G.BETTOLO, Casa di Riposo dei Marinai a Camogli

Casa di Riposo “ G. BETTOLO”

CAMOGLI

Un po’ di Storia:

L’Avv. Lorenzo Bozzo, figlio di marinai in una città di marinai, il 7 aprile 1917 nella Sala Consiliare di Camogli, espresse quello che era stato uno dei suoi propositi a lungo meditati: quello di “fondare in Camogli una Casa di Riposo per la Gente di Mare della Marina Mercantile, in memoria di Giovanni Bettolo, quale migliore omaggio e ricordo da eternare alla posterità”.

Purtroppo il 2 ottobre 1918 Lorenzo Bozzo, appena quarantottenne, decedeva.  Fortunatamente il seme gettato trovò terreno fertile tra la gente di Camogli.  L’iniziativa fu ripresa dal Sindaco D. Olivari che, nella seduta del Consiglio Comunale del 19 ottobre 1919, fondò il Comitato Operativo per portare avanti il progetto che trovò ampio consenso sia nelle Istituzioni Nazionali che tra i cittadini, che contribuirono con lasciti ed oblazioni a costruire i fondi per la realizzazione della grande opera.

La Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli, fondata nel 1904, si dedicò in modo straordinario all’iniziativa e determinanti furono le collette fatte dai Comandanti tra gli equipaggi camogliesi delle grandi navi del tempo, che portarono in breve a raccogliere complessivamente la somma di L=791.000, pari ad oltre la metà del valore preventivato per la realizzazione dell’opera.

Per dare veste giuridica appropriata all’iniziativa, il Comitato Promotore fu sostituito dall’Opera Pia per l’Assistenza della gente di mare G. Bettolo che con regio decreto del 29.11.1923, N 2669, fu eretta in Ente Morale.

Per spiegare il grande favore con cui la cittadinanza camogliese accolse e portò avanti l’iniziativa, si devono ricordare almeno tre motivazioni:

1) – La profonda stima di cui aveva goduto Lorenzo Bozzo.

2) - L’atmosfera di fervore civile dell’epoca, che si può sintetizzare con

l’espressione “Italia di Vittorio Veneto”.

3) - La lunga consuetudine della cittadinanza camogliese a promuovere Istituzioni di carattere sociale, fiorite quasi esclusivamente sulla generosità degli abitanti: l’Ospedale (fin dal 1800), l’Asilo Infantile (1867), la Piccola Casa di Provvidenza (1868), l’Orfanotrofio maschile (1924).

Il 21 agosto 1929 la Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali concesse alla casa G. Bettolo due mutui per la somma complessiva di lire 1.400.000. Ciò consentì all’Opera Pia di bandire un concorso per la costruzione dell’edificio. La costruzione fu aggiudicata alla ditta Celle & Morando. Il Comune di Camogli contribuì all’opera cedendo l’area del vecchio cimitero. All’esecuzione del progetto prestò la sua opera gratuitamente l’ing. Carlo Montano, in memoria del padre, comandante della Navigazione Generale. I lavori ebbero inizio nel gennaio 1930 e durarono poco più di un anno.

La Casa fu inaugurata il mattino del 1 agosto 1931, dagli allora Sovrani d’Italia, che nel pomeriggio dello stesso giorno assistettero al varo del transatlantico Rex nello scalo di  Sestri Ponente.

Dopo un primo periodo di gestione diretta da parte dell’Opera Pia Giovanni Bettolo, nel 1933 la Casa di riposo passò all’I.N.P.S. e dal 1934 fu gestita dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, che mantenne, e lo fa tuttora, inalterate le sue finalità di assistenza agli anziani marittimi.

La Casa di Riposo G. Bettolo, chiamata anche “Casa dei Marinai”, colpisce per la sua imponente bellezza architettonica e per la splendida posizione a picco sul mare, perfettamente incastonata nel Parco naturale del Promontorio di Portofino.

Per chi arriva nel Golfo Paradiso via mare, è facile scambiare la sagoma dell’edificio per lo shape di una grande nave passeggeri della “belle époque”. Il suo scafo  è dipinto nelle rocce scure e striate che affondano nella schiuma della scogliera, mentre i quattro piani  del complesso, ricordano, persino nei particolari, i ponti passeggeri  di una nave di linea. Questa idea si riflette, ancora, guardando il possente muraglione che, cingendo  l’intero complesso, ne ricorda il Ponte Passeggiata.

 

Al centro della costruzione, poi, c’è la classica entrata a doppie scalinate spioventi che disegnano la prora, sulla quale si staglia l’albero con la bandiera nazionale.

Più simile ad un albergo a più-stelle della Riviera, che ad un’Opera Pia, la Casa G. Bettolo è in grado di sorprenderci anche guardandola da vicino, sia per la perfetta geometria del parco, nel quale giganteggiano alberi secolari, sia per gli interni eleganti e ricchi d’antichi reperti  marinari.

L’indubbia eleganza -old fashion- si respira in ogni angolo dell’edificio e, quando  si è certi ormai di fare la conoscenza con illustri ammiragli, comandanti, ufficiali in attraenti divise, beh! a quel punto si rimane delusi. Nessun maggiordomo in livrea ci viene incontro, mentre antichi personaggi in uniforme appaiono soltanto in alcuni  quadri di gran pregio, tra i molti, raffiguranti  navi italiane famose durante il ventennio ed altre più recenti a colori.

Il personale della Casa G.Bettolo è stato scelto sicuramente per l’alta professionalità, ma soprattutto per la sua paziente semplicità e per il tratto addirittura familiare.

La Casa di Riposo è dotata d’attrezzature alberghiere di prim’ordine (49 stanze singole), ampi saloni da pranzo, soggiorno, aula multimediale ed è munita di servizi efficienti e funzionali che assicurano un soggiorno molto confortevole, con assistenza medica e infermieristica.

Il salone comune, normalmente dedicato alle attività degli Ospiti, può essere adattato ad aula multimediale, dotata di proiettore, visualpresenter, schermi motorizzati combinati VHS e lettori DVD, attrezzature usate per conferenze, presentazioni e proiezioni.

All’interno della casa è situata altresì una piccola Cappella a disposizione di tutti.

Il tutto è affidato a personale altamente specializzato e tecnico. All’interno della struttura una palestra è a disposizione degli Ospiti.

A questo punto il pensiero corre proprio a loro, agli anziani marittimi, alla loro calorosa accoglienza, al rinnovato prestigio acquisito e soprattutto a quel forte impatto ambientale, a contatto diretto con gli elementi marini che ne fanno un tutt’uno con il ricordo della loro passata realtà lavorativa.

Al termine di questa presentazione, riportiamo ciò che a noi è sembrata qualcosa di più che una semplice curiosità: la Casa di Riposo G. Bettolo è il fiore all’occhiello dell’INPS, essendo l’unico “modello” in Italia ed a quanto sembra, nel mondo. Numerose, infatti, sono le delegazioni straniere che ottengono il permesso di visitare e studiare la struttura per poterla riprodurre nei loro Paesi.

Carlo GATTI

Rapallo - 10.02.12



L'ITALIA nacque prima sul Rio della Plata e nelle acque brasiliane che nella nostra penisola

La Partecipazione della Gente di Mare ligure all'Unità d'Italia

1861  -  2011

L’Italia nacque prima sul Rio della Plata e nelle acque brasiliane che nella nostra penisola

I nomi dei velieri liguri nel secolo XIX

di Ernani Andreatta

I nomi delle navi a vela offrono materiale di osservazione sul carattere, gli usi ed i costumi della gente di mare della Liguria. Si tratta di un campo assai vasto, nel quale confluiscono le intenzioni più varie, da quelle religiose a quelle patriottiche, dall’amore della famiglia, all’avventura, al gusto per l’ironia e per il bizzarro. I nostri marinai liguri, abituati a percorrere le vie del mondo in ogni senso, conoscevano molti paesi e, pur essendo spesso analfabeti, parlavano numerose lingue ma per quanto attratti dall’immensità del mare e dalla varietà di tante terre esotiche, custodivano in cuore l’immagine del paesello appollaiato sulle rocce, della casetta tra gli ulivi e conservavano il culto, la gelosia, direi, della propria intimità famigliare. Gente aperta a tutte le idee, intuivano il valore di messaggi rinnovatori ed il Risorgimento Nazionale li vide fra i più vivi ed operanti. Perennemente in pericolo, in continuo contatto con la morte sfiorata in mille occasioni, sentivano la presenza di Dio ed erano devoti e seri nella loro fede; in un atteggiamento spesso distaccato di fronte al potere costituito e spregiudicati negli affari, erano per contro fedeli alla parola data; conservatori nei costumi famigliari, tolleranti del modo di vivere altrui, non molto disposti a subire intimazioni, trovavano in se stessi la capacità di discernere e di decidere secondo le leggi della moralità e dell’umanità.

Ci proponiamo di illustrare a gruppi i nomi delle navi liguri di allora, utilizzando il materiale raccolto da tre nobili studiosi della marineria velica ligure: l’ingegnere Fabio Garelli, fondatore del Museo Navale oggi a Genova-Pegli, il Marchese Gropallo, autore del Romanzo della vela, ed il compianto Gio Bono Ferrari, il camogliese che alla storia della vela dedicò l’intera sua vita e fondò il Museo Navale di Camogli, la città dei “Mille bianchi velieri”.

-Dipinto del brigantino a palo “Oliva Speciosa”, costruito in legno di quercia a Sestri Ponente nel 1872 da S. De Barbieri. Stazza 569 tonnellate, lunghezza 42,60 metri, larghezza 9,85, puntale 6,05, pescaggio 5,84. Capitano A. Dodero, armatori Fratelli Dall’Orso. Autore del dipinto Angelo Arpe. (collezione privata).

 

-Dipinto del brigantino a palo “Andrea Padre”, costruito a Sunderland nel 1856, stazza 414 tonnellate, pescaggio 5,19; capitano B. Risso; armatore A. Dall’Orso. (collezione privata)

-Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini. I quattro “uomini d’oro” dell’Unità d’Italia, raffigurati in un moneta commemorativa per i 100 anni dell’Unità nazionale (collezione privata)


Soggetti Patriottici

La gente di mare ligure partecipò vivamente ai moti del Risorgimento. Armatori, capitani, marinai si sentivano molto vicini ai mazziniani che vagheggiavano un’Italia unita, libera e repubblicana. Non dimentichiamo che Genova, repubblica secolare, era stata annessa al Piemonte nel 1814-15 e per quanto i Savoia facessero, la monarchia al porto e sulle riviere non era granché popolare. Anche dall’eredità del passato nasceva istintivamente la simpatia per chi manifestava desideri ed aspirazioni che erano molto diffusi anche se non espressi. Furono molti i capitani ed i marinai affiliati alla Giovane Italia, uno di questi il Capitano Schiaffino che da Marsiglia, dove faceva scalo con “l’Unità d’Italia” per i suoi traffici, trasportava a Genova lettere e pubblicazioni di Mazzini dirette al Marchese Pareto. Questo gli fece meritare il nomignolo di “Capitan Posta”. Quel tricolore a cui si aspirava in Italia, già sventolava su alcune navi in mari lontani. Le navi dei mazziniani che nei mari dell’America Latina battevano il tricolore. Possiamo quindi dire che l’Italia nacque prima sul Rio della Plata e nelle acque brasiliane che nella nostra penisola. Le navi portarono nomi di ispirazione patriottica soprattutto nel primo periodo dell’epoca eroica della vela, cioè dal 1820 al 1860. Nel 1845 un brigantino goletta “La vittoriosa”, dei Fratelli Chiarella di Chiavari, si affermò nei traffici del Mar de la Plata, nel 1847 il Brigantino “Europa” scaricò nel porto di Callao quaranta gozzetti fatti nei cantieri chiavaresi. Le prime guerre di indipendenza erano appena terminate, Novara era un cocente e penoso ricordo, quando una nave chiavarese, portante un nome augurale, “Unione Italiana”, partì per iniziare i suoi traffici in mari lontani. Una relazione consolare sarda comunicò al governo nel Luglio 1851 che il Capitano Sebastiano Chiarella era presente lungo le coste del Meinam in Cocincina oggi Min-Nam-Trang nelle vicinanze di Da-Nang e di Hué la capitale imperiale dell’attuale VietNam. Questo fu il primo bastimento italiano che giunse in quelle regioni allora riservate agli inglesi, ai portoghesi e ai parsi. Pochi anni dopo un’altra nave dei Chiarella, il “Colombo” al comando del capitano Chiappara di Cavi rimase per quattro anni a trafficare nei mari della Cina. “Italia”, “Patria”, “Unità d’Italia”, “Unione”, “l’Amor di Patria”, “La Libertad”, “Risorgimento”, “Pensiero Italiano”, “Carbonara”, “L’Italiana”, ecco alcuni tra i più frequenti nominativi dei velieri liguri di quel periodo. Di frequente più navi avevano lo stesso nome così “Italia” si chiamò un Lugre (1) che trafficò a lungo con i porti del Brasile, ma lo stesso nome portò un brigantino di cui Nino Bixio assunse il comando a Montevideo per la navigazione fluviale. Capitan Bixio non era il tipo da limitarsi al fiume Paraguay ed un bel giorno caricò e fece vela per Valparaiso, doppiando Capo Horn e ritornando felicemente a Buenos Aires. Per molti anni fu comandante di una “scuna”(2) “L’italiana”, lungo le rotte di Capo Horn e del Pacifico. “Patria” si chiamò il Cotre (3) che naufragò nel 1856, carico di calce viva in barili, al comando di Giuseppe Garibaldi sulle Bocche di Bonifacio. L’equipaggio si salvò a nuoto sulle rive di Caprera, fu questo forse il primo contatto fra l’Eroe dei Due Mondi e la terra che oggi ne racchiude le spoglie.

-Dipinto del Brigantino a Palo “Antonio Camogli”. Autore Gavarone 11.8.1869. Il capitano Fortunato Schiaffino, bisnonno del Comandante Giovanni Schiaffino detto “da Balenn-a”, di Chiavari, ne era l’armatore. (Museo Marinaro Tommasino-Andreatta di Chiavari).

-Dipinto del Brigantino a Palo “Francesca Camogli”. Autore Gavarone 30.6.1871. Il capitano Fortunato Schiaffino, bisnonno del Comandante Giovanni Schiaffino detto “da Balenn-a”, di Chiavari, ne era l’armatore. (Museo Marinaro Tommasino-Andreatta di Chiavari).

L’armatore Barabino battezzò “Campidoglio” un brigantino che fece servizio di linea per il Cile ed il Perù, passando per Capo Horn. Spesso gli armatori ricorsero a curiosi giochi di parole per poter dedicare le loro navi alla propria idea politica, eludendo la censura dell’autorità. L’armatore Marcenaro, fedelissimo a Mazzini, chiamò il proprio brigantino “Idea M”. Tutti, nell’ambiente marittimo e liberale, sapevano che il nome significava “Idea Mazziniana”. La voce giunse alla capitaneria e furono chieste spiegazioni all’interessato, il quale dichiarò che il nome del barco per lui era “Idea Marcenaro”, se gli altri la intendevano in modo diverso lui non poteva farci niente. I funzionari del Comitato del Mare, zelanti custodi della ortodossia politica dei marinai liguri, furono così messi a tacere. I fratelli Devoto, armatori di Sampierdarena, essi pure mazziniani, misero in mare tre navi golette dai nomi a chiave. La prima si chiamò “Solo”, la seconda “Unico”, la terza “Scopo”. Nessuno comprese il significato di tali denominazioni finché non fu varata la quarta nave battezzata “Giuseppe Mazzini”. Il pensiero apparve allora chiaro: “Solo Unico Scopo Giuseppe Mazzini”, cioè l’Italia unita con governo repubblicano. Intervenne il Consolato del Mare e impose il mutamento del nome dell’ultimnave e da quel giorno si chiamò “Speranza”. “Mazzini” fu invece il nome di un brigantino che un fedele seguace del Pensatore genovese, il Rossetti, armò nel Brasile con le patenti di nave da corsa affidandone il comando a Giuseppe Garibaldi. Nino Bixio fu primo ufficiale su una goletta dell’armatore Piccarello. Si chiamava “Pio IX”, cambiò nome al tempo della Repubblica Romana nel 1848 e divenne “Popolano”. Tramontata la Repubblica tramontò anche questa democratica denominazione. Nel 1855 Nino Bixio ebbe finalmente uno ship che si chiamò “Goffredo Mameli”. Con tale nave Bixio aprì una nuova via ai traffici italiani, quella dell’Australia, fu infatti il primo capitano italiano che raggiunse Melbourne. Una delle due navi scuola della marina velica italiana, il “Massimo D’Azeglio”, fu uno ship veloce e snello adibito ai traffici della Birmania. Nei suoi viaggi portava gli allievi già diplomati capitani per i corsi di pratica. Durante una tempesta in Atlantico fu disalberato e rimase in balia del mare per dieci giorni finché l’equipaggio e gli allievi furono salvati da una nave inglese. Nella seconda metà del secolo, allorché l’unità d’Italia fu compiuta gli armatori non si preoccuparono più di dare alle loro navi nomi patriottici, ma prevalsero allora l’orgoglio e gli affetti della famiglia. Ma il 20 Luglio 1918 i Gotuzzo, nel Cantiere Navale degli Scogli a Chiavari, varano ancora un Brigantino Goletta di nome “Tricolore” di tonn 266, Il “canto del cigno” dei nomi patriottici. Gli armatori sono Salvatore e Vincenzo Pirrofu Ciro di Gaeta. A quanto ci risulta è uno degli ultimi nomi a carattere patriottico, anche se l’Unità d’Italia è una realtà ormai consolidata.

 

 

-20 Luglio 1918, iniziano le operazioni di varo dei Brigantino Goletta “Tricolore” dai Cantieri Navali di Luigi Gotuzzo agli Scogli. Sulla destra della foto si notano l’Antica Casa di Pastorino Tacchetti e il capannone dei Cantieri Navali Gotuzzo. Entrambi gli edifici sono stati abbattuti negli anni ‘60 da una discutibile riconversione dei cantieri navali.

 

-Il B.G. “Tricolore” tocca l’acqua. In quel momento furono lanciatesul bagnasciuga, dalla poppa del veliero, alcune ceste di pane dette “michette” in segno di simbolico augurio di prosperità. Il “Tricolore” il 22 Luglio 1941, alle 22.15, mentre è in convoglio da Tripoli a Bengasi viene affondato a cannonate da un sommergibile a 25 Miglia a Sud Est di Ras Auegia a 500 metri dalla costa.

Legenda:

1) Lugre o Lugro: o Veliero a due o tre alberi con più vele auriche al terzo o al quarto, tipiche di altre imbarcazioni come il trabaccolo; ancora in uso per i traffici di cabotaggio e la pesca costiera nel Mare del Nord, fino al secolo scorso fu anche armato dalla marina inglese per difendere le coste da similari bastimenti corsari.

2) Scuna: dopo il brigantino a palo (localmente detto “scippe”), il bastimento mercantile più costruito ed amato dai Liguri fu, indubbiamente, il brigantino- goletta (“scuna”).Il brigantino - goletta, secondo la nomenclatura contenuta nell'Ordinanza Ministeriale n° 320 del novembre 1872 e nella successiva del 1879, è così descritto: “Bastimento con due alberi verticali, il primo a vele quadre, il secondo a vele auriche e bompresso”. Ma nella parlata comune dei porti liguri fu chiamato più semplicemente “Scuna”, con una propria riduzione dalla voce inglese “Brik - Schooner”.

3) Cotre: scafo tipo tartana, un albero, con fuso e controfuso a vela aurica, una randa normalmente senza il boma. Il tipo successivo del cotre è quello a mezzana, che ha la poppa tonda e una vela latina di mezzana con buttafuori.

Le monete in corso a Chiavari e in Liguria prima dell’Unità d’Italia. La lira “immaginaria” e la lira fuori banco abusiva detta “buona”. Le analogie con ciò che si verificò in Europa, nel 1999, con l’introduzione dell’Euro e i decreti di Napoleone nel 1800 con l’emissione di monete secondo il sistema metrico decimale.

di Ernani Andreatta e Giovanni Ghio

 

Nella contabilità dell’azienda armatoriale si sono rilevate spesso scritture di questo tipo; “imprestatogli il conto valute diverse”, ab Lire, Ln, Lg, “pagato a fratelli Ghio quondam Martino per aggio valute diverse”.

Queste note ci hanno incuriosito e spinto ad approfondire le ricerche con dei risultati sconcertanti; a Chiavari ed in Liguria in generale per oltre quarant’anni sono circolate quattro tipi di monete contemporaneamente.

Vittorio Emanuele I nel 1816 decise di abolire il vecchio sistema monetario e adottare il sistema decimale fu così messa in circolazione la “lira nuova del Piemonte”, di valore pari al franco francese la cui parità fu fissata in grammi 4,50 di argento o grammi 0,290322 di oro fino.Tale moneta rimase fino alla unificazione l’unità di conto del Regno. A Genova, e quindi anche a Chiavari si usavano altre unità di conto, la principale era “ la Lira fuori banco di Genova” detta “di tariffa” che conteneva grammi 0,24067 di oro fino ed ufficialmente equivaleva alla lira nuova diminuita di un sesto cioè circa 83/100 di questa moneta ufficiale.

Non erano queste le uniche monete in circolazione nella nostra regione, una era la “lira fuori banco abusiva” detta “buona”. Le quotazioni dei prezzi espresse in questa lira erano più alte di quelle di “tariffa” con un aggio maggiore o minore a seconda della disponibilità esistente sul mercato delle diverse specie.

La lira abusiva buona corrispondeva a qualche cosa di meno di quella fuori banco di tariffa; che valeva L. 0,83 di quella ufficiale, nel 1842 in Porto Franco fu quotata L. 0,80.

Nella Riviera di Ponente l’unità di conto era la Lira “immaginaria”. Il governo piemontese proibì ripetutamente l’impiego delle lire fuori banco ma tutto fu inutile, la consuetudine durò a lungo. La ragione è chiara; erano in circolazione una grande quantità di monete genovesi di antico conio che avrebbero dovuto essere ritirate al tempo del riordinamento monetario avvenuto nel 1826.

Le autorità piemontesi non le ritirarono per la differenza di valore che avrebbe determinato per l’erario una ingente perdita e le lasciarono in circolazione. Le conseguenze furono che per alcuni decenni le contrattazioni in tutta la Liguria furono fatte in quattro monete diverse:

1) la lira fuori banco di tariffa valutata 0,83 di quella piemontese.

2) la lira abusiva di Genova, che valeva 0,80 centesimi di quella ufficiale.

3) monete d’oro varie della Repubblica che avevano un corso ed un mercato abusivi.

4) la moneta legale ossia la lira nuova del Piemonte.

È facile immaginare il guazzabuglio e la congerie di conguagli che dovevano avvenire ad ogni operazione e così si andò avanti per oltre quarant’anni sino al 1862.

Monete della Repubblica di Genova. Immagine tratta da “Storia di Genova” di Federico Donaver - Guido Mondani Editore

Per completare meglio questo interessante capitolo, ci siamo rivolti a Giovanni Ghio, esperto del settore, titolare per molti anni del noto negozio di cambiavalute in piazza Matteotti a Chiavari, che dopo accurate ricerche ci ha fornito le seguenti notizie. Il 21.11.1810 Napoleone nomina Chiavari capoluogo del dipartimento degli Appennini. La pergamena originale è stata restaurata ed è conservata come una preziosa reliquia sotto un panno di velluto rosso nella sala della giunta del Comune di Chiavari. Già nel 1805 la Repubblica Ligure era stata annessa all’Impero Francese, dopo l’incoronazione di Bonaparte re d’Italia avvenuta a Milano. La Liguria e di conseguenza Chiavari, sono coinvolte nell’onda lunga degli sconvolgimenti a cui la rivoluzione francese sottopone l’intera Europa. Se culturalmente, storicamente, economicamente, Napoleone rappresenta lo spartiacque tra il ’700 e l’800, nel campo della circolazione monetaria le innovazioni sono determinanti e rivoluzionarie.

Il lunghissimo periodo del governo dei Dogi era terminato nel 1797. La gloriosa zecca di Genova aveva cominciato a coniare nel 1139, grazie al privilegio concesso dall’imperatore Corrado II di Svevia. L’ultima emissione comprendeva i seguenti valori: le quattro monete d’oro da 96, 48, 24, 12 lire, le quattro monete d’argento da 8, 4, 2 e 1 lira, le monete in mistura da 10 soldi e 8 denari, il 4 denari in rame. All’inizio del 1800 un chilo d’oro valeva 4135 lire di Genova e un chilo d’argento 270 lire. Napoleone decreta l’emissione di monete secondo il sistema metrico decimale in tutte le nazioni conquistate dove il marengo (equivalente a 20 lire) diventa la moneta di riferimento. Riesce così brillantemente nel suo intento di unificazione monetaria europea (è inevitabile un’analogia con ciò che si verificò con l’introduzione dell’Euro nel 1999). Nel 1814 Genova conia il marengo da 20 franchi e il doppio marengo da 40 franchi in oro, nonché il 5 franchi, il 2 franchi, il franco ed il 1/2 franco in argento.

Alla caduta di Napoleone, nel 1814, prima dell’annessione al regno di Savoia, la Repubblica Genovese conia la moneta da 10 soldi in argento, il 4 e il 2 soldi in mistura, il 4 denari in rame, tutte monete di piccolo taglio di cui si sentiva l’esigenza. Anche a Chiavari le suddette monete circolavano contemporaneamente a quelle emesse in precedenza.

I re di Savoia, da Vittorio Emanuele I a Carlo Felice, dapprima tollerarono la circolazione delle vecchie monete in oro (doppia di Savoia, quadrupla di Genova, doppia di Milano, ruspone, zecchino) e in argento (scudo di Savoia, scudo di Francia, pezza da 2 franchi, crocione, tallero, francescone, piastre di Spagna). La circolazione contemporanea di tante monete di emissioni dei vecchi stati creava però una grande confusione dovuta soprattutto ai complicati calcoli di conguaglio che erano necessari eseguire per ogni operazione commerciale.

Di conseguenza, con editti reali datati 1816, 1823, 1826, 1830, i re di Savoia imposero la monetazione basata sulla lira nuova di Piemonte, autorizzando le zecche di Genova e Torino alla coniazione di monete, privilegio che esse mantennero fino all’unità d’Italia nel 1861.

Dopo tale data queste zecche cessarono la produzione e vennero sostituite dalla zecca di Roma e, per un breve periodo, da quelle di Milano, Firenze, Bologna e Napoli. Per alcune monete divisionali (10 e 20 centesimi) i Savoia si avvalsero di zecche estere situate a Berlino, Birmingham e Parigi. Gli avvenimenti politici, intanto, avevano visto l’unificazione d’Italia e la consacrazione di Roma quale capitale, per cui in tutto il Regno d’Italia circolava la lira dei Savoia quotata alla pari del franco francese, della peseta spagnola (unione latina), del franco belga, del franco svizzero.

Moneta in oro di Carlo VI, re di Francia, montata per un collier dono alla figlia da parte della mamma nel 1997 (collezione privata)

Bibliografia: “Memorie dal Mare“ a cura di Ernani Andreatta edito nel 1997

Chiavari, 15.03.11


L'ASTROLABIO dell'Associazione SESTANTE

ASTROLABIO

Realizzato dall’Associazione Culturale Il Sestante

Mercoledì 23 febbraio 2011, nel corso di una cerimonia semplice ma molto significativa, il Presidente dell’Associazione culturale il “SESTANTE” Enzo Gaggero ha consegnato in omaggio all’Ammiraglio di Divisione Pierluigi Rosati, comandante dell’Accademia Navale di Livorno e al suo Staff di Ufficiali di Stato Maggiore, un imponente ASTROLABIO (2,5 alto x 1,5 largo circa ). Questo strumento è il frutto di molti anni di studio e di circa sei mesi di lavoro grafico per la sua attuazione. Il risultato finale è quindi il figlio di una scelta passionale per l’astronomia, di un viscerale “Amore” per l’Accademia Navale di Livorno, ma soprattutto dell’impegno didattico che anima questa Associazione nella divulgazione di una materia tanto affascinante quanto sconosciuta presso i giovani e non solo. Questo é ciò che é emerso dai discorsi introduttivi dell’Ammiraglio Rosati e del Presidente Enzo Gaggero che sono stati molto applauditi per la loro saggezza e disponibilità a creare sinergie tra le Istituzioni Governative e il mondo civile.

Com’é noto, l’Accademia Navale di Livorno é considerata il Tempio dell’insegnamento delle materie nautiche per i futuri ufficiali e comandanti di navi militari e mercantili, pertanto, i suoi docenti di astronomia e navigazione sono ritenuti, per consolidata tradizione, i migliori e preparati tra coloro che esercitano questa benemerita professione.

In parte militari, in parte civili, i professori presenti hanno voluto aprire in coda al previsto cerimoniale, un ampio dibattito scientifico sull’Astrolabio per capirne innanzitutto lo scopo, il funzionamento ed infine i risultati pratici che esso é in grado di fornire. Ne é emersa una profonda analisi teorica, molte precisazioni ed infine un sincero apprezzamento per uno strumento “originale” che ha trovato un suo spazio, una sua identità specifica tra gli strumenti scientifici già conosciuti e usati sulle navi.

A questo punto, vale forse la pena riassumere brevemente il suo funzionamento. L’Astrolabio realizzato dall’Associazione “Il Sestante” é uno strumento che va impostato sulla latitudine dell’osservatore, ad una determinata ora (ora dell’orologio aumentata o diminuita dalla correzione FUSO). “Aggiustato” su questi due parametri soltanto, lo strumento consente l’immediato confronto della visione grafica sull’astrolabio (nomi delle stelle e pianeti) e la volta celeste visibile all’osservatore. Si tratta quindi di un apparato utilissimo e di rapida consultazione in vista delle misurazioni delle altezze degli astri che, tramite i calcoli astronomici previsti, consentono di ottenere la posizione della nave. Tuttavia, lo scopo didattico primario dello strumento, che in Accademia é stato subito ribattezzato “Astrolabio Enzo Gaggero”, é esteso a tutti giovani e meno giovani “osservatori del cielo” che possono teoricamente prefigurare la volta celeste sullo strumento e subito dopo fissarla “visibilmente” nella memoria, non solo a occhio nudo, ma anche con l’uso di binocoli o meglio ancora di telescopi più o meno potenti, ed impararne i nomi, la luminosità e le caratteristiche astronomiche/astrofisiche.

Non mi rimane che complimentarmi a nome di tutti gli amici con il nostro “valente” socio Enzo Gaggero insieme alla sua équipe, naturalmente, per l’eccellente risultato e i relativi riconoscimenti ottenuti, ma anche per la sensibilità dimostrata nel voler ringraziare a tutto campo il sostegno avuto dal “Museo Andreatta”, tramite il suo curatore Nanni Andreatta e, immeritatamente, “Mare Nostrum” da me rappresentato.

E’ nostra intenzione presentare l’Astrolabio ai soci di Mare Nostrum  e non solo a loro, ovviamente. Mi riservo pertanto di prendere i dovuti accordi burocratici e fissare una data che vi sarà comunicata per tempo.

 

Carlo GATTI

 

Rapallo - 01.01.11

 

 

 


UNA DONNA italiana al comando

LAURA PINASCO

La Donna al Comando di una Nave

Il  mare, le navi e la sua gente appartengono al capitolo più antico della nostra storia e  nessuno si è mai meravigliato che la sua evoluzione procedesse nei secoli con la velocità di un bradipo. Tuttavia, all’alba del Terzo millennio c’è da registrare, con gran piacere, un “paso doble”, uno scatto di velocità che, ancora negli anni ’60, non era neppure nei pensieri profetici delle Marine più avanzate della terra: Naturalmente, proprio in quegli anni, vi erano già alcune eccezioni alla regola e la più curiosa era, per quanto ne sappiamo, rappresentata da una coppia polacca. Lei era il comandante, lui il primo ufficiale di coperta e non viceversa... di una grande carboniera che approdava  a  Genova per rifornire la Centrale Elettrica sotto la Lanterna che, a tutt’oggi,  illumina  le calate del porto. Si ricorda pure di una raffinata comandante francese che scalava mensilmente il nostro porto negli anni ’80, con una chimichiera. L’intrepida comandante si era fatta un brutto nomignolo, tipo “sfiga”, perchè arrivava sempre in piena notte e con mareggiate che montavano la diga.

Oggi la donna al comando di navi è una realtà! e capita  di leggere che persino le “cazzute” navi da guerra si stanno adattando ai tempi: La Marina britannica rompe un tabu'. Per la prima volta nella storia, due donne assumeranno il comando di navi da guerra. I tenenti Sue Moore e Mel Rees prenderanno il comando di due pattugliatori... La nomina viene dopo una serie di gravi scandali che hanno imbarazzato la Royal Navy. L'ultimo caso si e' chiuso un mese fa con la condanna di un ufficiale soprannominato "Mutande" che aveva cercato di approfittare di alcune subordinate.

 

Secondo quanto ci fa osservare lo storico navale Maurizio Brescia, il primo caso “scomodo” si verificò negli USA all'inizio degli anni Ottanta sulla Norton Sound, prima unità della U.S.Navy con equipaggio misto. L’impietosa statistica dice che:  “nei primi due anni d’attività, a bordo della Norton Sound furono accertate le più elevate percentuali di casi di omosessualità (maschile e femminile) sino ad allora registrate nella Forze Armate...

 

Per la verità, noi eravamo rimasti all’episodio, altrettanto imbarazzante, di un giovane marinaio che  filmò la sua notte d’amore a bordo, costando alla famosa portaerei USS- Einsenhower, seconda nave da guerra con equipaggio misto (415 donne su 5000 d’equipaggio), il grazioso nomignolo di “Love boat”. A volte certi frutti maturano...  e la potentissima unità ritornò alla base di Norfolk in Virginia, con 15 soldatesse incinte, dopo sei mesi di missione in Adriatico (Guerra di Bosnia).

 

Lasciamo ad altri la cura di certi pruriti... e segnaliamo invece ai nostri lettori che, per quanto riguarda la Marina Mercantile nel mondo, non solo si è verificato il passaggio della donna al comando, ma ciò è avvenuto con eccellenti risultati e qualche primato.

Una donna al comando di una famosa nave passeggeri


14 aprile 2008 - Il comandante svedese Karin Stahre Janson sul Ponte di Comando della Monarch of the Seas

 

Monarch of the Seas, la splendida nave da crociera, approdata più volte nel Tigullio. La svedese Karin Stahre Janson è la prima donna comandante di una nave da crociera al mondo. Dopo numerose esperienze a bordo di navi da carico e petroliere, Karin ha preso il comando della prestigiosa 
Monarch of the Seas, della Compagnia statunitense “Royal Caribbean” (2.400 passeggeri e 850 membri d’equipaggio). Nel suo primo periodo di comando, la Vikinga ha compiuto crociere da Los Angeles a San Diego, Catalina e Messico.

Le donne rappresentano meno del 2% su 1.250.000 marittimi del settore mondiale. In Italia, la presenza femminile a bordo delle navi mercantili è ancora inferiore alla media degli altri paesi europei: 1,2% del totale-equipaggi, contro il 4,2% della Germania, l’8,3% del Regno Unito, il 10-12% delle flotte scandinave.

Verso la metà degli anni ’80, dopo aver sostituito il proprio equipaggio nordico con uno interamente italiano, il comandante svedese Magnus Gottberg si trasferì in Mediterraneo con la propria nave passeggeri Drotten e un giorno mi disse con stupore:

Quando passeggio per i corridoi della nave, il personale si agita e si alza in piedi se è seduto, qualcuno si mette persino sugli attenti e non mancano quelli che accennano all’inchino. Trovo tutto questo molto imbarazzante. Da noi c’è rispetto ma non deferenza, c’è stima per il grado, ma nessun panico per l’uniforme”.

Le considerazioni sul tema ci porterebbero assai lontano. Ci limitiamo, pertanto, a gettare un sassolino nello stagno dicendo che l’antica etichetta appiccicata al comandante di nave: “Dopo Dio ci sono io”, sembra ormai arrivata al traguardo. Il suo millenario percorso sta sfumando con il passaggio epocale, tuttora a macchia di leopardo, dall’Autoritarismo-Autorevolezza, dal militarismo alla democrazia. Da chi impone con la forza le proprie regole a chi applica una superiorità morale, un carisma che sa destare, comunque, un forte rispetto negli altri. La strada è ancora lunga e tortuosa, ma l’agognata  meritocrazia è alle porte, e una volta imboccata, non potrà che far riemergere il “pianeta donna” dalle catacombe della storia.

Ma venendo ai fatti di casa nostra, anzi a quelli di una nostra vicina di casa... cogliamo l’occasione per  parlarvi del capitano di lungo corso Laura Pinasco: La donna al comando della più grande nave porta-bestiame del mondo.

 

Nata e cresciuta a Lavagna, Laura si è diplomata  nel 1997 all’Ist. Nautico di Camogli e, nello stesso anno, ha iniziato a navigare  con una compagnia  di traghetti.

 

Nell'arco della sua carriera è stata ufficiale di coperta su navi Ro-Ro, gasiere  e porta-bestiame.  Ha assunto per la prima volta il comando nel 2003 ed è entrata nella società Siba Ships con la  qualifica di primo ufficiale nel 2006.

Il 7 luglio 2008, Laura Pinasco ha terminato il suo primo viaggio al comando della Stella Deneb di 50.947, portandosi a casa  il primato di prima donna al comando della più grande nave porta-bestiame del mondo. Un quotidiano, riferendosi al carico “speciale” intitolava con un certo sense of humor:

 

“A bordo, Noè mette il rimmel”

 

Di un certo spessore ci sembra invece il commento dell’armatore:

 

<Il comandante Pinasco> -

 

Ha sottolineato il presidente della Siba Ships, Mauro Balzarini –

 

<E’ una dei nostri ufficiali più esperti e siamo stati lieti di affidarle il comando di una nostra  nave. Laura Pinasco è l'esempio di come una persona fortemente motivata  possa percorrere  con successo una carriera in mare>.

Il Comandante Laura Pinasco (nella foto) ha preso in consegna il 24 marzo 2006, dal precedente armatore Pan United  di Singapore, la “Stella Deneb” (sullo sfondo) che è la più grande nave “porta-bestiame” in questo momento esistente al mondo.

 

Il Comandante Laura Pinasco

 

La M/n Stella Deneb è una nave  lunga, alta e ventosa, con una visibilità limitata e difficile da gestire

 

E’ stato chiesto alla giovane comandante:

In un ambiente quasi tutto maschile, come quello marittimo, ha incontrato delle difficoltà nel fare carriera?

 

“Non credo che le donne abbiano vita facile in certi ambienti di lavoro e, devo dire che ho avuto parecchie difficoltà. Nel 1997, durante il mio primo imbarco sentivo ripetere sempre la stessa frase: “In Italia non siamo ancora pronti per avere le donne a bordo”.

 

Dopo 10 anni ancora la sento. Al termine del mio primo imbarco, non mi è stato compilato l’estratto di navigazione fuori degli Stretti (Gibilterra e Suez) con la scusa che  non mi sarebbe mai servito! Per fortuna, ci sono anche Compagnie ed armatori illuminati, come la Siba Ships ed il sig. Mauro Balzarini, che invece hanno coraggio di scommettere sulle donne. Io, per fortuna, non sono né il primo né l’unico Comandante donna in Italia”.

 

Comandante, lei ha 30 anni e una saggezza da lupo di mare. Consiglierebbe ad altre ragazze questo mestiere?

 

“Non lo farei a cuor leggero. Non sono pentita, perchè ho avuto una vera folgorazione per questa professione, e ho avuto le mie soddisfazioni. Ma è desolante il panorama per un’eventuale lavoro a terra. Molti Corpi-Piloti e Società di rimorchiatori portuali vedono le donne come una vera minaccia, nel senso che un’eventuale maternità sarebbe per loro una perdita di profitti inaccettabile”.

 

Coraggio comandante Pinasco! Vi sono in questo periodo due donne-piloti nei porti di Venezia - Augusta e altre sui rimorchiatori portuali. Mi creda! I Signori Balzarini  si trovano anche tra le banchine portuali...

SCHEDA DELLA NAVE   STELLA DENEB

 

Lunghezza 213,20      mt.
Larghezza 32,20      mt.
Pescaggio estivo 11,51      mt.
Stazza Lorda 50.947    tonn.
Stazza Netta 21.479    tonn.
Stazza-Suez Canal 60.513    tonn.
Capacità trasporto pecore 2.072 - MQ 37.713
Capacità trasporto bestiame 2.072 - MQ 37.999

Terminiamo con una nota statistica che potrebbe interessare il ministro Brunetta e  la  politica dei “bamboccioni”. E’ accertato che soltanto il 5% dei diplomati Nautici italiani va a cercarsi un imbarco, il restante 95% preferisce  “comandare la perpetua...”  quando la mamma va a navigare...

 

 

 

CARLO GATTI

Rapallo -8 marzo 2011

 

 

 


Navi e Marinai

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Quante vite salvò GUGLIELMO MARCONI ?

 

Quante vite salvò GUGLIELMO MARCONI ?

 

GUGLIELMO MARCONI

 

Quante vite salvò lo scienziato italiano? Nessuno può saperlo, perché i suoi miracoli “civili” si ripetono ogni giorno!

 

La nave Yacht ELETTRA ex ROVENSKA - La nave laboratorio di G.Marconi detta anche "la nave bianca dei miracoli". (Museo Marinaro Tommasino Andreatta di Chiavari)

 

 

 

Sopra e sotto, la Nave Yacht  ROVENSKA nel 1909 con la bandiera austriaca

 

 

 

 

Piani di costruzione della nave Yacht ELETTRA ex ROVENSKA

 

 

 

Le due foto sopra e sotto, rappresentano parti "abbandonate" della chiglia dell'ELETTRA conservate a Villa Durazzo, Santa Margherita Ligure.

 

 

 

 

Roma, Museo delle Poste e Telecomunicazioni del Ministero: sopra, la cabina della nave Yacht ELETTRA di G.Marconi, ricostruita all'interno del Museo. Sotto: Trasmettitore HF da 2Kw telegrafico costruito dalla Marconi Wireless di Londra che fu utilizzato a Coltano per il traffico CW a lunga distanza. QUesto trasmettitore denominato 'Pechino' fu usato il 13 ottobre 1931 per trasmettere il segnale, inviato da G.Marconi, che illuminò la Statua del Redentore a Rio de Janeiro.

 

 

 

 

G.M. DIXIT:

La scienza è incapace di dare la spiegazione della vita; solo la fede ci può fornire il senso dell'esistenza: sono contento di essere cristiano. (dal Discorso al I° congresso della Radio Industria italiana a Bologna, 5 maggio 1934

Mi descrivo così: Sono stato un fisico italiano. Conosciuto per aver sviluppato un sistema di telegrafia senza fili che ottenne una notevole diffusione: su di esso si basano TV, radio, telefoni portatili e cellulari, telecomandi e molto altro.”

 

 

SINTESI DELLE ATTIVITA’ DI GUGLIELMO MARCONI

25.04.1874 - Guglielmo Marconi nasce da Giuseppe e Anna Jameson a Bologna, nella casa attigua al palazzo Marescalchi, ora palazzo Orlandini, in via IV novembre n.7 (già via delle Asse, n. 1170). Una lapide ricorda l'evento. Il bimbo sarà poi battezzato nella chiesa di San Pietro. Muore a Roma il 20 Luglio 1937.

1886 - Dopo aver frequentato le 'elementari' di Casalecchio G.M. consegue la licenza e viene iscritto all'istituto Tecnico Cavalleri di Firenze. Una lapide ricorda il piccolo allievo.

1887 - La famiglia Marconi si trasferisce a Livorno, dove Guglielmo frequenterà l'istituto Nazionale, scuola privata di tecnica: non conseguirà il diploma. Sulla facciata dell' edificio una lapide ricorda io studente tredicenne.

1891 - Ancora a Livorno G.M. riceve lezioni private dal Prof. Vincenzo Rosa, insegnante di Fisica nel locale Liceo. Qui egli inizia gli esperimenti nel campo dell'elettrotecnica e si interessa delle onde elettromagnetiche.

1894 - Durante la villeggiatura estiva ad Andorno, nel biellese, G.M. matura l'idea di realizzare la telegrafia senza fili servendosi delle onde hertziane.

1894 - La madre acconsente a trascorre l'autunno-inverno nella villa di Pontecchio. Nella soffitta della villa G.M, installa un modesto laboratorio, qui per circa un anno perfezionerà le sue prime apparecchiatura, ideando i componenti basilari della radio. Realizza un 'coherer' ad elevatissima sensibilità, sperimenta i riflettori nel trasmettitore e nel ricevitore.

1895 - Nella primavera-estate dei 1895 G.M. trasmette dalla finestra del laboratorio e copre distanze crescenti. Sostituisce al terminale del rocchetto le sfere con lastre e con recipienti metallici.

25.04.1895 - Pare che in questo giorno (che poi coincide con l'anniversario della sua nascita) G.M., applicando un sistema d'antenna ed un collegamento a terra degli apparati trasmittente e ricevente, abbia coperto per la prima volta la distanza di oltre un chilometro. Nei mesi successivi G.M. continua gli esperimenti: ponendo un elettrodo a terra e mantenendo l'altro sospeso in aria realizza il sistema antenna-terra, e vede cosi moltiplicarsi la portata della trasmissione. Il segnale può ora superare ostacoli naturali. Trasmettitore nel giardino di Villa Griffone - ricevitore nel sotto-tetto della villa 'I Pini' in una contigua tenuta di proprietà dei Marconi: le due località distano 1050 metri e sono fra loro nascoste dalla collina dei Celestini. Accanto al ricevitore è Antonio Marchi ('Tugnatt') che conferma l'arrivo dei segnale con un colpo di fucile.

Lo stesso padre di G.M. dettò l'epigrafe di una patetica e celebre lapide: ONORE AL MERITO / DI GUGLIELMO MARCONI / IL QUALE IN QUESTA CASA / FACENDO / LE PRIME PROVE / ANCORA GIOVANETTO /COL SUO INGEGNO E CON LO STUDIO / INVENTO'IL TELEGRAFO SENZA FILI / NELL'ANNO 1895 / AMMIRATO DALL'ITALIA E DALL'EUROPA.

01.1896 - Perfezionata l'apparecchiatura, il segnale copre oltre 3 mila metri di distanza G.M. tenta di far valutare l'importanza della sua scoperta al Ministero delle Poste italiano: falliti questi approcci G.M. decide di recarsi in Gran Bretagna.

02.02.1896 - Accompagnato dalla madre, G.M. parte da Bologna alla volta di Londra con gli apparecchi autocostruiti. A Londra può contare sul particolare aiuto del cugino materno Henry lameson Davis.

03.1896 - Alla fine di marzo Swinton Campbell presenta G.M. a Sir William Preece, Direttore delle Poste e dei Telegrafi inglesi.

02.06.1896 - G.M. presenta all'Ufficio patenti di Londra, accompagnata di una descrizione provvisoria, la domanda del suo primo brevetto (Perfezionamento nelle trasmissioni degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi corrispondenti).

27.07.1896 - A Londra G.M. esegue con buon esito la prima dimostrazione ufficiale di trasmissione alla presenza di Sir William Preecel con scambio di segnali radiotelegrafici fra una terrazza dell'Ufficio Postale ed il tetto dell'edificio della Cassa di Risparmio (Saving's Bank Dpt) nella Queen Victoria Street, alla distanza di circa 1 chilometro. La dimostrazione ha esito positivo e Preece pronunzia la ormai storica frase: 'Giovanotto, avete fatto qualcosa di veramente eccezionale, me ne congratulo'. le trasmissioni sperimentale continuano attraverso le rive dei Tamigi.

09.1896 - Campagna di esperimenti nella pianura di Salisbury: il segnale copre distanze leggermente maggiori. G.M. dimostra ai tecnici delle Poste e Telegrafi inglesi che col "sistema a raggio" le onde di circa 30 cm di lunghezza possono coprire distanze fino a 4 chilometri, e quelle di 70/300 metri anche di 15 chilometri.

07.12.1896 - Stati Uniti - G.M. ottiene il brevetto della radiotelegrafia senza fili col n.586193 (brevetto che verrà confermato nel 1901 coi n.11913).

11.12.1896 - A Londra Sir William Preece dichiara, in una seduta della "Royal lnstitution", la priorità marconiana ed aggiunge di essere autorizzato da Post-Office a disporre liberamente di sperimentare in ogni modo possibile le apparecchiature di Marconi.

1897 - L'anno, si chiude con una circostanza fertile di ulteriori sviluppi: il Servizio Governativo inglese dei fari fa costruire alla Compagnia Marconi un impianto di collegamento radiotelegrafico tra il faro di South Foreland ed il battello-fanale di East Goodwin, distanti fra loro 20 chilometri. La minuscola e prima rete radio stabile d' allarme ebbe subito l'avventura di salvare un piroscafo incagliato.

10.05.1897 - Fra il 10 e il 14 maggio conduce esperimenti fra la terraferma (Lavernock Point) e Flatholm Isl. (canale di Bristol): il segnale copre distanze che raggiungono anche le 9 miglia: questo successo viene definito straordinario dalla stampa britannica.

04.06.1897 - Sir William Preece, capo della divisione telegrafi del Posto Office, riferisce alla Royal Society sugli esperimenti in terra britannica durati circa un anno e conclude: Marconi ha creato un nuovo sistema di telegrafia che raggiungerà luoghi finora inaccessibili".

02.07.1897 - G.M. rientra in Italia per presentare il frutto dei suoi esperimenti al Ministero della Marina. il 6 luglio ripete gli esperimenti alla presenza degli addetti stampa, poi si reca ai Quirinale ove alla presenza dei Reali dà prova della efficienza e della praticità della radiotelegrafia. Da Roma G.M. si trasferisce a la Spezia.

07.1897 - Londra: concesso a Marconi il primo brevetto (n. 121039) sulla telegrafia senza fili in esito alla domanda presentata li 2 giugno 1896. Questo è considerato un atto legale di portata storica.

10.07.1897 - La Spezia - per una settimana G.M. fa esperienze per conto della Marina, dapprima terrestri sulla distanza di 3 km nel piazzale d'ingresso dell'Arsenale (il trasmettitore era installato nel laboratorio elettrico di S. Bartolomeo) poi sul mare tra S. Bartolomeo e l'isola Palmaria, Portovenere e l'isola di Tino. Negli ultimi due giorni il ricevitore è installato sulla corazzata S. Martino che riceve nitidi segnali anche a oltre 1 8 chilometri dalla emittente. A la Spezia il 18 luglio G.M. incontra casualmente Luigi Solari che undicenne gli fu compagno di scuola all'istituto Cavalleri di Firenze e che divenne valido e fedelissimo collaboratore.

13.07.1897 - Stati Uniti - concesso il brevetto n.609154.

20.07.1897 - Con un capitale di centomila sterline si costituisce a Londra la SpA WIRELESS TELEGRAPH & SIGNAL COMPANY LTD (che nel 1900 assumerà la denominazione di Marconi's Wireless Telegraph Co).

11.1897 - E’ dato avvio alla installazione della prima stazione radiotelegrafica fissa sistema Marconi a Needles (isola di Wight) e si realizzano collegamenti sperimentali dapprima con Bournemouth (distante 23 km), poi con Poole (nell' Hampsire) distante 29 km.

04.1898 - Londra: diversi esperimenti fra l'ospedale di San Tommaso e la Camera dei Comuni.

03 .06. 1898 - Si inaugura il servizio radiotelegrafico regolare fra Poole e l'isola di Wight.

20. 07. 1898 - Tra il 20 e il 22 luglio si realizza il primo servizio giornalistico. Il Daily Express di Dublino chiede a G.M. di poter inviare notizie, via radio, dall' alto mare, sullo svolgimento e sui risultati delle regate indette dal Royal Yacht Club nella baia della città. la cronaca è trasmessa dalla nave Flying Huntress che si è spinta fino a 16 km dalla stazione ricevente. L'esito positivo di questo servizio contribuisce ad avvalorare la fama di Marconi.

24. 12. 1898 - Ha luogo la prima comunicazione tra un battello fanale nei pressi di East Goodwine la costa di South Foreland, sulla distanza di 19 chilometri.

1899 - Brevettati i dispositivo sintonici ad induttanza e capacità.

03.1899 - Accordi con il governo francese.

03.03.1899 - Un tempestivo SOS permette di mettere in salvo l'equipaggio dei piroscafo Matbews che aveva urtato per la fitta nebbia un battello fanale. A giudizio degli storici è questo il primo degli innumerevoli equipaggi che le onde radio hanno strappato a morte certa.

27.03.1899 - Collegamento attraverso la Manica, tra Dover e Boulogne (32 miglia). Le antenne sono poste esattamente a Vimereux e a South Foreland.

28 04 1899 - Una forte mareggiata procura danni ed avarie al battello fanale di East Goodwin Sands (collegato via radio coi faro di South Foreland) che, messo in pericolo dal mare in tempesta, lancia il primo segnale di soccorso SOS.

16.06.1899 - G.M., imbarcato sull’ incrociatore francese Vienne, si collega con South Foreland distante 42 miglia.

07.1899 - Nei mesi di luglio e agosto G.M. è invitato a partecipare alle manovre navali inglesi. A bordo dell'incrociatore Juno ha l'incarico della direzione tecnica dei Collegamenti radio tra le navi: i segnali coprono la distanza di 120 chilometri.

12.09.1899 - Invitato dal Dpt Navale degli Stati Uniti G.M. si imbarca sulla Urania alla volta di New York dove giunge il 21 per partecipare alle regate della Coppa d' America.

22.09.1899 - Dal 22 settembre al 3 ottobre C,M. , per conto di alcuni quotidiani, assicura un servizio radiotelegrafico fittissimo durante le regate della International Yacht Races for America’s Club.

03.10.1899 - A bordo dei piroscafi Ponce e Grande Duchesse G.M. radiotelegrafa in media ogni tre minuti ai giornali di New York (via Navesink) l'andamento delle gare. Alla fine della gara sono state trasmesse 33 mila parole, al ritmo di 15 al minuto, in 1200 messaggi.

05.11.1899 - In viaggio verso Southampton a bordo dei transatlantico St. Paul G.M. , che già trasmetteva messaggi per conto dei passeggeri, stampa un notiziario di bordo ed intesta 'Transatlantic Times' il giornale che riporta le notizie ricevute da terra.

1900 - G.M. è presidente della Marconi Wireless Telegraph Co ltd, nata dall' ampliamento della precedente spa con l'ambizioso progetto di costruire una potente stazione in riva all' Atlantico, a Poldhu in Cornovaglia, nel SW dell' Inghilterra.

21.03.1900 - G.M. deposita il brevetto britannico n. 5387 relativo ad un tipo di conduttore di aereo a grande capacità (consistente nell' applicare al filo di antenna due lastre metalliche a forma di cilindro, concentriche sull'asse del radiatore).

26.04.1900 - Londra - G.M. deposita il brevetto n.7777 'Telegrafia accordata o sintonizzata e multipla su una sola antenna di nuovo tipo' (G.M. adottò il circuito oscillante chiuso anche nella trasmissione, creando un collegamento induttivo con l'antenna). E' il corrispondente dei brevetto americano n. 763772.

25.02.1901 - E’ registrato in Inghilterra il brevetto n. 7777 (che sarà universalmente poi conosciuto come: 'telegrafia accordata o sintonizzata e multipla su una sola antenna di nuovo tipo' o 'sistema sintonizzato basato sull'impiego dei circuiti accordati' o 'sincronizzatore del tono' o 'sin-ton').

04.1901 - G.M. è intento a dirigere la costruzione del primo grande impianto di Poldhu, ultra potente nei confronti dei precedenti, che esegue le prime prove tramite la stazione di Lizard e quella di S. Caterina (isola di Wight). Questi lavori richiesero più volte la presenza del Tenente di Vascello Luigi Solari che restò a lungo sul posto fino al 18 dicembre 1902, quando fu inaugurato il servizio radio transatlantico.

02.06.1901 - La Marina Militare Italiana realizza un importante collegamento fra Caprera e Monte Mario (Roma).

04.06.1901 - G.M. ottiene il brevetto inglese n.11 91 3: 'Uso nella trasmissione e nella ricezione di riflettori parabolici e di radiatori sopraelevati con collegamento alla terra'.

17.09.1901 - Un fortunale distrugge la grande antenna della stazione di Poldhu (20 supporti in legno, alti 60 metri ciascuno, disposti in cerchio di 120 metri di diametro). li sistema antenne fu semplificato: il 27 le trasmissioni furono effettuate con un sistema antenne costituito da due soli alberi che sorreggevano un filo teso fra le loro estremità dal quale pendevano 50 fili di rame, distanti all'origine circa 1 metro fra foro e convergenti a terra: i segnali giungono a Crookhaven (360 km).

11.1901 - Poldhu trasmette con 15 kW sulla lunghezza d'onda di 1800 metri circa.

26.11.1901 - G.M. salpa da Liverpool sul piroscafo Sardinia insieme ai suoi collaboratori Kemp e Paget

06.12.1901 - G.M., Kemp e Paget, imbarcatisi il 26 novembre a Liverpool sul piroscafo Sardinia, arrivano a S. Giovanni di Terranova per organizzare l'ascolto dei segnali attraverso l'Atlantico. A Terranova G.M. sceglie la collina detta 'Signal-Hill' (collina dei segnali) per la manovra dei due piccoli palloni frenati e dei sei cervi volanti che aveva portato con se.

10.12.1901 - Un forte vento strappa ancora l'antenna orizzontale di 200 metri di filo, il giorno 11 si prova a far sollevare i fili delle antenna da un grosso aquilone.

12.12.1901 - Un aquilone viene sospeso a 120 metri di altezza: alle 12,30 giungono i tre punti della lettera 5 trasmessi da Poldhu in Cornovaglia attraverso 3.500 chilometri di oceano (2.1 00 miglia marine).

13.01.1902 - New York - si vuole tributare un festoso omaggio al 'Padre della radio' che si accinge a lasciare il suolo americano: al simposio partecipano i luminari della scienza americana, tra i quali si notano Edison, Tompson, Pupin, G.M. si imbarca a New York sul piroscafo 'Philadelphia' per raggiungere l'Inghilterra ove si era deciso di costruire la stazione di Glace Bay (presso Sidney), nella località Table Head, per istituirvi un servizio radiotelegrafico commerciale.

26.01.1902 - G.M. sbarca in Inghilterra: si incontra con il Ten. di Vascello Luigi Solari che invia poi a Roma per mettere i suoi brevetti a disposizione della Marina e dell'Esercito italiani.

3l.05.1902 - G.M. ottiene il Premio dell' Accademia dei lincei.

10.06.1902 - Il Ten. di Vascello Solari si imbarca a Napoli sulla corazzata italiana Carlo Alberto - che salpa per una lunga campagna di esperimenti radiotelegrafici in mare (10/6 - 11-19/6 - Napoli - Kronstadt - la Spezia)

19.06.1902 - La Nave Carlo Alberto giunge nella baia di Poole: il Ten. Solari incontra Marconi a Poldhu.

25.06.1902 - Londra - brevetto 10245: Detector magnetico delle onde elettriche, che può essere usato come ricevitore per la telegrafia nello spazio.

07.07.1902 - G.M. si imbarca a Dover sulla Nave Carlo Alberto e inizia la campagna nel Mare dei Nord e nel Mare Baltico. Nel corso della notte giungono nitidi i segnali da Poldhu.

09.07.1902 - Dal 9 al 1 2 luglio intensi esperimenti mentre la Nave Carlo Alberto è ancorata a Kronstad: i segnali di Poldhu (circa 2 mila km di distanza) sono distinti di notte mentre vengono a mancare di giorno.

16.07.1902 - A Kronstadt, a bordo della Nave Carlo Alberto, alla presenza dei Re d'Italia e dello Zar Nicola il viene data una dimostrazione pratica dei funzionamento della radio. Lo Zar di Russia insignisce G.M. della Commenda dell' Ordine di S. Anna.

17.07.1902 - Lo scienziato russo Popov incontra G.M. e si rende conto della efficienza dei collegamenti fra l'Inghilterra e la Russia. E' affidata alla storia la frase che disse Popov stringendo la mano a G.M. - 'Vengo ad ossequiare il padre della radio'.

06.09.1902 - Roma - Il Ministro della Marina decide di mettere ancora a disposizione di G.M. la R. Nave Carlo Alberto per nuovi esperimenti e predispone una seconda campagna radiotelegrafica con la quale lo scienziato possa portare a termine le esperienze che ha intenzione di eseguire attraverso all'Atlantico, dalle stazioni di Capo Breton (Canada) e di Capo Cod (Stati Uniti) da un lato, e di Poldhu dall’ altro.

3O.09.1902 - La Carlo Alberto salpa da la Spezia e dopo Portland raggiunge Plymouth, ove imbarca G.M. con i suoi assistenti ed il Ten. Vasc. Luigi colori.

20.10.1902 - La Carlo Alberto salpa da Plymouth diretta a Sydney (Nuova Scozia) ove giunge il 31 ottobre: durante tutta la navigazione si mantiene in collegamento con Poldhu e può riceverne le comunicazioni fino a 2.000 miglia di distanza.

26.10.1902 - Il Re d'Italia nomina G.M. Cavaliere dei lavoro.

31.10.1902 - La nave italiana giunge a Giace Bay dopo aver attraversato l'Atlantico.

31.10.1902 - La Carlo Alberto riceve a Capo Breton, all' imboccatura di Giace Bay, poco lontano da Sydney, i segnali di Poldhu (3809 chilometri).

05.12.1902 - Entra in funzione la stazione ricetrasmittente di Glace Bay per il collegamento in duplex con l'Inghilterra.

16.12.1902 - Si ricevono chiaramente i segnali emessi a Table Head (pochi km dal Porto Sidney). la stazione è costituita da 4 torri di legno alte 71 m. e distanti tra loro circa 801 collegate da 4 sole gomene da cui partono 50 fili: questi 200 fili si riuniscono in basso formando nel loro insieme una specie di piramide rovesciata.

18.12.1902 - Dal 18 al 20 G.M. trasmette messaggi al Times, a Re Giorgio, a Re Vittorio Emanuele III.

18.12.1902 - Si inaugura a Poldhu il servizio radio transatlantico.

20.12.1902 - Con la trasmissione di messaggi ai Re d'Italia e d'Inghilterra ha inizio il collegamento permanente bilaterale tra l'America e l'Europa.

1903 - Il Generale C.A. Ferné, capo dei servizi di trasmissione dell'esercito francese, utilizza la Torre Eiffel per collocarvi una potente stazione radio e nel 1909 usa largamente le radiotrasmissioni nelle operazioni di guerra nel Marocco.

19.01.1903 - G.M. partecipa alla inaugurazione della seconda stazione radio del nuovo continente collocata a Capo Cod, a 25 km da Boston (nel Massachusset, e precisamente su di una collina sabbiosa che si eleva per 25 mt sul mare e prende il nome di South Wellfleet). Scambio di messaggi tra il Presidente degli Stati uniti e il Re Eduardo VII.

23.01.1903 - G.M. si imbarca a New York per Liverpool: prosegue per Poldhu e Capo Breton per modificare le due stazioni.

18.02.1903 - Roma: la Camera dei Deputati approva il progetto di legge che prevede la costruzione di un impianto radiotelegrafico di grande potenza per collegare l'America dei Sud e le Colonie. L'approvazione del Senato giunge il 31 marzo. Qualche mese dopo G.M. sceglie per l'impianto la località di Coltano, nella tenuta reale di S. Rossore.

20.03.1903 - G.M. riceve la cittadinanza onoraria di Milano.

07.05.1903 - Alla presenza dei Sovrani G.M. viene proclamato in Campidoglio: 'Cittadino di Roma'.

22.06.1903 - G.M. viene nominato Dottore in Scienze dell'Università di Oxford.

22.08.1903 - La nave Lucania salpa per New York: durante tutta la traversata dell'Atlantico è sempre regolare la ricezione dei radiotelegrammi spediti da Poldhu (Inghilterra), da Glace Bay (Canada) e da Capo Cod (Stati Uniti) che recano le notizie più recenti. E' stampato il primo quotidiano di bordo sotto il titolo: 'The Cunard Buffetin'.

18.10.1903 - E’ inaugurata ufficialmente la stazione della Legazione Italiana a Pechino.

18.11.1903 - Livorno conferisce a G.M. la cittadinanza onoraria.

25.03.1904 ­- Bologna - la regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri conferisce a G.M. la laurea in Ingegneria honoris causa.

07.05.1904 - G.M. si imbarca a Liverpool sul Campania e durante tutto il viaggio mantiene collegamenti con Poldhu, Seaforth, Capo Breton, Capo Cod e i transatlantici Aurania, Etruria, Lucania. Anche a bordo della nave Campania si stampa il bollettino quotidiano.

28.06.1904 - Stati Uniti-Concesso il brevetto 763772 per il sintonizzatore cosiddetto dei quattro circuiti (corrispondente al brevetto inglese detto dei 'quattro sette').

03 08.1904 - La Nave Avviso Marcantonio Colonna, che su incarico dei Ministero della Marina conduce una campagna per ottimizzare le radiocomunicazioni marittime, ospita G.M. venuto in Italia per inaugurare fa comunicazione radiotelegrafica tra le stazioni di Bari (San Cataldo) e di Antivari in Montenegro.

05.08.1904 - G.M. si imbarca sulla R.N. Sardegna per recarsi ad Ancona.

08.08.1904 - La stazione di Monte Cappuccini (Ancona) riceve messaggi dalla stazione di Poldhu.

1O.08.1904 - Dalla stazione Torre Piloti, in Venezia, vengono compiute delle esperienze di ricezione da Poldhu.

1905 - G.M. si fidanza con la Sig.na Betrice lnchiquin O'Brien, irlandese.

27.05.1905 - Il piano della battaglia di Tzushima viene sviluppato via radio facendo confluire le unità giapponesi (che distavano anche 60 miglia dal luogo dello scontro) sulla flotta russa che, ignara dell'agguato, procedeva in formazione di fila.

01 .06.1905 - G.M. è nominato Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia.

18.07.1905 - Londra - brevetto n. 14788: Aereo multiplo a grande sviluppo orizzontale, con comportamento direttivo, che consente di aumentare le distanze delle trasmissioni e le intensità dei segnali.

12.01.1907 - G.M. chiede il brevetto per il ricevitore a valvola di Fleming, nel quale il telefono è collegato al circuito di placca attraverso il trasformatore.

09.1907 - Viene conferita a G.M. l'onorificenza di Commendatore della Corona d' Italia

17.10.1907 - G.M. presenzia alla inaugurazione della stazione di Clifden (Irlanda) cui per tre anni ha dedicato tutto il suo impegno: nello stesso giorno ha avuto inizio il primo regolare servizio pubblico giornalistico e commerciale radiotelegrafico fra Europa ed America, basato sulla tariffa di 10 cents per parola, ridotta a 5 cents per la stampa.

11.12.1907 - Viene conferita a G.M. l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Corona d'Italia.

23.07.1909 - Nella notte il transatlantico Republic in navigazione a 175 miglia dal faro di Arnbrose (New York) è investito nella nebbia dal piroscafo italiano Florida e affonda. Grazie ai segnali di soccorso, lanciati dai telegro@ta di bordo per 14 ore filate, accorrono tre piroscafi e possono salvarsi tutti i 1.650 passeggeri delle due navi.

01.12.1909 - G.M. riceve il premio Nobel per la Fisica.

13.01.1910 - Il piroscafo Avon in navigazione fa ascoltare ai passeggeri la voce di Caruso tra- smessa dal teatro di Broadway.

09.1910 - G.M. si imbarca sul transatlantico Principessa Mafalda diretto a Buenos Aires. Durante il viaggio, grazie a una antenna sostenuta da un aquilone e mantenuta a una altezza fra 1000 e 3000 piedi di altezza, riceve i segnali di Clifden fino a una distanza di 4000 miglia dall'emittente, A Buenos Aires (oltre 6000 miglia) i segnali giungono solo di notte.

19.11.1911 - Si inaugura la stazione radio di Coltano la cui costruzione era stata decretata nel lontano 1903: messaggi a Massaua, Mogadiscio e Glace Bay.

14.04.1912 - Nel suo viaggio inaugurale dall' Inghilterra a New York affonda il Titanic, transatlantico di 46 mila tonnellate, che nella notte ha urtato contro un iceberg. Grazie ai suo SOS si salvano 504 passeggeri e 201 uomini di equipaggio sopra un totale di 2.208 persone imbarcate. I superstiti, giunti a New York si recano in corteo sotto le finestre dell' albergo dove si trova Marconi per esprimergli la loro riconoscenza.

17.04.1912 - G.M. viene nominato Membro Ordinario della New York Electrical Society.

22.05.1912 - Il Re di Spagna conferisce a G.M. l'alta onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Alfonso XII.

24.05.1912 - Il Presidente della Repubblica Portoghese conferisce a G.M. la medaglia d'oro dell'Istituto di soccorso per naufraghi.

03.06.1912 - Re Vittorio Emanuele III nomina G.M. Cavaliere di Gran Croce dei SS Maurizio e Lazzaro.

24.09.1912 - Nella notte fra il 24 e il 25 settembre, mentre viaggia in auto da Coltano a Genova, in una curva sulla salita del Bracco rimane vittima di un incidente a seguito del quale perde l'occhio destro.

11.10.1913 - Il piroscafo Volturno che fa rotta da New York per Rotterdam, è colpito da un violento incendio in pieno oceano. Alle 8 è lanciato il primo SOS, raccolto dal Carmania che raggiunge il Volturno verso le 14. Nel mattino dei 12, attorno al Volturno ridotto à un relitto, si trovano anche i piroscafi Grosser Kurfuester, Touraine, Minneapolis, Rappahannock, Narraganstett, Devonian, Kroonland, Czar, Seydlitz. Il Narraganstett getta a mare il carico di nafta per calmare le onde. Si salvano 521 persone su 657 a bordo. Restano vittime dell' incendio solo 136 persone, quelle che, terrorizzate dal rogo, si sono gettate in mare intempestivamente. Nel 1913 oltre mille navi erano dotate di apparecchi radiotelegrafici.

06.1914 - Il Re di Inghilterra conferisce a G.M. la Gran Croce dell'Ordine di Vittoria.

30.12.1914 - G.M. viene nominato Senatore dei Regno d'Italia.

1915 - G.M. si arruola volontario nell'esercito italiano con il grado di Tenente ed è destinato al battaglione dirigibilisti, presso il quale era accentrato il servizio radiotelegrafico.

12.04.1915 - Londra: viene conferita a G.M. la medaglia Albert della 'Royal Society of Arts'.

22.05.1915 - G.M., rispondendo all'appello della Patria in guerra, salpa da New York sul piroscafo St Paul per rientrare in Italia dove giunge il giorno 31.

19.06.1915 - G.M. viene nominato tenente di Complemento dei Genio e destinato al Battaglione Dirigibilisti in zona di guerra con l'incarico di ispezionare al fronte gli impianti di radiotelegrafia dei Regio Esercito. Si adopera per costruite apparecchi per comunicare da terra con gli aerei .

09.1915 - G.M. installa una ricetrasmittente sull'aereo di Francesco Baracca presso l'aeroporto Mirafiori di Torino (piccolo trasmettitore a scintilla della potenza di circa 30 W, dei peso di circa 16 kg, costruito nelle Officine Marconi di Genova.

12.1915 - A Roma collabora con la 'Brigata Specialisti' per una più efficiente applicazione della radio in guerra.

10.03.1916 - Durante una sua permanenza a Genova sperimenta (fra il 10 e i1 15) un riflettore che gli permette interessanti osservazioni sulla radiotelegrafia direttiva.

10.04.1916 - Nasce la figlia Gioia.

27.07.1916 - G.M. viene promosso al grado di Capitano dei Genio per meriti speciali.

31.08.1916 - G.M. è trasferito nella R. Marina e ammesso nel ruolo di Stato Maggiore coi grado di Capitano di Vascello di complimento.

1917 - Prime trasmissioni regolari (fino a 35 km) con onde corte a Carnavan, in Galles.

26.03.1918 - G.M. presenta domanda di brevetto per 'Perfezionamenti di riflettori per uso radio telegrafico e radiotelefonico'.

15.05.1918 - Filadelfia: il Franklin Institute conferisce a G.M. la 'Medaglia Franklin'.

22.09.1918 - G.M. invia i primi radiomessaggi dall'Inghilterra (stazione di Carmavon) all'Australia (Sydney). I messaggi battono i velocità quelli analoghi inviati via cavo che giungono alcune ore dopo.

23.09.1918 - Il Re d'Inghilterra gli conferisce la Gran Croce dell'Ordine dell'impero Britannico.

01.10.1918 - G.M. è dichiarato in 'Servizio permanente Attivo', nella R. Marina e torna all' imbarco su navi da guerra per assolvere compiti di particolare importanza.

06.10.1918 - G.M. intercetta lo storico messaggio trasmesso dalla stazione di Nautn (Berlino): 'Il Governo tedesco ha trasmesso al Presidente Wilson per tramite del Governo svizzero la seguente nota: Il Governo tedesco richiede al Presidente degli Stati Uniti di intraprendere la restaurazione della pace, di informare tutti gli Stati belligeranti di questa richiesta, e di invitarli a ricevere plenipotenziari. Allo scopo di impedire ulteriore spargimento di sangue, il Governo tedesco richiede l'immediata conclusione di un armistizio'.

04 11 1918 - La radiotelegrafia diffonde nel mondo lo storico bollettino italiano che annuncia la vittoriosa fine della guerra.

05.1l.1918 - Dalla stazione del Gianicolo, a Roma, G.M. intercetta un dispaccio in lingua tedesca che comunica l'abdicazione dei Kaiser: ci si avvia rapidamente alla fine del conflitto mondiale.

02.1919 - Nel mese di febbraio G.M. tratta con l'Ammiragliato britannico l'acquisto dello yacht Rovenska al quale darà il nome di Elettra: l'atto di nazionalità venne definitivamente rilasciato il 21 dicembre 1921. lo yacht apparteneva ad un arciduca austriaco, fu confiscato al principio del conflitto europeo dal Governo britannico, funzionò durante la guerra quale nave appoggio dei dragamine nel Mare del Nord.

04.1919 - G.M. viene nominato delegato plenipotenziario alla Conferenza della Pace di Parigi: per assolvere a questo compito chiede la dispensa dal servizio attivo nella R. Marina.

03.07.1919 - G.M. ottiene il brevetto per perfezionamenti di riflettori per uso radiotelegrafico e radiotelefonico.

01.04.1920 - G.M. viene promosso, 'a scelta eccezionale', al grado di Capitano di Fregata.

03.05.1920 - Ha luogo il primo esperimento di radiodiffusione da bordo dell'Elettra a terra: il panfilo nell'Oceano, a circa 300 miglia da Lisbona, comunica con la stazione radio di Monsanto.

15.06.1920 - La stazione Marconi di Chelmsford trasmette per la prima volta un concerto radiofonico che viene ricevuto fino a 2 miglia di distanza.

22.09.1920 - La candida nave, che navigava nel miracolo ed animava i silenzi. (Cosi Gabriele D'Annunzio definì l'Elettra) entra nel porto di Fiume: l'accoglienza fatta dal Poeta e dai suoi legionari costituisce una vibrante e indimenticabile manifestazione di italianità.

02.11.1920 - La stazione di Pittsburgh inizia la radiodiffusione Degli USA.

13.12.1920 - Si stabilisce il primo collegamento radiotelefonico fra l'Inghilterra e la Svizzera in tale occasione la stazione Marconi di Bel Air, presso Ginevra, fu collegata con l'edificio della Società delle Nazioni.

22.06.1922 - In una storica conferenza a New York, G.M. esprime chiaramente la necessità di abbandonare le onde lunghe e di ritornare all'impiego delle onde corte e dei riflettori per assicurare un nuovo sviluppo ai radiocollegamenti a grandi distanze.

1923 -  Nell'estate dei 1923 G.M. compie una lunga crociera nell' Atlantico dei Sud a bordo dell' Elettra. Sperimenta il sistema delle onde corte a fascio ed apre una nuova era alle telecomunicazioni

12.02.1924 - Dal Tribunale di Fiume è emessa la sentenza di scioglimento dei matrimonio contratto da CM nella chiesa protestante di San Giorgio (Hannover Square) di Londra nel 1905 con la 'Right Honorable' Beatrice 0' Brien.

30.05.1924 -  Ha luogo la regolare trasmissione della voce umana tra l'Inghilterra (Poldhu) e l'Australia (Sidney).

30.05.1924 - G.M. riesce a far giungere i segnali radiotelefonici in Australia: la voce umana giunge in un attimo da circa 20 mila chilometri di distanza.

1926 - Italia - è reso obbligatorio il radiogoniometro sulle navi di prima categoria per i viaggi oltre il Mediterraneo e per le navi di qualunque tonnellaggio idonee a trasportare 2.000 o più persone oltre gli stretti.

07.10.1926 - Ha luogo il collaudo dei collegamento radio fra l'Inghilterra e il Canada

07.04.1927 - Si inaugura ufficialmente il servizio radio fra l'Inghilterra a l'Australia, che permette comunicazioni istantanee nelle due direzioni. Si tratta del più lungo radio-collegamento possibile al mondo.

30.04.1927 - Il Tribunale della Sacra Rota sentenzia l' annullamento dei matrimonio di G.M. con Betrice 0' Brien.

28.05.1927 - L'Elettra parte da Gaeta per iniziare un nuovo ciclo di esperimenti: compongono l'equipaggio 1 nostromo, 3 timonieri, 3 marinai, 1 mozzo; 1 caporale di macchina, 1 operaio meccanico, 4 fuochisti, 2 ingrassatori, 1 motorista per i due motoscafi, un elettricista, il maestro di casa, due cuochi, un cameriere, un garzone. Lo stato maggiore è composto da Comandante Raffaele Lauro, Primo Ufficiale cap. Romano; Direttore di Macchina sig. Mastellone; Primo Ufficiale Macchinista signor Maresca; Secondo Ufficiale Macchinista sig. Cappiello. Il 1 giugno la nave è a Civitavecchia: Marconi sbarca per recarsi a Roma dove il 12 convolerà a nozze.

12.06.1927 - Matrimonio civile in Campidoglio con Cristina Bezzi Scali

15.06.1927 - Matrimonio religioso nel tempio di Santa Maria degli Angeli alle Terme: dopo una breve permanenza a Rieti gli sposi si imbarcano a Genova sul Conte Biancamano diretti a New York

02.07.1927 - Vengono inaugurati i due radiofasci Inghilterra-Sud Africa che nel frattempo erano stati positivamente collaudati.

01.01.1928 - G.M. è nominato Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

19.03.1928 - Fra il 19 marzo e il 19 aprile G.M. sperimenta il radiogoniometro ad onde medie con l'avvolgimento protetto in tubo circolare. Le prove hanno luogo dalla nave Elettra in navigazione lungo la rotta Napoli - Palermo - Tunisi - Tripoli.

25.05.1928 - Il dirigibile 'Italia', dopo aver sorvolato per alcune ore il polo nord, si abbatte sulla banchisa. Il 3 giugno il telegrafista Biagi riesce a trasmettere il suo SOS. Il segnale è raccolto da una delle tante persone che in quei giorni erano restate ansiosamente in ascolto, e da Arcangelo, nel nord della Russia, rilanciato per mettere in moto i soccorsi. Il piccolo trasmettitore che il telegrafista potè mettere in efficienza dopo la sciagura (e che funzionò con una antenna improvvisato di 8 m e una alimentazione di fortuna a 12 V) era il terzo in dotazione al dirigibile, un piccolo apparato munito di un solo triodo che era stato consigliato e procurato alla spedizione personalmente da G.M.

17.06.1929 - G.M. riceve dal Re d'Italia il titolo gentilizio di Marchese.

02.07.1929 - La nave Elettra parte da Napoli alla volta di Southampton e fa tappa a Gaeta, Civitavecchia e Gibilterra. Nel corso della navigazione viene condotta una serie di esperienze in correlazione coi nuovo collegamento radiotelefonico sperimentale ad onda sui 9 metri Fiumicino-Golfo Aranci e con il centro Radiomarittimo ad onde corte di Coltano, ambedue in corso di installazione.

 

Sintesi delle attività di Guglielmo Marconi nel Golfo Tigullio

 

 

Guglielmo Marconi soggiornò a lungo nel Golfo Tigullio, detto anche Golfo Marconi (in suo onore !!!), dove ebbe modo di compiere numerosi ed importanti esperimenti.

Negli ultimi anni la Sezione A.R.I. di Rapallo ha voluto ricordare questi momenti organizzando numerose iniziative. In particolare è particolarmente apprezzata da un folto pubblico di appassionati e non la Mostra: - Marconi dal Tigullio al mondo - che si è tenuta nel cinquecentesco castello sul mare di Rapallo dal 13 agosto al 10 settembre del 1995 e la Mostra: - L'onda di Marconi dal Tigullio al Mondo intero - che si è tenuta nella medesima sede dal 18 dicembre 2004 al 9 gennaio 2005.

30.05.1931 - Lo yacht Elettra giunge a S. Margherita ed ormeggia di fronte all'albergo Laurin. G.M. comincia la sperimentazione con microonde tra lo yacht (che resta in crociera nel golfo dei Tigullio) e la terra.

31.10.1931 - G.M. e il suo collaboratore Ing. Mathieu, a villa Repellini (presso S. S.Margherita, sulla rotabile per Portofino) danno dimostrazione delle caratteristiche dellle le microonde con esperimenti di radiotelefonia tra Santa Margherita Ligure e Sestri Levante (18 Km): usano lunghezze d'onda di 50 cm ed apparecchiatura costruite dalle Officine Marconi di Genova. Le trasmissioni sono ricevute con grande chiarezza e notevole ole potenza.

11.1931 - G.M. trasmette in radiofonia onde di 10, 20, 30, 40 cm da Villa Repellini alla villa Gualino sulla penisola di Sestri Levante (sul Monte semaforico-Mesco).

20.11.1931 - G.M. presenta ai tecnici della compagnia Marconi i risultati delle esperienze za che sta conducendo nel golfo dei Tigullio.

21.11.1931 - G.M., l'Ammiraglio Pession, l'Ing. Gorio e l'Ing. Mathieu si recano in visita al Podestà di S.Margherita insieme al quale poi partono alla volta di Levanto doveve sono in corso altri importanti esperimenti.

28.11.1931 - Il Podestà Devoto invia a Marconi, in Roma, il seguente telegramma: 'A nome di Santa Margherita ligure orgogliosa di essere stata scelta dalla E.V. come campo delle nuove importantissime esperienze con onde ultracorte, le esprimo sensi di ammirazione et profonda riconoscenza. Ossequi G.M. risponde: 'Ringrazio vivamente S.V. et cittadinanza S. Margherita ligure per cortesi espressioni rivoltemi con suo telegramma venti corrente'.

09.04.1932 - G.M. è nuovamente nel Tigullio per collaudare le apparecchiatura elaborate nel laboratorio dell'Elettra nell'autunno dei 1931 e dimostrare la possibilità di effettuare conversazioni radio nei due sensi utilizzando una stessa lunghezza d'onda. Sono presenti alti ufficiali, tecnici ed esperti. La trasmissione avviene fra S. Margherita (Villa Repellini) e Sestri levante (Villa Gualino) e viene giudicata perfettamente riuscita, anche se la presenza della portaerei inglese Clorious crea qualche difficoltà per interferenze elettriche. Dell'inconveniente si scuserà il comandante della nave K.Purvis che il giorno 16 inviterà lo scienziato e la consorte a bordo per una colazione.

09.07.1932 - Lo yacht Elettra salpa da Santa Margherita diretto a Sestri Levante dove si fermerà alcuni giorni per degli esperimenti: proseguirà poi per Fiumicino e tornerà quindi a Santa Margherita ligure.

29 07 1933 - G.M. giunge a S. Margherita per continuare la sperimentazione sulle onde cortissime. l'Elettra viene ormeggiata davanti all'Albergo Miramare sulla cui terrazza vengono installate le apparecchiatura per effettuare la sperimentazione di trasmissioni a onde corte, proseguimento di quelle fatte due anni prima.

02.08.1933 - Fra il 2 e l'8 agosto G.M. effettua una sperimentazione fra l'Albergo Miramare di Santa Margherita ligure e l'Elettra in navigazione. Lo scienziato riesce a inviare segnali telegrafici e radiotelefonici ad una distanza di 1 50 Km con onde di 55 e 60 cm, da una altezza di 38 metri sul mare.

26.08.1933 - A Santa Margherita si smontano le apparecchiatura che, sotto l'occhio vigile dell'ing. Mathieu, sono imballate e spedite a Rocca di Papa donde proseguiranno per la Sardegna per essere collocate sul monte Figari.

31.03.1934 - Torna all'albergo Miramare di Santa Margherita Ligure l'Ing. Mathieu che precede G.M., il cui arrivo è previsto per i primi di giugno.

09.06.1934 - G.M. dopo aver eseguito un controllo agli strumenti installati a Sestri Levante nella Villa Gualino, raggiunge S. Margherita Ligure per mettere a punto le attrezzature sulla terrazza dell'Hotel Miramare. Le ricerche si effettuano su un triangolo che ha per vertici lo yacht Elettra, l'Albergo Miramare e la villa Gualino a Sestri Levante, mentre un altro collegamento viene attuato successivamente con la stazione ubicata in Sardegna.

28.07.1934 - G.M. sperimenta il Faro Marconi, presenti tecnici ed ufficiali della marina italiana ed inglese non che un gruppo di giornalisti. La prova di radiotelegrafia direttiva avviene nel golfo dei Tigullio, mediante collegamenti fra l'Elettra e le stazioni di Santa Margherita Ligure e Sestri levante: dimostra come possa guidarsi alla cieca una nave in mezzo alla nebbia o pilotarla entro un porto affollato evitando gli ostacoli, utilizzando unicamente onde radio ultracorte. La sperimentazione continua fino al giorno 30 con onde di 63 cm. Sulla base di questi elementi poggia il funzionamento dei radar.

30.07.1934 - G.M. sposta il radiofaro di Sestri levante e lo posiziona a circa 90 mt sul livello del mare.

02.1935 - G.M. sposta il campo delle sue ricerche a quote maggiori e fissa per questo la base dei suoi esperimenti alle spalle di RAPALLO, poco sopra il Santuario di Montallegro. La stazione radiotrasmittente, collocata entro una cabina sistemata quasi sulla cima dei Monte Rosa, ad una altitudine di 680 metri sul mare, si collega con la stazione ricevente fissata, ad una distanza di oltre 150 chilometri, sul declivio del monte Burrone, a circa 1 0 Km da Livorno, poco distante dal Santuario di Montenero (200 metri s.m.). le prove si prefiggono di accertare la possibilità di trasmettere una quantità considerevole di energia con idonei riflettori e di dimostrare che le onde cortissime non subiscono interferenze da perturbazioni atmosferiche.

07.1935 - G.M. è di nuovo a RAPALLO: nel periodo luglio - settembre prosegue quegli esperimenti che costituiscono anche il primo embrione delle trasmissioni televisive. In particolare si impegna per eliminare del tutto gli inconvenienti della 'doppia immagine' del fenomeno di riflessione delle radio onde. Sul Monte Rosa, collegato con la Elettra e con il Monte Burrone, lo scienziato effettua durante tutta l'estate una ampia serie di esperimenti sulle micro onde acquisendo gli indispensabili elementi per la loro pratica attuazione. Una lapide, posta subito alle spalle dei Santuario di Montallegro, all'inizio del sentiero che porta al Monte Rosa, ricorda quegli esperimenti:

'DA QUESTO COLLE TRA FEBBRAIO E SETTEMBRE 1935 GUGLIELMO MARCONI EFFETTUO GLI ESPERIMENTI CHE APRIRONO NUOVI IMMENSI ORIZZONTI PER I COLLEGAMENTI VIA ETERE - LA CIVICA AMMINISTRAZIONE - RADIOAMATORI SEZIONE DI RAPALLO 1985'

07.1936 - G.M. è di nuovo nel Tigullio. Lo yacht Elettra resta ormeggiato alle bitte di Santa Margherita fino al novembre.

11.12.1936 - L' 11 e il 12 novembre 1936 G.M. realizza una conversazione radiotelefonica a quattro fra l'Elettra ancorata a Santa Margherita Ligure, New York e due aereoplani in volo su quest' ultima città.

02.1935 -  G.M. sposta il campo delle sue ricerche a quote maggiori e fissa per questo la base dei suoi esperimenti alle spalle di RAPALLO, poco sopra il Santuario di Montallegro. La stazione radiotrasmittente, collocata entro una cabina sistemata quasi sulla cima dei Monte Rosa, ad una altitudine di 680 metri sul mare, si collega con la stazione ricevente fissata, ad una distanza di oltre 150 chilometri, sul declivio del monte Burrone, a circa 1 0 Km da Livorno, poco distante dal Santuario di Montenero (200 metri s.m.). le prove si prefiggono di accertare la possibilità di trasmettere una quantità considerevole di energia con idonei riflettori e di dimostrare che le onde cortissime non subiscono interferenze da perturbazioni atmosferiche.

 

CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA NAVE - YACHT ELETTRA ex ROVENSKA

 

Piroscafo ad 1 elica e 2 alberi

Cantiere di costruzione: Ramage & Ferguson Ldt - Leith (Inghilterra)

Anno di costruzione: 1904.

Varata il 27 marzo 1904 con il nome di Rovenska

Lunghezza fuori tutto: 67,40 mt.

Lunghezza del ponte: 60,35 mt. - Lunghezza tra le perpendicolari: 56,36 mt.

Larghezza al gallegiamento: 56,08 mt.

Larghezza massima fuori ossatura: 8,38 mt.

Altezza al ponte di coperta: 5,18 mt.

Immersione a pieno carico - pescaggio: 5,00 mt.

Macchina: Ramage & Ferguson Ltd - Leith - a vapore a triplice espansione a 3 cilindri.

126,95 Cavalli nominali e 1000 Cavalli indicati

Capacità di esprimere una velocita' di 12 nodi.

N.2 caldaie monofronti Ramage & Fergusson Ldt

Tonellaggio di stazza netta: 232,18.

Tonellaggio di stazza lorda: 632,81

Dimensioni di stazza 63,40 x 8,31 x 4,96 metri.

Nominativo: I B D K -  -India - Bravo - Delta - Kilo

Iscritto nel compartimento marittimo di Genova al nr. 956 il 27-10-1921.

Iscritto  al R.Y.C.I. Real Yacht Club Italiano

Classificazione: 100 A. 1.1. Navigazione: Lungo corso

Ultimo armatore: Ministero delle comunicazioni - Direzione poste e telegrafi - Roma.

La definizione data da D'Annunzio all'ELETTRA: "candida nave che naviga nel miracolo e anima i silenzi eterei del mondo" - calza ottimamente con la realtà; insieme casa e laboratorio per Guglielmo Marconi, questo splendido panfilo bianco al quale l'umanità intera deve molto era infatti noto in tutto il mondo.

 

 

UN PO' DI STORIA

Lo yacht venne ordinato dall'Arciduca d'Austria Carlo Stefano, ufficiale dell'I. R. Marina, al Cantiere Ramage & Ferguson Ldt. di Leith in Scozia ed il progetto fu affidato agli ingegneri Cox e King di Londra, che disegnarono un elegante scafo dalle linee filanti, prua slanciata in avanti a klipper con bompresso e poppa stretta e rotonda; in coperta una lunga tuga centrale in mogano e teak, sormontata da un fumaiolo leggermente inclinato verso poppa e due alberi armati con rande, come era abitudine dell'epoca. Lo yacht, varato il 27 marzo 1904 col nome di ROVENSKA, a ricordo della località (sull'isola di Lussino) dove l'arciduca aveva una lussuosa villa in cui solitamente abitava, venne intestato alla moglie, l'arciduchessa Maria Teresa, ed iscritto al k.u.k. Yacht- Geschawader, battendo quindi bandiera della Marina da guerra fino al 1909. Sempre con lo stesso nome nel 1910 lo yacht venne aquistato da Sir Max Waechter - passando sotto bandiera inglese -, e nel 1914 fu rivenduto a Gustavus H.F. Pratt.

Con lo scoppio della grande guerra, lo yacht fu militarizzato e trasformato in nave da pattuglia e scorta, e quindi impiegato nella Manica, tra l'Inghilterra ed i porti di Brest e Saint Malò. Cessate le ostilità, il ROVENSKA fu messo in disarmo a Southampton e messo all'asta, così nel 1919 - per 21.000 sterline - Guglielmo Marconi potè acquistarlo. Sottoposta a notevoli lavori di risistemazione la nave venne quindi riclassificata e, ancora sotto bandiera inglese, salpò da Londra nel luglio 1919 al comando del comandante Raffaele Lauro, giungendo a Napoli in agosto. Lo yacht fu poi portato a La Spezia per essere trasformato in nave-laboratorio sotto la direzione dell'ammiraglio Filippo Camperio: a bordo vennero infatti sistemate trasmittenti e riceventi, nonchè alzati gli alberi per le antenne.

Marconi voleva disporre di un mezzo che gli consentisse di effettuare ricerche e relativi esperimenti nel miglior modo possibile: era nata l'ELETTRA, una stazione mobile, su cui poteva lavorare ad ogni ora del giorno in raccoglimento ed isolamento, indipendente da curiosità e distrazioni di sorta, con notevole facilità di spostamento, risolvendo così problemi di portata e di effetti direzionali. Le sue esperienze dovevano essere effettuate a distanze diverse in modo da controllare l'efficacia delle trasmissioni secondo la lontananza tra emittente e ricevente; per maggiore comodità il laboratorio venne collegato direttamente con la cabina dello scienziato. L'arredamento di bordo era consono alle esigenze di lunghi soggiorni ed adatto ad ospitare illustri ospiti per necessità di rappresentanza; tra questi ricordiamo re Vittorio Emanuele III, re Giorgio V d'Inghilterra ed i Sovrani di Spagna. Oltre all'armatore, la nave era in grado di ospitare comodamente sei ospiti, nonchè sei ufficiali, sei sottufficiali e diciotto marinai. Iscritta col nuovo nome di ELETTRA, il 27 ottobre 1921, al compartimento marittimo di Genova (numero di matricola 956) e quindi al Real Yacht Club Italiano, il passaggio definitivo sotto bandiera italiana venne formalizzato in data 21 dicembre.

Nell'aprile del 1920, mentre il panfilo navigava nel golfo di Biscaglia gli ospiti di bordo, grazie alla trasmissione dalla stazione broadcasting Marconi di Chelmsford, per la prima volta poterono sintonizzarsi per sentire via radio l'orchestra dell'Hotel Savoy di Londra, quindi il concerto del soprano Nellie Melba, al Covent Garden: la "RADIO" era una realtà. L'invenzione della valvola termoionica di Fleming, suo collaboratore, gli consentì infatti la realizzazione della "radio" come oggi la conosciamo. Gli esperimenti proseguirono per raggiungere traguardi ancora più concreti. Marconi non aveva dimestichezza con le formule, la sua era una mente intuitiva e pratica, che lo spingeva a tentare quello che gli accademici ritenevano impossibile: inviare segnali nello spazio tra punti non visibili fra loro.

L'ELETTRA divenne fucina di studio per le migliori applicazioni delle onde hertziane corte e cortissime, consentendo il continuo progresso delle radiocomunicazioni. Nel 1922 L'ELETTRA svolse una campagna di esperimenti nel Nord America, nel 1923 lungo la costa occidentale dell'Atlantico per sperimentare le ricezioni a distanze sempre maggiori della nuova stazione su onde corte a fascio di Poldhu (Cornovaglia). Marconi dimostrò così che un segnale poteva essere captato ad oltre 4000 chilometri con trasmissione a potenza ridotta: onde di 92 metri con potenza di 6 Kw. Per conto del Governo inglese, nel 1924 lo scienziato iniziò sull'ELETTRA gli esperimenti con onde corte di 36-60 metri, con una potenza di 12 Kw, coprendo la distanza di 4130 kilometri. Vennero quindi realizzati i collegamenti radio normali ad uso pubblico tra l'Inghilterra ed i suoi "domini": il Canada (24 ottobre 1926), l'Australia (8 aprile 1927), il Sud Africa (5 luglio 1927), l'India (6 settembre 1927). Gli importanti risultati raggiunti a bordo dell'ELETTRA fruttarono tra l'altro un ricco contratto tra il Governo e la sua Compagnia.

Inventore delle società multinazionali, Marconi possedeva un notevole senso degli affari rivelandosi infatti anche grande capitano d'industria e diceva: "Il denaro è un'unità di misura. Chi non si fa pagare non sa misurare il prodotto del proprio lavoro".

Nel gennaio del 1930 vennero imbarcati nuovi apparecchi con soluzioni d'avanguardia nella radiofonia a grandi distanze ed il 26 marzo successivo, alle ore 11,03, avvenne il "miracolo": dall'Elettra ancorata a Genova presso lo Yacht club italiano, per mezzo del piccolo tasto, conservato oggi al Museo del mare di Trieste, Guglielmo Marconi inviava nell'etere gli impulsi che, dopo 14.000 miglia, giungevano in Australia per accendere le lampade del Municipio di Sidney! L'esperimento è stato recentemente ripetuto dal Presidente della Repubblica Luigi Scalfaro a Genova - questa volta con il laser - proprio per celebrare, a 65 anni di distanza, il "genio" di Marconi.

La capacità inventiva dello scienziato era inesauribile e nel 1931 Marconi iniziò gli studi sulle microonde della gamma inferiore al metro, effettuando gli esperimenti tra S. Margherita Ligure e Sestri Levante; nel 1932 fu realizzato il collegamento tra S. Margherita e l'ELETTRA e successivamente quello col radiofaro di Sestri, mediante onde di 63 centimetri.

Si stabiliva così la possibilità per una nave di accedere ad un porto in qualsiasi condizione atmosferica, avvalendosi della rotta segnata dal radiofaro. Uno degli ultimi esperimenti a bordo dell'ELETTRA avveniva nel luglio del 1937 con la messa a punto del radiofaro a micro-onde; ma il 20 luglio 1937 Guglielmo Marconi moriva, lasciando ancora incompiuti i suoi studi, ma all'umanità una via ben tracciata per il progresso della comunicazione. Marconi, resosi conto delle sue precarie condizioni, temeva per la conservazione della "sua" ELETTRA; nel 1937 la nave-laboratorio fu acquistata per 820.000 lire dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni che ne voleva garantire la conservazione. La Soc. Marconi italiana donava poi allo Stato, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa, gli impianti di R.T. che erano a bordo del panfilo.

  

Nel 1939 l'ELETTRA veniva portata nell'Arsenale marittimo di La Spezia per lavori di ripristino e di riclassifica; nell'imminenza dell'entrata in guerra dell'Italia fu trasferita a Trieste, considerata città sicura da incursioni nemiche, giungendovi il 9 giugno 1940; qui fu custodita dalla S. p. A. di navigazione Italia fino all'8 settembre del 1943; successivamente il panfilo venne requisito dai tedeschi, inviato in cantiere per essere trasformato in unità di impiego bellico prima con la sigla "G. 107" e quindi "N.A. 6" ed armato con due mitragliatrici binate da 20 mm ed una da 15 mm.

Inutili risultarono le molte proteste italiane; venne concesso unicamente di sbarcare le apparecchiature radio ed i materiali utilizzati da Marconi per i suoi esperimenti grazie anche al tacito appoggio del capitano Zimmermann della Kriegsmarine, che si rendeva conto della loro importanza storica. Tale materiale venne poi imballato ed occultato dal professore Mario Picotti, che temeva un successivo sequestro dei cimeli marconiani, riuscendo così a celarli in 19 casse in posti diversi ma sicuri della città anche nei giorni di occupazione delle truppe titine nel 1945; nel 1947 quasi tutto fu spedito al Museo della scienza e della Tecnica di Milano. Nel novembre del 1943 il panfilo, ormai spoglio del materiale scientifico, venne rimorchiato dalla Kriegsmarine germanica nell'Arsenale Triestino dove - sottoposto a lavori di riadattamento - venne trasformato in nave da guerra con la sigla "G 107" (cambiata successivamente in "MA 6") ed impiegato in servizio di pattugliamento sulle coste dalmate la Nave del Mago tornò a combattere nella costa dalmata, fino a quando, La sera del 21 gennaio 1944 la nave giunse nella valle di Diklo, vicino a Zara, ormeggiando e forse restando incagliata: fatto sta che la mattina successiva i ricognitori aerei l'individuarono e quindi giunsero i cacciabombardieri alleati che centrarono la nave con le bombe e la mitragliarono, il suo relitto rimase abbandonato per un lungo periodo sul bassofondo della baia di Dicolo, disgregato dalla salsedine e dagli agenti atmosferici.

L'Elettra giacque semisommersa fino al 1962, quando il maresciallo Tito, che la considerava bottino di guerra, la restituì al governo italiano senza pretendere una lira. Lo scafo veniva rimesso a galla da una società di recuperi di Spalato che provvide a rimorchiarlo sino al cantiere navale "San Rocco" di Muggia con il proposito di recuperare il relitto ma il progetto venne accantonato dopo anni di studi e progetti inutili.

Nel 1977 la nave veniva sezionata in vari tronconi che vennero trasferiti in varie località a scopo museale. Una parte della carena finì a S.Margherita Ligure, il blocco poppiero al Telespazio di Fucino, una sezione trasversale nel parco di Villa Griffone a Pontecchio Marconi (BO), la macchina e le caldaie al Museo Storico Navale di Venezia. In questi giorni la parte prodiera, rimasta a Trieste, è stata collocata nell'Area di Ricerca di Padriciano, sull'altipiano carsico, in una località difficilmente accessibile e lontana dal mare. Mesi fa infatti veniva affidata al noto scultore di fama internazionale Giò Pomodoro lo studio per la sistemazione della gloriosa prua entro l'Area dello Science Park "non solo come monumento - conclude l'elaborato del dott. Cherini - ma anche come stazione di riferimento di un sistema satellitare di sussidio ai naviganti, il Global Positioning System, trasformando così lo storico relitto in qualcosa di vitale e di pulsante, come la forza creativa dell'impulso che resta alla base della ricerca scientifica".

 

La definizione data da D'Annunzio all'ELETTRA: "candida nave che naviga nel miracolo e anima i silenzi eterei del mondo" - calza ottimamente con la realtà; insieme casa e laboratorio per Guglielmo Marconi, questo splendido panfilo bianco al quale l'umanità intera deve molto era infatti noto in tutto il mondo.

Ci complimentiamo e ringraziamo:

- Il Presidente Roberto Traverso della A.R.I (Associazione Radioamatori Italiani –Sezione di Rapallo – IQ1Bk) per le accuratissime Ricerche e Sintesi storiche che fanno onore a loro e alla nostra città.

- Il Comandante Ernani Andreatta Direttore del Museo Marinaro Tommasino Andreatta per la Sezione del suo Museo dedicata al grande scienziato G.M.

- Il T.V. Enzo Gaggero Presidente dell’Associazione IL SESTANTE che diffonde con grande passione l’Astrofisica e la scienza italiana.

A cura di

CARLO GATTI

 

 

 

 

Si ringrazia il Comandante Celeste Spinelli per il cortese invio del presente materiale al socio di Mare Nostrum Comandante Nunzio Catena. Si ringrazia e ci si complimenta per la presente pubblicazione con l'AIDMEN, a cui appartiene il Comandante Ernani Andreatta del Direttivo di Mare Nostrum.

 

UNA TESTIMONIANZA ECCEZIONALE DEL GIORNALISTA:

 

FRANCESCO PRANZO

L’articolo proviene dall’archivio del quotidiano genovese Il Secolo XIX, che ringraziamo sentitamente per la sua gentile concessione. Un grazie anche al Socio Roberto Craighero I1ARZ per la preziosa collaborazione.

 

Un nuovo prodigio di Guglielmo Marconi

Le micro-onde applicate alla navigazione

Il successo degli esperimenti di ieri fra Santa Margherita e Sestri Levante

-  La “nave dei miracoli”

diretta alla cieca  -  L’infallibile guida del radio-faro  -  La portata della nuova invenzione

Santa Margherita L. 30 luglio (1934, NdR)

 

 

Abbiamo avuto la ventura, che non capita a tutti nè sovente, di essere vicini a Guglielmo Marconi, quand’egli a bordo dell’”Elettra”, navigante tra Santa Margherita e Sestri Levante, ha compiuto stamane dinanzi ai rappresentanti delle autorità italiane e straniere e a ufficiali della marina mercantile e militare, la presentazione sperimentale della sua più recente invenzione. Ancora una volta Guglielmo Marconi affida alla storia delle grandi conquiste della scienza il suo nome già tante volte benemerito dell’umanità. Tutto il mondo oggi parlerà del fatto prodigioso, tutto il mondo oggi guarderà stupefatto, come già altre volte, questo lembo d’Italia, da dove è stato lanciato per gli spazi eterei, parlato sull’ala del genio latino, la nuova vittoria dell’intelletto sulle forze occulte della natura, che avviliscono a volte l’uomo, rendendolo atomo tra gli atomi. Ancora una volta, dunque, per merito di Guglielmo Marconi, l’Italia è messa all’ordine del giorno della civiltà. Pensiamo, nello scrivere questa frase, che già altre volte è stata detta per Marconi, di essere molto sobri. Ma dinanzi a un prodigio della mente, il linguaggio delle parole è vano. La cronaca più semplice può avere più concetto e più sostanza. La forma non conta nulla.

Il pilota delle nebbie

L’interesse scientifico della scoperta fatta da Marconi a suo tempo, sull’enorme vantaggio che hanno le micro onde di essere assolutamente insensibili ai fenomeni atmosferici e induttivi, si può arguire dalla sua meravigliosa applicazione nel campo pratico della navigazione cieca.E’ in questa applicazione di tale scoperta, in questa realizzazione pratica del principio stabilito sperimentalmente, che consiste la grande immensurabile invenzione odierna che continua e completa le precedenti tanto benemerite per la vita delle genti sul mare. In poche parole, il nuovo apparecchio creato da Guglielmo Marconi è destinato non solo a facilitare, ma a dare sicurezza alla navigazione marittima nella nebbia e nelle tempeste e nell’oscurità più fitta.

Fino ad oggi, la perfezione apportata agli strumenti di bordo, consentivano al navigante di essere informato in precedenza delle condizioni atmosferiche ch’egli incontrerà sulla sua rotta, il radiogoniometro gli dava la possibilità di stabilire il punto di riferimento relativo ad altre navi o a punti fissi sulla terra ferma. L’ultima invenzione di Guglielmo Marconi, tre lunghi anni di affannose ricerche sulle micro onde,- permetterà al comandante di una nave, che navighi nella nebbia più densa, di dirigere la rotta verso il punto giusto dell’imboccatura di un porto e di entrarvi così come fosse guidato per mano. L’apparecchio, con cui il grande inventore è riuscito a dare al mondo un’altra ineguagliabile prova del suo genio, si chiama “radio-faro”. Due parole, di cui tutti separatamente conoscevano la funzione e l’importanza, e che unite insieme assurgono  oggi a un significato pratico e scientifico di un’importanza incalcolabile ai fini della vita civile. Ma non è tutta qui la scoperta di Marconi, poichè egli del nuovo apparecchio ha trovato una seconda applicazione, non meno importante e geniale della prima. Considerato infatti che una nave si trovi nell’ambito di azione di un radio-faro, il nuovo apparecchio creato da Marconi permette al navigante di rilevare l’orientamento della propria nave. Si capirà meglio questo punto allorché avremo spiegato come sia composto e come funzioni il nuovo delicatissimo strumento. Ciò che faremo subito.

Che cos’è il radio-faro

Il radio-faro è un apparecchio radiotrasmittente di modeste dimensioni: due metri di altezza per 1,20 di lunghezza. Esso è costituito da due piccoli aerei con riflettori disposti ad angolo retto tra essi e montati su una piattaforma che rappresenta l’estremità di un cilindro. La piattaforma e le antenne oscillano, con moto rotatorio, da destra a sinistra e viceversa con ampiezza di 6 gradi intorno a una linea centrale. Le antenne sono lunghe pochi centimetri e ciascuna ha un riflettore di 90 centimetri di altezza. Il riflettore è formato da una barra centrale curvata a forma parabolica. Lungo la curva della parabola sono disposte diverse sbarrette. L’antenna, vista così, è molto simile a una spina di pesce ricurva. A bordo dell’Elettra è sistemata nella cabina del pilota, l’apparecchio ricevente. Allorchè il radio-faro trasmette i segnali, con lunghezza d’onda di circa 60 centimetri, essi sono captati dal ricevitore di bordo e sono udibili nella cabina di comando attraverso un altoparlante, non solo, ma sono indicati da un ago che oscilla in un comune galvanometro su uno schermo posto di fronte all’ufficiale di rotta. Lo schermo è diviso in due sezioni: una rossa e una verde. Questi, in brevi cenni, sono i due elementi principali e inscindibili della scoperta di Guglielmo Marconi. Vediamone il funzionamento che noi abbiamo potuto seguire e capire stamane, attraverso le esperienze fatte da Guglielmo Marconi e che sono riuscite come era previsto: perfettamente.

Il radio-faro, cioè l’apparecchio trasmettitore, che ha servito alle esperienze di questa mattina è piazzato a circa novanta metri sul livello del mare sul monte Castello, vulgo “Il Torrione” di Sestri Levante, dove sorge la villa Gualino. Di fronte alla costa del monte sono state ancorate due boe, a brevissima distanza dalla scogliera e distanti l’una dall’altra circa cento metri. Tali boe rappresentavano nell’esperienza l’entrata ipotetica di un porto.

Lo yacht Elettra ha lasciato l’ancoraggio di Santa Margherita stamane alle 9, cioè in un’ora in cui la perla del Golfo Tigullio aveva appena fatto la sua toletta mattutina. Una giornata già colma di sole s’affaccia sullo scenario incantevole con una tersità di cristallo. A bordo dell’Elettra il marchese senatore Marconi e la marchesa ci offrono una ospitalità squisita. Tra le personalità del mondo scientifico, marinaro e industriale sono nomi illustri, Mister. W. A. Soceter, rappresentante della Camera of Schipping; mr Neulle Dixey, presidente del Lloyd’s; sir Bertram Fox Hays rappresentante della Compagnia of Master Mariners; Major Austin Bates della Cunard Wite Star Line, il comandante del più grande transatlantico del mondo "Majestic, i rappresentanti della Marina militare e mercantile capitano di vascello Po e comandante del “Conte di Savoia” gr. uff. Lena; alcuni dirigenti della Marconi international mariner, l’on. Pietro Ferretti di Castelferretto; il gen. Ingianni e l’ammiraglio Pession; i rappresentanti del porto di Londra e della London and Eastern Railways; i marchesi Bezzi-Scala suoceri del senatore Marconi, e altri.

Navigazione bendata

Poco dopo le 9 lo yacht Elettra s’allontanava dunque da Santa Margherita, drizzando la prua verso Sestri Levante. Il ponte di comando è completamente chiuso da tende in modo che nè il comandante nè l’ufficiale di rotta possano vedere all’esterno. Si naviga quindi completamente alla cieca, per effettuare in tal modo il passaggio fra le boe ormeggiate a poca distanza di monte Castello. Da una distanza di dieci miglia lo yacht è già nell’ambito del radio-faro. Il prodigioso esperimento, prodigioso anche perchè di una semplicità grandissima, è tutto qui: quando la nave si trova in una linea che non coincide con la linea centrale, cioè giusta, dell’imboccatura del porto, l’ago oscillando più da una parte che dall’altra dello schermo, ne rileva l’errore che l’ufficiale di rotta può facilmente constatare.

Nello stesso tempo però che l’ago compie tali oscillazioni, prodotte dalla ricezione delle onde trasmesse dal radio-faro, un altoparlante trasmette a sua volta due suoni prolungati, uno grave l’altro acuto, che avvertono l’ufficiale a seconda dell’intensità più o meno maggiore di uno di essi degli spostamenti che la rotta della nave subisce in quel dato momento. Così guidato, e dai segnali acustici e dalle oscillazioni dell’ago sullo schermo, il comandante della nave può modificare la rotta sino a mantenerla nel giusto senso. Per raggiungere questo fine l’ufficiale di rotta non ha da fare altro che spostare la rotta di quei gradi che permettano all’ago di restare nella linea centrale dello schermo, precisamente tra la zona rossa e la zona verde. S’intende che anche la deriva dovuta a vento o a correnti deve essere tenuta in conto nelle correzioni che l’ufficiale apporta al senso della rotta.

La caratteristica della trasmissione fatta dal radio-faro non è basata, come si potrebbe credere trattandosi di trasmissioni a fascio, sulla formazione nello spazio di una stretta zona di onde bensì sulla formazione di una piccola zona di silenzio nel centro del fascio di onde lanciato dal radio-faro. E’ questa strettissima zona di silenzio che deve coincidere con la linea giusta dell’imboccatura del porto perchè la rotta della nave non sia fuorviata.

Tale oscillazione, che ha come abbiamo detto un’ampiezza di soli sei gradi, quando si svolge a sinistra il radio-faro trasmette una nota acuta, quando a destra, una nota grave. Per mezzo di tali oscillazioni e dei suoni diversi, il comandante può rendersi conto se la nave si trovi troppo a sinistra o troppo a destra della rotta normale per entrare con sicurezza nel porto, o se sulla rotta giusta.

Quando la nave si trova sulla linea giusta il tono cambia, ma senza differenze intense, se invece la nave si trova fuori della rotta buona il cambiamento di tono è più sensibile e la nota grave o acuta che corrisponde, nel caso, alla differente variazione della rotta, sarà più forte dell’altra. Anche gli aerei riceventi, che sono sulla nave, sono alti come quelli del radio-faro, cioè 90 centimetri, e hanno un piccolo riflettore e circuiti sindonici a valvole di ricezione. L’angolo di ricezione di questi ricevitori è di oltre 100 gradi in modo che i segnali radio possono essere ricevuti qualunque sia la posizione della nave relativamente al trasmettitore.

A tu per tu col prodigio

Abbiamo accennato più sopra a una seconda e ingegnosa applicazione del radio-faro il quale mediante un dispositivo speciale permette al navigante di determinare la distanza della nave dal porto o da qualsiasi punto entro un raggio di oltre due miglia. Tale rilevazione è ottenuta calcolando l’intermittenza con cui il trasmettitore emette i suoi segnali radio a intervalli regolari simultaneamente a un segnale acustico. Per percepire il segnale radio e il segnale acustico, è installato sulla nave un ricevitore acustico a forma di microfono speciale, sintonizzato col segnale lanciato dal radio-faro. Premendo un bottone, appena il segnale radio sia stato ricevuto, la cuffia dell’osservatore è cambiata da ricevitore radio in ricevitore acustico: basterà allora calcolare il tempo intercorso tra la percezione dei due segnali, misurandolo su un cronometro, per stabilire la distanza che intercorre tra la nave e il porto o due dati punti fissi.

Tutto ciò che siamo venuti dicendo l’abbiamo appreso e constatato alla stregua delle esperienze che venivano compiute da Guglielmo Marconi alla nostra presenza. Chiusi nella cabina del comando, da cui alcuna visuale esterna era consentita dalle tende scure tirate sui vetri, abbiamo seguito passo passo e con un’ansia che era un riflesso della calma altrui, le varie fasi dell’esperimento. Mano a mano che l’Elettra si avvicinava veloce verso la scogliera di monte Castello, l’attenzione della piccola folla di bordo si acuiva. Le due note, una grave e una acuta, che l’altoparlante trasmetteva, si ripetevano cun una insistenza da metronomo. Più acuta, meno grave e viceversa. A ogni suono più intenso un giro al timone nel senso opposto al lato corrispondente al tono. Se più grave un giro di timone a sinistra, se più acuto a destra. Semplice, no? L’Elettra naviga lievemente. Altro non s’ode del suo andare sul mare che il lieve fruscio dell’onda che s’infrangia sulla prua. Già la scogliera di monte Castello appare vicina. Ci dividono però ancora seicento metri. Le due boe invece sono a brevissima distanza dagli scogli. Perchè l’esperimento possa dirsi riuscito occorrerà passare tra le boe, nel giusto mezzo. Se l’esperimento, per un’ipotesi maligna, non dovesse riuscire l’Elettra potrebbe anche infrangersi contro gli scogli. Questa probabilità ci viene confidata però a esperimento felicemente riuscito.

E giungiamo così a duecento metri dalla linea frontale delle boe, con una lieve deviazione verso sinistra. Ma l’apparecchio ricevente fa sentire lievemente più intenso il suono grave. Mezzo grado di deviazione. Un giro di timone. L’ago sullo schermo oscilla regolare intorno all’asse mediano. I toni sono uguali. Ora la prua è dritta sull’asse centrale che divide a mezzo la distanza tra le boe, nella zona di silenzio; par che segua, come un automa un sentiero tracciato. L’Elettra passa così tra le boe senza avvedersi di tagliare un traguardo di gloria. A bordo Guglielmo Marconi sorride della stupefazione che s’è dipinta su tutti i visi. Noi giornalisti, più poveri degli altri in fatto di cognizioni sull’argomento scientifico, ci guardiamo in volto senza dir nulla. Le personalità inglesi che sono nella cabina di coamndo perdono la loro flemma tradizionale e s’affrettano a guardare fuori per convincersi che l’Elettra non si sia frantumata come un guscio d’uovo sulla scogliera. Piano piano l’Elettra virato di bordo, ritorna al largo per ritentare una prova ancora più convincente.

Si fa strada nel nostro spirito il senso del prodigio che s’è compiuto dinanzi ai nostri occhi. E ci assale lo smarrimento. Scrutiamo nel volto di Marconi un segno, uno solo, che tradisca la sua emozione. Egli sorride alla moglie, che gli è felice accanto, e accarezza Elettra, la sua bellissima figlioletta. No, non è per noi, analizzare la sostanza divinamente occulta del genio.

Giubilo popolare

Ritornata al largo, l’Elettra gira ancora la prua verso monte Castello. Si ritenta la prova. Ma il senatore Marconi, per convincere ancora di più i presenti, affida a un capitano marittimo inglese la guida cieca dello yacht. Il capitano inglese che non conosce del funzionamento degli apparecchi se non quello che gli è stato spiegato, prende il posto dell’ufficiale di rotta. Siamo nuovamente tutti nella cabina e seguiamo, attraverso la monotona cicalata dell’alto parlante, il progressivo avanzamento della nave verso la scogliera. Ecco ancora le boe che s’avvicinano. A noi sembra che siano esse a muoversi. Eccole a cento metri, a cinquanta metri, a venti, a dieci. Ancora una volta la prua dell’Elettra ha tagliato nel giusto mezzo la distanza che separa le due boe. Prua a largo. Un giro lungo sul mare azzurrissimo. E poi l’Elettra s’arresta. Il prodigio è compiuto. Dalla riva innumeri imbarcazioni di ogni tipo e dimensione vengono incontro a noi. Giunti sotto i fianchi dello yacht, tutti coloro che vi sono a bordo, come per un’intesa, applaudono a lungo e gridano il loro gioioso evviva a Marconi. Il mago è costretto ad affacciarsi alla murata. Egli risponde al saluto che gli viene da questa simpatica folla anonima, salutando romanamente. Poi sorride perchè da un sandolino due ragazzini hanno gridato spontanei: “evviva Marconi”. Questo nome, così pieno di fascino, devono averlo imparato a scuola. E non sembra loro vero di poter recitare la lezione nella realtà della vita, senza sforzo di memoria. “Marconi, lo vedi? - dice un altro ragazzetto additando il senatore a un compagno - è quel mago che accende la luce a mille e mille miglia di distanza. Ora verrà a Sestri Levante. Potremo vederlo da vicino.”. Ma se essi sapessero quale altra magia ha compiuto oggi il “pilota delle nebbie”!

Gettata l’ancora nella rada di Sestri Levante, l’Elettra ora si culla sulla lieve onda e fa la chioccia tra i pulcini delle innumeri piccole imbarcazioni di diporto che si affollano intorno. Si va ora a terra per visitare la stazione del radio-faro situata sul torrione che è sul cucuzzolo di monte Castello. L’ascesa non è delle più lievi, ma Guglielmo Marconi, che ci batte la strada, ci da’ un esempio che possiamo non imitare. Per stretti e rapidi sentieri, che corrono tra siepi di arbusti e filari di pini, si giunge al torrione, dove ci viene mostrato il radio-faro e ci si fa assistere al cambiamento del tipo oscillante con quello a movimento rotante per una esperienza che suscita molto interesse. Il sistema di aerei è fatto rotare di un giro completo ogni minuto. In questo modo il cambiamento di tono avviene quando la linea zero di rotazione passa sul sud effettivo della bussola e l’orientamento della nave sul radio-faro è ottenuta misurando con un cronometro il tempo che intercorre tra il cambiamento di tono e il passaggio della linea zero di rotazione sulla nave.

Si ritorna verso Santa Margherita. Ma prima di giungervi possiamo ancora assistere ad altre esperienze, non meno interessanti delle prime. Così assistiamo alla rilevazione, fatta sempre in navigazione cieca, dei punti di riferimento con altri punti fissi o con l’imboccatura di un ipotetico porto che sia a distanza di due miglia. Per finire l’ing.

Mathieu compie lo stesso esperimento della mattina, di individuazione cioè della zona morta, ma navigando in senso opposto alla posizione del radio-faro. E possiamo così ancora constatare compiuto all’inverso la riuscita del fenomeno prestigioso. L’entrata dell’Elettra nella rada di Santa Margherita, passando tra due boe, è compiuta navigando alla cieca e solo affidati alla perfezione degli strumenti creati da Marconi.

Il sole del meriggio ha cominciato a calare sull’orizzonte. L’Elettra, la nave dei miracoli, è nuovamente alla fonda nella rada di Santa Margherita. Scambio di saluti tra gli ospiti. Ossequiamo Marconi senza saper trovare una parola delle tante che più tardi certo ci verranno alla mente. Non abbiamo neppure saputo ringraziarlo di averci fatto il dono di assistere al suo ultimo prodigio di mago. Ma sentiamo che questo dono noi lo conserveremo gelosamente tra i ricordi più belli della nostra giovinezza, come un segno di fortuna.

Il prodigio è compiuto. Tutti possono rendersi conto della importanza che la scoperta fatta da Marconi acquista nel campo vastissimo e difficoltoso della navigazione marittima quando tutti gli elementi infidi della natura si schierino contro. Tutti possono pensare quali enormi applicazioni, quali sviluppi tale invenzione può avere. La mente, a pensarci, si perde in un dedalo di ipotesi, che possono tuttavia essere tutte realizzabili. Non è una magia malefica. Essa è nata nella mente di Marconi, come un sorriso di bontà. Essa è umana, soprattutto umana, dedicata alle genti che sul mare, sulla terra e nei cieli rischiano sovente la loro vita. E’ infatti una formula di vita. Si potrà -in parole povere e crude- morire meno facilmente, si potrà lottare e vincere la natura quando diventi matrigna, quando scateni sul dosso degli uomini i suoi elementi di morte

Per questo dono fatto all’umanità, Guglielmo Marconi, l’umanità ti dice grazie, nel secolo che corre e nei secoli che verranno.

 

 

 

 

a cura di:

Carlo GATTI

Presidente dell’Associazione Marinara MARE NOSTRUM Rapallo

Rapallo 20 Maggio 2015

 

Questo saggio, in data odierna: 17.4.2024, ha avuto un nuovo editing adattato alla versione del nuovo sito, per cui risulta più ampio e leggibile, inoltre, per l’occasione del 25 Aprile, data di nascita dello scienziato Guglielmo Marconi, abbiamo arricchito il nuovo saggio con altri capitoli di notevole interesse! Grazie!