NOSTRA SIGNORA DELLA FORTUNA

UNA POLENA MARIANA


Franco Casoni, l’ultimo costruttore di polene nel suo laboratorio di Chiavari.


Una polena benaugurante per la Goletta Verde, l’imbarcazione di Legambiente che da anni attraversa il Mediterraneo per monitorare lo stato del mare italiano. L’ha realizzata lo scultore chiavarese Franco Casoni e consegnata al Comandante, che l’ha issata e legata alla barca per poi “battezzarla” prima nel mare e poi con un goccio di vino rosso. Una tradizione marinara rivisitata dagli ambientalisti quando tempo fa si sono ritrovati, prima della partenza alla volta della Toscana, sul molo del porto turistico di Chiavari.

Non solo i marinai, ma anche i “mezzi marinai” che vivono e risiedono sulla costa, sanno cos’é la POLENA di un veliero, forse per averla “ereditata” dai racconti dei nonni, oppure per averla vista in qualche oratorio vicino al porticciolo, o tra gli ex voto dei Santuari, veri e propri musei marinari che vigilano sui nostri borghi che hanno le radici sul bagnasciuga.

Oggi qualche polena viaggia ancora sotto il bompresso delle navi scuola (Tall Ships) e di qualche armatore di Yacht innamorato del passato eroico e fiabesco, irto di pericoli e di ostacoli, ma sempre avvincente agli occhi di chi ama il mare e la sua storia.

La polena era parte integrante del tagliamare delle navi di un tempo… spaccava le onde del mare, ne assorbiva la forza più viva per proteggere scafo e marinai da marosi, ma per quegli equipaggi lontani, ma mai dimenticati, era soprattutto uno scudo soprannaturale dai poteri addirittura mistici.

La polena doveva essere particolarmente robusta, forse indistruttibile perché la superstizione degli equipaggi prevedeva, in caso di lesioni o cedimenti della stessa, presagi di sventure nautiche per la spedizione.


La Polena della “STAD AMSTERDAM” (Veliero-Clipper Passeggeri)

LA POLENA ERA QUINDI UN MISTO DI SACRO E PROFANO della quale, spesso, oppure solo qualche volta… i marinai s’innamoravano, specialmente quando quel simulacro proteso verso le onde, era un volto femminile, una dea o semplicemente il busto nudo e turgido della moglie dell’armatore.

UNA POLENA MARIANA

Presso la chiesa di San Carlo in via Balbi a Genova, sull’altare maggiore, fa mostra di sé la statua della Madonna rinvenuta in acque portuali il 22 gennaio del 1636 dopo una furiosa tempesta da libeccio che aveva in quei giorni devastato il porto di Genova affondando centinaia di imbarcazioni. Custodita per un periodo in casa Lomellini, le furono poi attribuiti molti miracoli e per questo motivo, con una sontuosa cerimonia, fu collocata nel sito dove oggi si trova. E’ una scultura lignea straordinaria perché, mentre è ben visibile la sua struttura originaria che è semplice, stilizzata e di una certa rigidità, riesce nel contempo ad esprimere la sua dolcezza di Madre Misericordiosa.

Ben presto gli esperti del settore si accorsero che quella statua di MARIA, monca e molto danneggiata in qualche sua parte, altro non era che l’unico reperto sopravvissuto al naufragio di un legno irlandese e si trattava proprio della sua POLENA.


Raffigurazione pittorica di un galeone nella tempesta

Sono passati 363 anni da quel sensazionale ritrovamento della polena raffigurante la Madonna scaraventata in mare dalla violenza delle onde e poi scarrocciata indenne sottovento fino alla Darsena evitando miracolosamente un galeone che ne ostruiva l’imboccatura.

A portarla in salvo fu un uomo di Levanto, un venditore di vino, a tutti noto come il Figlio del Merlo, fu lui a portare a salvamento la Statua di Nostra Signora della Fortuna, era il 22 gennaio del 1636.



IL SIMULACRO DI MARIA CHE TIENE GESU’ BAMBINO SUL BRACCIO SINISTRO E SULL’ALTRO LA CORONA DEL ROSARIO, HA ANCORA OGGI IL POTERE DI UNIRE CON UNA IMPIOMBATURA MARINARA, LA FEDE DEI MARINAI E LA VOCAZIONE MERCANTILE DEI GENOVESI.


La Madonna della Fortuna e assai venerata dai Genovesi, anche perché alla statua fu attribuito il miracoloso salvataggio di una bimba caduta da una finestra di quello stesso edificio ove era conservata. Il prodigio fu confermato dal Papa Urbano VIII e la statua, alla quale fu attributo il titolo di Nostra Signora della Fortuna, fu solennemente incoronata il 17 gennaio del 1637, primo anniversario del naufragio, ed esposta alla venerazione dei fedeli nella chiesa di San Vittore, da cui fu trasferita in San Carlo nel 1799. La tradizione popolare: il si dice dei fedeli… vuole che la statua si sarebbe mossa da sola per posarsi sul piedistallo che era stato per lei preparato.


La statua-polena della Madonna col piccolo Gesù fu restaurata da artisti famosi e poi rivestita e venerata come la Regina della tradizione Mariana amata da milioni di cristiani cattolici e ortodossi.


MADONNA DELLA FORTUNA

Primo piano

PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA FORTUNA

Ricordati, o pietosissima Vergine, Nostra Signora della Fortuna, non essersi mai udito al mondo che alcuno abbia ricorso al Tuo patrocinio, implorato il Tuo aiuto, chiesto la Tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da tale confidenza, a Te ricorro o Madre, Vergine delle vergini, a Te vengo e peccatore contrito innanzi a Te mi prostro. Non volere o Madre del Verbo disprezzar le mie preghiere, ma ascoltami propizia ed esaudiscimi. Amen.

Fonti:

https://www.placidasignora.com/tag/nostra-signora-della-fortuna/.

http://www.biagiogamba.it/nostra-signora-della-fortuna-una-polena-irlandese/.

http://www.genovatoday.it/eventi/cultura/leggenda-madonna-fortuna.html.

https://dearmissfletcher.wordpress.com/2017/09/11/genova-1636-i-prodigi-di-nostra-signora-della-fortuna/.

https://biscobreak.altervista.org/2018/01/nostra-signora-della-fortuna/.

https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g187823-d9802069-r370038768-Chiesa_dei_Santi_Vittore_e_Carlo-Genoa_Italian_Riviera_Liguria.html.

https://musicasacra.forumfree.it/?t=50740573.

 

Un RINGRAZIAMENTO particolare a Miss Fletcher per regalarci meravigliosi spunti di riflessione ed immagini di grande pregio.

 

Carlo GATTI

Rapallo, 13 Marzo 2019