DESIDERIO
Il gruppo dei ragazzi sostava irrequieto nella piazzetta davanti a un bar dove avevano già consumato l’apericena ed ora dovevano decidere dove andare a finire la serata.
– Ma è così difficile scegliere, per me c’è una scelta sola: la discoteca – sbottò Marco.
– Allora io non vengo – disse Maria ho promesso a mio padre, che non era prevista la discoteca ed ora voglio tener fede alla mia promessa, poi neanche mi piace la discoteca.
– Ma, come parli? Sembra che stai facendo i voti per farti suora. –
– Mi hai capito lo stesso. –
– Cosa non ti piace della discoteca – le chiede Andrea.
– Tutto quel baccano, quel saltellare da soli sulla pista, io la trovo alienante. –
– Cosa ci vuole per accontentare tutti? Io un’idea ce l’avrei. Guardate che mare, sembra che si sia vestito da sera con quella strada dorata dove si specchiano le stelle. – dice Chiara.
– Ecco, ha parlato la poetessa – borbotta Stefano – secondo te stiamo tutta la sera a guardare il mare?
– Ci facciamo il bagno, scemo. –
Maria si sente fuori posto e non vorrebbe deludere Andrea, che le piace, ma il bagno di notte! –
– Non abbiamo il costume.. – prova a dire Maria.
– Mutandine e reggiseno li hai è come un bikini. –
Intanto tre ragazze entusiaste dell’idea si sono già buttate in mare, ma nude.
Maria capisce che non ha più scuse se vuol continuare a frequentare Andrea, mette il vestitino su uno scoglio ed entra.
Che esperienza galleggiare, sentirsi leggera, il mare potente e così delicato.
– Allora ti piace – dice Andrea – vedi quanto siamo sciocchi, se chiedi in giro la maggior parte delle persone non ha mai fatto il bagno in mare di notte. Ora però vieni un po’ qui. –
I ragazzi si abbracciano e Andrea, con il tono stupito chiede: – Ma, sei senza reggiseno.-
– Ti dispiace? – Figurati, non ho mai visto colline così belle! – Ecco io starei tutta la vita, così, come sono adesso, con la testa appoggiata sulla tua collinetta, magari dove si tocca, perché sto per affogare. –
Maria si sente come un libro ancora da sfogliare, un fulmine benefico l’ha percorsa dalla punta dei piedi sino alle ciglia, facendola assomigliare a un frutto ancora acerbo sulla via della maturazione.
– E’ meglio che torniamo a riva. – dicono insieme e con una bella risata finiscono la serata.
di ADA BOTTINI
Rapallo, 11 Ottobre 2019