LO YAWL DI MUSSOLINI
SI AUTOAFFONDO’ A RAPALLO NEL 1943
Yacht di 23,70 metri di lunghezza e 4,70 di larghezza, e 40,70 tonn. di stazza. Fu costruito nel 1912 in Germania con legno di teak stagionato e mogano, alberi e bompresso in pitch pine e scafo foderato in rame. La sua linea era e resta elegante e decisa, con un lungo slancio di poppa a cui se ne contrappone uno di prua corto e arrotondato, in onore dell’architettura nautica dell’epoca. Accogliente e raffinata dentro, agile e possente fuori.
Lo “YAWL” KONIGIN II fu costruito nel 1912 dai cantieri tedeschi Abeking & Rasmussen per i Barone Von Dazur.
Dopo aver passato la prima guerra mondiale nel porto della Maddalena, il gerarca fascista Alessandro Parisi Nobile, fedele amico del Duce, lo acquistò nel 1935 e lo ribattezzò FIAMMA NERA e lo donò a Mussolini. Il Duce, come si sa, era un aviatore e tante altre cose, ma non era un uomo di mare con progetti croceristici e lo utilizzò per i suoi incontri più o meno segreti con la sua amante storica Claretta Petacci senza mai allontanarsi troppo dalla costa.
Momenti di relax prima della tempesta…
Alla vigilia della caduta del regime, in quel demoniaco passaggio storico, Fiamma Nera fu affondata dal suo armatore davanti a Rapallo per impedire che finisse nelle mani dei tedeschi o degli americani, ma con l’intento e la speranza fondata di recuperarlo a “tempesta” passata.
Si tratta in fondo di usare le stesse parole: tempesta (bellica), Yacht affondato, relitto e recupero che oggi, a distanza di 75 anni, usiamo per decifrare la recente “apocalisse” che ha colpito la nostra città tra il 28 e il 29 ottobre 2018.
Nel 1943 fu un affondamento astutamente programmato e scientificamente realizzato. Questa fu l’unica e sostanziale differenza tra quel naufragio volutamente provocato e la tempesta naturale che ha colpito, come mai era successo prima, la nostra città.
La scaltra iniziativa del Conte Sereni funzionò e lo YAWL fu recuperato nell’immediato dopoguerra, quindi restaurato e rinominato SERENELLA. Nel 1956 fu comprato dal Principe Cremisi che lo ribattezzò ESTRELA DE GUARUJA’.
Per completare la sua storia possiamo solo aggiungere che l’imbarcazione rimase fino al ‘62 ormeggiata a Fiumicino ed impiegata come nave-scuola dal Circolo della Vela di Roma. Negli anni ’70 fu acquistata dall’ingegner Fonsi che la portò a navigare in Adriatico. Nel 2002 ricomparve in precarie condizioni a Viareggio dove tornò agli antichi splendori e fu anche attrezzata della più moderna strumentazione grazie a un progetto di tre amici: Augusto Gori, Carlo Meccheri di Pietrasanta e Giorgio Mazzoni. Nello stesso anno prese parte alle Vele d’Epoca di Imperia e venne noleggiata dal Cts Ambiente per una campagna di monitoraggio delfini nel Mare Tirreno, sino all’ultimo restauro (2006-2010) a Fiumicino.
Qualcuno si chiederà: “chissà se il FIAMMA NERA fu testimone di successivi incontri amorosi di celebri coppie sulle orme nostalgiche del Duce e della Petacci”?
Si parla di un matrimonio mancato: George Clooney e Elisabetta Canalis avrebbero voluto sposarsi sulla barca del Duce, ma sono voci di corridoio che nessuno ha mai confermato.
Il KONIGIN II sta oggi vivendo il suo ennesimo restyling guardando ad una nuova vita con il supporto del prestigioso Duck Design e dell’antico Cantiere tedesco che lo costruì nel 1912.
ALCUNI RICORDI DEL COMANDANTE
NUNZIO CATENA
ORTONA
Zì Tumassin ripreso mentre cuce una vela a bordo dell’ESTRELA
l’Ingegnere ci teneva moltissimo a conservare sia il look che le tradizioni di quella barca famosa. Aveva alle dipendenze “Zì Tumassin” (di ‘Pizzicarello’, nomignolo), un anziano ma esperto marinaio in pensione che la curava come fosse, e di fatto lo era, una sua creatura.
Ricordo che a bordo della ESTRELA, una troupe della RAI aveva girato anche un filmato pubblicitario per il celebre Carosello con la cantante ‘Giovanna’ in auge a quel tempo.
Questa foto, con lo scafo bianco, é stata scattata nel porticciolo turistico di Ortona.
La ESTRELA, aveva uno scafo dalle linee meravigliose, ed anche gli interni erano molto raffinati: bellissima la coperta sgombra e con pochissima sovrastruttura. Se devo essere sincero, non mi piace armata con la vela MARCONI all’albero di maestra, molto più bella si presentava con le vele auriche, ma era più impegnativa da governare; quello fu forse il motivo per cui la cambiarono.
Quando arrivò dal Mar Tirreno da noi in Adriatico, aveva il bompresso e la polena sfasciati completamente, perché durante il trasferimento, a causa della nebbia, erano andati a sbattere contro una scogliera a picco, per fortuna non ebbero danni allo scafo e poterono proseguire il viaggio senza interventi esterni.
Carlo GATTI
Rapallo, 4 Gennaio 2019