BABBO NATALE

SAN NICOLA – UN SANTO MEDITERRANEO DIVENUTO

SANTA KLAUS

SIMBOLO DEL MONDO NORDICO

 La cui popolarità internazionale si è propagata soprattutto via mare quando le distanze via terra erano immense, pericolose e disagiate.

 

 

SAN NICOLA

UN SANTO DI MARE E DI TERRA

 

SAN NICOLA di Myra, san Nicolao, san Nicolò ….

Santa Claus, Sinterklaas o Sint-Nicolaas ecc… De Sint (“Il santo”), De Goede Sint (“Il buon santo”) e De Goedheiligman (“Il buon sant’uomo”) in olandese; SaintNicolas in francese; Sinteklaas nel dialetto frisone occidentale; Sinterklaos in lingua limburghese; Saint-Nikloi  in fiammingo occidentale; Kleeschen e Zinniklos in lussemburghese e Sankt Nikolaus o Nikolaus in tedesco.

Il 6 Dicembre, si ricorda uno dei santi più popolari di tutta la cristianità: San Nicola, il cui nome è ampiamente diffuso sia in Oriente sia in Occidente, dove sono conservate le sue reliquie.

San Nicola è protettore di bambini, vergini, chierichetti, pellegrini e viaggiatori, commercianti, avvocati, giudici, farmacisti, notai, pescatori, marinai e zatterieri, mugnai, panettieri, macellai, mastri birrai e distillatori, contadini, tessitori, scalpellini, candelai e pompieri e prigionieri.

In tutto il mondo però c’è un merito che viene attribuito a San Nicola: la sua leggenda ha fatto nascere il mito di Babbo Natale.

Secondo la tradizione, San Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi e, in un’altra occasione, salvò tre fanciulli.

Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di ricordare l’episodio con lo scambio di doni nel giorno dedicato al santo.

Il culto di San Nicola è molto diffuso: ogni 6 Dicembre i piccoli europei si svegliavano felici perché il Santo aveva portato loro i doni.

Nel mondo ortodosso, San Nicola non teme confronti, neppure con santi come Giorgio, Teodoro, Demetrio o Sergio.

Persino il mondo protestante, benché restio al culto dei Santi, strizza da sempre un occhio verso il culto di San Nicola.

Quando nel 1613 gli Olandesi fondarono New Amsterdam (ora New York), infatti, portarono con sé tutte le loro tradizioni ed anche la devozione a San Nicola che entrò prepotentemente nel folklore americano.

 

Nel 1821 venne dato alle stampe un libro illustrato, “L’Amico dei Bambini”, che riportava questa frase:

“Il vecchio Santa Claus con grande gioia guida la sua renna (…) per portare a te ogni anno i suoi regali”.

Si tratta della prima attestazione scritta dell’uso delle renne; mentre l’anno successivo, l’immagine del Santo subisce un’ulteriore trasformazione”.

 

 

Clement Clarke Moor, nella sua poesia “La Visita di S. Nicola”, scrisse:

“Era la notte prima di Natale (…) Le calze erano appese al camino con cura, nella speranza che S. Nicola sarebbe arrivato presto (…), una slitta in miniatura tirata da otto piccole renne con un piccolo vecchio alla guida, così amabile e agile capii subito: quello dev’essere San Nicola (…) la barba era bianca come la neve (…), aveva una faccia larga, e un po‘ di pancia rotonda (…) Era grassottello e paffuto, proprio un vecchio allegro elfo”.

 

Nel 1931 fu la pubblicità della multinazionale americana Coca-Cola, nata dalla penna dell’illustratore Haddon Sundblom, a mettere insieme i ricordi di San Nicola e il personaggio dello “spirito del Natale presente”, descritto da Charles Dickens nel racconto Canto di Natale.

In questa circostanza nacque il Santa Claus in abito rosso bordato di pelliccia bianca che oggi tutti conosciamo.

Tuttavia, anche se un altro marchio (prima della Coca Cola) utilizzò l’immagine di Babbo Natale sulle bevande di ginger e acqua minerale, non sortì lo stesso successo ecco perchè oggi si pensa che l’affermazione di quest’immagine sia da attribuire proprio alla forza commerciale e mediatica della bibita più popolare del mondo: la Coca-Cola.

 

DUE MIRACOLI DI SAN NICOLA NELL’ARTE

Le storia di San Nicola dipinte da Ambrogio Lorenzetti (Siena, notizie 1319-1348)

 

I due episodi sono tratti dalla vita di San Nicola vescovo di Myra (270-343) narrata nella Legenda aurea di Jacopo da Varagine (sec. XIII). Nel dipinto l’ordine di narrazione va dal basso verso l’alto.

 

Nella prima storia, il vescovo Nicola si reca al porto per chiedere ai marinai delle navi che stanno trasportando il grano ad Alessandria d’Egitto di darne una parte alla città di Myra, afflitta dalla carestia. I marinai eseguono l’ordine di Nicola e miracolosamente le navi si riempiono nuovamente di grano, così che, giunti a destinazione, i marinai non troveranno nessun ammanco nel carico.

 

Il secondo episodio si riferisce ad un miracolo compiuto dopo la morte. Nel giorno della festa del San Nicola santo, un bambino viene ucciso dal diavolo travestito da pellegrino, al quale il fanciullo aveva offerto l’elemosina. Invocato dal padre della vittima, devoto di San Nicola, il santo riporta alla vita il bimbo, fra la meraviglia e la gioia dei presenti.

 

Le Gallerie degli Uffizi

Ambrogio Lorenzetti (Siena, notizie 1319-1348)

 

La tavola fa parte di una coppia di dipinti con storie di San Nicola (vedi anche l’opera inv. 1890 n.8348 ), la cui struttura complessiva rimane ancora oggi ignota. La presenza di elementi di raccordo lungo uno dei due margini di ciascuna tavola fa pensare che queste costituissero gli elementi laterali di un dorsale d’altare che aveva probabilmente al centro la figura del santo. Pervenute alle Gallerie fiorentine dall’abbazia benedettina di Santa Maria a Firenze, le due opere originariamente facevano parte degli arredi di una chiesa vicina, intitolata a San Procolo. Sono una testimonianza sublime dell’attività del pittore senese Ambrogio Lorenzetti a Firenze, che dimostra, oltre alle straordinarie doti di narratore, la sua predilezione per orchestrazioni spaziali complesse e grande maestria nella raffigurazione del:

 

MIRACOLI – IL MONDO DEL MARE

 

 

https://www.basilicasannicola.it/sez/1/38/236/miracoli-il-mondo-del-mare

 

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SAN NICOLA

 

Demetrio. “Ai nostri tempi”, racconta lo Pseudo-Metodio, un tale Demetrio navigava da Costantinopoli in Tracia per andare al villaggio di Atyr a celebrare la festa di San Nicola. Una tempesta lo fece cadere in mare e mentre veniva inghiottito dalle onde fece in tempo a dire: “San Nicola aiutami!”. Si sentì sollevare in aria e si ritrovò a casa sua (ma egli non lo sapeva e continuava a gridare “San Nicola aiutami!”). I vicini lo sentirono e andarono ad aprire. Sorpresi, poiché il giorno prima lo avevano visto partire, lo tempestarono di domande. Ma poi vedendo che tutti i suoi vestiti erano bagnati compresero il grande miracolo.
 
Il Navigatore solitario. Un saraceno egiziano in alto mare si trovò nel bel mezzo di una tempesta. Ricordando l’uso dei cristiani invocò San Nicola, promettendo in caso di salvezza di farsi cristiano. Apparve allora un uomo venerando che si mise al timone e condusse la nave fino alla rada di Antalya. Domandò se ci fosse una chiesa di San Nicola e, recatovisi, dall’icona riconobbe l’uomo venerando. Restò a vivere in quel luogo e “ancora oggi” i figli vengono chiamati “figli del navigatore solitario”.
 
 
Giovanni, padre di Metodio. Sin da giovane il padre dell’agiografo era devoto di San Nicola. Una volta navigando verso Otranto, giunto nel golfo di Taranto, la nave naufragò. I sette uomini di equipaggio si calarono in una scialuppa, ma anch’essa fu travolta dalle onde e tutti finirono in mare. Il padre grido: “San Nicola aiutami!”. E il santo lo salvò. “Che cosa sono i miracoli celebrati di Elia ed Eliseo, o i prodigi di Mosè in confronto a questi? Solo Cristo ne fece simili, salvando Giona dalla balena e il primo fra gli apostoli Pietro, sprofondato durante una tempesta”.
 
Il monaco Nicola. Simeone Decapolita, uomo di santa vita, inviò il suo discepolo Nicola a svolgere il ministero presso Catabolo. Navigando, giunto all’altezza del Tritone, scoppiò una tempesta. Tutti invocarono San Nicola che apparve proprio al monaco Nicola dicendogli: “Coraggio, adesso ci sono io”. E, tra gioiosa sorpresa di tutti, il mare si calmò.
 
Antonio naufrago.  Antonio, un monaco del monastero della Vergine di Pelekanos (a Costantinopoli), narrò quanto segue. In navigazione verso l’isoletta di Calcide per recarsi al monastero di Sàtoros, scoppiò una tempesta e la nave si rovesciò. Il superiore di Sàtoros inviò una barca con otto uomini per salvarli. Ma i passeggeri non resistettero e andarono a fondo. Antonio mentre sentiva di annegare invocò San Nicola. Ed ecco un uomo venerando lo prese per le spalle e lo risospinse alla superficie. Anche colui che lo tirò nella scialuppa di salvataggio si chiamava Nicola.
 
I ragazzi cretesi. Un venerdì santo mentre i fedeli erano in chiesa a pregare, tre ragazzi andarono sulla spiaggia a giocare. Qui trovarono un ragazzo più grande e con lui sempre giocando salirono su una barca. Un’ondata più forte li spinse in mare e la barca fu trascinata al largo. I genitori accorsi si disperavano, mentre dei marinai si sforzavano inutilmente di raggiungere i ragazzi. Questi ultimi invocarono San Nicola che apparve (visibile solo a loro), diede loro da mangiare e li fece addormentare. Risvegliatisi il giorno di Pasqua, i ragazzi si ritrovarono di fronte all’isola di Dia, poi con vento favorevole rientrarono al porto.
 
I tre cristiani. Al tempo degli imperatori Probo e Floriano (276 d.C.) su una nave che si dirigeva a Costantinopoli c’erano 500 pagani, i quali presero gli unici tre cristiani e li buttarono a mare. Due di essi finirono su uno scoglio apparso all’improvviso, l’altro finì negli abissi e fu divorato da un cetaceo, nel ventre del quale c’era una nave con tanti morti. Trovò anche una borsa preziosa. Riuscì quindi a fuggire dal ventre del cetaceo e a raggiungere i due compagni. Subito lo scoglio si mosse e raggiunsero Bisanzio accolti dal re Vatapon cui raccontarono l’accaduto. Giunsero anche i pagani e furono invitati a pranzo. Mentre mangiavano entrarono i cristiani e dal loro spavento capì che i cristiani avevano raccontato il vero. Prese i pagani e li buttò a mare.

 
Il miracolo di San Nicola

Data sconosciuta, tempera su pannello

Museo dell’Ermitage – San Pietroburgo

Lorenzo Veneziano (“Lorenzo veneziano”) (attivo 1356-1372) è stato un importante pittore a Venezia durante la seconda metà del XIV secolo. Fu il primo pittore della scuola veneziana ad allontanarsi dai modelli bizantini favoriti dai veneziani in stile gotico.

 

 

BARI – La cappella delle reliquie

https://www.basilicasannicola.it/sez/2/96/la-cappella-delle-reliquie

 

Dove si trova il corpo di San Nicola?

Le sue reliquie sono conservate, secondo la tradizione, nella basilica a lui dedicata a Bari e nella Chiesa di San Nicolò a Venezia. La sua figura ha dato origine alla tradizione di San Nicolò, che passa nella notte tra il 5 e il 6 dicembre portando doni ai bambini.

Qual è la leggenda di San Nicola?

Secondo una storia diffusa nel XI-XII secolo, San Nicola diede per dote tre sfere d’oro a tre povere fanciulle, perché potessero sposarsi. Un’altra leggenda lo vede salvare tre fanciulli affamati e senza cibo, ai quali donò tre mele che il mattino seguente si trasformarono in preziosi frutti d’oro.

 

Wikipedia

SAN NICOLA DI BARI

https://it.wikipedia.org/wiki/San_Nicola_di_Bari

 

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, 2 Gennaio 2025