

Palazzo Doria – Tursi splendente (iniziato nel 1565)

È l’edificio più maestoso della via, unico edificato su ben tre lotti di terreno, con due ampi giardini a incorniciare il corpo centrale. Le ampie logge affacciate sulla strada vennero aggiunte nel 1597, quando il palazzo divenne proprietà di Giovanni Andrea Doria che lo acquisì per il figlio cadetto Carlo, Duca di Tursi, al quale si deve l’attuale denominazione. Dal 1848 è sede del municipio genovese.


Palazzi in Via Garibaldi verso piazza Fontane Marose

Palazzo Bianco e giardino pensile di ponente di Palazzo Doria Tursi (1530-1540)

Ospita una sezione dei Musei di Strada Nuova, che comprendono anche Palazzo Rosso e Palazzo Doria-Tursi, specificamente dedicata alla pittura a Genova e in Liguria tra XVI e  XVIII secolo, e con importanti sezioni di arte italiana, fiamminga e spagnola.

 

Palazzo Rosso (1671-1677)

Ospita la prima sezione dei Musei di Strada Nuova, che comprendono anche Palazzo Bianco e Palazzo Doria-Tursi, dedicata principalmente alle collezioni d’arte dei Brignole-Sale, in parte ospitate in sale che conservano l’arredo e la decorazione originale.

 


Palazzo Gerolamo Grimaldi, (1536-1544) facciata su piazza della Meridiana

 


Palazzo Gio Carlo Brignole

 


Palazzo Bartolomeo Lomellini (1556-1570)

 

Palazzo Lomellini Doria Lamba (incluso nei Rolli dal 1588 al 1664)

 


Palazzo Belimbau (finito nel 1594)

Università degli Studi di Genova

 


Palazzo Durazzo Pallavicini (1774)

 

Palazzo Gio Francesco Balbi – piazza


Pierre Paul Rubens

Facciata del Palazzo dei signori Giacomo e Pantaleo Balbi

Genova-palazzo Francesco Maria Balbi

Via Balbi, sede universitaria


Palazzo Reale, controfacciata (1618-1620)

Il Palazzo Reale o Palazzo Stefano Balbi è uno dei maggiori edifici storici di Genova inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova,divenutiintaledata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

I giardini di Palazzo Reale

La galleria

Il palazzo reale conserva i mobili originali di tutta la sua lunga storia ed include mobili genovesi, piemontesi e francesi della metà del XVII secolo fino all’inizio del XX secolo. Tra questi si possono ricordare mobili dell’ebanista britannico Henry Thomas Peters.

Tra gli affreschi più importanti sono da notare: La fama dei Balbi di Valerio Castello e Andrea Seghizzi; La primavera che spinge lontano l’inverno di Angelo Michele Colonna e Agostino e Giove che manda giustizia sulla Terra di Giovanni BNattista Carlone.

Con oltre duecento dipinti esposti nei due piani nobili si trovano opere dei migliori artisti genovesi del Seicento come Bernardo Strozzi, il Grechetto, Giovanni Battista Gaulidetto, il Baciccio, Domenico Fiasella insieme a capolavori dei Bassano, Tintoretto, Luca Giordano, Antoon Van Dyck, Simon Vouet, e GuercinoInoltre si può ammirare una collezione di sculture antiche e moderne: tra queste ultime spiccano opere di Filippo Parodi, uno dei massimi esponenti della scultura barocca genovese. Fastosa è la galleria degli specchi dove spiccano quattro statue (Giacinto, Clizia, Amore o Narciso, Venere) di Filippo Parodi e un gruppo marmoreo (Ratto di Proserpina) di Francesco Schiaffino.

Palazzo Cosma Centurione (1684-1755)

Detto anche Palazzo Durazzo Pallavicini o Palazzo di Gerolamo III Pallavicino, dal nome dei successivi proprietari, per la sua architettura e per gli affreschi conservati all’interno è un insigne esempio di barocco genovese.

 

Palazzo Giorgio Centurione

Crocicchio di via del Campo-Via Lomellini-Via Fossatello


Palazzo Cipriano Pallavicini

L’edificio fu costruito sul finire del XV secolo

 

Palazzo Spinola in Pellicceria o palazzo Francesco Grimaldi (1593)

Fra le opere più celebri esposte sonoː

· Antonello da Messina, Ecce Homo

· Pieter Brueghel il Giovane, Le tentazioni di Sant’Antonio Abate

· Valerio Castello, Sposalizio della Vergine

· Orazio Gentileschi, Sacrificio di Isacco

· Guido Reni, Amor Sacro e Amor Profano

· Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, Circe

· Bernardo Strozzi, Ritratto femminile

· Peter Paul Rubens, Ritratto equestre di Gio. Carlo Doria

· Joos van Cleve, Ritratto di Stefano Raggio


Palazzo Gio Battista Grimaldi

in Vico San Luca a Genova


Palazzo Stefano De Mari


Palazzo Ambrogio Di Negro

fotografato dalla prospiciente chiesa di San Pietro in banchi. (1569-1572)

Ospita la sede della Fondazione Edoardo Garrone.

Palazzo Emanuele Filiberto Di Negro (1600)


Palazzo Croce De Marini (XVI secolo)

72 sono gli altri Palazzi dei Rolli non inclusi nel Sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Genova, i Rolli Days di maggio 2018: palazzi aperti, programma, visite guidate e novità

Consultare il seguente sito:

http://www.mentelocale.it/genova/articoli/75721-genova-rolli-days-maggio-2018-palazzi-aperti-programma-visite-guidate-novita.htm

Di seguito l’elenco delle aperture straordinarie dei “Rolli Days” del 24 e 25 maggio:


1. Palazzo Antonio Doria – Largo Eros Lanfranco 1
2. Palazzo Franco Lercari – Via Garibaldi 3
3. Palazzo Tobia Pallavicino – Via Garibaldi 4
4. Palazzo Angelo Giovanni Spinola – Via Garibaldi 5
5. Palazzo Gio Battista Spinola – Via Garibaldi 6
6. Palazzo Nicolosio Lomellino – Via Garibaldi 7
7. Palazzo Giacomo e Lazzaro Spinola – Via Garibaldi 10
8. Palazzo Nicolò Grimaldi (Musei di Strada Nuova – Palazzo Tursi) – Via Garibaldi 9
9. Palazzo Luca Grimaldi (Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco) – Via Garibaldi 11
10. Palazzo Ridolfo Maria e Gio Francesco I Brignole Sale (Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso) – Via Garibaldi 18
11. Palazzo Baldassarre Lomellini – Via Garibaldi 12 (solo sabato)
12. Palazzo Gerolamo Grimaldi (Palazzo della Meridiana) – Salita San Francesco 4
13. Palazzo Stefano Lomellino (Palazzo Doria Lamba) – Via Cairoli 18
14. Palazzo Giorgio Centurione (Palazzo Durazzo Pallavicini) – Via Lomellini 8
15. Palazzo Gio Battista Centurione – Via del Campo 1 (solo sabato)
16. Galleria Nazionale di Palazzo Spinola – Piazza Pellicceria 1
17. Palazzo Ambrogio di Negro – Via San Luca 2
18. Palazzo De Marini – Piazza De Marini 1
19. Palazzo Cattaneo della Volta – Piazza Cattaneo 26
20. Palazzo Gio Vincenzo Imperiale – Piazza Campetto 8
21. Palazzo Cesare Durazzo – Via del Campo 12
22. Palazzo Gio Francesco Balbi – Via Balbi 2 (Università degli Studi di Genova)
23. Palazzo Giacomo e Pantaleo Balbi – Via Balbi 4 (Università degli Studi di Genova)
24. Palazzo Stefano Balbi (Museo di Palazzo Reale) – Via Balbi 10
Teatro Altrove (Palazzo Fattinanti Cambiaso) – Piazzetta Cambiaso1
Villa del Principe – Piazza del Principe 4  

GENOVA – SABATO 24 E DOMENICA 25 MAGGIO
Tutte le manifestazioni sono a ingresso libero.
www.visitgenoa.it

Carlo GATTI

Rapallo, 19 Giugno 2018