RELAZIONE Attività Mare Nostrum 2011
ATTIVITA’ MARE NOSTRUM 2011
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
Cari associati,
L’anno 2011 è stato ricco di eventi ed avvenimenti che, grazie anche all’attività culturale e promozionale portata avanti dalla nostra associazione, hanno particolarmente arricchito l’offerta storico-documentale dedicata alle nostri radici marinare ed agli appassionati cultori di storia locale.
In linea generale vanno ricordati per il loro valido supporto promozionale il nostro sito sul web, il periodico Il Mare e il Museo Marinaro Tommasino-Andreatta ospitato presso la Scuola Tlc di Chiavari.
Ciò detto si evidenzia il corposo elenco degli eventi realizzati nell’anno 2011.
In data 28.12.2010 é stata accreditata la cifra stabilita dal Comune per Mare Nostrum.
- dal 15 al 22 gennaio 2011 Emilio Carta é andato in trasferta (vacanza di lavoro) in terra siciliana. Il 19 ed il 20 gennaio é stato ospite della Regione Sicilia, assessorato ai Beni Culturali e Soprintendenza al Mare e dell’Istituto Tecnico di Palermo per due conferenze su "L'U-Boot 455 l'ultimo mistero del Mediterraneo". In entrambe le occasioni ha presentato il volume "U-Boot 455, il sottomarino della leggenda: 30 immersioni nelle acque della provincia di Genova" scritto assieme al sub Lorenzo Del Veneziano.
- Il 28 gennaio 2011 è stato stipulato il contratto per l’attivazione del sito di Mare Nostrum. Mentre a febbraio abbiamo studiato il sistema, a marzo abbiamo provveduto all’inserimento dei primi articoli. Alla fine dell’anno abbiamo raggiunto 2.000 visite di lettori.
- Il 9 febbraio 2011 sul sito di Mare Nostrum é stato inserito per la prima volta il mensile IL MARE. L’editore è Massimo Busco (nostro socio) mentre il direttore responsabile della testata è Emilio Carta.
- Il 18 marzo a Genova al Galata Museo del Mare, Emilio Carta assieme al sub Lorenzo Del Veneziano ha presentato ha presentato il volume "U-Boot 455, il sottomarino della leggenda: 30 immersioni nelle acque della provincia di Genova".
- Il 24 marzo la signora Milena Palazzo, moglie del nostro socio Flavio Vota ha presentato un bellissimo libro di poesie presso la Sala Conferenze di Villa Queirolo.
- Il 16 Aprile all’Abbazia di S.Fruttuoso si è tenuta l’inaugurazione della mostra Storie di Navi e Relitti del Promontorio di Portofino, Patrocinata dal FAI - Echi di Liguria e Città di Camogli. Vi ha partecipato Mare Nostrum con il socio Claudio Molfino, organizzatore e allestitore in collaborazione col grafico Sandro Bonati, Nanni Andreatta con la concessione di reperti museali e vari testi illustrativi scritti di Emilio Carta e Carlo Gatti
- Nel Marzo 2011 – Emilio Carta e Carlo Gatti hanno tenuto una conferenza presso l’Associazione la “Corallina” di Santa Margherita sulle navi da carico USA i LIBERTY davanti ad un numeroso pubblico.
- il 4 giugno i soci Carta e Gatti sono stati invitati ad un ulteriore incontro sullo stesso argomento, “I LIBERTY” da un’altra Associazione “SPAZIO APERTO”, di Santa Margherita Ligure.
- Venerdì 10 giugno, alle 18.00 presso la nostra sede "Gran Caffé Rapallo" si è tenuta una conferenza sulla Mostra FAI cui hanno partecipato i soci Molfino e Cartainsieme a Capretti, il Manager dell’Abbazia)di San Fruttuoso. In tale occasione è stato presentato il nuovo sponsor MEDIOLANUM .
- Ai primi di giugno é stata presentata la prima Bozza-Programma per la Mostra Mare Nostrum 2011 con le ricorrenze del 30° anno di vita di Mare Nostrum, del 10° anno consecutivo della pubblicazione di Mare Nostrum e del 150° dell’Unità Nazionale. Nonostante le obiettive difficoltà finanziarie, (tra cui il patto di stabilità) il Comune ha assicurato il proprio intervento assieme alla Banca Carige
- 5 Luglio – E’ stato presentato il filmato di Nanni Andreatta sul varo del LEUDO. Ne é seguito il regalo per l'Estate 2011 che Mare Nostrum ha donato in omaggio alla Tradizione Marinara Ligure che oggi, più che mai, é viva grazie a personaggi come il nostro "NANNI" che la incarna con la sua storia familiare, personale e che ci coinvolge a tutto campo con l'entusiasmo e l'orgoglio di farci sentire "attori e spettatori" di una lunga epopea che riemerge dal passato.
- 7 luglio - Più volte in estate abbiamo avuto il piacere di “osservare” il cielo insieme agli amici astrofili di Enzo Gaggero (nostro socio e presidente dell’Associazione IL SESTANTE) con Marcello Cecchi.
- In estate é stato promosso presso l’Oratorio dei Neri a Rapallo, come avviene da molti anni, l’evento MARE FORZA SETTE, animato da tanti personaggi di Mare Nostrum. Ecco il programma completo.
Mare Nostrum Rapallo - Confraternita dei Neri - Caroggio Drito
Museo Marinaro Tommasino-Andreatta - Il Sestante - Expo Tigullio
presentano
Mare Forza Sette
Al Giardino pensile dell’Oratorio dei Neri
via Magenta, Rapallo
Sabato 16 luglio ore 21.15
Presentazione del libro "Le barcacce nel cuore" di Carlo Gatti e Silvano Masini Interventi dell’autore e di Emilio Carta
L’incontro sarà preceduto dal filmato inedito di Nanni Andreatta “Genova com’era”.
Sabato 23 luglio ore 21.15 - Enzo Gaggero e il suo Team presentano “L’impresa di Premuda”
“…il 10 giugno 1918, Luigi Rizzo affondò la corazzata austriaca Santo Stefano con il Mas 15 e Giuseppe Aonzo colpì la corazzata Tegetthoff con il suo Mas 21”. L’incontro sarà preceduto da un interessante filmato d’epoca.
Sabato 30 luglio ore 21.15 Ernani Andreatta, Emilio Carta e Carlo Gatti presentano il libro “Tutto il Mare in uno Zaino” di Lola Taddei, moglie del nipote (omonimo) del comandante incagliatosi con il suo brigantino a Tristan da Cunha. L’isola vulcanica diventò celebre sia per il naufragio del brigantino ITALIA al comando del chiavarese Rolando Perasso, sia per la scelta che due marinai camoglini fecero di rimanere per sempre su quello scoglio sperduto nell’Oceano cedendo all’amore di due isolane che gli diedero in seguito molti figli. Saranno presenti Lola Taddei, vedova di Rolando Perasso nipote omonimo del Comandante naufragato e la figlia Serenella Perasso che farà un excursus anche su altri libri scritti su Tristan da Cunha.
Domenica 7 agosto ore 21.15 Incontro con l’artista Enzo Marciante autore del libro “Storia di Genova” a fumetti. La storia della Superba, e dei suoi principali protagonisti, attraverso i secoli. Una rivisitazione scanzonata ma strettamente storica della Repubblica Marinara. Presenta Emilio Carta
- Lunedì 3 e (presso i cannoni davanti al Castello di Rapallo) e Martedì 4 ottobre presso la sede dell' Associazione Sestante di Casarza Ligure, i nostri soci astrofili capitanati da Enzo Gaggero ci danno appuntamento alle 21 per osservare con il telescopio la Luna al 1° Quarto e Giove.
Siamo giunti così a MARE NOSTRUM 2011
con le note ricorrenze:
a) – 150° dell’UNITA’ d’ITALIA
b) - 30° di Mare Nostrum
c) - 10° della Pubblicazione di Mare Nostrum
Il 2011 è stato - ed è ancora mentre scriviamo queste note - l'anno in cui si è celebrato il 150° anniversario dell'unità nazionale: un anno denso di avvenimenti, rievocazioni, mostre, dibattiti e ricco di importanti momenti che hanno visto coinvolte tutte le più significative componenti della nostra Nazione, tanto a livello centrale quanto periferico.
Un anno, quindi, di celebrazioni unitarie e di volontà - da parte di tutti - di ribadire i concetti che stanno non soltanto alla base della nostra storia ma che costituiscono, di per sé stessi, le basilari fondamenta del nostro vivere civile, delle nostre tradizioni e della nostra essenza culturale.
Per una fortunata coincidenza, in questo 2011 così improntato al ricordo (e al tempo stesso rivolto al nostro futuro), anche la Mostra "Mare Nostrum" fa registrare il raggiungimento di considerevoli traguardi: non certo commisurabili al tondo "150°" dell'unità d'Italia, ma di sicura valenza epocale e culturale - soprattutto se rapportati alla nostra realtà locale e confrontati con l'effimera durata di altre analoghe manifestazioni, organizzate un po' ovunque in Italia e all'estero.
Difatti, con l'edizione 2011 la Mostra "Mare Nostrum" celebra il suo anniversario trentennale, e non possiamo non tornare con la memoria alle prime, pionieristiche edizioni della manifestazione, successivamente "consolidata" nei locali dell'Auditorium delle Clarisse e - da ormai molti anni - definitivamente trasferitasi nella prestigiosa e centralissima sede del nostro "Castello a mare".
In ultimo, quella che i lettori stanno per sfogliare è la decima edizione di una pubblicazione che, ormai tradizionalmente, affianca e accompagna la Mostra nella sua sede espositiva: un percorso iniziato nel 2002 con "Il Tigullio un Golfo di Eroi" e proseguito, sino ad oggi, con una serie di fascicoli - ora rivolti alle tradizioni marinare di Rapallo, ora dedicati ad aspetti di grande respiro della storia navale nazionale - che, nel tempo, non soltanto hanno seguito un filo conduttore comune ma che costituiscono un "oggetto da collezione" ricercato da appassionati e studiosi del settore storico-navale più largamente inteso. Da questo indubbio successo pubblicistico non è disgiunta la recente costituzione, nel 2008, dell' "Associazione Culturale Mare Nostrum" (in cui gli autori sono coinvolti in prima persona), che - a sua volta - è andata ad occupare una fondamentale posizione per il collegamento e la collaborazione tra i suoi Soci, il Comune di Rapallo, le Istituzioni locali e tutte le realtà che ruotano attorno alle iniziative tese ad approfondire la realtà marittima, navale e storica della nostra Città.
In conclusione di questo anno, così importante e simbolico per l'unità nazionale, anche la Mostra "Mare Nostrum" e l'omonima Associazione Culturale hanno pertanto deciso di dare il proprio contributo con la realizzazione di questo fascicolo il cui titolo - "Garibaldi un uomo di mare" - non può non partire dal nome di colui che - più di ogni altro - rappresenta a tutt'oggi lo spirito risorgimentale dell'Italia unitaria.
Emilio Carta affronta e approfondisce una tematica sino ad oggi mai presa in considerazione, ossia la partecipazione di rapallesi e abitanti del Tigullio alla "Spedizione dei Mille" e alle immediatamente successive fasi del consolidamento dell'unità nazionale. L'argomento è di sicuro interesse, e consente di far luce su aspetti sino ad oggi mai sviluppati, sia pure solo collateralmente a ad analoghi studi, e tantomeno approfonditi con un lavoro organico "sul campo", sulla base di documenti archivistici, raccolte di cimeli e revisione critica delle fonti storiche primarie e bibliografiche. Uno studio, quindi, che riteniamo possa "fare scuola", andando a rappresentare un "valore aggiunto" per la storia di Rapallo e del suo circondario e rappresentando un collegamento tra passato e presente soprattutto ad uso delle generazioni più recenti e dei giovani i cui corsi di studio - forse - non sono oggi così attentamente rivolti alla storia viva che si nasconde ovunque in Italia, e quindi anche nella nostra Città.
Con l'esperienza derivante da lunghi anni trascorsi in mare, al comando di rimorchiatori portuali e d'altura e nel Corpo dei Piloti del Porto di Genova, il com.te Carlo Gatti fa rivivere uno dei momenti più noti - ma sicuramente meno approfonditi dal punto di vista tecnico-marinaresco - della "Spedizione dei Mille". La partenza da Genova dei famosi piroscafi garibaldini Piemonte e Lombardo avvenne, difatti, in presenza di notevoli difficoltà nautiche, rendendo necessaria una complessa operazione di rimorchio e costituendo - probabilmente - uno dei più concitati momenti della navigazione delle due unità verso il Regno delle Due Sicilie. Anche in questo caso, l'intendimento dell'autore è stato il desiderio di divulgare fatti poco noti ma importanti, assai spesso messi in ombra da momenti maggiormente éclatanti e quasi mai portati a conoscenza del pubblico degli appassionati alle vicende storico-navali del nostro paese.
Infine, Maurizio Brescia (in collaborazione con Francesco Bucca, anch'esso socio dell' "Associazione Culturale Mare Nostrum") presenta un altro tema sicuramente legato alle vicende garibaldine ed alle figure più rappresentative del Risorgimento: le navi militari italiane che - in centocinquant'anni di storia - hanno portato i nomi di Garibaldi e Cavour. Nel tempo, la Regia Marina e la Marina Militare hanno inteso onorare l' "Eroe dei Due Mondi" e lo statista piemontese (che fu - tra l'altro - anche il primo Ministro della Marina del neocostituito Regno d'Italia) assegnandone i nomi a importanti navi che - in molti casi - hanno a loro volta scritto fondamentale pagine della nostra storia navale. Sarà così questa l'occasione per ricordare, e far rivivere con foto attuali e d'antan, le prime navi a propulsione mista che portarono i nomi di Garibaldi e Cavour e, tra le successive unità, l'incrociatore corazzato Garibaldi e la nave da battaglia Cavour, sino alle due moderne e avveniristiche portaeromobili attualmente in servizio con la Marina Militare.
La realizzazione di un programma espositivo e pubblicistico di questa portata non avrebbe potuto avvenire senza la fattiva collaborazione del Comune di Rapallo e - nella fattispecie - senza l'entusiasmo e il fondamentale apporto del Sindaco - dott. Mentore Campodonico - il quale non soltanto ha sempre "creduto" nella fondamentale valenza culturale della Mostra "Mare Nostrum" (e di questa pubblicazione) per la nostra Città, ma ha saputo far sì che l'Amministrazione Comunale ci consentisse di portare a compimento il nostro progetto con un fattivo, concreto e fondamentale appoggio.
E proprio da questa volontà, e dal sostegno che il Comune di Rapallo ci ha sempre accordato, è scaturita la collaborazione con la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, un Istituto bancario sempre attento e sensibile al supporto delle realtà culturali liguri che - pur nella difficile congiuntura economica che tutti stiamo vivendo - in occasione dell'organizzazione della Mostra "Mare Nostrum" 2011 ha dimostrato, una volta di più, di sapersi far partecipe del nostro progetto con interesse e attenzione, nella certezza che la cultura è "pagante" e che i fondi ad essa destinati costituiscono non già una perdita, ma un investimento.
Desideriamo quindi ringraziare tutti coloro che ci hanno fattivamente sostenuto e appoggiato come - d'altra parte - i visitatori che si recheranno al "Castello a Mare" nei locali della Mostra, confidando che possa rappresentare un interessante momento di "immersione" nella cultura e nella nostra storia.
E a tutti i lettori di "Garibaldi un uomo di mare" va, come è ormai decennale consuetudine, l'augurio di Buona lettura e di Buona Navigazione!
Rapallo, novembre 2011
M. Brescia - E. Carta - C. Gatti
Sabato 5 novembre ore 10.30: Sala consiliare
Conferenza stampa per l’Apertura della 30a Edizione della Mostra di Mare Nostrum e presentazione della Pubblicazione di carattere storico curata da Maurizio Brescia, Emilio Carta, Carlo Gatti, Umberto Ricci alla presenza degli stessi autori.
Domenica 6 novembre - ore 11,00:
Conferenza presso il Centro Incontri del Gran Caffè Rapallo (sede sociale dell’Ass. Mare Nostrum) tenuta dal Cap. Umberto Ricci sul tema
“I GARIBALDINI DI RAPALLO”
Domenica 13 novembre – ore 11:
La prevista conferenza del com.te Erminio Bagnasco sul tema “ I 150 ANNI DELLA MARINA MILITARE” per un problema familiare del noto storico è stata sostituita da analogo intervento del socio Maurizio Brescia che ha presentato e commentato un “affresco” storico della nostra Marina Militare arricchito dalla proiezione di un centinaio di foto navali molte delle quali inedite. Hanno partecipato alla conferenza “testimonial” e importanti personaggi della marina.
Sabato 19 novembre – ore 11.00
Conferenza presso il Centro Incontri del Gran Caffé Rapallo del com.te Enzo Gaggero sul tema “ ORA FERROVIARIA NELL’UNITA’ D’ITALIA”
Con il regio decreto del 10 agosto 1893 Il Re adotta il “Fuso Orario” di riferimento che passa per Termoli – Etna.
Domenica 20 novembre – ore 11.00
Presentazione presso il Centro Incontri del Gran Caffè Rapallo della pubblicazione “All’inferno e ritorno: la storia del marò Mario Ammi” curata da Emilio Carta e relativa a un naufragio avvenuto in Grecia durante l’ultima guerra mondiale.
Presente il superstite Maio Ammi ha fatto gli onori di casa il Com.te Carlo Gatti.
Domenica 20 novembre - ore 18: chiusura Mostra e saluto ai partecipanti
Orario apertura al pubblico:
Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì ....... giorni di chiusura
Venerdì ............................. 15-18
Sabato...... 10-12 - 15-18
Domenica.. 10-12 - 15-18
Le sale espositive
Antico Castello – sala al primo piano
Ha ospitati lo stand del locale gruppo della Marina Militare e la grande mostra espositiva sulla storia del mare e della navigazione attraverso il modellismo navale curata dall’Associazione modellisti “Nonno Franco” di Rapallo.
Antico Castello - sala al piano superiore
Vi erano esposti materiale storico iconografico afferenti il 150° Annversario dell’Unità d’Italia utilizzando le collezioni private del com.te Carlo Gatti, del curatore del Museo delle Telecomunicazioni com.te Ernani Andreatta, di Emilio Carta, dello studioso Maurizio Brescia e, come annunciato, del com.te Enzo Gaggero con una Mostra su “Ora Ferroviaria nell’Unità d’Italia”.
Antico Castello - due salette al piano superiore
Erano aperte al pubblico con le seguenti esposizioni:
- Una Mostra con la riproduzione di materiale storico navale sui relitti ritrovati davanti a San Fruttuoso a cura di Claudio Molfino.
- il materiale espositivo-didattico-museale messo a disposizione dal Curatore del Museo navale Tommasino-Andreatta, comandante Ernani Andreatta;
- Le immagini relative al fascicolo didattico illustrativo “Garibaldi un uomo di mare
Gestione della fase promozionale e operativa dell’evento
La mostra è stata arricchita e promossa grazie a conferenze stampa, articoli giornalistici sui principali quotidiani e periodici liguri, realizzazione di un prezioso fascicolo illustrativo, con la stampa di manifesti, locandine depliants a quattro colori , uno stendardo promozionale e di un pannello mobile espositivo, stampa di 100 copie del quadro illustrativo della mostra su Garibaldi realizzato dal pittore Amedeo Devoto
- Il 9 dicembre Emilio Carta e Carlo Gatti hanno presentato i loro ultimi libri sull’emittente televisiva locale STV:
- il 10 dicembre il Sindaco e il presidente di Mare Nostrum all’Oratorio dei Neri hanno presentato in anteprima nazionale il romanzo “Il Collezionista d’Armi” scritto da Emilio Carta.
-Tra i soci-collaboratori che inviano “regolarmente” materiale fotografico per l’Associazione devo citare soprattutto due persone: Pino Sorio e Scipione D’Este, due appassionati viaggiatori e visitatori di Musei Navali. Un particolare ringraziamento é dovuto all’artista pittore Amedeo Devoto che anche quest’anno ha voluto donare a Mare Nostrum due pregiatissime “opere garibaldine” che hanno onorato l’argomento principale della nostra Mostra annuale.
- In concomitanza alla nostra Mostra all’antico Castello di Rapallo, è stata inaugurata la mostra : DA CAVOUR ALLA CAVOUR – presentata a La Spezia-Arsenale. Ideatore, realizzatore, allestitore il nostro socio Marco Prandoni. Autori di una grafica eccellente i nostri soci Claudio Molfino e Alessandro Bonati.
Ringrazio i soci e collaboratori interni ed esterni di Mare Nostrum che hanno dato la loro collaborazione con grande entusiasmo in tutte le occasioni che si sono presentate. Un ringraziamento “particolare” lo dedico a Bruno Malatesta, vice presidente della Società Capitani e Macchinisti di Camogli per l’assistenza all’attività del nostro sito.
Il Presidente
Carlo Gatti
BIAGIO ASSERETO, L'Ammiraglio che catturò due Re
Biagio ASSERETO
L’AMMIRAGLIO CHE CATTURO’ DUE RE
NATIVO DI RECCO, SUO NONNO VENIVA DA RAPALLO
Statua di Biagio Assereto
Veduta di Genova verso la metà del 1400. Xilografia tratta dalle “Cronache di Norimberga”
Il grande poeta Francesco Petrarca così descriveva Genova nel lontano 1358:
“Arrivando a Genova vedrai una città imperiosa, coronata da aspre montagne, superba negli uomini e per mura, signora del mare”.
Sintesi mirabile delle caratteristiche principali della città ligure, del suo glorioso passato, delle sue forti tradizioni. L’orgoglio di Genova si ritrova ovunque, nella ricchezza dei monumenti e dei musei, nello splendore dei palazzi maestosi e dei parchi, nel carattere e nella lingua dei genovesi, nei “caruggi” del suo centro storico, nel grande e variopinto porto, ove regna il movimento de traffici.
Un’iscrizione in latino, posta sul pilastro meridionale di Porta Soprana, recita:
“In nome dell’Onnipotente Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, Amen. Sono munita di uomini, circondata da mura mirabili, col mio valore tengo lontane le ostili armi. Se porti pace ti é lecito toccare queste porte, se chiederai guerra triste e vinto ti ritirerai. A mezzogiorno e a occidente, a settentrione e a oriente é noto quanti moti di guerre ho superato, io, Genova!”.
In questo superbo contesto nasce e si muove Biagio Assereto
“Biagio Assereto, generale delle galee della Serenissima Repubblica di Genova, fece prigionieri due re, in Infante, trecento cavalieri. Morì l’anno 1456”.
Questa iscrizione si trova su un busto marmoreo nella Chiesa arcipresbiteriale di Serravalle Scrivia. S'ignora la data della sua nascita, ma da un documento del 1408, si ritiene che egli sia nato non dopo il 1383. Si conosce invece il luogo di nascita, Recco. Di suo padre si sa che non era un marinaio, ma un rispettato artigiano. Sua madre era una Ghisolfi, una donna appartenente a una potente famiglia di mercanti genovesi. Il nonno veniva da Rapallo, la sua famiglia era di tendenza politica filo-milanese. Aveva svolto i primi studi presso i religiosi e avrebbe dovuto essere orafo. Era di bell'aspetto, aitante nel fisico ed allo stesso tempo intellettuale, ma amava soprattutto il mare. Per queste doti entrò nelle simpatie di Francesco Spinola, allora padrone di Recco, che lo fece diplomare notaio. Iniziò, quindi, la carriera da scrivano a Porto Maurizio nel 1408 per conto del locale podestà. Un posto ottenuto dalla Repubblica di Genova. Un impiegato quindi, non un navigatore.
GALEA SOTTILE: Il nome "galera", diffusosi solo nel XII secolo, deriva dal greco γαλέoς (galeos), cioé "squalo", perché la forma assunta in quest'epoca dalla principale esponente di questo tipo di navi, la galea sottile, richiamava tale pesce: essa infatti era lunga e sottile, con un rostro fissato a prua che serviva a speronare ed agganciare le navi avversarie per l'arrembaggio. La propulsione a remi la rendeva veloce e manovrabile in ogni condizione; le vele quadre o latine permettevano di sfruttare il vento.
La forma lunga e stretta delle galee, ideale soprattutto in battaglia, la rendeva però poco stabile, e le tempeste e il mare grosso la potevano facilmente affondare: perciò il loro utilizzo era limitato alla stagione estiva, al massimo autunnale. Era obbligata a seguire una navigazione di cabotaggio, ossia vicino alle coste , in quanto la sua stiva poco capiente imponeva diverse tappe per il rifornimento soprattutto di acqua; i rematori, per il continuo sforzo fisico, ne consumavano molta. Per queste ragioni la galea era inadatta alla navigazione oceanica.
Le più famose battaglie combattute da queste navi furono quella di Salamina , nel 480 a.c. , e quella di Lepanto, nel 1571 . A entrambe queste battaglie presero parte diverse centinaia di galee.
I combattimenti tra galee si risolvevano di solito in abbordaggi, nei quali gli equipaggi si affrontavano corpo a corpo e, a partire dal XVI secolo, a colpi di archibugio; in genere si univano alla lotta anche i rematori.
Nel XV secolo le galee cominciarono ad imbarcare a bordo dei cannoni : generalmente un cannone di corsia centrale più alcuni pezzi di calibro inferiore sulla rembada. La potenza di questi cannoni, specie di quelli laterali, era però limitata perché le sollecitazioni derivanti dallo sparo scuotevano e danneggiavano la nave. Inoltre verso la fine del Medioevo si inventò il sistema di remo a scaloccio, in cui 4-5 rematori facevano forza sul medesimo remo. I rematori potevano essere uomini liberi stipendiati o (in caso di guerra) reclutati per sorteggio, schiavi e prigionieri condannati per un certo numero di anni al remo; dal termine galea deriva infatti il termine italiano galera.
Nella battaglia di Lepanto i veneziani sperimentarono con ottimi risultati le galeazze, galee molto più grandi e stabili che potevano imbarcare batterie di cannoni di grosso calibro e sparare in tutte le direzioni; tali navi, tuttavia, erano impossibili da manovrare a remi, tanto che dovettero essere trainate da due galee ciascuna.
Galea Bastarda: Galea dalle forme poppiere più piene rispetto alla galea sottile e murate più alte, era utilizzata con funzioni di nave capitana o patrona, cioè ammiraglia. Il nome derivava dal fatto che tale tipo di nave risultava essere un incrocio tra la galea sottile e la galea grossa. Ne esisteva anche una versione ridotta nota come bastardella, di dimensioni intermedie tra la galea sottile e la galea bastarda
Galeazza
Bastimento a vela e a remi, che prese forme definitive nella seconda metà del Cinquecento. Era d'alto bordo, con casseretto e castello, attrezzato con tre alberi a vele latine e il bompresso . Aveva il ponte di coperta e il suo palamento consisteva in 32 banchi sottostanti a quel ponte, con remi a scaloccio. Pertanto il ponte di coperta era libero per la manovra delle vele e poteva portare una batteria di grossi cannoni (circa 36) e altri minori installati sui fianchi. La galeazza, imitazione della galea da traffico con la sua attrezzatura e l'alto bordo, fu il coronamento degli sforzi per mettere le galee in grado di meglio opporsi al crescente predominio della nave a vela.
Dal 1423 Biagio Assereto diventa armatore e noleggiatore di galee al servizio della Repubblica e nel 1425 lo si ritrova in città, capo dei cancellieri. Uno strano cancelliere. Proprio nel 1425, eccolo capitano di una nave della Serenissima contro il ribelle Antonio Fregoso; poi comandante d’una galea nel 1427, nella flotta di Antonio Doria che restituì il reame di Napoli a Giovanna II.
Renato d’Angiò, re di Napoli, stette in carica dal 1435 al 1442
Suo predecessore fu Giovanna II, suo successore Alfonso I
Infine, sempre nel 1427, viene inviato nella zona delle Cinque Terre al comando di una galea che costringe alla resa Ferruccio Verro e lo porta prigioniero a Genova. Il fiorentino era partito da Pisa a sostegno di Tommaso di Campofregoso, che in quella regione si era fatto capo del malcontento genovese contro il duca di Milano.
Biagio Assereto
Improvvisamente, codici, rogiti e pandette vengono accantonati e nasce un nuovo ammiraglio, un vero uomo di mare: Biagio Assereto che sarà presto inserito nell’albo d’oro d’una città come Genova, già così ricca di capitani e di navigatori famosi.
Contemporaneamente l'Ammiraglio, non pago delle forti somme di danaro ricevute per le sue prestazioni in qualità di “patrono di navi”, mirava ad ottenere altri incarichi, ancora più redditizi, nell'amministrazione della Repubblica. Nel 1428 fu nominato podestà di Recco, nel 1429 commissario nel territorio di Portofino e sempre nel 1429 rappresentò Genova nel trattato di alleanza con Lucca, la quale aveva abbattuta da poco la tirannide di Paolo Guinigi, contro i Fiorentini.
La sua fama varca tutti i confini di allora quando nelll’agosto 1435 gli viene affidata una flotta ridotta di appena 12 Galee, con la quale giunse a Gaeta in soccorso di Francesco Spinola assediato da Alfonso d'Aragona. La battaglia decisiva avvenne a largo di Ponza il 5 agosto e Biagio Assereto riportò la vittoria.
Quello che segue é certamente il racconto più importante della sua più significativa impresa da AMMIRAGLIO.
Antica Stampa del porto di Gaeta
L'assedio di Gaeta e la conseguente battaglia di Ponza sono due eventi storici accaduti nel 1435. In quell'anno Alfonso il Magnanimo (Alfonso d'Aragona), nella lotta per impossessarsi del trono napoletano di Renato d'Angiò, si rivolgeva contro la roccaforte di Gaeta che ancora gli resisteva. Nel corso degli eventi veniva sconfitto e catturato dal genovese Biagio Assereto, e poi liberato dal Duca di Milano Filippo Maria Visconti.
Sotto: Il re spagnolo sconfitto
Alfonso d’Aragona
L’antefatto é il seguente: morta la regina Giovanna, il re spagnolo Alfonso d’Aragona mise in atto una strategia per riprendersi il reame di Napoli. La tattica militare scelta era la seguente: stringere d’assedio Gaeta con una armata navale per sbarcarvi le truppe, e di là muovere verso la capitale campana. Ma Gaeta fece in tempo a chiedere aiuto a Genova, che mandò un contingente, al comando di Francesco Spinola, per costruire opere di difesa.
Genova non intendeva mettersi contro potentissima Spagna, ma il presidio di Spinola finì invece a sua volta assediato, e la Repubblica di Genova dovette decidersi, o rinunciare alla propria dignità di Stato, o intervenire in soccorso delle sue truppe di Gaeta. Fu scelta una via di mezzo: armare una flotta e inviarla in appoggio degli assediati, ma solo allo scopo di liberarli, senza arrivare a scontrarsi con gli spagnoli. La mini-Armata genovese era composta di 12 galee soltanto, e 2400 armati al comando di Biagio Assereto che era il principale sostenitore dei “falchi” genovesi. Appena giunse in vista Gaeta, seppe che Spinola, il nobile di cui era stato paggio, era ferito e che gli spagnoli stavano per occupare la città. Era il 3 agosto 1435. Proprio in quel giorno, l’ammiraglio genovese si vide venire incontro l’imponente flotta spagnola comandata da re Alfonso d’Aragona: 31 navi da guerra su cui erano imbarcati oltre 6.000 uomini. Nonostante la disparità di forze, B. Assereto accettò lo scontro, dopo aver inviato la dichiarazione scritta al sovrano spagnolo che egli intendeva soltanto soccorrere i suoi compatrioti genovesi e riportarli in patria.
La superiorità militare aragonese era fin troppo evidente, l’arroganza del re spagnolo fece il resto, ma l’esito dello scontro fu per loro una tremenda umiliazione.
La battaglia avvenne al largo di Ponza e fu una dimostrazione d’arte militare e navale da parte di Assereto. Alla sera, gli spagnoli erano sconfitti, il bottino enorme: undici navi nemiche vennero catturate, due sole fuggirono, tutte le altre furono bruciate o affondate. Assereto prese prigionieri il re Alfonso d’Aragona, il re di Navarra, l’Infante di Aragona, il Gran Maestro di Alcantara, il vice re di Siviglia, il principe di Taranto e una lunga schiera di baroni e di gentiluomini. Assereto diede notizia della vittoria a Genova e a Filippo Maria Visconti con una relazione caratterizzata da moderazione e modestia. A Genova fu festa grossa per tre giorni. Il bottino era di dimensioni mai viste, e venne, come promesso, distribuito ai membri dell’equipaggio.
Dal poema celebrativo delle gesta di Biagio Assereto (ammiraglio della flotta genovese)
O Ponza, tu sempre sarai ricordata per questa crudele tenzon sanguinosa, avrai rinomanza d’eterna durata, fra l’isole tutte sarai tu famosa. Fu in te che gridaro con voce paurosa entrambi gli stuoli “Battaglia, battaglia!” La vista che senza l’orror che attanaglia poter contemplarla fu maschia e animosa.
Antonio Astesano (poeta di Corte) 1436
Ma come si svolse la battaglia? Quale fu la strategia messa in atto da Biagio Assereto per potersi imporre su un avversario così potente e per l’occasione così superiore in numero di navi e di uomini armati?
Per rispondere a questa domanda ci siamo affidati ad alcune pagine del libro
“La Battaglia navale di Ponza del 1435. Alfonso il Magnanimo (1416-1458)”
di Alan Ryder – (Traduzione di Silverio Lamonica)
“Sul tardi Alfonso decise di assaltare Gaeta, piuttosto che rischiare di subire la rottura del suo blocco. Quindici barche con scale d’assalto appese agli alberi, si unirono alla flotta di galee che attaccava le difese marittime; a terra puntò le sue speranze su una grande torre d’assedio in legno che doveva aprire la strada a tre colonne assaltatrici comandate da lui stesso, da Enrico e da Giovanni. Pedro, a capo delle forze navali, manovrava sotto un assiduo fuoco di frecce e palle di cannone, nel tentativo di portare la nave a riva, solo per scoprire, con rammarico, che le scale d’assalto non riuscivano a raggiungere le mura che si affacciavano sul mare. Il paranco in tensione che li sosteneva cedette, gettando a mare i soldati posizionati sulle scale a pioli; tutti annegarono, tranne due che riuscirono a liberarsi dell’armatura e a nuoto raggiunsero la salvezza. Non essendo riuscita la medesima manovra ad una seconda barca, le altre si tenevano alla larga dalla linea di fuoco. A terra né uomini, né macchine da guerra potevano tener testa ad una difesa tanto determinata, quanto abile. Riconoscendo che l’attacco era fallito, Alfonso richiamò i suoi.
Ora tutto dipendeva dalla flotta genovese, le cui galee perlustravano il tratto di mare trenta miglia al largo di Terracina, se ciò poteva essere deprecabile, Gaeta ridusse i rifornimenti di due settimane, assolutamente necessari ad evitare la capitolazione. Invece di lasciare l’iniziativa al nemico, come aveva fatto a Bonifacio, Alfonso decise di tenere i genovesi ben lontani da Gaeta, dando battaglia in mare aperto. Aveva fiducia nei suoi vascelli catalani e siciliani i quali, numericamente in vantaggio, avrebbero messo alla prova i genovesi in più di uno scontro. Così a riprova della sua notevole mancanza di fiducia, prese personalmente il comando della flotta ed invitò ad accompagnarlo una moltitudine di nobili, amministratori, e perfino spettatori, come pure una coppia di ambasciatori di Barcellona. Si dice che soltanto la nave del re, un enorme vascello comandato da Jofre Mayans, avesse preso a bordo oltre ottocento di questi passeggeri superflui (Nota 53). Anni dopo si sostenne che lui prese il comando per mettere fine ad una lite tra Giovanni ed Enrico che si contendevano quel ruolo e che tutti gli altri avrebbero seguito il re che si era messo a rischio (Nota 54). Comunque appare evidente che acquisì un certo gusto per le operazioni navali e potrebbe aver confidato nella speranza di una vittoria spettacolare, la quale avrebbe consolidato la sua reputazione di condottiero reale di operazioni anfibie. La moltitudine festante si imbarcò il 3 agosto 1435. I fratelli reali presero ciascuno il comando dei maestosi vascelli che in tutto erano nove.
Nota 53 - Si imbarcarono più di 800 persone della casa e della corte reale, come se andassero a festeggiare una vittoria certa (Zurita, Annales, VI 93).
Corona d'Aragona (o Impero aragonese) fu il nome dato all'insieme dei regni e territori soggetti alla giurisdizione dei Re d'Aragona dal 1134 al 1714. Nata dall'unione dinastica tra il Regno d'Aragona e la Contea di Barcellona, la Corona d'Aragona venne accresciuta nei secoli di altri territori: i regni di Maiorca, Valencia, Napoli, Sicilia, Sardegna, Contea di Provenza, nonché i ducati di Atene e di Neopatria.
Cinque altre navi ed 11 galee completarono la flotta che il mattino successivo presero il largo alla ricerca dei genovesi. Li avvistarono mentre si avvicinavano provenienti dalla parte di Terracina, li inseguirono verso l’isola di Ponza e si sarebbero impegnati senza ulteriori difficoltà, poiché il Comandante genovese, Biagio Assereto inviò un araldo con una bandiera bianca per chiedere di non ostacolare il passaggio, in modo che potessero consegnare le provviste destinate a Gaeta. Gli scambi di notizie conseguenti si protrassero per tante ore diurne che la battaglia dovette essere rinviata al mattino successivo (55).
L’alba li sorprese a circa quattro miglia da Ponza, un’isoletta distante trentacinque miglia dalla terraferma. Il re provò una fiducia superba, specie quando vide tre navi genovesi fuggire verso il mare aperto. Col vento che gonfiava le vele, diresse lo squadrone principale direttamente sull’ammiraglia di Assereto; in una situazione simile qualsiasi altro comandante avrebbe preferito pregare. Ma quando le navi stavano per collidere, con una bordata improvvisa Assereto fece ruotare la sua nave, urtando violentemente la poppa del vascello reale, liberandola della zavorra e facendola sbandare paurosamente. (Alfonso) non gioì a lungo dell’altezza (della sua nave) appena i due vascelli si uncinarono, né il suo equipaggio avrebbe potuto manovrare le armi con un certo effetto su un ponte inclinato. Altrove la battaglia infuriava perfino con maggior fortuna. Alcune navi genovesi si trovarono abbordate da entrambi i lati a causa del maggior numero di navi aragonesi, mentre le galee della retroguardia si lanciavano in avanti, favorite dal mare calmo e centrando il bersaglio con colpi d’arma da fuoco e con frecce. Da parte loro i genovesi fecero ampio uso di frecce infuocate, olio bollente e calce viva che la brezza soffiava sui loro avversari con un effetto devastante. Ma fu nell’abilità del combattimento che i genovesi godettero di un vantaggio schiacciante: tutti i loro uomini erano temprati dai combattimenti navali, mentre i marinai aragonesi erano fatalmente impediti da una frotta di marinai d’acqua dolce, metà dei quali in preda al mal di mare e per nulla capaci di combattere con efficacia sui ponti delle navi in preda al rollio.
Quel che decise la battaglia fu la ricomparsa, nel pomeriggio, di quei tre velieri genovesi che ebbero l’ordine di allontanarsi quando cominciò l’attacco. Ora piombavano nel mezzo del combattimento su un nemico sfibrato. Anche sulle navi ammiraglie i genovesi avevano la meglio. Cinque loro velieri circondarono la nave ammiraglia, spingendosi in avanti da prua, da babordo e da tribordo, presero il castello di prua, irruppero attraverso una barricata a mezza nave e spinsero indietro il re ed il suo seguito verso il castello di poppa, dove Alfonso trovò rifugio dalla grandine di frecce, concentrate ora sull’ultimo fortino.
Nota 55 - Rispondendo ad Assereto, Alfonso chiese di conoscere in base a quale diritto Genova aveva la presunzione di interferire nel suo regno, in soccorso dei suoi nemici. Inoltre chiese la resa della flotta genovese.
pag. 204 - Per porre fine alla loro resistenza, Assereto fece tagliare il sartiame provocando la caduta dei pennoni che fu tanto rovinosa e violenta che si aprirono i fianchi della nave. Appena l’acqua cominciò a penetrare all’interno, una freccia infuocata, scoccata da una balestra, piombò sul ponte ai piedi di Alfonso; attorno a lui i nobili caddero in ginocchio scongiurandolo di salvare la vita. Ma a chi avrebbe dovuto arrendersi? Il suo principale avversario, Assereto, di mestiere notaio, non aveva le qualità per prendere prigioniero un re. Invece egli scelse tra i capitani genovesi un certo Iacopo Giustiniano, la cui famiglia resse la Signoria di Chio e a lui consegnò la spada, dichiarando di considerarsi prigioniero del Duca di Milano, Signore di Genova. Un piccolo frammento di onore fu salvato dal naufragio della sua fortuna.
Vedendo catturato il loro re, gli equipaggi delle altre navi, già col morale a terra, si scoraggiarono del tutto. Molti si arresero senza un ulteriore combattimento. Solo Pedro, con due navi prese a rimorchio dalle galee, riuscì a fuggire nella notte. Furono catturate dodici navi, una galea bruciata ed un’altra affondata. Alfonso, Giovanni, Enrico, il Principe di Taranto, il Duca di Sessa, il Conte di Campobasso, Lope Ximenez de Urrea, il governatore di Aragona, Ramon Boyl, Guglielmo Ramon de Monteada, il Signore di Alcantara, Diego Gomez di Sandoval, con oltre cento altri nobili di alto rango di Aragona, Castiglia, Valencia, Catalogna, Sardegna, Sicilia e Napoli furono presi prigionieri. Esclamò un cronista napoletano: “Mai rete gettata in mare per una volta, non foro presi tanti pisci” ( Faraglia, Diurnali, 94).
*** A completare il disastro, i soldati della guarnigione di Gaeta, il giorno dopo, avendo saputo del trionfo dei loro compatrioti, uscirono improvvisamente dalla città, schiacciando i loro assedianti demoralizzati, portarono come trofeo le prede, rivaleggiando con quelle catturate in mare. Assereto, arrivando poco dopo a consegnare il tanto atteso soccorso, in compagnia dei suoi prigionieri, trovò lo stato di assedio in frantumi e l’esercito reale sparso al vento. Immediatamente scaricò le merci, rilasciò migliaia di prigionieri di poco valore ai fini del riscatto e bruciò alcune navi catturate. Si dice che due giorni dopo, temendo che Spinola, nella sua qualità di ammiraglio genovese potesse sostituirlo nel comando, fece di nuovo vela alla volta di Ischia, con l’intento apparente di espellere gli Aragonesi dalle loro ultime roccaforti napoletane. Zurita (Anales VI, 98) riferisce un episodio: quando Assereto invitò Alfonso a liberare Ischia, ricevette la seguente risposta: “Neanche se pensassi di essere gettato in mare, cederei una sola pietra dei miei domini”.
pag. 205 - Comunque sia, prima che potessero raggiungere Ischia, si scatenò una tempesta che disperse le navi di Assereto. Dopo un’altra breve visita a Gaeta, abbandonò l’idea di ulteriori azioni e si diresse invece verso il porto della sua nazione. Appena fece sosta con l’Aragonese a Portovenere, vennero ordini direttamente dal Duca di Milano di non portare Alfonso a Genova, ma a Savona con Enrico e pochi nobili sbarcati il 28 agosto. Gli altri prigionieri furono sbarcati a Genova dove Giovanni, assieme a Ruiz Diaz de Mendoza, Menicuccio dell’Aquila e i figli del Conte di Castro, trovarono alloggio nel castello, i meno fortunati furono rinchiusi in una comune prigione insalubre, la Malapaga (58).
Per Alfonso era già iniziata una metamorfosi sorprendente: da prigioniero di guerra a principe trionfatore. Perfino nei giorni immediatamente successivi alla sua sconfitta, i genovesi, i quali mai potevano immaginare che un prigioniero tanto illustre potesse finire nelle loro mani, “lo trattarono con gran rispetto e deferenza, nemmeno fosse stato il Duca di Milano in persona” (59). Dato il carattere atomizzato della classe politica genovese, non c’è da sorprendersi che alcuni avessero già cominciato a considerare il vantaggio personale che avrebbero potuto ricavare da uno straordinario cambiamento degli eventi. Alcuni anni dopo, uno dei comandanti, Giovanni de Fredericis, ancora raccoglieva ricompense per essersi offerto a prendere Alfonso a bordo della sua nave e metterlo in libertà, non ci sarebbe stato alcun attentato nel portarlo a Genova. Assereto che doveva incontrarsi con Filippo Maria, appariva ugualmente desideroso di rispettare il desiderio del suo prigioniero reale, tanto da mettersi nelle mani del duca anziché della repubblica. L’atteggiamento del Duca di Milano fu adombrato dal suo governatore di Savona che ricevette il re con una tale deferenza da sembrare che fosse venuto non come prigioniero, ma per prendere possesso della città (60).
Alfonso trascorse dieci giorni nel castello di Savona, aspettando la prossima mossa del Duca e rifornendo il suo guardaroba, essendo arrivato coi soli indumenti che indossava. L’8 settembre, in compagnia di Enrico, il principe di Taranto, il Duca di Sessa. Inigo Davalos ed Inigo di Guevara, partì per Milano. Viaggiando con calma e percorrendo tre leghe al giorno, la compagnia attraversò Pavia per raggiungere la capitale di Filippo Maria, il 15 settembre.
Note:
58) I prigionieri che capitarono peggio furono Franci de Bellvis e Gutierre de Nava; i loro saccheggi ai danni della flotta, infuriarono i genovesi a tal punto che furono gettati nella prigione comune e furono gli ultimi a riacquistare la libertà.
59) Zurita (Anales VI 98)
60) “il quali ricevette il Re con tanta venerazione che parea che fosse venuto non prigione, ma pigliare possessione di quella città” ( Costanzo, Historia – III 31)
Medaglia di Filippo Maria Visconti
- Terminiamo la rievocazione storica di quell’avvenimento bellico con una sintesi storica un po’ amara per l’ammiraglio Biagio Assereto. Gli avvenimenti, purtroppo, presero un’altra piega come ci racconta lo storico Giovanni Balbi:
“I prigionieri non furono condotti a Genova, che non ebbe così il suo atteso trionfo. Li volle dirottati a Milano Filippo Maria Visconti, a cui allora la Repubblica era soggetta. Alfonso d’Aragona e i suoi, una volta a Milano, furono subito rimessi in libertà e il re spagnolo sottoscrisse con il Visconti un accordo in base al quale quest’ultimo lo avrebbe addirittura aiutato nella conquista del reame di Napoli. I genovesi si ribellarono a questo voltafaccia dei milanesi e ne fecero colpa ad Assereto, accusandolo di tradimento e vietandogli il ritorno in patria: e forse un po’ di responsabilità l’ammiraglio doveva avercela, se lo ritroviamo remuneratissimo governatore di Milano al servizio di Filippo Maria Visconti e conte di Serravalle Scrivia. Infine, nel 1437, eccolo anche commissario ducale di Parma e comandante dell’armata milanese nella guerra contro Venezia. Riuscì a mostrare ancora di che tempra egli fosse. Passato al servizio di Francesco Sforza sconfisse infatti prima a Chiusa d’Adda e poi a Casalmaggiore l’ammiraglio veneziano Querini e lo costrinse a ripiegare sulle lagune. Ma si sentiva stanco di gloria e di battaglie: e così si ritirò nel suo castello di Serravalle Scrivia, ospitando amici, cacciando, dilettandosi di studi letterari, intrattenendo corrispondenza con artisti e pittori. Era amico anche di Enea Silvio Piccolomini, divenuto Pio II dal 1458. Di lui, anagraficamente, l’unica data certa é quella della sua morte: a Serravalle Scrivia, il 25 aprile 1456”.
Rapallo, 26 gennaio 2013
Carlo GATTI
Bibliografia:
- Storia di Genova – Federico Donaver
- Navi e Marinai – Compagnia Generale Editoriale
- La Battaglia navale di Ponza del 1435. Alfonso il Magnanimo (1416-1458)”
di Alan Ryder – (Traduzione di Silverio Lamonica)
- La Mia Gente – IL SECOLO XIX
RELAZIONE Attività Mare Nostrum 2012
RELAZIONE Attività Mare Nostrum 2012
Cari associati,
L’anno 2012 è stato ricco di eventi ed avvenimenti che, grazie anche all’attività culturale e promozionale portata avanti dalla nostra associazione, hanno particolarmente arricchito l’offerta storico-documentale dedicata alle nostre radici marinare ed agli appassionati cultori di storia locale.
In linea generale vanno ricordati per il loro valido supporto promozionale il nostro sito sul web, il periodico Il Mare, il MUSEO MARINARO Tommasino-Andreatta ospitato presso la Scuola TTLLC di Chiavari e l’Associazione il SESTANTE di cui il presidente com.te Enzo Gaggero é nostro socio.
Ciò detto si evidenzia il corposo elenco degli eventi realizzati nell’anno 2011.
“ DA CAVOUR ALLA CAVOUR ”
140 anni di sviluppo della tecnologia navale in Italia
Sabato 17 dicembre 2011, presenti tutte le massime Autorità militari e civili di Spezia, si é tenuta l'Inaugurazione della Mostra "Da Cavour alla Cavour". Il nostro socio Ing. Marco Prandoni organizzatore, responsabile e probabilmente ideatore della Mostra, ha riscosso un "enorme" successo personale. L'idea della Mostra é nata dalla storica collaborazione tra L'Università d'Ingegneria di Genova e la Marina Militare.
A Marco Prandoni invio a nome di Mare Nostrum un grande applauso di stima per l'impegno qualitativo e quantitativo profuso che fa tanto onore a lui e alla nostra Associazione che ha collaborato con alcuni modelli del Museo Marinaro Tommasino-Andreatta e con la modernissima “grafica” dei nostri soci Claudio Molfino e Sandro Bonati.
MUSEO NAVALE – ARSENALE M.M. – LA SPEZIA
Dicembre 2011-Dicembre 2012. Durante il periodo di apertura della Mostra, nella Sala Auditorium di cui essa é corredata, si sono tenute conferenze sui temi tecnici e storici navali e marittimi, ed altri eventi culturali.
28.2.2012 - Palazzo Ducale-Genova si é svolta l'annunciata conferenza sull'U-boot 455 con interventi del presidente, vicepresidente e dei due relatori: la sub Eva Bacchetti Del Veneziano e il nostro Emilio Carta. La posizione centrale del Ducale, il prestigio della "A Compagna", nonché il celebre filmato di cui dispone la nostra Associazione, hanno richiamato 150 persone che hanno dimostrato grande interesse per l'argomento tributando scroscianti applausi all'indirizzo di Mare Nostrum.
17.3.2012 - L’Associazione “Spazio Aperto” di Via dell’Arco di Santa Margherita Ligure ha organizzato: Misteri in fondo al mare. I segreti nascosti negli abissi e nella mente umana. Relatore Emilio Carta, giornalista e autore del libro “Il collezionista d’armi”.
Come trasmettere le proprie conoscenze storiche, l’esperienza di navigazione, un passato da giornalista senza annoiare?
Quale moderatore dell’incontro si é proposto il direttore artistico di “Via dell’Arco”, Giovanni Galvani.
Sabato 24 marzo alle ore 17 nella Civica Sala incontri della Biblioteca (Genova) Emilio Carta e il sub Lorenzo Del Veneziano hanno presentato il libro dedicato al libro storico-fotografico U-Boot 455 e trenta immersioni nelle acque della provincia di Genova.
Domenica 25 marzo alle ore 16,30, ospiti dell’associazione culturale di Santa Margherita L. “La Corallina”, Emilio Carta e Carlo Gatti hanno offerto una nuova lettura del ritrovamento dell’U Boot 455, che tanto interesse ha destato in Europa e nel mondo, negli abissi della nostra costa a -120 m di profondità. Emilio Carta ha raccontato le ultime novità e verità emerse sul sommergibile tedesco, misteri che ancora dividono gli esperti ma che ormai paiono definitivamente acclarate. Il Comandante Gatti ha invece tenuta desta l’attenzione del pubblico circa le responsabilità ancora da dipanare con estrema chiarezza sul naufragio della nave da crociera Costa Concordia e sugli errori di manovra imputabili al Comando.
Martedì 27 marzo alle ore 18, a Genova, nella Sala Convegni della Fiera del Mare, Emilio Carta, Lorenzo Del Veneziano e Carlo Gatti hanno offerto gli ultimi spunti, anche polemici, sul naufragio della nave passeggeri Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio nel gennaio scorso.
Venerdì 6 aprile alle ore 18 il socio Emilio Carta, al Circolo Golf & Tennis di Rapallo - come aveva già fatto a novembre durante la scorsa edizione nella sede associativa del Gran Caffè Rapallo in occasione della Mostra Mare Nostrum – ha illustrato la pubblicazione “All’inferno e ritorno” curata dallo stesso E. Carta e legata ad un episodio dell’ultima guerra mondiale del quale era stato protagonista, suo malgrado, il marò-cannoniere Mario Ammi.
All’incontro erano presenti anche numerosi soci della nostra Associazione. In tale occasione è stato anche presentato un breve filmato di Ernani Andreatta riguardante la “guerra sui mari”.
Venerdì 16.3, il periodico IL MARE con i suoi collaboratori affluiti numerosi (16) al Gran Caffé Rapallo, ha rinnovato il suo simpatico appuntamento annuale. La testata come sapete é in forte crescita con grande richiesta da parte dei rapallesi e non solo. Purtroppo, dati i tempi, la “testata” si trova in debito d'ossigeno con la pubblicità. Per l'occasione sono state consegnate dalla dott.ssa Lavagno Canacari pergamene-ricordo al dir. Emilio Carta, all'editore Massimo Busco e all'anfitrione della serata dott. Brasey.
23 Aprile 2012
Il nostro socio T.V. Enzo GAGGERO ha tenuto l’attesa conferenza su Luigi Rizzo alla Casa della Gioventù per l’Associazione “Marinai d’Italia” a Rapallo.
29.4.2012
Il socio E.Carta ha presentato il suo ultimo romanzo: IL COLLEZIONISTA D’ARMI al Café Hotel Europa impegnato nel suo il primo “aperishow spy”.
19.5.2012 Il socio Maurizio Brescia ha tenuto una serie di conferenze sul tema:
152° anniversario della partenza dei Mille da Quarto
Giovedì 10 maggio
17,30 Presentazione del volume “Le navi di Garibaldi” di Paolo Piccione con l’Autore interverranno: Maria Stella Rollandi (Università di Genova), Maurizio Brescia, storico navale, membro del comitato di redazione della rivista mensile “Storia militare”, Raffaella Ponte dell’Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento).
19 maggio 2012 – Maurizio Brescia ha presentato:
Vent’anni di STORIA MILITARE meritando un grande successo personale.
PROGRAMMA ESTATE 2012 - Su invito della Proloco di Recco, MARE NOSTRUM é stata impegnata per una serie di importanti Eventi.
1)-Sabato 4 AGOSTO - Ore (21,15) Enzo Marciante ha parlato del suo libro "Storia di Genova a fumetti" ed ha proiettato delle immagini con i suoi disegni. Ha presentato Emilio Carta.
2)-Sabato 11 AGOSTO Ore (21,15) - Emilio Carta e Ernani Andreatta sono stati relatori del "Viaggio della Carlo Erre", il piroscafo maledetto. Una storia vera di emigranti colpiti dell'epidemia di colera. Per l'occasione é stato proiettato un prezioso filmato sull'emigrazione elaborato dal socio Ernani Andreatta.
3)-Domenica 12 AGOSTO Ore 21,15- Presso l’ORATORIO DEI NERI di Rapallo, E.Carta e E.Andreatta hanno intrattenuto il numeroso pubblico sul ritrovamento del relitto della "Corazzata italiana ROMA". E’ stato proiettato un filmato eccezionale e sono intervenuti testimoni ed esperti storici del settore navale.
4)-Venerdì 17 AGOSTO Ore (21,15) - Recco. Conferenza su '"I grandi Naufragi" con l’intervento di E.Andreatta-E.Carta-L.Del Veneziano-C.Gatti – Sono stati proiettati filmati sulle navi: Locarno-Bianca C.- Costa Concordia. E’ seguito un interessante dibattito.
5)-Martedì 16 OTTOBRE Ore (21,15) - Recco. Si é svolta una importante Conferenza sulla "Storia del Rex" – E’ stato proiettato un filmato d'epoca. Sono intervenuti Andreatta E. -Carta E. - Gatti C. e testimonials dell'epopea dei transatlantici.
Mostra di Mare Nostrum ed. 2012
La Mostra si é svolta entro le seguenti date:
Sabato 13 ottobre: - Alle 10,30 Inaugurazione della Mostra nella sala consiliare, alla presenza del Sindaco e numerosi Assessori e Autorità. Si é tenuta, in seguito, l’annunciata Conferenza Stampa e la presentazione dell’annuale fascicolo e dell'intero programma.
Domenica 28 ottobre – Alle ore 17.30 si é svolta la Cerimonia di chiusura della Mostra con il saluto del Sindaco. Sono stati consegnati gli attestati agli espositori e partecipanti.
Tra il 13 ottobre e il 28 ottobre Mare Nostrum ha effettuato, ogni sabato e domenica, varie conferenze, presentazioni di libri di carattere marinaro e videoproiezioni che riportiamo qui di seguito nel Programma stampato e distribuito in migliaia di copie sul territorio.
Tra ottobre e dicembre 2012
Un nutrito programma storico-culturale ha visto impegnato il ns. Vicepresidente Maurizio Brescia.
Si é tenuto al Museo del Risorgimento di Genova (via Lomellini, 11) un ciclo di conferenze dal titolo "Storie di navi, uomini e battaglie". Di seguito riportiamo il programma dei quattro incontri che comprendevano proiezioni di documenti iconografici e multimediali:
10 ottobre 2012 – mercoledì h. 17.30 : “La Marina italiana dall’Unità alla Grande Guerra”
26 ottobre 2012 – venerdì h 17.00: ”I fotografi navali, tra arte, immaginazione e tecnologia”
14 novembre 2012 – mercoledì h 17.00 : “Navi e marinai nell’iconografia della battaglia di Lissa” (nell'ambito della presentazione del restauro dei dipinto di Giovanni Selerio "La battaglia di Lissa", a cura di Franca Carboni dell’Istituto Mazziniano)
4 dicembre 2012 – martedì h 17.00: ”Storia delle bandiere navali italiane 1848-1946”
PREMIO NARRATIVA
21 settembre 2012 alla Caserma TTLLCC di Chiavari s'é svolta la quarta edizione del Premio Narrativa.
Un gran successo!!!! Sia per il clima di commemorazione del ritrovamento della corazzata ROMA, sia per la partecipazione dei “parenti chiavaresi” delle vittime, sia per i vincitori dei premi. Per Mare Nostrum hanno partecipato i soci Simonetta Pettazzi, G.Boaretto e signora, il sottoscritto e signora e naturalmente Nanni Andreatta che ha prodotto e presentato un eccezionale DVD-documentario sulla Roma con rare testimonianze. Un sentito ringraziamento deve essere rivolto al Comandante Benedetti della base di Chiavari, ai suoi collaboratori ed al caro amico di Mare Nostrum Maggiore Vito Casano per la loro sempre eccellente ospitalità. Il Museo é rimasto aperto per il numeroso pubblico, che ha dimostrato, come sempre, tanta ammirazione.
MOSTRA MARE NOSTRUM 2012
Qui di seguito sono elencati gli EVENTI, gli ospiti e i temi affrontati in questa edizione.
16 novembre 2012, L’Associazione culturale STELLA POLARE ha organizzato presso il Café De Filla di Chiavari un incontro sull’AFFONDAMENTO DELLA CORAZZATA ROMA. Relatore il socio Ernani Andreatta. Presenti numerose Autorità comunali, provinciali e regionali. Il numeroso pubblico ha tributato un caloroso applauso al nostro socio Comandante per l’impegno profuso in questa ricerca di grande attualità.
Venerdì 30 novembre
Nella sede di Mare Nostrum, a Rapallo, il prof. Giovanni Giosué Chiesura ha presentato il romanzo storico:
DEFIXIONES
Il Mistero delle Tavolette Magiche.
Autrice la nostra socia Marinella Gagliardi Santi. Grande successo di pubblico e di critica.
6 dicembre 2012 – La Spezia
Cerimonia di Chiusura della Mostra
"Da Cavour a Cavour - 140 anni di sviluppo della tecnologia navale in Italia"
- Il C.Ammiraglio Marco Manfredini, Macchinista Navale ed Ingegnere, Direttore dell'Arsenale, ha dato il BENVENUTO al numeroso pubblico presente (oltre 500 p.)
- Intervento di Aristide Massardo, Preside della Scuola Politecnica di Genova che vede riunite Ingegneria e Architettura. Professore ordinario di Macchine e sistemi per l'energia e la propulsione e ingegneria dei sistemi energetici.
- Intervento del C.Ammiraglio Claudio Boccalatte Presidente della Sezione ATENA della Spezia, che ha condotto la Conferenza sul Tema:
"Dalla regia Scuola Superiore Navale alla Scuola politecnica. Cenni sull'evoluzione della Progettazione Navale e della Didattica in Italia"
RELATORI ED ARGOMENTI:
* D.ssa Silvia Pierdicca e Dr. Giuliano Bonanno della Biblioteca della Scuola Politecnica:
"Il Patrimonio Storico Scientifico della Scuola Politecnica - Ausilii alla Didattica della R.S.S.N.”
* C.Amm. Claudio Boccalatte:
"Evoluzione della Progettazione Navale e della Didattica dal 1871 al XXI Secolo"
* Ing. Giuliano Vernengo del DITEN della Scuola Politecnica:
"Attuali Metodi e Strumenti per la Progettazione Navale e la Didattica"
Ha fatto seguito un eccellente e cordialissimo:
"Vin d'Honneur"
Un ringraziamento particolare al socio Ing. Marco Prandoni artefice di questa importante e significativa carrellata storica che ha fissato nel tempo eventi importantissimi della nostra Marina Militare. I numerosi interventi dei conferenzieri hanno illustrato i risultati tecnologici raggiunti e le applicazioni a bordo delle navi, nelle vasche idrodinamiche con le varie strumentazioni citate, ed infine le Sedi Universitarie di Ingegneria e Archittetura per la formazione del personale altamente specializzato.
Ricordo a tutti che i soci E.Andreatta (Museo) e C.Molfino (Grafico e Coreografo) hanno collaborato al successo di Marco P.
- I soci Andreatta, Boaretto, Bucca, Gatti, Molfino, Prandoni hanno presenziato alla Cerimonia.
Giovedì 13 - alle ore 17.00
Mare Nostrum ha partecipato ad un meeting sul REX organizzato dall'Associazione Culturale L'AGAVE che è presieduta dalla Signora Mirna Brignole. L’ormai famoso E. Starnini ha partecipato con altri testimonials dell’epoca. L’incontro si é svolto presso la sede ubicata nello stesso stabile di PALAZZO ROCCA. Il socio Nanni Andreatta ha proiettato un interessante Power Point di foto che ha introdotto il TEMA sviluppato dal presidente. Sono seguite molte domande del pubblico ed un nutrito dibattito.
Con gran piacere v’informo che il Sito di Mare Nostrum, che curo personalmente come webmaster, ha raggiunto le 12.000 visite in venti mesi di attività e ci ha permesso una visibilità a livello mondiale. Siamo seguiti in tutti i continenti e i nostri scritti vengono giornalmente letti e apprezzati da storici di fama mondiale.
Ringrazio il Sindaco e la Giunta Comunale per il contributo che viene elargito a Mare Nostrum a sostegno dell’Attività Culturale diffusa su tutto il territorio ligure e che raggiunge la sua massima espressione della annuale Mostra e Pubblicazione, che va letteralmente a ruba per l’aumento esponenziale dei suoi collezionisti.
Ringrazio di cuore i soci che ci aiutano “manualmente” nei mesi di punta.
Ringrazio coloro che collaborano al nostro successo con semplici fotografie, segnalazioni, commenti via e-mail e sul sito, perché tengono vivo l’interesse ed il gusto della ricerca e della discussione dando vivacità e un senso critico all’Associazione.
Ringrazio il tesoriere che, oltre a tenerci i conti in ordine, ci indica il superamento degli ostacoli che ogni anno ostacolano e aumentano la nostra fatica.
Ringrazio e mi complimento con i soci che organizzano Mostre fuori sede, scrivono libri e s’impegnano in convegni, incontri, congressi, simposi, raduni mettendo sugli scudi il nome di MARE NOSTRUM.
Ringrazio gli amici fraterni E.Andreatta, G.Boaretto, M.Brescia, E.Carta, C.Molfino, M.Prandoni con i quali la fatica ed il superamento degli impegni diventano un divertimento.
Ringrazio tutti coloro che per impegni familiari e di lavoro sono fisicamente lontani ma sempre pronti a sostenerci con suggerimenti e consigli.
Ringrazio mio fratello Giampiero che ci offre gratis la sede, la Sala Convegni e
prezzi “stracciati” per le nostre “abbuffate”.
Ringrazio il nostro Editore Massimo Busco che ci permette il grande vanto di possedere un organo di stampa: IL MARE in crescita costante.
Ringrazio i nostri soci-Presidenti di altri Enti: E. Andreatta Curatore del Museo Marinaro Chiavari, Enzo Gaggero Presidente dell’Associazione IL SESTANTE,
Giancarlo Boaretto vicedirettore del Museo Marinaro di Chiavari, che oltre ai loro pesanti impegni di routine, condividono con noi l’esigenza d’interagire, partecipare e offrire le proprie pecularieta’ al servizio di un “Progetto Comune” tendente alla divulgazione della Cultura Marinara.
Ringrazio infine i Nuovi Soci che ci hanno deliberatamente scelti per condividere con noi l’amore per il mare e le sue storie.
Il Presidente: Carlo Gatti
L’addetto stampa: Emilio Carta
Rapallo, 24.12.2012
COS'E' LA PUDDINGA?
Cos'é LA PUDDINGA?
Il mare e la puddinga si sposano in quest’incantevole scenario della nostra riviera
Questo mini faraglione é noto con il nomignolo: CAREGA (sedia) per la sua inequivocabile forma. Spesso da ottobre a maggio funziona da osservatorio e trampolino per i cormorani, gabbiani e saltuariamente anche aironi. Lo scoglio si trova lungo la passeggiata tra Santa Margherita e Paraggi. Un esemplare di Pino d’Aleppo lo sovrasta offrendo uno scorcio tra i più suggestivi della zona.
Chi ama passeggiare in mezzo alla natura nostrana, si sarà accorto che a partire dalla zona di mare sottostante il convento della Cervara e proseguendo in direzione Portofino, gli scogli sembrano artificiali.
Le pietre ovali e rotonde appaiono impastate con una sorte di cemento, come se migliaia di antichi muratori si fossero messi al lavoro per ordine di un fantomatico e stravagante Signore d’altri tempi. Invece, quella forma di stramba architettura marinara ha un nome, si chiama puddinga. Se ne vedono pochi esemplari nel mondo e noi siamo tra i pochi testimoni, per lo più distratti e disinteressati, che si ritengono dei privilegiati osservatori.
In questa carta geologica del Promontorio del Parco di Portofino, la parte superiore rappresenta il la roccia di calcare, mentre la parte inferiore quella di puddinga o conglomerato.
Il Promontorio di Portofino si snoda per 13 km, con coste rocciose che degradano dolcemente in mare. La puddinga di Portofino e il calcare del Monte Antola coesistono formando due entità geologiche distinte. Il monte Antola (1597 mt s.l.m.) è situato nella zona tra le quattro province di Genova, Alessandria, Piacenza e Pavia. E’ la cima più elevata dell’omonimo parco e si trova sul crinale che raccorda l’alta Valle Scrivia con l’alta Val Trebbia. Si distingue per la sua sommità erbosa, a forma piramidale, sopra la quale si innalza una croce. Ai piedi della vetta sorge una piccola cappella.
La baia di Paraggi ed il mar color smeraldo appena schiarito dal riflesso della puddinga
I geologi preferiscono usare il termine tecnico conglomerato e fanno risalire la sua nascita a circa 30 milioni di anni fa. Si tratta di una roccia sedimentaria composta da ciottoli trasportati da corsi fluviali o correnti marine. In Liguria si può trovare nella zona del monte Maggio e del monte Antola, oltre che nel promontorio di Portofino. Scientificamente, questa particolare roccia è costituita: da ciottoli rotondi e ovali di varia grandezza cementati da una matrice calcareo arenacea o marnosa. Oppure, viene anche definita: roccia sedimentaria costituita da frammenti tondeggianti cementati con leganti a base di calcare, silice o argilla che fa pensare ad una sedimentazione in ambiente marino.
Il lettore si chiederà da dove derivi il curioso nome puddinga? E’ presto detto. Pudino é la voce usurpata agli Inglesi (PUDDING) che più comunemente corre nella forma ‘budino’. (Torta composta in varie maniere, nella quale sogliono entrare come ingredienti l’uva di Corinto e frutta candita). Ma la nostra puddinga, purtroppo, non é commestibile e rappresenta proprio un’altra sostanza che ricorda il ‘pudding anglosassone’ soltanto nel rimescolamento degli ingredienti pietrosi. Abituati, ormai, ad accostare la roccia di puddinga soltanto al lato mare del Promontorio di Portofino, rimaniamo sorpresi nello scoprire che anche l’entroterra di Genova ci offre spettacolari scenari come mostra la foto qui sotto.
Scenografici torrioni di puddinga
Alta Valle Scrivia. Il castello dei Fieschi a Savignone si trova incastrato su un roccione di puddinga. Fu un tempo fortezza e residenza padronale nonché oggetto di battaglie e assedi.
Altri poderosi blocchi rocciosi di puddinga sono conosciuti a livello scientifico come Conglomerato di Savignone, chiamato cosí proprio per la particolare diffusione che ricopre in Valle Scrivia (Monte Maggio, Monte Reale, Savignone), ma anche in Val Borbera (Ripa di Rocchetta L. Strette di Pertuso). Osservandone gli svettamenti sembra di vedere un’antica colata di cemento con tantissime pietre di fiume catturate e ‘annegate’, con cui la natura impartisce un’innovativa tecnica costruttiva ai posteri. Questo conglomerato si é formato circa 25 milioni di anni fa (Oligocene) in seguito ai movimenti della crosta terrestre causati dalla deriva dei continenti; geometricamente si sovrappose poi ai calcari del Monte Antola.
Laddove sono presenti le puddinghe, il paesaggio assume un aspetto ripido e scosceso, mentre i corsi d'acqua sembrano seguire percorsi obbligati tra la dura roccia oligocenica.
Un altro raro e stupefacente scenario dello stesso tipo geologico, lo troviamo nella Val Vobbia, dove le alte strutture rocciose risultano essere i torrioni del Castello della Pietra e le Rocche del Reopasso, che s’innalzano entrambe dalle gole della valle. (vedi foto sotto). Le ultime sono costituite da una cresta rocciosa di puddinga e si trovano nell'Appennino Ligure, in valle Scrivia, tra i comuni di Busalla, Crocefieschi e Vobbia, all’interno del Parco.
Il castello della Pietra (nella foto) é un’antica fortificazione sita nel comune ligure di Vobbia, ubicato nell’omonima valle in cui scorre il torrente Scrivia. La costruzione é incastonata tra le rocce di puddinga e costituisce il più caratteristico monumento dell’entroterra genovese. Polo d’attrazione culturale e paesaggistico del Parco naturale regionale dell’Antola.
Da lontano hanno un aspetto veramente impressionante e si comprende come le popolazioni di queste zone le abbiano chiamate così. Due torrioni di puddinga alti 150 metri circa, dall’aspetto dolomitico, si stagliano solitari contro il cielo, spogli, austeri e inquietanti.
CARLO GATTI
Rapallo, 20 settembre 2013
...QUANDO S'ANDAVA PER PAGELLI...
... Quando s’andava per pagelli ...
Le estati del dopoguerra erano calde e di notte si cadeva tra le braccia di Morfeo sotto la zanzariera in giardino, cullati dallo swing che saliva in collina dalla Taverna Azzurra. Eravamo cresciuti in fretta sotto le bombe di Pippetto e c’era una gran voglia di allontanare le paure degli sfollamenti, degli umidi rifugi e dei proiettili che piovevano senza preavviso. Il peggio era passato e con gli amici di famiglia, ogni lunedì, si rendeva omaggio alla vita in mare aperto e poi sulla spiaggia. Mio padre e i suoi amici ci mettevano al remo e noi li portavamo a pescare i pagelli al largo di Zoagli. Mio fratello Pino aveva già una bella cascetta mentre io difendevo il mio posto di lavoro gonfiando ‘a muscolatûa d’un peccetto’ (la muscolatura di un pettirosso) improvvisando smorfie da vogatore esperto.
... Il rito che precedeva la partenza ...
Il castello negli anni ‘50
L’appuntamento era intorno alle 04 sugli scogli posti di protezione all’antico Castello ‘per fâ a stramüse’ *(stramuggine, chiamata anche tramuise nel ponente genovese). Questi vermi d’acqua di mare, lunghi due o tre centimetri, dimoravano in blocchi di sabbia sommersi e si muovevano in una ragnatela di gallerie sapientemente architettate; oggi, gli amici delle Nagge mi dicono che quelle esche sono in fuga da tempo, ma nessuno sa per quale rotta e perché...
Un bell’esemplare di pagello, era l’obiettivo della spedizione...
Un tempo questo vermicello copriva interamente l’amo del bolentino e diventava invisibile all’ignaro pagello che rimaneva fregato. Questa preda era il principe del medio fondale, un pesce estremamente combattivo e lo ricordo come un grande ‘ribelle’ anche quando era di taglia modesta. Il pagello era un ambito trofeo di cui fregiarsi al rientro sull’imbarcadero di Langano! Sotto il sole cocente il suo dorso abbagliava come una pietra preziosa e la livrea bruno-rosato sfumava elegante sui fianchi.
La focaccia era ancora calda: “attenzion che no se bàgne” . Il vino bianco era appena uscito dalla ghiacciaia: “attenzion che no s’inverse”. Ogni movimento intorno a quel lungo e pesante gozzo ligure assomigliava ad un rito antico, che ogni lunedì veniva celebrato in onore della dea della pesca e della navigazione. *(Artemide era venerata a Creta come Dictunna, inventrice delle reti).
Nessuno parlava. Il buio disegnava ombre che proiettavano sangue dagli occhi e dalle mani: la mattanza di pagelli nel mare nostrum apriva lentamente il suo palcoscenico.
Non era una facile cattura! Ma Leo, il nostromo di bordo, conosceva le armîe, *(punti di riferimento a terra) e non si sbagliava mai. Solo lui intuiva i movimenti del pagello sui fondali misti di fango, sabbia, scoglio, ma che non disdegnava neppure la posidonia. Leo aveva una specie di grande orecchio che avvertiva il grufolare del pesce, indicava un lato e sussurrava in dialetto misto: “danni un anticchia de remmo!” Sembrava che lo stesse pedinando a 200 metri di distanza e, noi ragazzi, ci sentivamo presi per il c...! Ma alla fine aveva sempre ragione lui.
Neppure da ubriaco o sotto tortura avrebbe confidato a qualcuno i suoi segreti, figuriamoci alla bassa forza imbarcata... cioé noi. Al solo parlarne gli si gonfiavano le vene del collo e cominciava a sbuffare come un toro.... Era un tabù e basta! C'era di mezzo l'amicizia, la stima, la tradizione, la cultura di generazioni di pescatori della costa e, soprattutto il lunedì, diventato il giorno più sacro della settimana. L’ armîa era il segreto da non profanare, da non spantegâ in gïo ai ciaetezzozi *(da non confidare ai pettegoli) della domenica, anzi del lunedì perché sarebbe finita la festa!
Già! Ma perché si partiva sempre di lunedì? E’ semplice! Era il giorno di chiusura dei parrucchieri. Leo era uno stimatissimo figaro siciliano di Caroggio Drito, eccellente pescatore con il bolentino, era l’unico rapallese importato che conosceva le armîe dei pagelli nel nostro golfo. Di lui ricordo la carnagione afro-mediterranea ed il profumo dolciastro di quei capelli neri, lisci e lucidi, una simpatica moglie rapallina e una parlata ligure-siciliana che mi risuona ancora oggi nelle orecchie. Che tempi?!
Non so per quale ancestrale prurito...?! Ma si doveva arrivare all'alba sulla fossa dei pagelli. Si diceva che dovevamo essere puntuali con la prima colazione. Nel dopoguerra, tanti erano rimasti rintronati dalle bombe e parlavano con le anime dei defunti, Leo parlava con i pagelli e tutti si fidavano della sua magia.
Il gozzo ligure
Si vogava alla gran puta con quei remi pesanti del gozzo ligure di Leo, fino a quando un gesto scaramantico segnalava l’arrivo nella la zona P. Leo prendeva i remi in mano e cominciava a fare strane serpentine. A volte la sceneggiata durava anche 15 minuti e alla fine partiva l’ordine: “cala trinchetto”! Noi ragazzi ci eccitavamo a scrutare il viso in tensione degli anziani che mugivano ad ogni metro di lenza salpata, inveivano e poi esultavano quando sentivano il peso del pagello che saliva lottando da quella prodondità. “Belin! U saiâ tre chilli!” Ne ipotizzavano le misure e noi staccavamo lo sguardo dai loro volti solo quando il pagello arrivava sottobordo.
Il momento tanto atteso
A noi ragazzi, con meno astuzia dei pagelli, succedeva di perderli proprio nell’ultimo strappo contro la falchetta della barca. Era come prendere un colpo basso nel momento che le stavi dando...
Ognuno si scegli i propri amici...
Erano pagelli rosati che odoravano di mare nostrano, pulito, inconfondibile e poco prima di mezzogiorno, si rientrava alla base. Dove? C'é una baia che oggi pochi giovani conoscono, si chiama Marina di Bardi (Zoagli). A 20 metri dal bagnasciuga c’era un massiccio muraglione costruito dalla Todt germanica come difesa antisbarco. A ridosso di quel muro le ‘nostre’ madri, mogli, amiche e qualche invalido rimasto a terra... preparavano il fuoco con la legna che il mare aveva ammucchiato d'inverno. Noi ragazzi remavamo verso terra mentre i vecchi pulivano il pesce con l'acqua di mare. Ho ancora quei profumi salmastri nel naso e la nostalgia di quei tempi nel cuore. Si mangiava, beveva e si scherzava fino al tramonto. I vecchi parlavano ‘grasso’, noi facevamo finta di non capire... era un film di felliniana memoria.
Fascisti, partigiani, bombardamenti e racconti di scontri in collina. Tutto finiva nel vino, nella farinata, nei polpettoni, nell’amicizia, nella ritrovata libertà e nella speranza di un futuro migliore.
Dalla fossa dei pagelli, Rapallo sembrava scolpita ai piedi di verdi colline che ondeggiavano pulite tra le Crêuze de mä.
Carlo Gatti
Rapallo, 20 settembre 2013
RELAZIONE Attività Mare Nostrum 2010
ATTIVITA’
ASSOCIAZIONE MARE NOSTRUM 2010
Il 2010 ha segnato per Mare Nostrum un Anno di Crescita in tutte le direzioni.
L’Atto di Costituzione dell’Associazione ci ha posto “ufficialmente in gioco”
con il Comune, con il Pubblico, con i nostri Soci, con l’ampliamento dei nostri programmi, impegni e richieste di partecipazione a Convegni, Dibattiti e a prendere posizione sulle problematiche marinare che hanno visto numerosi incidenti navali, ecologici ecc... Il tema centrale della nostra attività, come é noto, é stata la Mostra Annuale al Castello. Mai come quest’anno, l’impegno é stato così gravoso e dispendioso di energie e risorse, ma il risultato é stato eccellente. La famiglia Costa Armatori di Rapallo, alla quale é stata dedicata la mostra fotografica e la pubblicazione, ha risposto con entusiasmo e con altrettanta partecipazione ha risposto la cittadinanza del Tigullio. Le nuove generazioni, in particolare, hanno scoperto il passato ed il presente di una “grande” famiglia d’imprenditori che tanto ha fatto per la nostra città e per i suoi abitanti durante un secolo e mezzo di storia rapallina. Sotto questo punto di vista, l’annuale pubblicazione (la nona) di Mare Nostrum, redatta da M.Brescia, E.Carta e C.Gatti, ha lasciato una preziosa testimonianza che va ad aggiungersi alle precedenti edizioni lasciando ai posteri pagine di TRADIZIONE storica locale che altrimenti sarebbero cadute nella distrazione e nell’oblio.
SITO INTERNET
Nel 2010 sono proseguiti i contatti del Direttivo per dotare Mare Nostrum di un nuovo strumento di comunicazione: il sito internet. E’ nostra assoluta volontà poter sfruttare questo mezzo di comunicazione informatico perché Il nostro obiettivo finale è la diffusione della nostra passione per il mare, la sua storia, la sua cultura e le sue problematiche. Vogliamo essere presenti in internet con un sito accattivante, che possa incuriosire i giovani e i meno giovani per avvicinarli, tramite un forum permanente, alla conoscenza della nave come risorsa economica umana tanto inestimabile quanto poco sconosciuta nel nostro Paese. Vogliamo entrare in internet per confrontarci con le altre Associazioni che hanno i nostri stessi obiettivi e per promuovere i nostri scritti che sono frutto di esperienza vissuta e degna di essere tramandata. Vogliamo entrare in internet per collegarci con i “liguri nel mondo” e donare ai “rapallini” delle Americhe e dell’Australia i nostri messaggi mensili contenuti in “Rapallo Notizie” che presto si chiamerà nuovamente Il MARE”. Vogliamo entrare in internet per ristabilire il cordone ombelicale con queste comunità lontane che “sognano” la loro bella Rapallo e sperano nei nuovi strumenti di comunicazione per un avvicinamento “virtuale” di conoscenza e partecipazione alla crescita ed alle problematiche del proprio Paese d’origine. Il sito internet può anche diventare un veicolo di pubblicità in grado di rendere risorse da investire in programmi sempre più ampi.
Concludiamo con un certo orgoglio che la promessa é stata mantenuta. All’inizio del 2011 é partito il SITO-INTERNET dopo soltanto un mese di rodaggio. Si può quindi affermare, con grande soddisfazione, che tutti gli obiettivi che ci siamo posti in questi ultimi anni, sono stati raggiunti. Ringrazio tutti i Soci per l’appoggio incondizionato al nostro lavoro ed in particolare Emilio Carta, Maurizio Brescia, Nanni Andreatta e Scipione D’Este che sono i veri pilastri di Mare Nostrum. Un particolare ringraziamento lo dedico all’Amministrazione Comunale che ci sostiene economicamente e ci é vicina dimostrandoci grande stima, considerazione e amicizia. Il Presidente Carlo Gatti.
I Contatti Culturali di Mare Nostrum
Gennaio 2010
PUBBLICAZIONE LIBERTY
La prof.ssa Francesca Fauri ci chiese in visione, nel 2008 la pubblicazione di Mare Nostrum: "I Liberty, le navi che vinsero la Guerra e poi la Pace". (Autori M.Brescia.E.Carta C.Gatti). A pag.153, nota 76, la Prof.ssa ha scritto nel suo libro Il Piano Marshall e l’Italia: “Un sentito ringraziamento a Carlo Gatti, Emilio Carta e Maurizio Brescia non solo per avermi inviato il prezioso lavoro sui Liberty, ma per i consigli bibliografici e la contagiosa passione per l'argomento”. Francesca Fauri insegna Storia economica dell'Europa contemporanea nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna, sede di Forlì. Per il Mulino ha pubblicato "L'integrazione economica europea" (2006), "Angelo Costa" (con V.Zamagni, 2007) e "Mezzo secolo di economia italiana" (con P.Battilani, 2008). Ci complimentiamo con la prof.ssa Francesca Fauri per aver centrato con l’epopea dei Liberty un "obiettivo importante" colmando una lacuna nella bibliografia abbastanza scarna e poco approfondita della nostra storia contemporanea.
La nostra Associazione é sempre attenta e sensibile a ciò che accade ogni giorno nel mondo marittimo e i suoi soci sono quindi sempre pronti allo scambio di opinioni più o meno tecniche via e-mail.
Febbraio-Marzo 2010
INCIDENTE E DANNI NAVE PASSEGGERI: “COSTA EUROPA”
Vedi 1° Allegato
28-29 maggio
Mare Nostrum partecipa con alcuni suoi esponenti del Direttivo alle Manifestazioni del GALATA qui riportate.
Vedi 2° Allegato
Sabato 29.5.
50 ANNI DI DIPLOMA NAUTICO. si é tenuto al KULM di Portofino Vetta l'annuale Festa (organizzata dalla Società Capitani e Macchinisti Navali-1904) per i LUPI DI MARE
(ormai malconci) che si diplomarono mezzo secolo fa. Tra i premiati i nostri soci: Umberto Ricci e il Presidente Carlo Gatti.
Giugno, Luglio, Agosto 2010
TRAGEDIA ECOLOGICA GOLFO DEL MESSICO Per buona parte dell’Estate la nostra Associazione partecipa attivamente con proposte, discussioni e tesi avanzate dal nostro socio esperto di piattaforme petrolifere Pino Sorio.
Vedi 3° Allegato
29.6.2010
Inserimento sul sito: http://www.tigullionotizie.it della versione pdf dell'ultimo numero del mensile di Mare Nostrum: RAPALLO NOTIZIE
8.8.2010
Presso l’Oratorio dei Neri, nell'Ambito EXPO Rapallo Tigullio, Mare Nostrum é presente con Emilio Carta e Lorenzo Del Veneziano per un aggiornamento sugli ultimi ritrovamenti di relitti nel Golfo Ligure. Nell'occasione é stato proiettato un inedito filmato.
Vedi 4° Allegato
1.10.2010
Incidente nel porto di Genova del M/traghetto MOBY OTTA
In seguito all’ennesimo incidente portuale avvenuto nel Porto di Genova, si é sviluppata in seno alla nostra Associazione un acceso dibattito.
Vedi 5° Allegato
16.10.2010
AMNI –Torino. Mare Nostrum è stata ospite, con i suoi relatori: C.Gatti, E.Andreatta presso la sede AMNI -Ttorino di un Convegno che si é tenuto sabato 16 ottobre con l’interessamento della Società Cap. e Macch. Navali di Camogli (della quale i relatori sono soci). Andreatta-Gatti ed altri Capitani di Camogli hanno parlato del Porto di Genova e dei suoi servizi: Pilotaggio, Rimorchio e dei libri che sono stati scritti sull'argomento dai relatori citati.
L'ospitalità dei Marinai di'Italia, presidente dott. Sibille, è stata eccellente ed abbiamo stretto un forte legame d'amicizia con promesse di rivederci presto. Uno dei relatori com.te Titti Figari (camoglino), residente a Torino, ha curato i dettagli organizzativi nella parte che ha preceduto l'incontro. Per l'occasione Nanni Andreatta ha invitato i membri dell'Associazione al suo Museo Marinaro e, molto toccante, è stato l'incontro con G.Pons superstite (predestinato) del naufragio della corazzata ROMA. Nanni A. ha proiettato e commentato per “l'illustre marinaio” un prezioso e raro filmato dell'affondamento. E' stato anche presentato con successo il libro del presidente C. Gatti dedicato all'epopea dei rimorchiatori genovesi: Con le Barcacce nel cuore. Cap. Enzo Camozzi ha parlato dell'importanza della marineria di Camogli nella storia. Si sottolinea la suggestiva posizione della Sede-AMNI sulla riva del PO, a 100 metri dal Parco del Valentino in una cornice di verde davvero spettacolare. La visita alla sezione centrale del smg PRAVAGNA (del periodo tra le due guerre) è stato davvero interessante per tutti. Il piccolo Museo è ricco di testimonianze e reperti della 2a G.M. e appare curato con molto amore e passione, si tratta di un grande esempio di attaccamento alla Marina e alla Patria.
30.10.2010 - FOTO ACCADEMIA LIVORNO
MARE NOSTRUM ha partecipato, con l’interessamento del Presidente dell’Associazione Culturale IL SESTANTE E.Gaggero (nostro socio) ad una interessante quanto istruttiva visita all’Accademia Navale di Livorno. La foto qui rappresentata é stata scattata dal personale dell’Accademia e coglie l’imponente partecipazione del gruppo. L’accoglienza é stata veramente “speciale” e l’amicizia con il Com.te Cervino ci ha permesso di visitare l’interessante Simulatore di manovra, la Capella, il Planetario, le Stanze storiche, il celebre “Brigantino”, la Biblioteca ecc... ed infine un ottimo pranzo nella storica Mensa Ufficiali.
Sabato 9 ottobre, alle 9.30,
Importante Convegno, a cura del Museo Marinaro del socio Ernani Andreatta, tenuto da Mare Nostrum ospite del Comando Scuola Telecomunicazioni di Caperana. Relatori i soci: G.Boaretto-E.Gaggero sul tema "Sulla rotta di Colombo"- E.Andreatta-C.Gatti sul tema: "Il porto di Genova nel nuovo millennio" - E.Carta-L.Del Veneziano sul tema: "U-455, il misterioso U-boat". Oltre 200 persone hanno assistito al Convegno ed al successivo dibattito con grande partecipazione ed interesse. Segue la mail di ringraziamento del Comandante F.Scarpetta.
10 ottobre 2010
Da: Francesco Scarpetta <nautarenti@gmail.com>
Comandante della Scuola Telecomunicazioni FF.AA di Caperana-Chiavari
Carissimi Comandanti,
Vi ringrazio per la vostra stupenda professionalità dimostrata ieri e mi riferisco non solo alla completa padronanza posseduta in ogni singolo interessantissimo argomento dai sei conferenzieri ma anche dalla correttezza di ognuno di loro nei confronti dei colleghi. Una simile disciplina è rarissima anche in un consesso esclusivamente militare.
Concordo con il comandante Ernani sull'opportunità di prevedere in futuro massimo due argomenti e concordo inoltre con lui sul fatto che ad ogni comandate la responsabilità "morale" della sicurezza e della vita dei propri uomini va ben oltre quella penale che eventualmente condividerebbe con il pilota. E ribadisco che la classe dei piloti è una delle più professionali e serie che abbia mai incontrato nel mio mestiere.
Spero di poter in futuro continuare la bellissima esperienza con tutti voi, in pubblico e/o in privato, e vi ringrazio ancora per quanto avete fatto ieri che ha goduto meritatamente di un grandissimo successo di pubblico.
Cordiali saluti, Francesco Scarpetta.
Segue la lettera inviata dal Sindaco di Rapallo in segno di apprezzamento per l’attività svolta da Mare Nostrum.
29 a EDIZIONE MARE NOSTRUM RAPALLO 2010
Comune di RAPALLOProvincia di Genova IL SINDACOC.A.P. 16035 - Piazza delle Nazioni n.4tel. 0185/680264 fax: 0185/680205 |
Siamo giunti alla 29 Edizione di “Mare Nostrum” che si conferma ormai un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati del mare e della marineria.
Quest’anno, tra i diversi temi previsti, emerge quello dedicato alla “Flotta dei Costa” storici armatori liguri particolarmente legati a Rapallo.
La nostra città, da sempre legata al mare, è orgogliosa di ospitare una rassegna culturale così articolata e dal crescente successo.
In quest’ottica il Comune di Rapallo sostiene “Mare Nostrum” vedendo nelle sue iniziative la valorizzazione delle nostre tradizioni.
Un grazie, quindi, a quest’Associazione Culturale che ha saputo aggregare storici, modellisti, uomini di mare e appassionati di questo mondo meraviglioso.
IL SINDACO
Avv. Mentore Campodonico
26.10.2010 INVITO E PROGRAMMA MARE NOSTRUM
Sala Bravo - l’arte e i documenti
MODELLISMO: ARTE E PASSIONE
di Silvano Porcile
presidente gruppo modellisti “Nonno Franco”
Da oltre vent’anni il Gruppo modellisti “Nonno Franco” organizza, con la collaborazione del Comune di Rapallo, mostre che, ad ogni edizione, riscuotono sempre maggiore successo da parte del pubblico e degli appassionati di storia e cultura marinara.
In tali occasioni i visitatori possono ammirare la riproduzione in scala ridotta, più fedele possibile, di navi che sono entrate a pieno diritto nella storia e nella nostra cultura. Gozzi e leudi liguri, golette, storici galeoni, imbarcazioni da pesca e da lavoro, rimorchiatori:
è inevitabile farsi coinvolgere dall’entusiasmo degli espositori che si ritrovano ogni anno per confrontrare opinioni e progetti e sono sempre felici di raccontare come nascono questi piccoli prodigi di abilità navale.
Stand espositivo del locale gruppo della Marina Militare
“Movm Gazzana Priaroggia” di Rapallo e della Lega Navale
Italiana - sezione di Rapallo.
Città di Rapallo
Assessorati alla Cultura
e Pubblica Istruzione
“Mare Nostrum” XXIX Edizione
Modellismo navale, Arte, Storia e Tradizioni marinare
ANTICO CASTELLO SULMARE
Dal 6 al 21 Novembre 2010
orario: feriali 15/18
sabato, domenica e festivi 10/12 e 15/18,30
Lunedì chiuso
IL PROGRAMMA
Sabato 6 novembre - ore 10,30 - Sala consiliare
- presentazione della XXIX edizione della Mostra e della pubblicazione
di carattere storico “COSTA. Un pianeta che parla
‘rapallino’ ” curata da Maurizio Brescia, Emilio Carta e Carlo
Gatti, alla presenza degli autori. Sarà proiettato il documentario
“La spedizione sul relitto della Bianca C. a Grenada” di Lorenzo
Del Veneziano. Seguirà cocktail.
Domenica 7 novembre - ore 10: Sala incontri del Gran Caffè Rapallo
sul lungomare V. Veneto: conferenza del dott. Nicola Costa
su “La flotta dei Costa“. Seguirà cocktail.
Sabato 13 novembre - ore 10: Sala incontri del Gran Caffè Rapallo
sul lungomare V.Veneto: presentazione del libro del com.te Carlo
Gatti e del D.M. Silvano Masini “Barcacce nel cuore”. Saranno
presenti l’autore Carlo Gatti e il Com.te Italo Ferraro.
Seguirà cocktail.
Domenica 14 novembre - ore 10: Sala incontri del Gran Caffè Rapallo
sul lungomare V.Veneto: conferenza com.teMario Palombo su
“La gestione dei transatlantici moderni”. Presentano: Emilio Carta
e Carlo Gatti. Seguirà cocktail.
Sabato 20 novembre – ore 10: Sala incontri del Gran Caffè Rapallo
sul lungomare V.Veneto: presentazione del libro di Marinella
Gagliardi “Non comprate quella barca”. Presenta: Emilio
Carta. Seguirà cocktail.
Domenica 21 novembre - ore 18: Antico castello sul mare: chiusura
mostra e saluto ai partecipanti. Seguirà cocktail al Gran
Caffé Rapallo al Lungomare V.Veneto
Domenica 21 novembre/Lunedì 22 Nelle acque del golfo rapallese,
condizioni meteo marine permettendo, sarà alla fonda
la goletta Oloferne a disposizione del pubblico e delle scuole
Amedeo Devoto è nato a Chiavari, nel rione Scogli nel Settembre del 1935. I
suoi "oli su tela", emozionanti per chi li guarda, fanno rivivere l’epoca irripetibile
delle costruzioni dei grandi velieri e della vita legata al mare e alla pesca.
Partecipano gli artisti Amedeo Devoto e Lia Foggetti
La cittadinanza è invitata
Sala Bravo – L’Arte e i Documenti
SULLE ROTTE DEI CONVOGLI
La Regia Marina, i mercantili italiani e le navi della “Costa” – 1940/1943
di Maurizio Brescia
Nel corso della seconda guerra mondiale, la Regia Marina ebbe tra i suoi compiti principali la protezione delle rotte e dei convogli che – dalla madrepatria – si dirigevano verso i vari fronti di guerra, e verso quello dell’Africa Settentrionale in particolare.
Anche in considerazione di quello che fu il coinvolgimento delle navi della Società“Costa” in questa particolare attività (nel corso della quale alcuni mercantili della Compagnia andarono perduti), presentiamo una rassegna generale dell’attività navale italiana in questo campo con, più nel dettaglio, la descrizione di due specifici eventi che – pur non vedendo specificatamente coinvolte navi della “Costa” – possono essere intesi come fortemente esemplificativi di quella che fu la falcidia di uomini e mezzi della Regia Marina e della nostra marina mercantile, sulle rotte dell’Africa settentrionale, tra il 1940 e il 1943.
Come è ormai tradizione, questa sezione espositiva della mostra ricostruisce fatti, avvenimenti e scontri navali sulla base di una vasta documentazione fotografica che, tra l’altro, comprende numerose immagini tratte dall’Archivio genovese della Famiglia Costa.
LA FAMIGLIA COSTA ARMATORI
di Emilio Carta
La prima villa di famiglia i Costa la realizzarono a ponente di Rapallo, di fronte al molo Langano, lungo la carrozzabile per S. Margherita Ligure. Già, perché le origini degli antenati della famiglia Costa affondano le proprie radici nella vicina S. Margherita (gli antenati sono sepolti a San Giacomo di Corte fin dal 1530) e il Tigullio quindi è stata la culla della famiglia dai tempi più remoti. Basti pensare che la rapallese Villa Costa, poi denominata Villa Grande fu la prima ad essere eretta nella zona.
L’affetto dei Costa per la nostra città è rimasto immutato: ad una delle loro navi venne dato il nome “Langano”, così come durante le feste di luglio una grande M mariana illuminata da centinaia di lampadine si ergeva sulla facciata dell’edificio...
LE NAVI DEI COSTA
di Carlo Gatti
Coraggio e lungimiranza crearono la spinta per quella operosa Linea “C” che fu presente su tutti i mari come massima espressione dell’Armamento Privato Italiano,
fino a tutti gli anni ‘60 del novecento. In seguito, quando lo storico ciclo delle navi di linea giunse al capolinea, i Costa se ne avvidero in tempo e convertirono le proprie unità in navi da Crociera. Purtroppo, non tutte le famose Compagnie di Navigazione seppero “cambiare rotta” in tempo e quasi la totalità fu travolta dall’onda supersonica
degli aerei e chiuse i battenti.
Museo Marinaro
TOMMASINO - ANDREATTA
Vedi 6° Allegato
MARTEDI 7 DICEMBRE
Si é svolta a Palazzo Fasce (Sestri Levante) un’interessante proiezione-DVD dello "specialista" Nanni Andreatta sul Cantiere di Riva Trigoso, navi e vari, come specificato qui sotto. Numerosi soci hanno aderito a questa brillante iniziativa.
COME DA PROGRAMMA PER: "CIMAMERICHE" FILM FESTIVAL DELLA MIGRAZIONE E DEL GUSTO
1) 19 J.B. STAGNARO Volver, "CRONACA DI UN RITORNO"
presentazione del progetto filmico.
2) "ALLA DERIVA - IL CANTIERE RACCONTA"
Work in progress Italia Argentina
Produzione J.B STAGNARO
3) "RIVA TRIGOSO - "IL CANTIERE E LA SUA STORIA" durata 25'
di Ernani Andreatta
Il programma é composto di spezzoni di films, proiezioni di documentari e commenti di esperti e studiosi su temi storici e teatrali riguardanti l'Argentina e la sua problematica socio-politica del recente passato e forse anche attuale. Il personaggio di spicco, posto sotto la luce dei proiettori, è stato il regista sceneggiatore Juan Stagnaro con il suo "Cronache di un ritorno" e "Alla deriva-Il cantiere racconta". Su questo secondo - work in progress - si è prefigurata l'attuale, incerta e critica situazione del Cantiere di Riva Trigoso che rischia addirittura di chiudere nonostante la sua conclamata e riconosciuta specializzazione nella costruzione di navi fortemente tecnologiche. La delicatezza del tema ha spinto l'Organizzazione a rivolgersi a due specialisti, soci di MARE NOSTRUM: l'ing. Marco Prandoni (ex-Fincantieri) e Nanni Andreatta storico della cantieristica ligure soprattutto per i suoi trascorsi familiari. Ne è scaturito un impegnativo programma di studio, ricerca, ensemble di foto d'epoca, sconfinamenti nella Storia del Leudo ed approfondimenti sulla triste storia delle navi, (ma anche dei personaggi veri) Principessa Jolanda e Mafalda costruite appunto a Riva Trigoso. Il risultato di questo prezioso approfondimento di un comparto eccellente della Liguria, molto vicina a noi, ha prodotto un DVD (durata 25'32") di grande respiro storico che è stato apprezzato più di tante parole accademiche che abbiamo ascoltato...
Mare Nostrum è stata invitata a riprendere il TEMA delle difficoltà della cantieristica
nazionale attraverso ulteriori studi ed approfondimenti che trovano ormai le loro radici soltanto negli archivi di pochi appassionati che si ritrovano come "mosche bianche" nelle nostre Associazioni. Naturalmente ci siamo dati disponibili, anche personalmente, per ripensare un programma che porti maggiormente alla luce questo settore di grande eccellenza del popolo ligure che parte da molto lontano e non può finire sugli scogli dell'indifferenza di tanta stolta politica nazionale. Produrremo materiale e raccoglieremo testimonianze, spero con l'impegno di tutti e che, ne sono sicuro, sicuramente non mancherà.
12 dicembre
Incidente Jolly Amaranto
La tematica é stata ampiamente dibattuta in seno alla nostra Associazione e vi rimandiamo ad alcuni estratti:
Vedi 7° Allegato
18.12.2010
Chiusura dell’anno- RIUNIONE-AUGURI NATALIZI
Cari amici e soci assenti "giustificati".
Ci siamo riuniti numerosi al Gran Caffé Rapallo per lo scambio degli AUGURI NATALIZI e, approfittando della bella giornata e di un accattivante buffet, abbiamo intrattenuto i soci con una relazione sull'attività di Mare Nostrum: risultati, propositi e programmi, tra cui le varie proposte su come festeggiare il 30° di M.N. - i 150 anni dell'Unità d'Italia e la 10a pubblicazione.
- A proposito di quest'ultima, abbiamo distribuito i nove numeri arretrati ai nuovi soci e, fatto molto importante, abbiamo raccolto le intenzioni a collaborare di alcuni soci molto preparati e ricchi d'idee.
- Le spese sostenute per l'attività 2010 sono rientrate tutte "brillantemente" nel bilancio di previsione come da rapporto del nostro tesoriere dott. D'ESTE.
- Abbiamo raccolto le quote x 2011 e questo ossigeno ci ha spinto nella promessa di realizzare il sito internet che ci dovrebbe proiettare sempre più in alto.
- I nostri ringraziamenti sono partiti in tutte le direzioni ma, sopratutto, a tre persone:
1) Al socio-gestore del Gran Caffé Rapallo Giampiero Gatti che ci offre la sede, la sala-conferenze e ci aiuta con prezzi "familiari" a recitare un ruolo di prestigio in città.
2) Al socio-editore Massimo Busco che con grande coraggio stampa ogni mese 15.000 copie di Rapallo Notizie-Mare Nostrum concedendo il "pulpito" e la diffusione di tutte le nostre idee e realizzazioni.
3) Al socio curatore del Museo Marinaro di Chiavari Nanni Andreatta il quale, con infinito amore...., ci fornisce gratis cultura marinara e sostegno tecnologico. Non parlo dei miei stretti collaboratori perché è come se mi auto incensassi, ma tutti sapete quello che fanno, con quale spirito operano e quanto tempo e denaro spendano per l'ideale che li lega al MARE NOSTRUM.
- Comunico inoltre con grande piacere che il dott. Nicola Costa si è complimentato con tutti noi per la riuscita della Mostra e degli eventi collaterali ed ha sottolineato in particolare il "successo" ottenuto dalla pubblicazione dedicata alla sua famiglia.
Non vorrei che passasse inosservato il "record" di Mare Nostrum: nel 2010 ben cinque soci hanno pubblicato un libro.
M. Brescia con LE NAVI OSPEDALE ITALIANE –
E.Carta con "U-BOOT 455..."
Marinella Gagliardi Santi con "NON COMPRATE QUELLA BARCA" –
C.Gatti con "LE BARCACCE NEL CUORE" –
U. Ricci con "GLI ARCIPRETI DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI RAPALLO" –
Oltre naturalmente alla pubblicazione annuale dedicata ai Costa. Come presidente non posso che essere fiero e orgoglioso nel constatare come la nostra Associazione sia sempre più portatrice e animatrice di cultura marinara, dibattiti, convegni e incontri grazie anche alle altre Associazioni di cui sapete ormai tutto.
- La nostra attività è premiata costantemente da nuove adesioni. Questa mattina si sono aggiunte due signore con il marchio EU, la svedese Anita Kahm e l'rlandese Carousen (?). Mi scuso per l'errata comunicazione del cognome che non ricordo più di tanto.
- Festeggiatissima è stata la nostra "madrina" Angela Besana, ... anni che, con il suo incredibile entusiasmo, riesce a darci ancora la carica dopo 20 anni di voga ininterrotta. Chiudo con l' apprezzata proposta del socio Cap. Ricci Umberto di gemellarci con la Pro Loco del Capitaneato di Rapallo (160 soci).
ALLEGATO N.1
COSTA EUROPA
Febbraio-Marzo 2010 INCIDENTE E DANNI NAVE PASSEGGERI
Mi è stato chiesto da più parti in questi giorni un parere su quanto è successo alla nave passeggeri Costa Europa a Sharm El Sheik. Purtroppo, come sapete, in questi casi i giornali, dovendo riempire delle pagine... scrivono molte inesattezze. Personalmente non sono mai stato a Sharm e non ho la più pallida idea della situazione locale. Non so se è esposta ai venti, ma è probabile, in quanto da più parti ho letto che c'era un tempo pessimo in corso; non è stato scritto se la nave aveva i rimorchiatori attaccati, se c'è stata qualche avaria a bordo in particolare alle eliche trasversali di prora e di poppa, se la nave ha dato fondo l'ancora di sopravvento. Purtroppo si sa che ci sono stati tre morti e molti feriti, quindi si è trattato di una vera e propria tragedia. Come sapete, in questi casi è veramente arduo stilare sentenze e persino immaginarsi come tutto ciò possa essere accaduto. Possiamo solo immaginare che la superficie velica di queste navi da crociera ha raggiunto valori troppo alti che, in certe condizioni di vento, neppure i 5.000 cv delle eliche trasversali di prora e di poppa riescono a compensare. In certi porti croceristici, come sappiamo, mancano addirittura i servizi essenziali come i rimorchiatori, i quali, molte volte non sono neppure all'altezza (tecnicamente) di svolgere certi compiti, come invece succede in Europa. C'è da aggiungere che spesso i comandanti subiscono pressioni di calendario e di orari che gli lasciano pochissimo spazio per decisioni rapide e sensate. A questo proposito, conosco fin troppo bene lo stress cui sono sottoposti i comandanti e piloti locali, che tuttavia alcune volte sono anche vittime di vera e propria sfortuna.
Un tempo, certe situazioni venivano definitivamente archiviate incolpando gli elementi meteo e le Assicurazioni saldavano i conti cercando di salvaguardare il nome della nave, della società e dell'intero settore passeggeri. Oggi le cose sono molto più difficili! Su ogni Ponte di Comando c'è la scatola nera che registra tutte le fasi della manovra: le voci dei manovratori, gli ordini al timoniere, alla macchina, le potenze espresse, le variazioni del vento ecc... I periti delle parti sono quindi in grado di risalire alle cause ed ai comportamenti di ogni membro presente in manovra. Credo quindi sia inutile, in questo momento avanzare persino delle ipotesi.
Sarà ovviamente un buon argomento da sottoporre al comandante Palombo quando sarà nostro ospite nel mese di novembre.
Concludo ricordando che la nave "COLUMBUS" dei Costa, nel fu vittima di un analogo incidente nel porto di Cadice. In quella occasione la nave urtò contro la diga del porto, si aprì una falla nello scafo attraverso la quale entrò un sufficiente numero di tonnellate
d'acqua di mare per farla inclinare, sedersi sul fondo e renderla irrecuperabile. La nave fu poi demolita. A questo punto posso concludere con alcune osservazioni di carattere generale:
a) - Nonostante le nuove tecnologie applicate in questi anni e messe a disposizione dei manovratori, la SICUREZZA non è mai coperta al 100%. E' aumentata la superficie velica delle navi passeggeri, ma la potenza installata complessivamente a bordo non è ancora sufficiente per difendersi dal fattore "vento".
b) - Su comandanti, ufficiali e piloti, andrebbero investiti capitali di formazione professionale ancora superiori a quelli in corso. Mi riferisco, per esempio, a corsi su simulatori di manovra avanzati ecc...
c) - Si ha comunque il sospetto che si parli spesso di "sicurezza", riferendola alle situazioni tecniche del passato e mai ad una prospettiva attuale, moderna ed avanzata.
d) - Non mi riferisco soltanto agli armatori che, logicamente, devono fare quadrare in conti per guadagnare ed investire su nuove navi,
il mio pensiero va per esempio alla Michelangelo/Raffaello/ navi di 275 metri di lunghezza che stentavamo a girarle e a ormeggiarle per mancanza di spazi. Oggi, quegli spazi di manovra si sono accorciati, perchè ponte dei Mille - A.Doria - C.Colombo si sono allungati di cento metri rubando acqua di manovra alle navi, che invece si sono allungate fino a 330 mt. di lunghezza e si sono alzate di 10 ponti rispetto al REX e CONTE DI SAVOIA che erano già lunghe 248 metri.
Detto questo, occorre fare quindi molta attenzione a puntare il dito contro le navi i loro comandanti e gli "operatori dei servizi portuali".
Purtroppo i nostri porti sono tutti di origine medievale e stanno morendo per mancanza di spazi. Il problema è evidentemente politico.
I porti devono nascere in siti nuovi, lontani dalle città, vicino ai nodi autostradali. Per realizzare tutto ciò occorre solo viaggiare, andare a copiare gli autorevoli esempi che ci sono in giro per il mondo e ritornare in Italia con tanta voglia di rimboccarsi le maniche...
ALLEGATO N.2
Venerdì 28 maggio dalle ore 21.00 e fino alle 23.00 il Nazario Sauro diventerà palcoscenico naturale per uno spettacolo imperdibile tra sons et lumières ed effetti pirotecnici.
1.300 posti a sedere disponibili per la cittadinanza e almeno altrettanti in piedi, 130mq di schermi giganti, 68 metri di sottomarino sotto i riflettori, sono i numeri di una serata che si annuncia come un vero e proprio regalo alla città.
A partire dalle 20.00 il pubblico sulle note Swing dell’orchestra musicale NP Big Band, composta da 16 elementi e posizionata sulla terrazza dell’Urban Lab, potrà prendere posto nelle tribune allestiste nella Calata Simone Vignoso - lungo il molo della Darsena dei pescatori - per assistere allo spettacolo che avrà inizio alle 21.30. Sarà lo speaker a dare il via allo spettacolo: un susseguirsi di brevi filmati proiettati su due maxi schermi, posizionati in Darsena, racconteranno attraverso la suggestione delle immagini il passato, il presente e il futuro del Nazario Sauro. I filmati saranno intervallati da testimonianze dei soggetti principali che hanno contribuito all’operazione “Sauro”. La seconda parte della serata, cuore dello spettacolo, promette tra volteggi ed acrobazie sullo specchio acqueo, un evento emozionante e sorprendente. Effetti pirotecnici in tutta la Darsena, in sincronia con una colonna sonora coinvolgente, chiuderanno la serata intorno a mezzanotte.
Il grande spettacolo di festeggiamento, organizzato da Costa Edutainment, è stato ideato e progettato dall’Arch. Umberto Ottino, specialista di eventi in campo marittimo. Nasce dalla volontà di dare lustro al lavoro congiunto dei diversi soggetti, pubblici e privati, che hanno reso possibile l’intera operazione di musealizzazione del sommergibile, nata da un’idea di Pierangelo Campodonico (Direttore Mu.MA). Dal Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e della Navigazione, che con il Comune di Genova è stato il primo fautore di questa operazione, all’Associazione Promotori Musei del Mare, dalla Regione Liguria al Ministero dei Beni Culturali, dalla Marina Militare, che ha donato il natante alla città, a Fincantieri, che lo ha costruito e restaurato, a Costa Edutainment, gestore del Galata Museo del Mare e del mondo AcquarioVillage di cui il Nazario Sauro è il fiore all’occhiello.
Per l’occasione, l’intera città di Genova sarà vestita a festa: a partire da metà maggio, grazie alla collaborazione dell’ufficio Promozione e del Settore Musei Comune di Genova, 6 striscioni stradali posizionati nelle strade a più alta concentrazione di traffico, oltre 1200 manifesti e 1000 locandine distribuiti nei negozi genovesi, nelle APT delle riviere, in spazi dedicati in musei, teatri e centri commerciali di tutta la regione, inviteranno cittadini e turisti a unirsi ai festeggiamenti la sera del 28 maggio.
Il Nazario Sauro costituisce un’ importante apertura verso l’esterno e la città del Galata Museo del Mare, principale realtà museale ligure per affluenza e attrattività multimediale.
La Darsena, area antistante il Museo, viene ulteriormente arricchita con elementi storici caratterizzanti la vita in porto quali gru, il recupero della piattaforma ferroviaria, garitte doganali, imbarcazioni ed elementi di carico, la razionalizzazione delle attrezzature da diporto, oltre all’inserimento di elementi di arredo urbano composti da panchine e pannelli espositivi, che completano il Museo a Cielo Aperto Galata Open Air Museum. IL SOMMERGIBILE, INSIEME AL PADIGLIONE AD ESSO DEDICATO (PRE-SHOW) INTERNO AL GALATA MUSEO DEL MARE, SARANNO VISITABILI DAL 29 MAGGIO.
ALLEGATO N.3
GIUGNO-LUGLIO-AGOSTO 2010
TRAGEDIA ECOLOGICA GOLFO DEL MESSICO Per buona parte dell’Estate la nostra Associazione partecipa attivamente con proposte, discussioni e tesi avanzate dal nostro socio esperto di piattaforme petrolifere Pino Sorio.
18.6.2010 - ANDREATTA: LA EXXON/MOBIL/ SHELL hanno le tecnologie per fermare la perdita, ma aspettano di farlo (se mai lo faranno) dopo aver mandato a bagno completo la BP. OBAMA minacciò di non dare più concessioni per le trivellazioni. A minacce rientrate, le suddette stavano per entrare in campo e offrirsi per fermare la perdita. Ne seguì una battuta d'arresto nell'attesa, se mai sarà possibile, del fallimento della BP.
In effetti c'è da domandarsi come sia possibile, vista la spaventosa catastrofe ambientale, che le "care sette sorelle" non siano intervenute in blocco per "dare una mano alla BP" ???
Domanda: se la tesi ha una sua logica nel ruolo strategico dei rapporti di concorrenza tra le note multinazionali, ai morsi famelici di questi lupi mannari e alle sue vittime come rispondiamo?
19.6.2010-SORIO: Cari amici,
Pino Sorio ci mette a conoscenza di un ulteriore problema: mentre prima usciva solo greggio dal tubo rotto, ora ha cominciato ad uscire anche gas che a quella profondità si trasforma in metano ed il gas elimina completamente la flora e la fauna causando più danni duraturi nel tempo del greggio che invece galleggia. Riguardo invece all'ipotesi emersa ieri sul complotto anti BP delle altre "sorelle", ci fanno sapere dall'America che un tale criminale comportamento
non sarebbe sfuggito all'incazzatissimo Obama e qualche "vertice" di quelle maxi-aziende sarebbe già in galera. Noi continuiamo a rimanere in ascolto e vi faremo conoscere gli sviluppi di questo giallo internazionale...
ALLEGATO N.4
Navi e relitti: le ultime scoperte avvenute nelle nostre acque
A dicembre saranno oggetto di un libro fotografico e storico affascinante curato da Emlio Carta e da Lorenzo Del Veneziano
di Carlo Gatti
In occasione della giornata conclusiva dell’ExpoRapallo-Tigullio nel giardino pensile dell’Oratorio dei Neri il giornalista Emilio Carta, nostro direttore, e il sub professionista Lorenzo Del Veneziano, hanno presentato in anteprima al pubblico le immagini di diversi relitti, molti dei quali di recente individuazione, che giacciono sui fondali della provincia di Genova.
L’attenzione degli appassionati si è però particolarmente soffermata sulle immagini del sottomarino tedesco affondato tra Portofino e Camogli, l’U Boot 455, e sulla drammatica storia della Carlo Erre, che poi cambiò nome divenendo Hercules, affondata da un siluro nemico al largo di Sestri Ponente il 23 maggio 1916
Entrambi i relitti, la loro storia e le loro immagini, diventeranno presto un volume la cui pubblicazione è prevista a dicembre, un’occasione quindi per un bel regalo di Natalea.
L’U Boot 455, la cui presenza e i motivi dell’affondamento nelle acque del Tigullio permangono misteriosi, è stato scoperto proprio alcuni anni fa dallo stesso Del Veneziano: “Si trova a circa cento metri di profondità e per scovarlo ho seguito le tracce indicatemi da un amico pescatore che mi aveva segnalato la presenza di un’afferratura sulla quale erano rimaste impigliate le sue reti. La Marina tedesca e quella italiana, da me informate hanno preferito che quella tomba, un vero e proprio sacrario rimanga tale con i corpi dei 54 marinai e ufficiali che si trovavano a bordo del sommergibile.
Il misterioso U Boot 455 sarà inoltre oggetto di un convegno previsto il 9 ottobre a Caperana presso la Scuola Telecomunicazioni. Relatori saranno gli stessi Emilio Carta e Lorenzo Del Veneziano.
Ben diversa invece la storia della Carlo Erre (poi divenuta Hercules) da molti conosciuta come la nave maledetta per il “viaggio del colera”.
Il mercantile era partito da Genova per il Brasile con un carico umano di ben 1400 emigranti. Durante la navigazione scoppiò un’epidemia di colera che falcidiò i passeggeri. Giunta in Brasile la nave venne fatta tornare indietro dalle autorità portuali di sanità e gli emigranti dovettero tornare indietro senza poter toccare la loro terra promessa.
“A rendere ancor più drammatica la vicenda durante il ritorno scoppiò pure un’epidemia di morbillo e i passeggeri esasperati e trattati in modo inumano tentarono addirittura di impadronirsi della nave – racconta Emilio Carta - Alla fine dei millequattrocento emigranti partiti ne rimasero in vita solo quattrocento. Credo sia stato uno degli episodi più brutti e drammatici della nostra marineria mercantile”. Sono oltre trenta le navi che sono affondate nelle acque della provincia e nel nuovo libro ve ne saranno oltre la metà di recente individuazione ed esplorazione con decine e decine di foto e la loro storia documentata.
ALLEGATO N.5
ALLEGATI MOSTRA MARE NOSTRUM 2010
Lettera del Comandante Buatier
Ma la nave ha un’anima?
Quando cominciai a pilotare le navi, l’Eugenio C. aveva una decina di anni. Era nel pieno della sua potenza e bellezza e manovrarla dava un senso di ebbrezza. Era l’unica nave al mondo ad avere un ascensore privato per il pilota che dalla biscaglina saliva direttamente in plancia.
Il cap.s.l.c. Buatier è stato il comandante storico dell’Eugenio e lo ricordo con grande simpatia perchè l’uomo assomigliava alla sua nave: lo stesso portamento elegante, austero, simpatico e bello. Persino il carattere dei due, e forse anche l’anima,navigavano insieme di comune accordo.
Ed eccoci al punto. Se qualcuno avesse dei dubbi e si chiedesse: “ma la nave ha un’anima?”
Beh! Gli consiglio di leggere quanto segue.
Carlo Gatti
AUTOBIOGRAFIA DELL'EUGENIO COSTA |
La mia storia comincia a Monfalcone il 21 Novembre del 1964. Là sono nato, o sono stato costruito, come dicono gli uomini. Sono stato battezzato in quello stesso giorno. Per noi navi la nascita si chiama varo ed è, tanto per intenderci, una scivolata in mare lungo lo scalo. Un grande splash e ci si accorge di galleggiare. Il battesimo precede la scivolata. Una bella ragazza o una signora importante ti spaccano una bottiglia in testa. Ho saputo che di questi tempi le cose non si fanno più così:niente scivolata in mare. Le navi vengono costruite a pezzi in un bacino,quando i pezzi sono tutti saldati si riempie il bacino e la nave galleggia.
Ho detto "sono nato", ho infatti un nome maschile: " EUGENIO". Eppure essendo nave, sono costretto ad essere femmina. "A ship is a she." Lo dicono gli inglesi da qualche secolo. E loro in mare ci sanno fare. Ma in questa storia ho deciso di usare il maschile. E gli inglesi non possono più impedirmelo: non esisto più. Oltre al sopruso della mia imposta femminilità , appena ho cominciato a guardarmi intorno mi sono reso conto di avere un nome un po' strano: "Eugenio C.". Ma cos'era quella "C."? Le navi concorrenti avevano nomi importanti, di personaggi che tutti conoscevano in Italia e nel mondo. Solo molto più tardi i miei padroni si sono accorti che quella C non mi rendeva giustizia e fui ribattezzato ( senza bottiglia in testa) "Eugenio Costa", un degno personaggio di quella stirpe. Mi hanno voluto dire che quelle iniziali erano comunemente usate dagli Armatori genovesi per risparmiare pittura: tante lettere in meno sullo scafo.
La memoria della mia esistenza risale al momento in cui le prime lamiere venivano saldate in quel cantiere di Monfalcone. A quei tempi le navi in cantiere crescevano in verticale: dalla carena alle ordinate, alle murate, alle sovrastrutture. Finalmente mi hanno montato il cuore ,un cuore potentissimo: la somma dei cuori di 55.000 cavalli! E poi le ciminiere. Non una dietro l'altra,ma appaiate come due gemelle. E su, su fino all'albero che arrivava in cielo. E poi mi hanno dipinto di bianco. Non finivano mai di spennellare. Ero lungo duecentoventi metri. Ed è arrivato il giorno in cui mi è stato chiesto di far vedere cosa sapevo fare. Mi sono accorto quella mattina che il mio cuore batteva sempre più velocemente. I miei occhi, situati all'estrema prora, (li chiamano, chissà perché, "occhi di cubia") vedevano l'acqua scorrere sulle due fiancate come due precipitosi torrenti. Marciavo a ventotto nodi!
Ma è solo una settimana dopo, da un porto chiamato Genova, che doveva iniziare la mia vita di lavoro. Ero destinato a trasportare attraverso un Oceano oltre milleduecento passeggeri in vari porti di un continente meridionale. Li ho imparati a memoria i nomi di quei porti. L'ultimo si chiamava Buenos Aires e si raggiungeva a fatica attraverso un fiume fangoso dal nome immeritato: "Fiume d'Argento". Più di duecento viaggi in vent'anni. Ho visto sparire le navi più importanti. Sono finite in maniera dolorosa: bruciate da un incendio, vendute e finite all'ancora in porti remoti, relegate a far da caserma in rade deserte.
Io sono sopravvissuto per tanti anni ancora, anche quando si è saputo che nessuno voleva più partire per quel continente meridionale. O, se dovevano andarvi, lo facevano attraverso il cielo su navi volanti, molto più veloci e senza far la fatica di dover spingere tutta quell'acqua con la prora. Gli uomini allora hanno scoperto per me un altro mestiere: da transatlantico che ero mi hanno trasformato in "cruise ship", in nave da crociera. Dovete sapere che gli uomini in quegli anni si sono finalmente resi conto di vivere in un gran bel mondo e ha preso loro la voglia di conoscerlo viaggiando per mare. E hanno cominciato a imbarcarsi sulle navi e a navigare da un porto all'altro per una settimana, per un mese o addirittura per tre mesi, attorno a questo nostro globo, tornando, alla fine, sempre a casa propria.
Sono stati, quelli, anni di gloria. Non ho mai dimenticato quei due giri del mondo. Il Comandante mi ha condotto per la prima volta, e con me tutti i novecento passeggeri, in un paese lontano e misterioso chiamato Cina. Un paese dove nessuno era stato da moltissimi anni. In questo loro porto cinese chiamato Shangai nessuno aveva mai visto in mare nulla di più bello del sottoscritto. Non potete immaginare l'orgoglio di una nave bella, bianca e piena di bandiere che domina una città. Alla fine del secondo di questi viaggi ho avuto l'opportunità di dare una mano al mio Comandante. Avevamo appena lasciata un'isola chiamata Madeira, quando l'Oceano impazzì.
Non avevo mai visto nulla di simile. Ci siamo trovati in mezzo ad un Golfo che io conoscevo poco. Era rispettato e temuto da chi andava per mare. Lo avevo attraversato solo d'estate, col bel tempo di luglio, diretto ai porti del Nord. Sul Ponte, in quell'uragano, si parlava di Libeccio, un vento mostruoso che alzava il mare. E non potevo trattenermi dal rollare. Trentasei gradi dicevano sul Ponte. E tutto dentro di me si staccava, si rovesciava. Gli stabilizzatori, specie di palette che sporgevano dalla parte più profonda della carena, erano impotenti. Il Comandante aveva ordinato ai passeggeri di non lasciare le loro cabine. Pena la ghigliottina. La punizione del Golfo durò cinquanta ore. Ho trovato riparo a ridosso di un'isola bella - Belle Ile - come dicono i francesi.
Ho saputo con orgoglio di aver ricevuto i complimenti della più importante organizzazione navale del mondo, i Lloyds, per essere riuscito ad attraversare senza danni quel Golfo nella tempesta. La tempesta più spaventosa degli ultimi quarant'anni. Il Comandante che mi ha portato intorno al mondo e attraverso quella tempesta mi ha lasciato nel 1987. Alla fine del suo ultimo viaggio, all'arrivo a Genova, mi ha consegnato al suo successore con queste parole : "She's all yours", "E' tutta tua".
Ho continuato per altri anni a viaggiare, con le mie due "C" sulla ciminiere, attraverso mari ed oceani dal Mediterraneo all'Atlantico, dall'estremo Nord all'estremo Sud, fino ad un continente di ghiaccio chiamato Antartide. Ed è venuto il momento più triste della mia vita: sono stato venduto. Ho sentito di non contare più niente. Avevo poco meno di trent'anni. Dicono siano tanti per una nave.
Mi è stato cambiato nome. Niente più "C" sulle ciminiere: sono divenuto la " Edinburgh Castle" e ho lasciato Genova per sempre. Ho cambiato ancora padrone e nome. Mi hanno dipinto tutto di rosso. "Big Red Boat II" è stata la mia ultima stravagante trasformazione. Dopo qualche tempo - il mondo era appena entrato nel nuovo secolo - sono stato abbandonato. Per più di quattro anni sono rimasto legato ad una squallida banchina in un'isola minore delle Bahamas. A quel punto non mi fregava più nulla di essere maschio o femmina. Ho avuto ancora un momento di speranza. Ho saputo, anche le navi lo sanno, che un gruppo di uomini di buona volontà, intendeva riportarmi a Genova perché vi rimanessi ormeggiato per sempre come "L'ultimo dei Transatlantici". A ricordo di una grande era nella storia della navigazione. Non se ne è fatto niente. Genova non mi ha voluto. Costavo troppo per la città del " maniman".
Sono stato condotto in una orribile spiaggia al di là di due Oceani e fatto a pezzi. Condotto un corno! Ci sono andato io con quel quarto di cuore che mi era rimasto. E' stato come rinascere. Come quella prima uscita a Monfalcone. Anche se i miei occhi non vedevano il mare scorrere veloce sulle mie fiancate. Adagio, adagio. Era un viaggio che volevo non finisse mai. La mia ultima spiaggia è stata Alang in India, il mattatoio delle navi. Non sono più una nave ma continuo a vivere in ciascuno di quei ferri, grandi e piccoli in cui sono stato suddiviso e riutilizzato: la carrozzeria di un'automobile, la lamiera di una nuova nave, una macchina da guerra, una scatola di sardine. Ognuna di queste creature ha una vita propria, trasporta,uccide, contiene.
Ma io mi trovo assai meglio in un piccolo pezzo di lamiera che riposa sulla scrivania della persone che mi hanno voluto bene. Una di queste, che mi ha portato attorno al mondo, tutte le volte che siede alla scrivania mi afferra, mi trattiene e mi sposta di qualche centimetro............
Chissa' perché è come una carezza
Comandante Buatier De Monjeot Piero
EUGENIO C. L’ANIMA
Ciao Bruno,
La tua considerazione apre l'altro fronte dell'argomento sul quale, ognuno di noi, potrebbe scrivere un libro
personale, e sono sicuro che dal confronto generale non ne risulterebbero due uguali. Oltre a Buatier che abbiamo letto, anche Pro Schiaffino scrisse che chiamavano "La Nostra" una nave "particolare" dell'Italnavi.
Dal "Vascello fantasma" al "Negro del Narcissus", la gente di mare e di penna ha provato ad esplorare il misterioso rapporto nave-marinaio, ma sono rari, perchè è difficile parlare d'amore e di sentimenti in pubblico, sarebbe come fare outing sulle proprie debolezze e il marinaio, lo sappiamo, preferisce chiudersi in se stesso e continuare a navigare con lo spirito, magari su quella "sua" nave guardando e tastando quel "pezzetto" salvato dalla demolizione come dice Buatier. Per la verità, anch'io
ogni giorno mi guardo l'oblò del "Torregrande" ed il bronzo della "Stella Maris" che si trovava in plancia e... sospiro!
Hai ragione sull'invito a scrivere! Se frugassimo nei nostri ricordi di mare, scopriremmo che almeno una nave ci ha stregato... o viceversa!
Un caro saluto a tutti. Carlo Gatti
Il giorno 17/lug/2010, alle ore 18.21, Bruno Malatesta ha scritto:
Ciao Carlo,
Sarebbe ottimo che ogni tanto si scrivessero delle "autobiografie" simili anche per altre navi (o altri mezzi) che non ci sono più.
Non so se le navi abbiano un'anima, ma sicuramente un pezzo della nostra ce l'abbiamo lasciato sopra...
Grazie e cari saluti, Bruno
Caro Comandante, forse non l'anima in senso letterale, ma sicuramente ha il suo carattere. Non solo in senso tecnico, buona boliniera o buona manovriera ecc., ma il suo stile di comportamento, che le è stato impresso dai suoi comandanti ed equipaggi, che da questi viene preservato, anche nell'avvicendarsi delle persone, e che fa di ogni nave un individuo. Così è in Marina, ove l'Audace era diverso dall'Ardito, il Doria dal Duilio, il Libeccio dal Maestrale, pur essendo tecnicamente gemelle, e così via. Il legame con la "propria" nave è poi struggente sia per il navigante che per il costruttore. Anch'io sulla scrivania ho un frammento di lamiera del mitico San Giorgio (D562), ed ogni tanto tornano a trovarmi i "fantasmi" del mio imbarco; ma il cuore batte anche pensando al Lupo, al Maestrale, al Carvajal, alla Sun Princess o a tutte le altre che ho contribuito a far nascere. Ti saluto cordialmente - Marco
Cari amici,
Sabato 6.11 è salpata la nave di Mare Nostrum dalla Sala Consiliare del Comune, salutata da una cornice di pubblico mai vista prima. Oltre alle Autorità cittadine: il sindaco Mentore Campodonico, l'assessore alla cultura Gianni Arena (nostro socio) ed altri consiglieri comunali, erano presenti all'appuntamento i tanti amici comandanti, ufficiali e marinai che sempre ci seguono e che molti di loro hanno navigato con la Costa Armatori. Molto apprezzato è stato il film prodotto dal sub Del Veneziano, presente in sala, realizzato durante l'ispezione sul relitto della BIANCA C. Hanno portato le loro significative testimonianze di bordo e non solo: il Capo Pilota di Genova Giovanni Lettich, il direttore del Museo Marinaro di Camogli Bruno Sacella, lo storico Pietro Berti e il socio dir. curat. del Museo di Chiavari C.L.C. Ernani Andreatta (n.s.) che tutti conoscete. Graditissima la presenza di molti altri esponenti della marineria e della cultura ligure: i capitani superiori si lungo corso Aldo Mascolo, Carlo Arnoldi, Guido Martini (nostro socio), Pro Schiaffino, L'ex Capo Pilota del porto di Augusta Roberto Donati (n.s.) e la signora prof. Aurelita Persi Donati, consulente artistica della Mostra, l'ex-Capo Pilota Ottavio Lanzola nostro consulente storico, il D.M. Gian Carena, Luigi Pernice nostro consulente informatico e molti altri ancora con i quali mi scuso per la mancata citazione. Ringrazio il Capitano Vito Casano che ha portato il saluto del Comando della Caserma Telecomunicazione di Chiavari, centro di Cultura Museale e di supporto logistico di molte nostre iniziative. Colgo l'occasione, infine, per ringraziare il "prezioso" apporto dei soci dott. Scipione Deste per l'infaticabile lavoro burocratico-amministrativo, il grande grafico Claudio Molfino per la realizzazione dei quadri espositivi preparati con estrema cura dal dott. V.P. Maurizio Brescia, ringrazio infine il dott. Flavio Vota e l'ing. Marco Prandoni per essersi messi costantemente al nostro fianco in questi faticosi giorni.
L'annuale pubblicazione dedicata alla famiglia Costa è andata letteralmente a ruba. Le numerose famiglie Costa, con il suo massimo esponente Nicola Costa sugli scudi, hanno occupato buona parte della Sala e sono stati spesso citati in diretta.
Ieri domenica 7.11, si è svolto il secondo evento nella sala conferenze del Gran Caffé Rapallo. L'ospite d'onore e relatore è stato Nicola Costa che, attraverso la proiezione di numerose slides, ha rievocato la storia della Azienda familiare non tralasciando i momenti anche difficili incontrati e poi felicemente superati con atti amministrativi coraggiosi. Ne è emerso un quadro molto interessante, per molti aspetti inedito su questi Capitani d'industria del passato che si sono alternati dal 1854 al 1997 e che hanno, in ogni caso, portato tanto lavoro e benessere alle famiglie di Rapallo, di tutta la Liguria e di buona parte dello shipping italiano.
Segnaliamo infine che, in questi due primi giorni, l'afflusso del pubblico in visita alla Mostra del Castello è stato "formidabile". Impeccabile come sempre la
presentazione di Emilio Carta.
Un caro saluto a tutti Carlo Gatti
Cari amici,
Nella sala conferenze del Gran Caffé Rapallo, vi ricordo, che sabato 13.11 presenterò, insieme a Emilio Carta e Nanni Andreatta, il libro BARCACCE NEL CUORE che ho scritto con il Direttore di Macchina Silvano Masini, purtroppo mancato. Per barcacce, come certamente sapete, s'intendono i rimorchiatori portuali del porto di Genova di vecchia tradizione che ora riposano in pace da qualche parte... dopo aver lasciato in eredità una grande tradizione di professionalità e di ricordi. Il libro parte dalla storia della Società Rimorchiatori Riuniti e si concentra su quel ventennio 1965-1985 in cui i rimorchiatori genovesi uscirono dal porto
per avventurarsi persino negli oceani. Un'epoca che presto diventò un'epopea di "grandi operazioni marinare": rimorchi d'altomare a corto, medio e lungo raggio,
disincagli, operazioni di salvataggio, agguati nei punti critici ecc... Il libro ospita anche un forum di di 17 racconti firmati dai protagonisti. L'Armatore della Soc. RR
devolve l'incasso della vendita in beneficenza ad una Associazione di bambini del porto, pertanto il costo del libro, peraltro molto ben rifinito ed elegante, sarà molto contenuto. Seguirà la proiezione di un piacevolissimo DVD impregnato dello spirito "portuale" dei barcaccianti che Nanni Andreatta ha ambientato con immagini e musica davvero speciali tra il Molo Vecchio e Ponte Parodi, sede storica ed ormeggio dei rimorchiatori. Il testo è del sottoscritto e si rifà all'atmosfera di quegli anni.
Domenica 14.11 avremo come ospite il Comandante Mario Palombo ex-Costa e Carnival. Mario rappresenta una figura di spicco assoluto per aver avuto il
comando delle navi da crociera più grandi del mondo. Lo sottoporremo a numerose domande ed illustreremo le sue risposte con circa 70 diapositive ed anche un DVD di grandissimo interesse: uragano Emily, mareggiate, onde anomale, scene di bordo, paesaggi fantastici, VIP a bordo, feste ed altro. Passate parole e vi garantisco, visto il programma, che presto prenoterete una crociera presso la Polyviaggi, nostro sponsor.
Salutoni Carlo Gatti
Cari amici,
Sabato 13 e domenica 14 Novembre 2010 abbiamo registrato un notevole flusso di pubblico sia alla Mostra che alle conferenze in programma.
Sabato è stato il nostro turno, e ci siamo messi in gioco con la cornice di due splendidi rimorchiatori: il CILE portuale (del socio Albino Benedetto) ed il CICLONE d'altomare del Museo TTLLCC, (curatore Nanni Andreatta). La presenza dei due modelli ci ha dato il "LA" per spiegare ai "furesti" le differenze tra le due attività e credo che il chiarimento tecnico sia stato molto apprezzato. Sono poi stato sottoposto ad una fitta serie di domande, da parte di Emilio e Nanni, mirate a sottolineare gli aspetti tecnici, storici e ambientali in un'epoca (1965-1985) molto "speciale" per la richiesta di rimorchiatori su tutti i fronti a causa della maturata anzianità della flotta mondiale, di cui una parte consistente veniva avviata alla demolizione, un'altra finiva sugli scogli, un'altra ancora chiedeva soccorso ecc... Da un lato è emerso un quadro preciso sulla scuola di manovra del porto di Genova con i suoi numerosi rimorchiatori; dall'altro, una scuola di coraggio e perizia nautica sui rimorchiatori d'altomare che si avventuravano con due chilometri di convoglio per i sette mari. Equipaggi e mezzi erano uniti da uno spirito di corpo che andò poi dissolvendosi con il "graditissimo" aumento della sicurezza e del gigantismo navale. Questi due argomenti sono stati al centro della conferenza del C.S.L.C Mario Palombo, domenica 14.11 -
Mario, amico e compagno di tante manovre portuali a bordo di grandissime navi di cui è stato il più celebre comandante, ha dato con la sua umanità, a volte velata da commozione, un tocco di vera classe d'esperto comunicatore. Mario P. è stato più volte interrotto con applausi a scena aperta.
La sua storia personale ha coinciso con il massimo sviluppo della tecnologia e le misure delle navi. Dai leudi di famiglia, Mario è approdato sul Costa Fortuna di
102.000 tonn. che è stata, alcuni anni fa, la nave italiana più grande mai costruita prima. Un salto progressivo che lo ha costantemente sottoposto a studi continui
sull'automazione ad altissimi livelli. Pochi lo sanno: in Scandinavia, e sicuramente in molti altri stati avanzati, chi consegue il Comando è un laureato a tutti gli effetti. Il fatto non aggiunge nulla a ciò che si richiede ad un comandante: molto equilibrio e grande senso marinaresco, ma il riconoscimento spiega e giustifica "finalmente" il numero incredibile di esami e aggiornamenti scientifici sempre più approfonditi cui è sottoposto un capitano da quando esce dall'Ist. Nautico fino al "retire".
Vi ricordo che Sabato alle 10.00 (Gran Caffé Rapallo) verrà dato spazio ad un'altra scrittrice di mare, Marinella Gagliardi che sarà presentata da Emilio Carta che sicuramente vorrà aggiungere qualcosa di più particolare sul libro che personalmente non ho ancora avuto il tempo di sfogliare. La Mostra si concluderà domenica e siete tutti invitati al cocktail di rito alle 18 (Gran Caffé Rapallo). Un ringraziamento particolare al nostro socio Assessore Gianni Arena che ci sostiene molto da vicino, così come il nostro caro amico e socio Umberto Ricci, "recentissimo" autore di un libro di storia ecclesiale rapallese andato quasi esaurito in pochissimi giorni.
Un grazie a tutti i soci che ci aiutano, specialmente a coloro che in silenzio ci sostengono e ci sono sempre vicini. Carlo Gatti
EVENTI
MOSTRA MARE NOSTRUM - PRIMA PRESENTAZIONE
"CON LE BARCACCE NEL CUORE"
Nella sala conferenze del Gran Caffé Rapallo, vi ricordo, che sabato 13.11 presenterò, insieme a Emilio Carta e Nanni Andreatta, il libro BARCACCE NEL CUORE che ho scritto con il Direttore di Macchina Silvano Masini, purtroppo mancato. Per barcacce, come certamente sapete, s'intendono i rimorchiatori portuali del porto di Genova di vecchia tradizione che ora riposano in pace da qualche parte... dopo aver lasciato in eredità una grande tradizione di professionalità e di ricordi. Il libro parte dalla storia della Società Rimorchiatori Riuniti e si concentra su quel ventennio 1965-1985 in cui i rimorchiatori genovesi uscirono dal porto per avventurarsi persino negli oceani. Un'epoca che presto diventò un'epopea di "grandi operazioni marinare": rimorchi d'altomare a corto, medio e lungo raggio, disincagli, operazioni di salvataggio, agguati nei punti critici ecc... Il libro ospita anche un forum di di 17 racconti firmati dai protagonisti. L'Armatore della Soc. RR devolve l'incasso della vendita in beneficenza ad una Associazione di bambini del porto, pertanto il costo del libro, peraltro molto ben rifinito ed elegante, sarà molto contenuto. Seguirà la proiezione di un piacevolissimo DVD impregnato dello spirito "portuale" dei barcaccianti che Nanni Andreatta ha ambientato con immagini e musica davvero speciali tra il Molo Vecchio e Ponte Parodi, sede storica ed ormeggio dei rimorchiatori. Il testo è del sottoscritto e si rifà all'atmosfera di quegli anni.
Domenica 14.11 avremo come ospite il Comandante Mario Palombo ex-Costa e Carnival. Mario rappresenta una figura di spicco assoluto per aver avuto il comando delle navi da crociera più grandi del mondo. Lo sottoporremo a numerose domande ed illustreremo le sue risposte con circa 70 diapositive ed anche un DVD di grandissimo interesse: uragano Emily, mareggiate, onde anomale, scene di bordo, paesaggi fantastici, VIP a bordo, feste ed altro. Passate parole e vi garantisco, visto il programma, che presto prenoterete una crociera presso la Polyviaggi, nostro sponsor.
Salutoni Carlo
Cari amici, Sabato 13 e domenica 14 Novembre 2010 abbiamo registrato un notevole flusso di pubblico sia alla Mostra che alle conferenze in programma.
Sabato è stato il nostro turno, e ci siamo messi in gioco con la cornice di due splendidi rimorchiatori: il CILE portuale (del socio Albino Benedetto) ed il CICLONE d'altomare del Museo TTLLCC, (curatore Nanni Andreatta). La presenza dei due modelli ci ha dato il "LA" per spiegare ai "furesti" le differenze tra le due attività e credo che il chiarimento tecnico sia stato molto apprezzato. Sono poi stato sottoposto ad una fitta serie di domande, da parte di Emilio e Nanni, mirate a sottolineare gli aspetti tecnici, storici e ambientali in un'epoca (1965-1985) molto "speciale" per la richiesta di rimorchiatori su tutti i fronti a causa della maturata anzianità della flotta mondiale, di cui una parte consistente veniva avviata alla demolizione, un'altra finiva sugli scogli, un'altra ancora chiedeva soccorso ecc... Da un lato è emerso un quadro preciso sulla scuola di manovra del porto di Genova con i suoi numerosi rimorchiatori; dall'altro, una scuola di coraggio e perizia nautica sui rimorchiatori d'altomare che si avventuravano con due chilometri di convoglio per i sette mari. Equipaggi e mezzi erano uniti da uno spirito di corpo che andò poi dissolvendosi con il "graditissimo" aumento della sicurezza e del gigantismo navale. Questi due argomenti sono stati al centro della conferenza del C.S.L.C Mario Palombo, domenica 14.11 -
Mario, amico e compagno di tante manovre portuali a bordo di grandissime navi di cui è stato il più celebre comandante, ha dato con la sua umanità, a volte velata da commozione, un tocco di vera classe d'esperto comunicatore. Mario P. è stato più volte interrotto con applausi a scena aperta.
La sua storia personale ha coinciso con il massimo sviluppo della tecnologia e le misure delle navi. Dai leudi di famiglia, Mario è approdato sul Costa Fortuna di
102.000 tonn. che è stata, alcuni anni fa, la nave italiana più grande mai costruita prima. Un salto progressivo che lo ha costantemente sottoposto a studi continui
sull'automazione ad altissimi livelli. Pochi lo sanno: in Scandinavia, e sicuramente in molti altri stati avanzati, chi consegue il Comando è un laureato a tutti gli effetti. Il fatto non aggiunge nulla a ciò che si richiede ad un comandante: molto equilibrio e grande senso marinaresco, ma il riconoscimento spiega e giustifica "finalmente" il numero incredibile di esami e aggiornamenti scientifici sempre più approfonditi cui è sottoposto un capitano da quando esce dall'Ist. Nautico fino al "retire".
Vi ricordo che Sabato alle 10.00 (Gran Caffé Rapallo) verrà dato spazio ad un'altra scrittrice di mare, Marinella Gagliardi che sarà presentata da Emilio Carta che sicuramente vorrà aggiungere qualcosa di più particolare sul libro che personalmente non ho ancora avuto il tempo di sfogliare. La Mostra si concluderà domenica e siete tutti invitati al cocktail di rito alle 18 (Gran Caffé Rapallo). Un ringraziamento particolare al nostro socio Assessore Gianni Arena che ci sostiene molto da vicino, così come il nostro caro amico e socio Umberto Ricci, "recentissimo" autore di un libro di storia ecclesiale rapallese andato quasi esaurito in pochissimi giorni.
Un grazie a tutti i soci che ci aiutano, specialmente a coloro che in silenzio ci sostengono e ci sono sempre vicini.
4.12.2010
il libro "U-BOOT 455, il Sottomarino della Leggenda" (30 Immersioni tra i relitti della provincia di Genova), che il socio Emilio Carta ha scritto insieme al sub Lorenzo Del Veneziano, é stato presentato Sabato alla 10 presso l'Oratorio dei Bianchi. Relatrice la giornalista del Corriere della Sera Erika Dellacasa. L'incontro con il pubblico é stato preceduto dalla proiezione di un film-documentario sui principali relitti della Liguria.
Ho già avuto modo di scrivere e di parlarvi di questa opera che va a concludere la TRILOGIA sui RELITTI ITALIANI più importanti. In questa ultima fatica, Emilio e Lorenzo hanno messo a frutto, ognuno nel proprio ambito, il peso di una esperienza in materia di esplorazioni subacquee che dura da oltre un ventennio e che li pone "meritatamente" ai vertici di questa disciplina che ad ogni scoperta di rilievo, come il caso dell'U-BOOT tedesco, diventa sempre più attraente e affascinante. Il CLUB degli appassionati d'Archeologia Marina si sta espandendo a macchia d'olio ed il successo ottenuto ci ha dato l'occasione di cogliere una nuova emozione.
ALLEGATO N.6
12 dicembre
Incidente Jolly Amaranto
PARTITA da Genova, la portacontainer (Roll-on/Roll-off) della Compagnia Messina aveva fatto sosta a Malta per salpare poi l’8 dicembre alla volta di Alessandria d’Egitto, dove sarebbe dovuta arrivare a mezzogiorno di ieri 11 dic. «Siamo tesi e preoccupati, ma l’equipaggio sta gestendo in modo brillante e professionale la situazione — diceva ieri sera l’amministratore delegato della ‘Ignazio Messina’, Stefano Messina — Ci preme l’incolumità dei marinai». Messina ha anche garantito che le merci pericolose trasportate a bordo della Jolly Amaranto non potrebbero comunque provocare un disastro ambientale. Tra queste, chiuse in 39 container, ci sono anche pitture, inchiostro da stampa, pneumatici pressurizzati, alcol, liquidi infiammabili e sostanze chimiche. «Tutti prodotti — ha spiegato Messina — sottoposti ai controlli della Capitaneria e che ricadono nella categoria internazionale classificata ‘Imco 3’».
L’Unità di crisi della Farnesina è rimasta in stretto contatto con l’ambasciata e il Consolato Italiano di Alessandria. In serata due rimorchiatori sono partiti dall’Egitto e da Creta. Sul posto sono stati dirottati anche un mercantile e una petroliera.
La nave mercantile italiana, con a bordo 16 marinai italiani e 5 rumeni, ha lanciato il primo segnale d’allarme intorno a mezzogiorno quando il comandante Federico Gatto ha segnalato un’avaria ai motori. Ma la vera richiesta di aiuto (SOS) lo ha lanciato ben più tardi, alle alle 18 di sabato, e pare sia seguita persino la volontà di abbandonare la nave. Nel frattempo, ad Alessandria d’Egitto, i rimorchiatori avevano già acceso i motori per correre in soccorso della “Jolly Amaranto”, ma le proibitive condizioni del tempo li hanno rispediti indietro.
La nave, priva dei motori, si sottolinea dalla HYPERLINK "http://www.guardiacostiera.it/"Guardia Costiera italiana, era di fatto ingovernabile e la forza delle onde rischiava di far saltare gli ancoraggi del carico - una decina i container già finiti in mare - che poteva così finire contro le paratie della nave e aprire una falla. Il movimento di camion e container, inoltre, causava un consistente spostamento del peso del carico da una parte o dall'altra della nave, facendola rovesciare.
L'INCIDENTE (secondo quanto rende noto la Guardia Costiera italiana che è in costante contatto con le autorità egiziane), è avvenuto alle 11.40 locali a circa 50 miglia a nord delle coste egiziane. La Jolly Amaranto è una nave portacontainer di 10mila tonnellate di stazza, lunga 145 metri e costruita nel 1977 della Linea Messina dell'armatore genovese Ignazio Messina -L'SOS è partito dopo un'avaria ai motori che ha lasciato la nave in balia del mare molto mosso. La Jolly Amaranto, che a bordo ha rotabili e container di cui 22 contenenti merci pericolose, ha anche perso in mare otto o dieci container.
Questa è la vera fotografia della Jolly Amaranto. Nel web girano foto fasulle e persino il TG di sabato sera e domenica mattina hanno mostrato un’altra nave di MESSINA sbandata, ma si trattava di una nave degli anni ’60 con bighi e stive.
COMMENTO:
- Ho sottolineato in rosso la data di nascita della nave, 1977.
Una nave, presso certe Marine appunto con la M maiuscola, è considerata vecchia dopo 5 anni. Dopo 34 anni di vita, oggi troviamo persino patetico leggere di onde alte 13 metri.... e di tsunami vari.....che hanno investito la nave e l’intero Egitto ecc..
- Già quando ero in servizio, (sono andato in pensione nel 2000, questa nave arrivava a Genova sempre con avarie in macchina o all’elica di prora, vedi foto)
- Quante navi della stessa Società sono finite in secca? Ho perso il conto!
- Dalle 11.40, ora dell’avaria, la richiesta d’aiuto (S.O.S) è partita alle 18.00.
- Allora le domande che ci poniamo sono:
C’era davvero quel mare? E’ stato il mare grosso a causare l’avaria in macchina, oppure la vecchiaia, o la mancanza di manutenzione? La nave non proveniva dall’Atlantico, ma da Malta e da Genova. Possibile che non si fosse manifestato alcun sintomo di malattia in sala-macchine?
Perché il comandante ha aspettato così tanto a chiedere soccorso in presenza di una avaria tanto grave, con 21 persone a bordo e carico pericoloso? Tutti sappiamo cosa ha sempre trasportato Messina e delle inchieste aperte dalla magistratura a suo carico....
- L’ultima domanda ce la poniamo guardando la foto. Come è possibile che una nave di 34 anni navighi con tanti containers appilati in coperta che gli impediscono persino la visibilità in navigazione ed in manovra?
Ogni ipotesi rimane aperta. Personalmente penso a quel disgraziato equipaggio che pur di guadagnarsi il pane ...
E qui mi fermo...
Il Presidente
Carlo GATTI
GAZZANA PRIAROGGIA Gianfranco, un rapallese d'adozione
GIANFRANCO GAZZANA PRIAROGGIA
Un asso dei sommergibilisti atlantici della Regia Marina nella seconda guerra mondiale
di Maurizio Brescia
(dal n.ro 105 - giugno 2002 - di "STORIA Militare")
Questo articolo trae origine da una sezione - dedicata a Gianfranco Gazzana Priaroggia - della mostra "Mare Nostrum" (giunta nel 2006 alla 25a edizione), organizzata dal Comune di Rapallo e tenuta nel castello a mare della città ligure tra il 6 dicembre 2000 e il 6 gennaio 2001. Chi scrive ha curato questo specifico aspetto della rassegna, in ciò² coadiuvato dalla Famiglia Gazzana Priaroggia e dal locale Gruppo ANMI, di cui Gianfranco Gazzana Priaroggia é l'eponimo sin dalla sua fondazione.
Con undici mercantili affondati, per oltre 90.000 tonnellate di stazza lorda, Gianfranco Gazzana Priaroggia - decorato con Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria – E’ il sommergibilista italiano che conseguì i migliori risultati nel corso del secondo conflitto mondiale.
In aggiunta ad un'iniziale formazione nell'arma subacquea della Regia Marina durante la seconda metà degli anni Trenta, ebbe inoltre - prima di assumere egli stesso la responsabilità del comando - la possibilità di affinare ulteriormente la preparazione tecnica e le qualità militari operando in zona di guerra, in Atlantico, quale "secondo" del comandante Fecia di Cossato.
Nato a Milano il 30 agosto 1912 (figlio del N.H. Vittorio, avvocato, e della N.D. Maria dei Marchesi Cavriani - originari di Novi Ligure), Gianfranco Gazzana Priaroggia seguì la famiglia nei suoi spostamenti in Liguria: a Chiavari durante la prima guerra mondiale, a Genova dal 1920 e, dal 1941, a Rapallo ove ha abitato sino alla sua morte la sorella e ove risiedono tuttora altri componenti del nucleo familiare.
La vicinanza con il mare influì sicuramente sulla scelta di Gianfranco Gazzana Priaroggia di intraprendere la carriera militare nella Regia Marina: entrato all'Accademia Navale di Livorno nel 1931, dopo aver preso parte alle crociere addestrative del 1931 (sull'Amerigo Vespucci) e del 1932 (sul Cristoforo Colombo), venne nominato aspirante guardiamarina nel 1934 e promosso guardiamarina il 20 gennaio 1935.
Dopo una prima destinazione a bordo dell'incrociatore pesante Trento, all'inizio del 1936 imbarcò² sul gemello Trieste, venendo nominato sottotenente di vascello il 16 gennaio. Pochi mesi dopo, Gianfranco Gazzana Priaroggia entrò² a far parte della componente subacquea della Regia Marina e, nel breve volgere di quattro anni, venne destinato - con incarichi di sempre maggiore responsabilità - sui sommergibili Millelire (a bordo del quale prese parte a una missione durante la guerra di Spagna) (1), Sciré, Balilla e Malachite.
Il 22 gennaio 1940 giunse la nomina a tenente di vascello e, con essa, la destinazione a bordo del sommergibile Durbo in qualità di ufficiale in seconda. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, Gianfranco Gazzana Priaroggia imbarcò² - sempre come "secondo" - prima sul Malachite e poi (l'11 febbraio 1941) sul Tazzoli, all'epoca al comando del già famoso capitano di corvetta Carlo Fecia di Cossato. L'imbarco sul Tazzoli comportò² anche il suo passaggio alle dipendenze del "Comando Superiore delle Forze subacquee italiane in Atlantico", costituito a Bordeaux sin dal settembre 1940.
Sul Tazzoli a Bordeaux
Gli accordi tra la Kriegsmarine e Regia Marina, infatti, prevedevano la partecipazione di quest'ultima alla guerra sottomarina in Atlantico, e la scelta italiana per una base logistico-operativa per i propri sommergibili cadde sul porto fluviale di Bordeaux, ubicato sulla Garonne, a una cinquantina di chilometri a monte della via fluviale d'accesso al Golfo di Biscaglia, originata dalla confluenza della Garonne e della Dordogne nell'ampio estuario della Gironde.
A bordo del Tazzoli al rientro a Bordeaux dopo una missione di guerra in Atlantico. In primo piano, da sinistra: il comandante Carlo Fecia di Cossato e Gianfranco Gazzana Priaroggia (coll E.Bagnasco)
Dalla "B" ("Beta"), lettera iniziale di Bordeaux, venne tratta la denominazione di "Betasom" (Bordeaux - Comando sommergibili) che, da allora, non soltanto nei documenti ufficiali - ma anche nell'immaginario collettivo - avrebbe contraddistinto la base atlantica dei battelli della Regia Marina.
A bordo del Tazzoli Gianfranco Gazzana Priaroggia prese parte a quattro missioni nel corso delle quali il battello italiano affondò² 10 mercantili nemici per un totale di 54.362 tonnellate. Il comandante Fecia di Cossato fu - sicuramente - un'ottima guida per il suo ufficiale in seconda ( o "tenente", come era allora definito) che, il 21 febbraio 1942, venne destinato al comando del sommergibile Archimede, anch'esso di base a Bordeaux.
L'Archimede faceva parte della classe "Brin", composta da cinque unità (Brin, Galvani, Guglielmotti, Archimede e Torricelli) realizzate dai Cantieri Tosi di Taranto, entrate in servizio tra il 1938 e il 1939 e inizialmente armate con un cannone da 100/43 installato su una struttura brandeggiabile posta nella parte alta, verso poppavia, della falsatorre. Successivamente, il cannone da 100/43 fu sostituito con un pezzo da 100/47 sistemato nella più¹ tradizionale posizione in coperta, a proravia della falsatorre sul ponte di coperta (2).
Il sommergibile Archimede da “grande crociera” nel momento del varo
Al comando dell’Archimede
Con l'Archimede, Gianfranco Gazzana Priaroggia lasciò² Bordeaux per la sua prima missione in qualità di comandante il 26 aprile 1942, facendo rotta verso le coste settentrionali del Brasile, ma le consistenti misure antisommergibili predisposte nella zona dalle forze navali statunitensi limitarono notevolmente l'operatività del battello in quell'area. Cionondimeno, il 23 maggio, venne condotto un attacco contro una formazione navale americana (3) che, però², non portò² ad alcun esito. Ormai in procinto di intraprendere la navigazione di ritorno, l'Archimede affondò² il 15 giugno il mercantile panamense Cardina facendo rientro a Bordeaux il 4 di luglio.
A sinistra: Una intensa espressione di Gianfranco Gazzana Priaroggia a bordo dell’Archimede. A destra: Sempre a bordo dell’Archimede con alcuni membri dell’equipaggio
Il 10 agosto 1942 Gianfranco Gazzana Priaroggia passò² al comando del sommergibile Leonardo Da Vinci, un battello più¹ grande e più¹ moderno, appartenente alla classe "Marconi" di cui quattro unità (Maggiore Baracca, Michele Bianchi, Alessandro Malaspina e Luigi Torelli) erano state costruite dai Cantieri OTO del Muggiano e due (Guglielmo Marconi e Leonardo Da Vinci) dai Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone (4). Il Da Vinci, varato il 16 settembre 1939, era entrato in servizio il 7 aprile 1940. Le prestazioni dei battelli classe "Marconi" erano sostanzialmente analoghe a quelle dell'Archimede, ma il progetto di questi sommergibili era di concezione più¹ avanzata e li rendeva maggiormente adatti alle lunghe navigazioni oceaniche.
Nel settembre del 1942 il battello venne sottoposto ad alcune modifiche (sbarco del cannone ecc.) per effettuare delle prove di trasporto e rilascio di un piccolo sommergibile d'assalto, il CA 2, con il quale la X Mas aveva in progetto un attacco a New York. Conclusisi con successo gli esperimenti, il Da Vinci fu riportato in condizioni operative e, il 7 ottobre, lasciò² Bordeaux agli ordini di Gianfranco Gazzana Priaroggia, alla sua seconda missione atlantica come comandante.
Le missioni di Gazzana Priaroggia
A sinistra:
Missione dell'Archimede (dal 26/4/1942 al 4/7/1942)
A) Zona operativa a Nord di Fortaleza (Brasile)
B) Zona più¹ a settentrione ove il battello italiano venne successivamente inviato Unità affondate nel corso della missione:
1) Piroscafo panamense Cardina (15/6/1942)
A destra:
Prima missione del Da Vinci (dal 7/10/1942 al 6/12/1942)
Unità affondate nel corso della missione:
2) Empire Zeal (inglese - tipo "Empire", 2/11/1942)
3) Piroscafo greco Andreas (4/11/1942)
4) Marcus Whitman (statunitense - tipo "Liberty", 10/11/1942)
5) Piroscafo olandese Veerhaven (11/11/1942)
Il Leonardo Da Vinci nel 1940 (coll.A.Fraccaroli)
Un picchetto di marinai del Reggimento "San Marco", di cui un distaccamento era assegnato a Betasom, presenta le armi al Da Vinci in arrivo a Bordeaux dall'Italia il 31 ottobre 1940. (Coll. E. Bagnasco)
Il passaggio al Da Vinci
"Betasom" aveva nuovamente assegnato al battello una zona di operazioni al largo della costa brasiliana (nel caso specifico a NE di Capo San Rocco) e in quest'area - tra il 2 e l'11 novembre 1942 - il Da Vinci affondò² in rapida successione quattro mercantili di quattro diverse nazionalità (Empire Zeal, tipo "Empire", inglese - Andreas, greco - Marcus Whitman, tipo "Liberty", americano - Veerhaven, olandese). Più¹ specificatamente, la terza e quarta unità vennero affondate a N di Recife, dove il Da Vinci si era spostato per evitare gli attacchi degli idrovolanti "Catalina" dell'U.S. Navy di base a Natal; il Veerhaven, in particolare, fu affondato a cannonate poiché il Da Vinci aveva ormai esaurito la propria dotazione di siluri.
Il piroscafo olandese Veerhaven, affondato dal Da Vinci l'11 novembre 1942. (coll. Mike Cooper)
Durante la navigazione di ritorno, il 28 novembre a N delle isole Canarie, il Da Vinci trasbordò² 30 tonnellate di nafta sul Tazzoli che - a sua volta - era diretto verso la propria zona di operazioni a N della costa brasiliana. La missione del Da Vinci, coronata dai notevoli successi appena descritti, ebbe termine a Bordeaux il successivo 6 dicembre.
Seconda missione del Da Vinci (dal 20/2/1943 all'affondamento - 23/5/1943)
Unità affondate nel corso della missione:
6) "Liner" Empress of Canada (inglese, 14/3/1943) |
7) Piroscafo inglese Lulworth Hill (19/3/1943) A) Rifornimento dal Finzi (20/3/1943) |
8) Piroscafo olandese Sembilan (17/4/1943) |
9) Piroscafo inglese Manaar (18/4/1943) |
10) John Drayton (statunitense - tipo "Liberty", 21/4/1943) |
11) Petroliera inglese Doryssa (25/4/1943) B) Affondamento del Da Vinci (23/5/1943) |
Nel gennaio 1943, Gianfranco Gazzana Priaroggia tornò brevemente in Italia per trascorrere quella che sarebbe stata la sua ultima licenza e, il mese successivo, era già nuovamente in forza a "Betasom", impegnato nella preparazione del Da Vinci per una nuova, impegnativa missione. Infatti, viste le sempre maggiori difficoltà incontrate dai nostri sommergibili nell'Atlantico centrale (ove il traffico alleato di mercantili non facenti parte di convogli veniva sempre più¹ ridotto), Supermarina aveva da qualche tempo iniziato a studiare la possibilità di inviare alcuni battelli nell'Oceano Indiano meridionale dove - al contrario - quasi tutte le navi da carico alleate navigavano isolate e senza scorta. Per la prima missione di questo tipo venne per l'appunto prescelto il Da Vinci e, in considerazione della durata della navigazione e dell'autonomia del sommergibile, era previsto che - a S del Golfo di Guinea, circa 550 miglia a ENE dell'Isola di Sant'Elena - venisse effettuato un rifornimento di nafta e viveri dal Finzi, espressamente inviato nella zona.
Il Da Vinci salpò² da Bordeaux il 20 febbraio 1943 e - ancor prima di rifornirsi dal Finzi il 20 marzo - silurò² e affondò² il 14 marzo, una settantina di miglia a S dell'equatore, il "liner" Empress of Canada - che, con 21.517 tonnellate di stazza, fu la più¹ grande unitò mercantile affondata da sommergibili italiani nel corso del conflitto - e, quattro giorni dopo, il mercantile Lulworth Hill, entrambi britannici.
Il "liner" britannico Empress of Canada, qui in una fotografia della fine degli anni Trenta, apparteneva alla Compagnia Canadian Pacific Steamship Ltd. di Londra. Fu silurato e affondato dal Da Vinci, a S del Golfo di Guinea, il 14 marzo 1943. (coll. John Clarkson, via Mike Cooper)
L'affondamento dell'Empress of Canada, diretto a Durban (Sud Africa) da Takoradi (Golfo di Guinea), risultò² particolarmente drammatico poiché, tra gli oltre 1.400 passeggeri trasportati, si trovavano circa 500 prigionieri di guerra italiani che perirono numerosi nell'evento. Uno solo, il sottotenente medico del R.E. Vittorio Del Vecchio, venne tratto in salvo dal Da Vinci e, in occasione del già citato rifornimento, trasbordato sul Finzi (5).
Dopo aver doppiato Capo Agulhas il 5 aprile, il sommergibile comandato da Gianfranco Gazzana Priaroggia fece il suo ingresso nell'Oceano Indiano e raggiunse la propria zona di agguato al largo di Durban (Sud Africa) ove, tra il 17 e il 21 aprile 1943, affondò² i mercantili Sembilan (olandese), Manaar (inglese) e il "Liberty" John Drayton (americano). Inoltre, durante la navigazione di rientro, sempre al largo delle coste sudafricane (180 miglia a S di Port Elizabeth), il Da Vinci affondò² un'ultima unità - la petroliera britannica Doryssa che, proveniente da Table Bay (Sud Africa), stava navigando in zavorra diretta ad Abadan (Golfo Persico).
Un particolare della falsatorre del Da Vinci in missione in Atalntico e Gianfranco Gazzana Priaroggia a bordo dello stesso battello. (g.c. Fam. Gazzana Piaroggia)
Dopo aver conseguito nella sua seconda missione nell'Oceano Atlantico e nell'Oceano Indiano questi congrui risultati, (che, tra l'altro, fanno del Da Vinci il sommergibile italiano che ottenne i maggiori successi in una sola navigazione), il comandante Gianfranco Gazzana Priaroggia intraprese la lunga navigazione di ritorno che avrebbe richiesto circa un mese per poter raggiungere la base di Bordeaux.
In considerazione del numero dei mercantili affondati e per l'ottima riuscita della missione, il 6 maggio 1943 Gianfranco Gazzana Priaroggia ricevette via radio, "sul campo", la promozione a capitano di corvetta per meriti di guerra: tutto era ormai pronto per una dovuta e trionfale accoglienza a Bordeaux, quando la dura legge della guerra impedì il ritorno del Da Vinci nella sua base atlantica.
Inizialmente, la navigazione di rientro procedette senza eventi di rilievo nel Golfo di Guinea e, in seguito, a ponente delle Isole del Capo Verde, delle Isole Canarie e al largo di Gibilterra. L'ultima comunicazione del Da Vinci risale al 22 maggio 1943: il sommergibile informava "Betasom" che - dal giorno successivo - avrebbe intrapreso la prescritta navigazione occulta a partire dal meridiano 15°00'W, prevedendo di raggiungere Bordeaux il 29 maggio.
I Mercantili affondati da G.Gazzana Priaroggia con i sommergibili Archimede e Leonardo Da Vinci
Il mercantile olandese Sembilan, una delle tre unità affondate dal Da Vinci nell'Oceano Indiano (coll. Alex Duncan, via Mike Cooper)
La perdita del Da Vinci
Alle 11.45 del 23 maggio 1943, però², circa 300 miglia a ponente di Vigo (Spagna), il Da Vinci venne individuato con il sonar ("asdic" nella terminologia britannica) dalla fregata inglese HMS Ness che, insieme ad altre unità della Royal Navy, faceva parte della cintura difensiva esterna di un convoglio alleato (6).
L'HMS Ness, al comando del Lieutenant G.P. Krieck, richiese l'intervento del cacciatorpediniere HMS Active, ed entrambe le unità sferrarono un attacco combinato contro il Da Vinci, effettuando diversi passaggi sul punto della posizione stimata del sommergibile con il lancio di numerose bombe di profondità . Come riportato dalla relazione britannica sui fatti, attorno alle 12.00 furono uditi numerosi boati in profondità e, in superficie, affiorarono rottami e materiali facendo ritenere praticamente certo l'affondamento del sommergibile individuato dalla HMS Ness.
Nel dopoguerra, l'esame comparato delle documentazioni ufficiali delle marine inglese, italiana e tedesca ha permesso di accertare che il sommergibile affondato il 23 maggio fu proprio il Da Vinci: nessun altro battello italiano o germanico venne attaccato quel giorno in quella zona e, tanto più¹, le coordinate del punto di affondamento del Da Vinci (42°05'N, 15°34'W) si trovano esattamente sulla rotta che il sommergibile avrebbe dovuto mantenere per raggiungere Bordeaux.
Insieme al comandante scomparvero tutti i 62 membri dell'equipaggio e non si ebbe alcun superstite. Alla memoria di Gianfranco Gazzana Priaroggia, già decorato con numerose onorificenze italiane e tedesche (7), venne concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare; tutti gli altri membri dell'equipaggio del Da Vinci furono decorati con la Croce di Guerra al Valor Militare alla memoria.
La fregata Ness, che il 23 maggio 1943 individuò² il Da Vinci con l'apparato sonar di bordo, qui in una fotografia risalente alla fine dello stesso anno. Apparteneva alla classe "River", di cui diverse decine entrarono in servizio con la Royal Navy tra il 1942 e il 1943; la Ness venne radiata verso la metà degli anni Cinquanta. (g.c. Biblioteca "A. Maj" - Bergamo - Fondo Occhini)
Il cacciatorpediniere Active (qui in una foto risalente al 1937) apparteneva alla classe "A" del 1929-30, Insieme alla fregata Ness prese parte all'azione che si concluse on l'affondamento del Da Vinci il 23 maggio 1943. (g.c. Biblioteca "A. Maj" - Bergamo - Fondo Occhini)
Gianfranco Gazzana Priaroggia è stato il sommergibilista italiano che ha conseguito, in termini di tonnellaggio, i migliori risultati nel corso del secondo conflitto mondiale, affondando undici unità per 90.637 tsl di naviglio nemico. Va peraltro ricordato che Carlo Fecia di Cossato (anch'egli decorato con la massima onorificenza al Valor Militare), pur occupando il secondo posto in questa particolare classifica con "soltanto" 82.821 tsl di mercantili alleati, con un totale di sedici unità risulta il miglior esponente dell'arma subacquea della Regia Marina considerando il numero delle unità nemiche affondate.
Anche dagli avversari di un tempo, dai membri degli equipaggi fatti prigionieri e dagli stessi Comandi della Royal Navy, Gianfranco Gazzana Priaroggia fu sempre riconosciuto quale nemico leale, cavalleresco, ricco di umanità e contraddistinto da capacità marinaresche di assoluto rilievo.
Non a caso, uno dei migliori giudizi su Gianfranco Gazzana Priaroggia é stato dato dagli autori tedeschi Bodo Herzog e Gunther Shoemajers nel loro libro "Ritter der Tiefe Graue Wolfe", ancorché riguardante soprattutto i noti successi degli "U-boote" della Kriegsmarine nella seconda guerra mondiale:
"La seconda navigazione del "Da Vinci" fu quella di maggior successo che un sommergibile italiano avesse compiuto in una sola missione. . . . Gianfranco Gazzana Priaroggia affondò² oltre 90.000 tonnellate di naviglio: né il migliore tra i comandanti americani, O'Kane, né il migliore tra quelli inglesi, Wanklyn, raggiunsero il tonnellaggio affondato da Gazzana Priaroggia. E, tra i sommergibili, nemmeno il famoso giapponese "I-27" raggiunse quello affondato dal "Da Vinci". La Marina Italiana perse insieme al "Da Vinci" un valoroso comandante e un glorioso equipaggio."
La Marina Militare, dopo aver assegnato il nome di Gianfranco Gazzana Priaroggia al sommergibile ex-americano Volador (SS-490), operativo sotto bandiera italiana tra il 1973 e il 1983 (8), ne onora anche oggi la memoria, avendo nuovamente assegnato il suo nome a un moderno, recente battello - appartenente alla quarta e ultima serie della classe "Sauro" - entrato in servizio nel 1995.
Maurizio Brescia
L'autore e "Storia Militare" ringraziano per la collaborazione prestata: Famiglia Gazzana Priaroggia, Rapallo; Sig. Franco Bernardini, Presidente del Gruppo ANMI "G. Gazzana Priaroggia" di Rapallo; Sig. Emilio Carta, già responsabile dell'Ufficio Cultura del Comune di Rapallo; Mr. Mike Cooper di Southport (Merseyside, Inghilterra), "Membership Secretary" del Naval Photograph Club, per aver fornito notizie e documenti iconografici relativi a molti dei mercantili affondati.
I mercantili affondati da G. Gazzana Priaroggia con i sommergibili Archimede e Da Vinci:
(I numeri corrispondono a quelli riportati sulle cartine)
1 - Cardina (Panama)
5.568 tsl; lunghezza 129 m, larghezza 16,5m, pescaggio 8m; 1 macchina alternativa, vel. 10,5 nodi.
Costruita nel 1919 dal cantiere J.F. Duthie & Co. di Seattle (U.S.A.), nel 1941 venne venduta ad armatori panamensi.
aff. 15/6/1942 - 03°55'N, 42°40'W (in zavorra da Buenos Aires a New York Via Trinidad).
2 - Empire Zeal (G.B.)
7.062 tsl; lunghezza 136 m, larghezza 17m, pescaggio 8,3m; 1 macchina alternativa, vel. 11,5 nodi.
Unità tipo "Empire"; varata il 29 dicembre 1941 dai cantieri Lithgows Ltd. - Kingston Shipbuilding Yard di Port Glasgow (Scozia) per la Compagnia J. Morrison & Son.
aff. 2/11/42 - 00°20'S, 31°03'W (in zavorra da Durban a Trinidad).
3 - Andreas (Grecia)
6.566 tsl; lunghezza 130m, larghezza 18m, pescaggio 9,3m; 1 macchina alternativa, vel. 11 nodi.
Varata nel 1919 dai cantieri Harland & Wolff di Belfast, negli anni Trenta faceva parte della Compagnia greca Ionian Steamship Co. del Pireo.
aff. 4/11/42 - 01°34'S, 23°22'W (da Trinidad a Alessandria d'Egitto via Durban - carico: 8.516 tons di merci varie e munizioni).
4 - Marcus Whitman (U.S.A.)
7.176 tsl; lunghezza 144,7m, larghezza 18,7m, pescaggio 9m; 1 macchina alternativa, vel. 11 nodi.
Unità tipo "Liberty" varata nel luglio 1942 dal cantiere Oregon Shipbuilding Co. di Portland per la Matson Navigation Co. di San Francisco.
aff. 10/11/42 - 05°24'S, 32°41'W in zavorra da Table Bay a Paramaribo).
5 - Veerhaven (Olanda)
5.291 tsl; lunghezza 138,1m, larghezza 17,7m, pescaggio 8,3m; 1 macchina alternativa, vel. 11 nodi.
Varata nel 1930 in Inghilterra dal cantiere W. Gray & Co., Ltd. di Sunderland per la Compagnia olandese Van Uden's Scheepvart en Agentuur Maatschappij, Nv Gebr di Rotterdam.
aff. 11/11/42 - 03°51'S, 29°22'W (da Rosario e Buenos Aires per Trinidad - carico: 7.824 tons di rinfusa di semi di lino).
6 - Empress of Canada (G.B.)
21.517 tsl; lunghezza 199m, larghezza 25,6m, pescaggio 10m; caldaie a vapore, 4 assi, vel. 21 nodi.
Varata nel 1922 dai cantieri Fairfield Engineering & Shipbuilding Co., Ltd. di Glasgow, sino all'affondamento fece sempre parte della Compagnia Canadian Pacific Steamship Ltd. di Londra.
aff. 14/3/43 - 01°13'S, 09°57'W (da Takoradi a Durban - circa 1.400 passeggeri).
7 - Lulworth Hill (G.B.)
7.628 tsl; lunghezza 132,2m, larghezza 19,6m, pescaggio 9,1m; 1 macchina alternativa, vel. 11 nodi.
Varata nel 1940 dai cantieri W. Hamilton & Co. di Glasgow per la Dorset Steamship Co., Ltd.
aff. 19/3/43 - 11°00'S, 00°35'E (da Mauritius e Table Bay per Freetown e Mersey - carico: 10.510 tons di zucchero e merci varie)
8 - Sembilan (Olanda)
6.568 tsl; lunghezza 127m, larghezza 18m, pescaggio 10m; 1 macchina alternativa, vel. 12 nodi.
Costruito nel 1922 dai cantieri Maatschappij voor Scheeps-en Werktuigbouw "Fijenooord" di Rotterdam per la "Netherland Line",
aff. 17/4/43 al largo di Durban (da Glasgow per Durban, Port Said e Alessandria d'Egitto - carico: 4.823 tons di merci varie e munizioni).
9 - Manaar (G.B.)
8.007 tsl; lunghezza 150m, larghezza 20,6m, pescaggio 8m; caldaie a vapore, 3 assi, vel. 16 nodi.
Varata nel gennaio del 1942 dai cantieri W. Hamilton & Co. di Glasgow e posta al servizio del Ministry of War Transport dalla Compagnia armatrice T. & J. Brocklebank Ltd. di Liverpool.
aff. 18/4/43 - 30°55'S, 33°40'E (da Mombasa e Beira per Durban - carico: 4.400 tons di rame e cotone)
10 - John Drayton (U.S.A.)
7.176 tsl; lunghezza 144,7m, larghezza 18,7m, pescaggio 9m; 1 macchina alternativa, vel. 11 nodi.
Unità tipo "Liberty" varata nel settembre 1942 dalla North Carolina Shipbuilding Co. di Wilmington per la Compagnia A.H. Bull & Co. di New York.
aff. 21/4/43 - 33°25'S, 34°10'E (da Khorramshar e Bandar Abbas per Table Bay - carico: 9.000 tons di petrolio in fusti).
11 - Doryssa (G.B.)
8.078 tsl; lunghezza 158,4m, larghezza 19,3m, pescaggio 9m; 1 macchina alternativa, vel. 12 nodi.
Petroliera varata nel 1938 dai cantieri Hawthorn, Leslie & Co. di Hebburn on Tyne per la Anglo Saxon Petroleum Co. (meglio nota come "Shell Oil").
aff. 25/4/43 - 37°03'S, 24°03'E (in zavorra da Table Bay per Abadan).
Note
(1) Per la partecipazione alle operazioni navali della guerra civile, il Governo Spagnolo decorò² Gianfranco Gazzana Priaroggia con la "Medalla del Alzamiento".
(2) Classe "Brin" - caratteristiche tecniche: dislocamento: 913t in superficie e 1.266t in immersione; lunghezza f.t.: 72,7m; larghezza max.: 6,7 m; pescaggio: 4,5m; app. motore: due diesel Tosi (3.400hp) e due motori elettrici Ansaldo (1.300hp); velocità max.: 17 nodi in superficie e 8,5 in immersione; armamento (2a g.m.): un cannone da 100/47, due m.g. binate da 13,2mm e otto t.l.s. da 533mm (14 siluri); equipaggio: ca. 60 uomini. L'Archimede e il Torricelli furono costruiti sotto particolari condizioni di segretezza per sostituire gli omonimi battelli del 1931-34, di cui non si era ritenuto opportuno rendere di pubblico dominio il trasferimento alla Marina della Spagna Nazionalista, avvenuto nell'aprile del 1937.
(3) L'attacco dell'Archimede fu portato contro l'incrociatore Milwaukee (CL-5) e il cacciatorpediniere Moffett (DD-362) dell'U.S. Navy; inoltre, nella zona si trovavano l'unità appoggio aerei americana Thrush (AVP-3) nonché un piroscafo e un rimorchiatore, entrambi di nazionalità brasiliana.
(4) Classe "Marconi" - caratteristiche tecniche: dislocamento: 1.036t in superficie e 1.489t in immersione; lunghezza f.t.: 76,5m; larghezza max.: 6,8 m; pescaggio: 4,7m; app. motore: due diesel CRDA (3.600hp) e due motori elettrici Marelli (1.500hp); velocità max.: 18 nodi in superficie e 8 in immersione; armamento: un cannone da 100/47, due m.g. binate da 13,2mm e otto t.l.s. da 533mm (12 siluri); equipaggio: ca. 60 uomini.
(5) Tra i superstiti britannici dell'Empress of Canadavi fu anche Kenneth Krieck, fratello del comandante della fregata Ness che, poche settimane dopo, insieme al cacciatorpediniere Active avrebbe preso parte all'azione in cui venne affondato il Da Vinci.
(6) Tra i vari convogli britannici del periodo, solamente tre si trovavano in navigazione - il 23 maggio 1943 - nella zona in cui andò² perduto il Da Vinci: MKS13G (partito da Gibilterra il 22/5 per Liverpool, ove giunse il 24/5), KMF15 (partito dalla Clyde il 19/5 e arrivato a Orano il 28/5) e i due convogli OG90-KX10 (costituenti un'unico insieme operativo) che lasciarono Liverpool il 20/5 e arrivarono a Gibilterra il successivo 31.
(7) Gianfranco Gazzana Priaroggia, inoltre, era già stato decorato con due Medaglie d'Argento e tre di Bronzo al V.M., cinque Croci al Merito di Guerra e, dal Governo Tedesco, con la Croce di ferro di 2a Classe e la Croce di Cavaliere.
(8) Il Volador era un battello classe "Tench", ampiamente rimodernato dall'U.S. Navy nell'ambito del programma "Guppy III", trasferito alla Marina Militare insieme al gemello Pickerel(SS-524) che assunse il nome di Primo Longobardo.
Bibliografia
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Bagnasco E., Rastelli A.: Sommergibili in guerra (2a ed.), Parma, Albertelli, 1994
Bernardini, F.: Un'eroica figura: Gianfranco Gazzana Priaroggia, in "Notiziario della Marina", aprile 1999
Caccia Dominioni, A.: Aria alla rapida n° 32, Gruppo ANMI Milano, settembre 1996
Hague, A., The Allied Convoy System 1939-1945, Annapolis, USNI, 2000
Hervieux, P.: I "Marconi" in guerra, in "STORIA Militare" n. 70 (luglio 1999)
Jordan, R., The World's Merchant Fleets 1939, Londra, Chatham Publishing, 1999
Mattesini, F.: Betasom, la guerra negli oceani, Roma, USMM, 1993
Mori Ubaldini, U.: I sommergibili negli oceani, volume XII della serie "La Marina Italiana nella seconda guerra mondiale", Roma, USMM, 1976
Raiola, G.: Uomini in Atlantico, Milano, Longanesi, 1973
21.3.2013
A cura del webmaster
Carlo GATTI
RELAZIONE Attività Mare Nostrum 2009
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
A N N O - 2 0 0 9
28° Edizione di MARE NOSTRUM
PREMESSA
Nell’anno che è appena terminato, l’Associazione si è mossa su due linee guida ben distinte:
la tradizione e la novità
Ciò significa che il Direttivo, pur muovendosi nel solco della tradizione, ha deciso d’intraprendere la strada di un necessario rinnovamento. Da questi due segmenti, portati avanti con eguale determinazione, è scaturito un anno molto impegnativo in cui si è decisa la Costituzione in Associazione di Mare Nostrum con Atto Notarile che alleghiamo.
ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE
2.5-2009
Presso l’Oratorio dei Neri, si è svolto l’atteso appuntamento tutto rapallino:
“Il Naufragio della M/n LOCARNO sul lungomare”.
Grande affluenza di pubblico dinanzi ai relatori:
Emilio Carta e Carlo Gatti hanno rievocato storicamente e tecnicamente l’avvenimento invitando numerosi testimoni ad interloquire. Graditissimo è stato il filmato originale di Mauro Mancini e le numerose fotografie proiettate dal socio Ernani Andreatta.
14.5-17.5 / 2009
Si è concluso a Lavagna, presso il Porto Turistico, la Mostra-Expo TIGULLIO MARE. I reperti del Museo Marinaro del socio Nanni Andreatta hanno goduto di un ampio spazio in cui la nostra Associazione Mare Nostrum è apparsa per la prima volta in veste ufficiale. Tra i numerosi stands presenti, il "nostro" ha interpretato il concetto moderno di “mostra storica attiva”, proiettando interessanti filmati del socio E. Andreatta che hanno attirato numerosi visitatori, così come le pregevolissime stampe di navi e velieri, in versione telata di grande fascino e costo contenuto.
Compatibilmente con gli altri impegni di Mare Nostrum, G.Boaretto E.Carta/C.Gatti, G.Martini hanno dato la propria disponibilità inserendosi nel turno di guardia. Giancarlo Boaretto, il prezioso collaboratore del Museo Tommasino-Andreatta, ha partecipato con i suoi pregiati reperti da sub alla Mostra di Mare Nostrum divenendo pertanto nostro socio.
Altre adesioni: assessore alla cultura Gianni Arena - com.te Guido Martini e sua moglie Elvira Sbarbo - Avv. Elvira Indolfi.
16.5-2009
E.Carta/C.Gatti hanno partecipato per Mare Nostrum al convegno su “Navi di Linea-Polene-Sommergibili” che si è tenuto presso la Biblioteca Internazionale con sede a Villa Tigullio. Il numeroso pubblico ha calorosamente applaudito i relatori e la originale proiezione del filmato sull'U-455 di Portofino.
17.5-2009
Presso il Teatro delle Clarisse, Emilio Carta è stato al centro di "Prove Teatrali" per la versione in prosa del suo ormai celebre romanzo “I segreti di Cala dell'Oro che, trasformato in commedia teatrale dalla critica Etta Cascini, debutterà il 21 aprile 2010 con la Compagnia del Teatro Stabile RGG di Genova..
1.6-2009 Mare Forza/7
Si è svolta presso l'Oratorio dei Neri la 1° conferenza del programma con il patrocinio della rivista il MARE (dir.E.Carta) e di Mare Nostrum. E’ stato il turno di Mauro Mancini (poeta dialettale e cultore delle tradizioni di Rapallo), con racconti, proiezioni di foto, immagini, cartoline e testimonianze riprese da vecchi numeri della rivista IL MARE che ha superato brillantemente i cento anni d'età. E. Carta/C.Gatti hanno curato la presentazione. Buona partecipazione dei rapallini e dei nostri soci.
7. 6 - 2009
Il presidente C.Gatti è stato ospite per Mare Nostrum della n/pass. Costa Concordia a Savona. Le foto della nave sono disposizione per l’album della nostra Associazione.
12.6 -2009
In Comune, presente il Sindaco, il socio Gianni Arena (Assessore alla Cultura) e l'Assessore all’Istruzione, si è tenuta la premiazione del torneo di calcio abbinato a quattro libri di scrittori locali, intitolato "IL LIBRO E' ROTONDO". Quattro sono state le classi finaliste di due scuole di Rapallo. La manifestazione ha riscosso, curiosità, interesse, buona partecipazione dei ragazzi e desiderio generale di ripeterla sul modello sperimentato in tutta Italia.
Le Autorità si sono dimostrate, infatti, favorevoli all'iniziativa che sicuramente verrà riproposta anche in futuro. Un grazie particolare al sig. Silvano (Libreria Agorà) per l'impegno profuso. Ha vinto la squadra abbinata a "QUELLI DEL VORTICE" del presidente, che è felicissimo d'aver battuto il suo maestro Emilio Carta con "BANDIERA GIALLA- COLERA A BORDO" ed in successione l'esimio Prof. Federico Pastore con "LA RAGIONE E L'OCCULTO". Quarto in classifica, il libro di Sansò di cui non ricordo il titolo e me ne scuso, forse se aveva la tessera di socio me lo sarei ricordato...
Quindi, in breve, ha vinto MARE NOSTRUM con ben due soci al primo e secondo posto.
18.7-2009 Mare Forza/7
Con l'eccellente supporto informatico di E. Andreatta, E.Carta/C.Gatti hanno presentato l'ospite della serata: la signora Lilla Mariotti di Camogli. Lilla è una ricercatrice di "cose" di mare e per l’occasione ci ha intrattenuto con l'interessante storia dei Fari e Fanali partendo dall'antichità per arrivare fino ai giorni nostri. Il pubblico dell'Oratorio dei Neri, nello splendido giardino pensile, ha risposto, come sempre alla grande, dimostrando quanto la nostra iniziativa -"Mare forza 7 " - abbia ormai il suoi fedeli e affezionati supporters. Nell'occasione, due nuovi prestigiosi soci si sono aggiunti alla nostra Associazione: l'ing.navale (Fincantieri) Marco Prandoni e il cap. Umberto Ricci (noto storico locale e politico rapallese). Diamo a loro il nostro caloroso benvenuto.
Come già sapete, Mare Nostrum è legato profondamente alla Società Capitani e macchinisti navali di Camogli, della quale molti di noi fanno parte da molti anni (vedi sito internet). Dal loro direttivo ci è pervenuto l'invito a partecipare ad una preliminare esposizione dei libri scritti e pubblicati da Soci e associati capitani, ma anche da non soci che hanno testimoniato, tuttavia, l'amore per il nostro mondo marinaro con pubblicazioni sull'argomento.
1.8.2009 Mare Forza/7
Presso l'Oratorio dei Neri, è stato il turno del comandante N.Andreatta che ci ha raccontato la "splendida" quanto sconosciuta storia della LONGITUDINE (cronometro di Harrison). La conferenza è stata presentata da E.Carta/C.Gatti. Sono stati proiettati interessanti filmati storici concernenti il tema. L’avvenimento è stato patrocinato dal mensile il MARE e da Mare Nostrum. La serata ha proseguito con la storia sull'Armamento e Cantieristica di Recco nell'800. Le due affascinanti pagine di storia, hanno riscosso un successo veramente particolare, perchè ben pochi erano a conoscenza del fatto che Recco non è soltanto pallanuoto e focaccia, ma depositaria di tante tradizioni marinare ottocentesche. Il socio Andreatta ha anche raccontato (su richiesta del presidente) l'attività di costruttori navali svolta dal Cantiere Scogli di Chiavari che portò il prestigioso cognome di sua madre “Gottuzzo” (proveniente appunto da Recco). Abbiamo così saputo che ben 125 velieri oceanici sono stati costruiti dalla sua famiglia. E' stata così raccontata l'origine dei numerosi reperti che oggi fanno parte del Museo Andreatta di Caperana-Chiavari.
9.8. 2009
Organizzata da Rapallo Expo-2009, si è tenuta in piazza del Pozzo a Rapallo, una “variegata” conferenza. Per Mare Nostrum hanno preso la parola tre soci: Emilio Carta, con il racconto del relitto Mowack Deer. Carlo Gatti, con l’attività di Mare Nostrum. Umberto Ricci, con le tristi pagine della peste quando colpì Rapallo.
15.8. 2009 Mare Forza/7
Presso l’Oratorio dei Neri, il socio cap. Umberto Ricci ha tenuto l'interessante conferenza sul Circolo Nautico e Lega Navale di Rapallo, sulla base di un recente libro storico-documentale redatto in collaborazione col socio E/Carta. La Storia della città e quella dei due Clubs nautici si sono intrecciati sin dall'inizio del '900 coinvolgendo anche la politica cittadina. Il socio relatore ha ricordato i personaggi che hanno dato lustro allo sport della vela nel Tigullio. Si sono alternati interventi e dibattiti molto piacevoli, vivaci ed anche polemici sulla nascita e funzionalità del porto privato e sulla situazione turistica della città in generale (tema di grande attualità). Il pubblico è intervenuto numeroso, come il solito, ed ha dimostrato con numerosi applausi di gradire il nostro ciclo "Mare forza 7". Come sapete, le conferenze si sono tenute presso l'Oratorio dei Neri, la cui Confraternita ha supportato il ciclo insieme alla rivista mensile IL MARE e con la nostra Associazione Mare Nostrum, animata come sempre da E.Carta/C.Gatti.
Ringrazio i soci che ci seguono sempre con impegno ed entusiasmo, mentre un ringraziamento particolare va ad E. Andreatta indispensabile ed instancabile autore di DVD, montati ad hoc con scelta di testi e musica eccezionali. Il socio usa modernissimi apparati elettronici personali, garantendo spettacoli di sicura affidabilità, attualità e modernità.
Agosto 2009
Mare Nostrum è stata invitata all’evento “IL MARE CI UNISCE”. Il Comune di Camogli ha messo a disposizione dell'evento il Castel Dragone ed un gazebo per i libri in mostra. Aggiungo che l'idea della Società cap./macch. di Camogli mira al lancio di un "concorso nazionale letterario-marinaro " che è previsto per il 2011. I soci Carlo Gatti e Emilio Carta si sono dati disponibili.
Sabato 29.8-2009 Mare Forza/7
C.Gatti/E.Carta sono stati i conferenzieri che hanno chiuso il ciclo Mare Forza/7. Si è parlato del libro del Nuoto Masters, scritto dal presidente per rievocare anche l’ambiente delle Nagge, vecchio covo di nuotatori. E’ stato proiettato il bellissimo DVD creato dal socio N. Andreatta con testi di Emilio Carta e musica del ...socio ad honorem Ennio Morricone, sul tema caro ai rapallini - Il rione LE NAGGE - Durante l’amarcord sono stati ricordati i protagonisti di Rapallo: artisti, scrittori, poeti, nobili, ma soprattutto marinai e pescatori che hanno fatto la storia di questa spiaggia, le cui origini si perdono nel tempo, ma che affiorano qua e là negli scritti dei vecchi storici locali.
Il prof. Pietro Berri ci ha raccontato nel suo libro "Rapallo nei Secoli", che Pio VII, spedito in esilio per la seconda volta da Napoleone nel 1815, sbarcò alle Nagge, abbia sostato una notte presso l'ospedale S.Cristoforo (attuale albergo Europa) e sia ripartito, il giorno seguente, sempre dalle Nagge, tra il tripudio della gente. Pare che la prima parte della parola Ave-naggi risalga a quell'avvenimento, anche se le versioni alternative si sprecano.
Sono state molto apprezzate le testimonianze degli attuali personaggi delle Nagge: prof. Giorgio Odaglia, Rigoberto Vicentini e Alberto Ottonello che, insieme agli interventi dei soci, hanno animato la serata all'Oratorio dei Neri.
Colgo l'occasione per dare il benvenuto ad un nuovo socio: prof. Gian Paolo Buzzi.
Nel frattempo:
Continua la preparazione di Mare Nostrum in vista della Mostra al Castello e degli “eventi” connessi, che si terranno dal 3 novembre (inaugurazione) al 15 novembre (chiusura). Nel periodo indicato, oltre alla presentazione dell'annuale pubblicazione, avremo come 1° ospite lo scrittore e storico di fama internazionale Giorgio Giorgerini che ci intratterrà sul tema d'attualità "La nuova Pirateria intorno al globo: il caso Oceano Indiano" – Il 2° ospite sarà lo storico navale, scrittore ed editore Erminio Bagnasco che terrà una conferenza sulla “documentazione fotografica navale nella Seconda guerra mondiale”. Il 3° ospite della rassegna sarà Il cap. di fregata Marco Mascellani che ci parlerà invece dei "sommergibili ieri ed oggi".
Chi desiderasse acquistare, al prezzo-soci, i DVD relativi alla nostra attività sui temi che ogni volta vi abbiamo segnalato, può richiederli direttamente al suo unico autore Ernani Andreatta, (vedi mail-list) oppure al sottoscritto e sarà nostra cura produrli e distribuirli durante la Mostra.
sabato 17.9.2009
Si è svolto a Recco, presso la Sala multimediale “Franco Lavoratori” l'atteso Convegno sul tema HAVEN:
"La Tragedia e quanto rimane nei nostri ricordi".
L'Associazione Ardiciocca (Presidente ing.Ogno) ha organizzato l'incontro con il patrocinio dei Comuni di Recco/Camogli e con la collaborazione del Museo Marinaro di Camogli- La Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli- Mare Nostrum - Il Mare (periodico di Rapallo). Relatori: C.Gatti (storico e testimone), E.Carta (giornalista), A.Traverso (testimone), E.Andreatta (autore di un DVD sul relitto), Prof. G.Rellini (biologo). Il com.te B.Sacella (dir. Museo Marinaro di Camogli) ha presentato la manifestazione. Una bella cornice di pubblico ha assistito alla proiezione del film-documentario, davvero eccellente, (autore il nostro socio Com.te Andreatta) che ha spaziato dalla nascita del “gigantismo navale” petrolifero fino allo specifico tema della Haven con le tragiche foto relative alle 72 ore di agonia nel mare davanti ad Arenzano. I testimoni Gatti-Traverso hanno rievocato i momenti drammatici dalla prima esplosione fino all'affondamento della petroliera. Pilota in servizio e il Comandante di un rimorchiatore chiamato per un lavoro davvero speciale, hanno dato vita a momenti anche commoventi. E.Carta ha posto domande importanti e soprattutto mirate sull'attualità del mondo petrolifero. Il prof. Rellini ci ha tranquillizzato sulla situazione ecologica della zona interessata al relitto dandoci, con una interessante proiezione di slides una panoramica interessante e aggiornata sulla tematica. Il pubblico ha apprezzato particolarmente l'ascolto dell'intervista rilasciata alla RAI di Genova dall'eroico pilota portuale Giancarlo Cerruti che salvò con la sua pilotina ben 18 naufraghi della Haven che si erano tuffati in mare tra le fiamme. Il dialogo è stato improvvisato da E.Carta (RAI) e C.Gatti (G.Cerruti).
18-19-20. sett./2009
Si è conclusa a Camogli la rassegna cultural-marinara IL MARE CI UNISCE che si è svolta da venerdì a domenica. Con Mare Nostrum abbiamo partecipato attivamente nell'ambito "Prima Rassegna Di Testi Marinari" voluta ed organizzata dalla Soc. Capitani e Macchinisti di Camogli, di cui facciamo parte insieme con alcuni soci di Mare Nostrum. Il tempo variabile ha interrotto e disturbato qualche volta la successione degli eventi che ha avuto in ogni caso una buona affluenza di pubblico. Oltre alla presentazione di 60 testi di mare, la manifestazione è stata arricchita dalla magnifica presenza della Tall Ship "Pandora", da una decina di piccoli Leudi di Stintino (Sardegna) ed altri provenienti da località della tradizione. Importante è stata la presenza di intagliatori al lavoro, scultori (Franco Casoni), scuole di marineria, mostre di quadri interessanti ed altri gazebo d'arte marinara, parata di militari in costume, ed infine il celebre DRAGUN. Sul sito della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli si trova il rapporto completo degli avvenimenti. Una critica opportuna: sono state assemblate troppe "Chicche" nell' area ristretta della calata portuale. Purtroppo abbiamo anche riscontrato l'assenza di un coordinatore degli eventi. Pertanto, i rappresentanti hanno improvvisato le loro esibizioni rubandosi il pubblico che non aveva istruzioni su come procedere. L'idea è stata ottima, ma l'organizzazione dovrà migliorare parecchio e qualcuno dovrà prendersene carico. Negli stessi giorni analoga manifestazione dedicata al libro e al mare, curata dalla casa editrice Mursia, si è tenuta a Lerici, alla presenza di scrittori e velisti di caratura internazionale. All’incontro hanno partecipato tra l’altro i giornalisti-scrittori Fabio Pozzo originario di Recco (La Stampa) autore del volume “Assolvete l’Andrea Doria!” e per Mare Nostrum il socio Emilio Carta con “Il segreto di Cala dell’Oro” e “Bandiera gialla colera a bordo”. Carlo Gatti con “Quelli del Torregrande”, “Quelli del Vortice”, “Genova, Storie di Navi e Naufragi”.
Con l'intento di offrire la massima visibilità alla Mostra - Eventi collaterali di MARE NOSTRUM, abbiamo raggiunto alcuni accordi pubblicitari con le testate del Secolo XIX e Corriere Mercantile.
Venerdì 30 ott. 09: Pagina Intera su Secolo XIX + Stampa-Mercantile
Venerdì 6 nov. 09: Mezza pagina su Secolo XIX + Pagina intera su
Stampa-Mercantile
Venerdì 13 nov. 09: Pagina Intera su Stampa-Mercantile
Sabato 31 ottobre 2009
Si è svolta presso la Sala Consiliare del Comune, con una buona partecipazione di pubblico, alla presenza delle massime Autorità cittadine e di studiosi, la Presentazione della 28° Mostra di Mare Nostrum e della annuale Pubblicazione – 2009, nonché degli eventi collaterali in calendario. La scrittrice camoglina Lilla Mariotti ha presentato, a seguire, il suo interessante libro "CACCIATRICI DI BALENE". Una ricerca, al femminile, di un argomento poco conosciuto e forse inedito, quindi molto apprezzato.
Sabato 7 novembre 2009
Presso la sala conferenze del Gran Caffé-Rapallo, Il socio prof. G. P.Buzzi ha presentato l’ospite, lo storico Giorgio Giorgerini che in seguito ha affrontato l'argomento di grande attualità: “La Pirateria sui Mari” dinanzi ad una sala gremita di pubblico. Sono intervenuti: C.Gatti/E.Carta/M.Brescia
Sulla rivista il MARE abbiamo dato ampio spazio al tema in programma e, per l'occasione, abbiamo riscontrato un forte interesse da parte di tutti. Giorgio Giorgerini è sicuramente il massimo esponente tra gli studiosi che hanno dedicato una vita alla minuziosa ricostruzione della Storia della nostra Marina. Ricordiamo che l’illustre ospite ha svolto un importante ruolo di Consigliere e Consulente dello Stato Maggiore della Difesa.
Sabato 14 novembre 2009
Presso la sala conferenze del "Gran Caffè Rapallo", il vicepresidente Maurizio Brescia ha presentato il com.te Erminio Bagnasco, direttore di "STORIA militare". Il gradito ospite ha tenuto la conferenza sul tema "La documentazione fotografica della guerra aeronavale italiana 1940-1945", con proiezione d’immagini d'epoca. La partecipazione alla conferenza, inserita nell'ambito delle manifestazioni collaterali alla mostra "Mare Nostrum 2009", è stata seguita da un folto pubblico. Nei giorni successivi, il comandante Erminio Bagnasco ci ha inviato il CD contenente le foto proiettate in sala. Qui di seguito riportiamo la graditissima lettera ricevuta dal nostro ospite.
Caro comandante C.Gatti,
Rientrato a Milano, voglio ringraziarti, anche a nome di mia moglie, per le infinite gentilezze e l'ospitalità ricevute a Rapallo in occasione dell'incontro promosso da "Mare nostrum".
Mi auguro che analoghi, piacevoli incontri possano ripetersi anche in futuro per i quali ti do fin d'ora la mia piena disponibilità.
Ancora complimenti per la vostra ottima organizzazione.
Un cordiale saluto.
Erminio Bagnasco
15.nov.2009
L'ultimo "relatore" del ciclo Eventi di Mare Nostrum 2009 doveva essere il capitano di fregata Mascellani il quale, purtroppo, alla vigilia della conferenza è stato aggredito dall’influenza "suina". Abbiamo pertanto ripiegato su un tema d'incontro molto caro ai liguri per la sua tragicità: La tragedia della Haven, che di recente avevamo tenuto a battesimo a Recco, su invito della Sociazione “Ardiciocca”. E' stato un successo per i seguenti motivi: il DVD creato appositamente dal socio com.te Nanni Andreatta, con il materiale del presidente (testimonial della tragedia), ha avuto un buon successo presso il folto pubblico. Il racconto di C.Gatti e gli interventi del com.te Andreatta, esperto di petroliere, hanno interessato la platea che in seguito ha rivolto intelligenti domande. Il socio Umberto Ricci, storico ed ex navigante, ha arricchito l'incontro con il suo intervento sempre brillante e molto simpatico. E' seguito un ricco quanto gradito "buffet" offerto da Mare Nostrum presso l'Hotel Europa dove si è felicemente concluso l'annuale appuntamento. Un grazie particolare al socio-segretario dott. D'este, che si è prestato, tra un impegno e l'altro, a presenziare e a testimoniare con la fotocamera ogni avvenimento. Anche il socio Claudio Molfino, espositore molto apprezzato, si è inserito nel turno al Castello, nonostante il suo impegno professionale. Altri soci, appena iscritti, si sono dati disponibili a collaborare con il Direttivo e credo che l'incremento costante degli impegni della nostra Associazione, non potrà fare a meno del loro supporto nelle prossime edizioni, per le quali ci daremo un assetto organizzativo ad ampio respiro.
15 Novembre 2009 - CHIUSURA MOSTRA
Si è chiusa la Mostra di Mare Nostrum 2009 con un flusso continuo di visitatori. Alla rituale cerimonia è intervenuto il socio-assessore alla cultura Gianni Arena, che ringraziamo particolarmente, perchè nell'occasione si è assentato dal Consiglio Comunale in corso e ci ha raggiunti al Castello per la consegna del ricordo (stampa del pittore di marina M.Locci) ai partecipanti alla Mostra. Mare Nostrum, al termine della cerimonia, ha invitato i partecipanti della 28a edizione al "speciale buffet" presso l'Hotel Europa. Questa è stata la prima volta in cui la "gente" di Mare Nostrum si è sentita unita, servita e riverita nel prestigioso Hotel e ce ne ha reso una gratificante testimonianza.
Devo dire, con grande soddisfazione, che quest'anno abbiamo avuto un incremento quantitativo e qualitativo di espositori, sia al piano superiore sia in quello inferiore presso i modellisti. Sarà raccolto il materiale fotografico, e conservato nell’album di Mare Nostrum. Pasquale "Cicci" Panella, comandante sup. d.l.c. da ieri è nostro socio. Cicci è noto per il suo modello "Cutty Sark" (campione del mondo), ma anche per essere prof. di astronomia, nonché autore di tre autorevoli libri nautici (purtroppo non pubblicati) dei quali mi onoro di possedere le prime fotocopie.
E’ sempre aperto l’invito ai soci-modellisti ad inviarci le foto dei loro modelli per farli conoscere anche ai soci lontani, al fine d’instaurare un dialogo storico-tecnico tra gli interessati. Ricordiamo ai nuovi soci che Mare Nostrum è nata da una costola dell'Associazione Modellisti Rapallesi di Nonno Franco.
A questo proposito ricordiamo che, per la prima volta, sono apparsi all'orizzonte due giovani modellisti sotto i 14 anni, che sono stati molto apprezzati. Con loro si proietta un cono di luce nuova e di speranza su una forma d'arte che purtroppo lancia segnali disperati d'allarme.... Silvano Porcile (Presidente), Mauro Rocca e Benito Sacco sono i tre alfieri-modellisti, nostri soci, sui quali ci appoggiamo ogni giorno sulla funzionalità della Mostra e per la risoluzione di tanti problemini. A loro dedichiamo un caloroso abbraccio colmo di gratitudine. Concludo con una nota di colore... Si ringrazia anche la gentile Jackline del Ghana, nuova guardiana del Castello, che sovente e spontaneamente si è offerta nella pulizia, nel trasporto e smontaggio del materiale espositivo.
20 dicembre 2009
Il direttore Emilio Carta, c'informa che il 1° numero di RAPALLO NOTIZIE è in edicola fino ad esaurimento e che prosegue la distribuzione "gratis" di ben 15.000 copie nei locali pubblici e anche nelle case di Rapallo. Rendiamo noto che il nuovo mensile, editore Massimo Busco, ha mantenuto integralmente la redazione e i collaboratori del IL MARE.
Mare Nostrum augura "Vento in poppa e Buona Navigazione" al socio Direttore E. Carta e al presidente C.Gatti suo collaboratore in questa sua nuova avventura.
21 febbraio 2009
A cura dell’associazione culturale “La corallina” di Santa Margherita L., il giornalista Emilio Carta e il sub genovese Lorenzo del Veneziano sono stati protagonisti di un’avvincente conferenza su “Navi e relitti in Liguria - Le più recenti e misteriose scoperte” che si è svolta presso la sala convegni dell’Hotel Europa di Rapallo.
L’incontro è stato preceduto da un inedito filmato girato sui fondali della Liguria contenente le immagini dei principali relitti ritrovati tra le due riviere.
Come a noi è ben noto, Emilio Carta è l’autore autore della triplice opera “Navi e relitti da Montecarlo a La Spezia”, una importantissima ricerca che ha consentito, per la prima volta, la mappatura dei relitti di navi mercantili e da guerra, onerarie romane, sommergibili e aerei affondati nel mar ligure nel corso dei secoli.
Lorenzo Del Veneziano è un noto subacqueo cui si deve la scoperta di decine di relitti tra cui il recente ritrovamento dell’U Boot tedesco U 455 tra Portofino e Bogliasco e la rivisitazione del cosiddetto “relitto delle lanterne”.
13 novembre 2009
Vi allego la locandina di un' ulteriore interessante appuntamento cultural-marinaro curato della Società Capitani e Macchinsti Navali di Camogli.
Segue la lettera indirizzata al Comune avente per oggetto il
Calendario delle manifestazioni programmate dalla nostra Associazione
per l’anno 2010
Rapallo, 28 febbraio 2010
Spett.le
Comune di Rapallo
Piazza delle Nazioni, 4
16035 Rapallo (GE)
Alla cortese attenzione del
Signor Sindaco, Avv. Mentore Campodonico
e p.c.
Alla c.a.
Assessore alla Cultura, Rag. Gianni Arena
Oggetto: Progetto manifestazione MARE NOSTRUM 2010 – 29^ edizione
Preg.mo Signor Sindaco, preg.mo Assessore,
“Mare nostrum”, la manifestazione promossa dal Comune di Rapallo e dedicata al modellismo navale, alla storia, alla cultura ed alla documentazione marinara raggiunge quest’anno il prestigioso traguardo della ventinovesima edizione.
La “Associazione culturale Mare Nostrum Rapallo” è disponibile ad organizzare e a curare tutti gli eventi previsti in occasione della Mostra - ospitata sui due piani della cinquecentesca fortezza sul mare - compresa la predisposizione del relativo fascicolo storico e del depliant illustrativo afferente la manifestazione.
Di seguito si espongono brevemente gli aspetti salienti della manifestazione.
Curatori e collaborazioni
“Mare Nostrum Rapallo” si avvarrà della collaborazione dell’Associazione Modellisti di Rapallo, guidata dal presidente Silvano Porcile, della competenza e della preziosa opera di volontariato dei propri soci, in particolare del giornalista-scrittore Emilio Carta, del sottoscritto presidente dell’Associazione comandante-scrittore Carlo Gatti, dello studioso e ricercatore della Marina Militare dottor Maurizio Brescia, del direttore del Museo marinaro Tommasino-Andreatta con sede presso la scuola Telecomunicazioni di Chiavari, comandante Ernani Andreatta, dell’appassionato d’arte Claudio Molfino. Si avvarrà inoltre della disponibilità del locale gruppo dell’Associazione Marinai d’Italia, che esporrà documenti e materiale storico-didattico della Marina Militare. La vocazione della nostra Associazione per la storia dei relitti e della subacquea, si avvarrà per la prima volta di uno stand con materiale espositivo d’epoca della Società MARES di Rapallo.
Sono stati inoltre avviati incontri propedeutici per dedicare la sala superiore alla Costa armatori, alla sua storia ed ai rapporti che la stessa famiglia Costa ha sempre avuto con Rapallo.
Come da indicazioni pervenute da codesto spettabile Comune, promotore dell’iniziativa, l’evento si terrà nelle sale dell’Antico Castello da sabato 30 ottobre (inaugurazione) al 14 novembre 2010 (chiusura). Per quanto precede, il Castello dovrà essere necessariamente messo a disposizione degli espositori il giorno precedente l’apertura ed il giorno seguente la chiusura per ovvie esigenze di allestimento/smantellamento della mostra.
Inoltre, sono previsti alcuni avvenimenti collaterali alla mostra quali: una conferenza stampa, la presentazione di libri a carattere marinaro, conferenze di esperti storici di assoluto valore, proiezione di documentari e filmati, tutti eventi che saranno tenuti nella Sala Consiliare comunale, o in altre sale di uguale prestigio, la cui concessione ed il cui utilizzo (gratuito) dovranno essere al più presto concordati con gli uffici comunali per le date di seguito indicate.
Calendario della manifestazione
Giovedì 28 – Venerdì 29 ottobre: Allestimento Mostra al Castello
Sabato 30 ottobre ore 10.30: Sala consiliare
Conferenza stampa per l’Apertura della 29° Edizione della Mostra di Mare Nostrum e presentazione della Pubblicazione di carattere storico curata da Maurizio Brescia, Emilio Carta e Carlo Gatti, alla presenza degli stessi autori.
Domenica 31 ottobre - ore 11,00: Lo specialista in modellistica statica e dinamica Angelo Parodi del Gruppo Modellisti di Rapallo, eseguirà la simulazione di una battaglia navale con “modelli dinamici-telecomandati” nella piscina scoperta dello stabilimento balneare ARISTON.
Lunedì 1° novembre (Tutti i Santi) – ore 11: conferenza al centro incontri del Gran Caffè Rapallo (sede sociale dell’Ass. Mare Nostrum) tenuta dal Comandante scrittore Mario Palombo, commodoro della Società Costa Crociere che avrà per argomenti la vita di mare, di come si navigava una volta e di come si naviga oggi, sulla manovra con moderni strumenti di navigazione, sulla salvaguardia ambientale e sicurezza oltre vari aneddoti divertenti. Saranno invitati alla conferenza personaggi del mondo dello shipping.
Domenica 7 novembre – ore 11: conferenza al centro incontri del Gran Caffè Rapallo del com.te Erminio Bagnasco sul tema “I mezzi d’assalto della 2° Guerra Mondiale”. Parteciperanno alla conferenza “testimonial” e importanti personaggi della marina tra cui il cap. Italo Ferraro, figlio della M.O. Luigi Ferraro.
Sabato 13 novembre (oppure) Domenica 14 novembre – ore 11: Presentazione libro Nanni “EPISODI DI MARE”. Verranno proiettati filmati inediti della 2° Guerra Mondiale con riferimento agli “Eroi del Tigullio”.
Domenica 14 novembre - ore 18: chiusura Mostra e saluto ai partecipanti
Lunedì 16 novembre – smantellamento della mostra
Orario apertura al pubblico:
Giorni feriali: ................................15-18
Giorni festivi e sabato: ................10-12; 15-18.30
Lunedì ...........................................giorno di chiusura
Le sale espositive
Antico Castello – sala al primo piano
Ivi saranno ospitati lo stand del locale gruppo della Marina Militare e la grande mostra espositiva sulla storia del mare e della navigazione attraverso il modellismo navale curata dall’Associazione modellisti “Nonno Franco” di Rapallo.
Antico Castello - sala al piano superiore
Ivi sarà esposto materiale storico iconografico della Società Costa Crociere, utilizzando le collezioni private del com.te Carlo Gatti, del curatore del Museo delle Telecomunicazioni com.te Ernani Andreatta, di Emilio Carta e dello studioso Maurizio Brescia.
Antico Castello - due salette al piano superiore
Ivi saranno ospitati:
- la mostra “Gli armatori Costa e Rapallo” con la riproduzione di materiale interessante a cura di Claudio Molfino.
- il materiale espositivo-didattico-museale messo a disposizione dal Curatore del Museo navale Tommasino-Andreatta, comandante Ernani Andreatta;
- Sala proiezioni per il pubblico con filmati di carattere storico e documentale navale;
Gestione della fase promozionale e operativa dell’evento
L’Associazione “Mare Nostrum Rapallo”, attraverso la propria struttura e personale esterno qualificato, è disponibile ad organizzare e gestire i seguenti “punti operativi” della manifestazione:
A. Realizzazione e stampa di n. 1.000 copie del fascicolo storico-illustrativo della Mostra, composto di 64 pagine e dal titolo (ancora provvisorio) “Gli Armatori Costa - La Famiglia, l’Armamento e le Navi” riportante testi scritti da Maurizio Brescia, Emilio Carta e Carlo Gatti, debitamente corredato da foto con relative didascalie.
B. Stampa di n. 5.000 depliants a quattro colori riportanti il programma dell’intera manifestazione unitamente a debite note illustrative dei contenuti delle varie sale espositive;
C. Realizzazione di uno stendardo promozionale e di un pannello mobile espositivo, posizionati a cura dell’Associazione all’’ingresso del castello;
D. Stampa di n. 100 locandine tipografiche contenenti il programma dell’evento;
E. Stampa di n. 100 locandine a 4 colori promozionale di Mare Nostrum;
F. Stampa di n. 100 stampe a colori della foto-icona da omaggiare agli espositori e alle varie personalità invitate;
G. Stampa n. 100 locandine promozionali della “Battaglia navale”;
H. Organizzazione della conferenza stampa illustrativa e stampa degli inviti relativi alla:
1) presentazione della mostra e della pubblicazione del fascicolo “Gli Armatori Costa-La Famiglia, l’Armamento e le Navi” alla presenza degli autori Maurizio Brescia, Emilio Carta, Carlo Gatti; (sabato 30 ottobre 2010 ore 11.00, Sala Consiliare)
2) presentazione del programma delle varie giornate dedicate a conferenze e proiezioni di filmati e documenti storici nonché i nominativi degli studiosi partecipanti di rilevanza nazionale (Sala Consiliare sabato 31 ottobre ore 10,30);
I. noleggio di televisore con videoregistratore DVD e filmati di carattere marinaro e navale, da proiettare in libera visione al pubblico al castello;
J. Spese di affissione delle locandine;
K. Presenza di idoneo personale per: distribuzione di locandine e depliants nei locali e nei principali punti di aggregazione, l’accoglienza dei visitatori nelle sale non custodite dal personale comunale e in appoggio, messa in opera di striscione e stendardo espositivi;
L. Ospitalità ai conferenzieri (rimborso spese, albergo e cena)
M. Eventuale affitto di sale conferenze in strutture private in caso di impossibile utilizzo della sala consiliare comunale;
N. Assicurazione dei modellini navali esposti attraverso idonea primaria società assicurativa;
O. Cocktail in occasione degli incontri e conferenze previste per Mare Nostrum;
Al fine di rendere possibile la manifestazione, a codesto spettabile Comune
si chiede
1. che la spedizione degli inviti venga effettuata per il tramite dei Vostri Uffici preposti;
2. l’utilizzo gratuito del videoproiettore e dello schermo, di proprietà del Comune, per le conferenze e proiezioni previste nella sala consiliare
3. la messa a disposizione gratuita di n. 17 pannelli elettorali metallici da utilizzare quali ripiani di appoggio per i modellini navali esposti al primo piano del Castello (i relativi cavalletti sono già presenti nel castello);
4. la messa a disposizione gratuita di n. 25 pannelli al secondo piano, con relativi supporti e plex di copertura;
5. l’erogazione di un contributo finanziario quantificato in euro 5.000,00 (euro cinquemila) per la copertura degli oneri previsti più sopra, ai punti da A. a O.
6. Offerta di un cocktail in occasione della conferenza stampa e presentazione della pubblicazione Mare Nostrum 2010 previsti nella sala consiliare in data sabato 31 ottobre 2010 alle ore 10,30;
Certi di un favorevole riscontro alla presente, resto in attesa di un Vostro cortese cenno di riscontro e porgo deferenti saluti.
Associazione Mare Nostrum Rapallo
Il presidente - (Com.te Carlo Gatti)
SITO INTERNET
Proseguono i contatti del Direttivo per dotare Mare Nostrum di un sito internet. E’ nostra assoluta volontà poter sfruttare i mezzi di comunicazione moderni come il linguaggio informatico. Il nostro obiettivo finale è diffondere la nostra passione per il mare, la sua storia, la sua cultura e le sue problematiche. Vogliamo essere presenti su internet con un sito accattivante, che possa incuriosire i giovani e i meno giovani per avvicinarli, tramite un forum permanente, alla conoscenza della nave come risorsa economica umana tanto inestimabile quanto poco sconosciuta nel nostro Paese. Vogliamo entrare in internet per confrontarci con le altre Associazioni che hanno i nostri stessi obiettivi e per promuovere i nostri scritti che sono frutto di esperienza vissuta e degna di essere tramandata. Vogliamo entrare in internet per collegarci con i “liguri nel mondo” e donare ai “rapallini” delle Americhe e dell’Australia i nostri messaggi mensili contenuti in “Rapallo Notizie”. Vogliamo entrare in internet per ristabilire il cordone ombelicale con queste comunità che “sognano” la loro bella Rapallo e sperano che qualcuno si svegli un giorno pensando finalmente a loro. Il sito internet può anche diventare un veicolo di pubblicità e rendere risorse da investire in programmi sempre più ampi.
Il Presidente
Carlo GATTI
I RAPALLESI ALLA SPEDIZIONE DEI MILLE
I RAPALLESI ALLA SPEDIZIONE DEI MILLE
5 maggio 1860
In occasione del centocinquantesimo, 5 maggio 2010, anniversario dell’unità d’Italia ci sembra doveroso additare ai lettori tre coraggiosi Rapallini che, insieme ad altri 155 “pazzi” della Liguria (così l’ha definiti il Secolo XIX), hanno seguito volontariamente Garibaldi nell’impresa dei Mille ed hanno contribuito a darci una Nazione.
Questa immagine rispecchia fedelmente lo scenario portuale genovese nei giorni della famosa Spedizione dei Mille.
Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi
La stele rostrata dell’artista genovese Giovanni Scanzi è stata innalzata per commemorare i 50 anni della Spedizione dei Mille che da quel punto del porto prese inizio.
Anche Rapallo ha solide radici garibaldine. Ne parliamo con Umberto Ricci, cultore di storia locale
Bartolomeo Canessa, nato a Rapallo il 14 Marzo 1839, macchinista navale residente a Genova
Lorenzo Pellerano, nato a Rapallo il 4 Luglio 1811, facchino residente a Livorno
Giovanni Pendola, nato a Genova (da genitori di San Maurizio di Monti - Rapallo) il 7 Marzo 1836, falegname mobiliere.
INTERVISTA del giornalista EMILIO CARTA
I tre moschettieri, gli indomabili spadaccini cari al mitico Alexandre Dumas, erano veramente tre oppure quattro? Cavalcando l’onda dell’ironia potremmo aggiungere: ma i garibaldini rapallesi erano quattro o sette?
Lo chiediamo all’amico e storico locale Umberto Ricci che, in questa stagione di ricorrenze ed eventi cari all’Unità d’Italia e ai suoi centocinquant’anni, ha provato a fare un po’ di chiarezza. Non certo sui moschettieri, quelli del “tutti per uno e uno per tutti” tanto invisi al cardinale Richelieu, quanto sulle più caserecce camicie rosse che non esitarono a seguire un certo Giuseppe Garibaldi a bordo del Piemonte e Lombardo.
A Rapallo in effetti, ad oggi, si ha notizia di Bartolomeo Canessa, Lorenzo Pellerano, Giovanni Pendola, Egisto Sivelli, Emanuele Figari, Lorenzo Pellerano e Giovanni Fontana. Giusto?
“Andiamo con ordine. Quattro garibaldini erano nativi di Rapallo ed in particolare Bartolomeo Canessa, Emanuele Figari, Lorenzo Pellerano e Giovanni Fontana. Per i restanti la situazione è leggermente diversa ma possiamo provare ad esaminare insieme il ruolo da loro con la nostra città.
Partiamo da Bartolomeo Canessa. Su di lui le notizie sono abbastanza frammentarie. Lo storico Poggi, nel suo “Dizionario del Risorgimento Nazionale – Fatti e persone ” - edito da Vallardi nel 1930, ne ricorda la figura anticipando di un giorno la data della morte effettiva ma si tratta proprio dello stesso Bartolomeo Canessa, nato a Rapallo il 14 marzo 1839, figlio di Benedetto e di Maria Canessa.
Il P.fo PIEMONTE sul quale imbarcò il fuochista rapallese Bartolomeo Canessa
Il P.fo LOMBARDO in un celebre dipinto d’epoca
Di mestiere faceva il fuochista (ovvero l’addetto alle caldaie in sala macchine) a bordo delle navi mercantili. Si trovava a Genova quando venne organizzata la Spedizione dei Mille “e la seguì"– sono ancora le parole di Poggi – "da modesto gregario qual era in mezzo a quei volontari da Quarto al Volturno”.
Assieme a quegli uomini colti dal sacro furore della Patria da unire portò la pelle a casa e, finita la Campagna, riprese l’esercizio della sua professione marinara continuandola con il grado di “macchinista”. Quindi si stabilì a Genova, trascorrendo gli ultimi anni di vita in agiato riposo, dove morì il 29 novembre 1890. Nell’elenco dei decessi come professione è designato “pensionato dei Mille”.
Dei vari quotidiani genovesi soltanto “L’Epoca” (di area di sinistra come si direbbe oggi) pubblicò un breve necrologio: “Dalle tavole necrologiche dello stato civile apprendiamo la morte del signor Bartolomeo Canessa di anni 51, pensionato, il quale fece parte della gloriosa schiera dei Mille. Deponiamo un fiore sulla tomba del patriota”.
Andiamo avanti!
Di Lorenzo Pellerano sappiamo soltanto che nacque a Rapallo il 4 luglio 1841. Aveva dunque meno di 19 anni quando si arruolò nella storica schiera, mentre 21 compiuti ne aveva il suo concittadino sopra citato. I ritratti qui pubblicati sono di entrambi, tratti da “L’illustrazione italiana” del maggio 1910, nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’impresa.
Forse il più citato fra i garibaldini di cui parliamo era Giovanni Pendola?
La Gazzetta Ufficiale del 1878 indica però Giovanni Pendola come nato a Genova anche se sulla lapide posta sul piazzale della chiesa di San Maurizio di Monti si legge “qui donde trasse origini”.
Il legame tra Rapallo e Giovanni Pendola però non faceva capo solo a un’origine più o meno remota. Abbiamo documenti che attestano una sua relazione con la località di San Maurizio di Monti, una radice molto sentita dimostrata dal fatto che a un certo punto della sua vita l’uomo decise di abbandonare Genova, dove pure era nato e vissuto, per trasferirsi nella frazione rapallese, luogo d’origine dei suoi antenati.
Giovanni Pendola era nato a Genova, nella parrocchia di Santa Zita nel 1836, figlio di Nicola e Nicoletta Castagneto. Dai registri parrocchiali di San Maurizio di Monti si ricava che il padre Nicola, figlio di Agostino, era nato nella frazione di Rapallo il 28 agosto 1812. Anche la madre si presume sia nata a San Maurizio di Monti.
Nicola Pendola era giunto a Genova nel 1830, in un momento storico e politico a dir poco tumultuoso. Infatti alcuni anni prima in una cava, che possiamo localizzare nell’attuale via Corsica, erano stati fucilati i rivoltosi che avevano partecipato ai moti della Giovane Italia, e l’influenza di Mazzini fra gli artigiani e gli scontenti del dominio dei Savoia era ben forte.
Si può quindi ipotizzare che Nicola Pendola, seppur arrivato dalla campagna si occupasse ben presto di politica. La sua prima residenza non fu all’interno della città di Genova bensì fuori delle mura, sulla riva sinistra del Bisagno, a Borgo Pila dove c’era, e c’è tuttora, una chiesa dedicata a Santa Zita. Un collegamento con la frazione di San Maurizio di Monte lo troviamo nei registri degli atti di matrimonio dell’anno 1859 quale testimone di un matrimonio.
Il figlio, Giovanni Pendola, però, fu un vero genovese, figlio degli anni tumultuosi seguiti al 1848 e divenne in breve tempo un seguace di Giuseppe Mazzini. Genova all’epoca era una città “di frontiera”, meta tra l’altro di numerosi profughi della Lombardia, regione dalla quale le idee repubblicane si diffondevano con sempre maggiore vigore fra gli artigiani.
La sua attività di falegname e commerciante - gestiva infatti un modesto negozio di vendita dei mobili che costruiva - lo portava spesso a contatto con quel ceto medio che trovava solidarietà nelle prime Società di Mutuo Soccorso che sorgevano appunto in quegli anni sulla scia del pensiero di Giuseppe Mazzini.
Rapallo, seppur in ritardo, fondò la sua Società di Mutuo Soccorso, l’ Aurora che nel 2010 ha compiuto i suoi cento anni di fondazione (1910-2010). Nella primavera del 1860, mentre Giuseppe Garibaldi riuniva i volontari per la spedizione in Sicilia, Giovanni Pendola liquidò l’azienda e si arruolò.
Partito da Quarto, durante la spedizione venne ferito in combattimento e, quindi, nominato Capitano. Al termine ritornò a Genova dove riprese la sua attività di falegname e fu tra i primi ad aderire alla Croce Rossa. Durante l’epidemia di colera che colpì la città a metà Ottocento primeggiò per coraggio fra i soccorritori.
A proposito di questo fatto, va ricordata la cessione di una foto con autografo di Giuseppe Garibaldi, scatto donato da quest’ultimo alla Marchesa Ernesta Cambiaso e da lei successivamente ceduta al garibaldino Giovanni Pendola a dimostrazione di riconoscenza della Marchesa, lei stessa crocerossina, per i servizi e gli aiuti resi dal Capitano durante l’epidemia alla popolazione genovese. Non sappiamo con certezza se Giovanni Pendola abbia partecipato direttamente alla politica nelle file repubblicane ma, da alcuni indizi, possiamo presumere una sua adesione a una loggia massonica genovese.
Il primo, naturalmente, è il carattere dell’associazione riformatasi in Italia al momento dell’Unità. Nelle file massoniche confluirono molti repubblicani e mazziniani. E molti furono i Mille che, prima o dopo la spedizione, aderirono alle logge. Giovanni Pendola non risulta in un elenco pubblicato di recente e neppure appare nel vari elenchi diffusi in appendice al libro.
Tuttavia a pagina 196 si legge che nel 1862, in occasione della morte di Giuseppe Garibaldi, “il fratello Pendola regalò due cornici fatte con il legno usato per la cassa funebre di Garibaldi”: Giovanni Pendola era falegname e quella cronaca ha quasi il sapore di una conferma.
Un altro indizio: la lapide che ricorda Pendola a San Maurizio di Monti è sovrastata da una stella. E’ una stella fiammeggiante che si incontra di frequente nella simbologia massonica e questa potrebbe essere stata incisa sulla lastra per comunicare in modo mascherato l’appartenenza di Giovanni Pendola all’istituzione, un’usanza frequentemente utilizzata in passato.
Ci furono anche polemiche legate alla sua morte?
Sul finire della sua vita - non si era mai sposato - sentì il forte richiamo delle colline rivierasche da cui erano partiti i suoi genitori. Si trasferì così a San Maurizio dei Monti dove visse (probabilmente da proprietario) nel Complesso Molitorio di Strada Antica di Monti, edificio oggi assurto a monumento nazionale.
Amava ripercorrere i suoi trascorsi, con voce suadente quanto autoritaria con chi l’aveva conosciuto ed era “avvezzo ad impartire ordini brevi, secchi, precisi, e ricordava volentieri i suoi amici migliori” riporta di lui “Il Mare” il 28 gennaio 1939.
Dopo una breve malattia, la morte lo colse nel 1907. I suoi funerali vennero però ricordati a lungo sulla collina. Si racconta infatti che il parroco di San Maurizio di Monti quel giorno pur di non celebrare il funerale ad un sovversivo anticlericale abbia chiuso, senza alcun preavviso, la porta della chiesa partendo per una località sconosciuta.
Ma da Rapallo – questa la cronaca riportata - giunse il deputato Cavagnaro accompagnato da un frate che portava un fazzoletto rosso al collo. Aperta la chiesa, Giovanni Pendola ebbe così il suo funerale e la salma venne inumata nel cimitero, coperta da uno strato di pietre di fiume (gea).
Per alcuni anni, in occasione della ricorrenza, nel piccolo cimitero la sua figura veniva ricordata con una cerimonia, che puntualmente era riportata sulla stampa locale.
Nel maggio 2010, come si può leggere su “Il Mare”, i rappresentanti dei Circoli mazziniani di Rapallo (SMS Aurora) e Genova (Libertà e Lavoro) lo commemorarono di fronte ad una grande folla. Ancor oggi, una lapide collocata nell’unica piazza di San Maurizio di Monti, ricorda Giovanni Pendola, mazziniano e garibaldino.
Il 12 agosto 2007 questa lapide è stata restaurata dall’Associazione culturale “La Cipressa” in occasione della ricorrenza del centenario della morte.
Se su uno di questi rapallesi che combatterono tra i Mille di Garibaldi, ci siamo appena soffermati diffusamente, ben di più furono i rapallesi che combatterono nelle battaglie del Risorgimento. Un elenco completo venne redatto a cura del Comune nel 1895 quando il giorno 20 settembre venne dichiarata Festa nazionale e, in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano, il monumento nazionale dedicato a Vittorio Emanuele II (conosciuto anche col nome di Altare della Patria), ai reduci delle patrie battaglie venne assicurato un biglietto ferroviario a tariffa ridotta per recarsi a Roma alla celebrazione.
Giovanni Fontana non figura in questo elenco così come Emanuele Figari perché a quell’epoca il Fontana aveva già abbandonato la nostra città, dove era nato, da molti anni.
In suo nome non appare neanche nell’elenco dei Mille sbarcati a Marsala, perché in effetti in Sicilia era giunto qualche tempo dopo. Eppure Giovanni Fontana, rapallese, ha partecipato a molte battaglie del Risorgimento ed è stato amico e collaboratore di Mazzini contribuendo, nel suo piccolo, all’epopea risorgimentale partecipando alla lotta politica (e non solo) nel decennio successivo all’Unità d’Italia.
In Sicilia era giunto dopo che Garibaldi aveva già conquistato Palermo. E’ infatti noto che dopo la conquista della città, avvenuta nei primi giorni di giugno del 1860, le notizie della rapida avanzata di Giuseppe Garibaldi si erano diffuse rapidamente in Italia e in Europa grazie al telegrafo e alla stampa che avevano fatto da cassa di risonanza alla sua avanzata.
Di Egisto Sivelli l’unica prova che abbiamo è contenuta nell’elenco dei liguri sbarcati a Marsala, compilato da G. Garibotto, dei Mille.
L’ultima scoperta di un rapallese alla spedizione dei Mille è recente ed è stata pubblicata il 7 maggio 2010 da “Il Secolo XIX” dal titolo “Quel mio avo dimenticato che lottò per l’Unità d’Italia”: “…..Emanuele Figari nato a Rapallo il 15 dicembre 1839 e originario della frazione di San Quirico d’Assereto in Rapallo.
Si è conclusa così questa mia ricerca sui rapallesi che parteciparono alla spedizione dei Mille con la speranza che altri cultori di storia locale possano rintracciarne altri. Mai dire mai……..
BIBLIOGRAFIA
- Rivista “Rapallo” edita dal Comune di Rapallo dal 1958 al 1968. Articolo di P.L.Benatti
- “Il Mare” periodico settimanale politico amministrativo e culturale edito a Rapallo dal 1908
- Archivi della Memoria del dott. Agostino Pendola, cultore di storia locale
- Archivi della Memoria di Umberto Ricci , cultore di storia locale
- Archivio storico del Comune di Rapallo
OBBEDISCO!
di UMBERTO RICCI
Nel corso delle mie ricerche garibaldine ho scoperto anche alcuni episodi curiosi, successivi all’impresa dei Mille e legati alla successiva presenza a Rapallo di uomini che parteciparono alla gloriosa spedizione.
Il novarese Giovanni Pozzetti all’età di 72 anni muore in data 14 aprile 1914 a Rapallo. Da pochi giorni, dopo esserne stato il titolare, aveva ceduto il suo avviato Caffè Cavour (oggi Caffè Centrale). Lo riporta il periodico dell’epoca Il Mare: aveva partecipato alla seconda Spedizione dei Mille combattendo a Calatafimi e all’Aspromonte e per questo motivo gli erano state assegnate tre medaglie d’argento.
Scorrendo ancora le pagine de Il Mare (3 ottobre 1931) si scopre che a Rapallo visse anche un altro eroe dei Mille. Si trattava di Vittorio Lugaresi scomparso all’età di 82 anni. Aveva partecipato alla battaglia di Monte Suello e a Mentana. Di mestiere faceva il tappezziere con bottega in piazza Molfino in prossimità della stazione ferroviaria.
Ancora una chicca. La leggiamo sul foglio “Vita rapallese” del 1898 (il giornale ebbe vita breve, e chiuse solo dopo l’uscita di 6 numeri), diretto dal giornalista Antonio Scarsella. Nelle due pagine centrali riporta la notizia legata all’inaugurazione del busto di Giuseppe Garibaldi (attualmente i Giardini IV Novembre) e la contemporanea attività promozionale della società Pro Rapallo, una sorta di Proloco del tempo.
UMBERTO RICCI
Umberto Ricci è nato a Rapallo il 29 aprile 1940. E’ sposato con Anita Vanessa dalla quale ha avuto due figlie, Marina ed Elisabetta.
Un’intensa vita politica alle spalle, assessore e primo presidente eletto dal consiglio comunale rapallese, è stato per oltre 40 anni segretaraio generale e direttore delle Opere parrocchiali.
Appassionato cultore di storia locale è autore di numerose pubblicazioni di prestigio. E’ anche cofondatore di diverse associazioni tra cui i Volontari del Soccorso Sant’Anna e più di recente della Pro Loco del Capitanato di Rapallo nonché socio della nostra associazione Mare Nostrum Rapallo..
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I GARIBALDINI DI RAPALLO
di AGOSTINO PENDOLA
giovedì 7 ottobre 2010
A centocinquant’anni dalla spedizione di Garibaldi in Sicilia riscopriamo qual’è stato il contributo dei Liguri della Riviera di Levante e di Rapallo in particolare.
E’ indubbio il ruolo di Genova nell’elaborare le idee che portarono non solo all’Unità d’Italia, ma – attraverso la linfa del mazzinianesimo - prepararono la repubblica che sarebbe arrivata solo cent’anni dopo.
Anche la Riviera, e in particolare la Riviera di Levante, dette il suo contributo.
Nel 1847 a Chiavari la società Entellica riunì un gruppo studenti, tra cui Goffredo Mameli; a Rapallo, dopo il 1848, scesero profughi dalla Lombardia tornata austriaca. Ma furono soprattutto i commerci, gli scambi tra città e riviera, e poi l’emigrazione che segnarono la fine dell’isolamento delle nostre comunità e le inserirono nei grandi avvenimenti nazionali.
Con l’emigrazione i contadini delle nostre colline raggiungevano Genova, sia come momento intermedio nel viaggio verso le Americhe, sia per trovarvi un lavoro non troppo lontano da casa. Portando idee nuove ad ogni rientro al paese natale.
Nicola Pendola, nato a San Maurizio nel 1812 e stabilitosi a Genova fu uno di questi: suo figlio Giovanni sbarcò a Marsala con Garibaldi.
Con Giovanni altri rapallesi indossarono la camicia rossa, dalla Sicilia al Volturno.
Sabato 9 ottobre, alle ore 16,30, li ricorderemo con un convegno nella Sala consiliare del Comune, organizzato dall’Associazione Carrogio Drito, A Cipressa e l’Associazione Nazionale Volontari e Reduci Garibaldini.
Paolo Pendola ricorderà il suo avo Giovanni, vero rappresentante del popolo, falegname, pronto a rischiare la sua vita tra i colerosi così come l’aveva messa in gioco sulle colline della Sicilia quando il morbo percorse Genova negli anni Ottanta dell’Ottocento, perchè la solidarietà e la fratellanza fu il collante di chi aveva seguito non solo la spada ma le idee di Garibaldi.
Chi scrive traccerà un profilo dei garibaldini di Rapallo, in particolare si soffermerà sui motivi e le modalità che portarono questi nostri avi ad arruolarsi.
Getto Viarengo ci porterà una rilettura del Risorgimento in chiave microstorica e illustrando l’opera dei cantastorie: importanti protagonisti dell’informazione in quei giorni.
I cantastorie e i fogli volanti contribuirono a realizzare un’attenta partecipazione popolare ai sentimenti dell’Unità d’Italia.
Con Laura Merione e Giancarlo Piccitto, ricanteremo alcuni brani e distribuiremo i fogli volanti.
Con Franco De Leonardis (di Camogli - economista di professione, ha scritto su temi di scienza e storia economica, nonché sulla storia della libera muratoria nella sua universalità) l’orizzonte non si fermerà alla Liguria, ma spazierà fin dove i contatti latomistici hanno portato i liguri. Nel suo intervento si evidenzierà la partecipazione di logge di Stati Uniti, Inghilterra, Francia e America del Sud al vasto movimento che viene chiamato Risorgimento.
Annita Garibaldi, pronipote dell’Eroe dei Due Mondi, ci racconterà una parte ancora poco conosciuta della sua vita: gli anni a Costantinopoli prima della partenza per le Americhe. Quando il giovane Giuseppe, marinaio sulle navi commerciali, imparava il mestiere, ma anche incontrava persone, le più disparate, formando così il suo carattere.
Carlo GATTI
Rapallo, 19 luglio 2013
QUELLE PALLE MARRONE spiaggiate dalle mareggiate
QUELLE PALLE MARRONE ...
che arrivano sulla spiaggia con le mareggiate
Palle marrone - Egagropili – “Stuppinelli”
Quando il P.fo LOCARNO naufragò sulla passeggiata a mare di Rapallo, ricordo che la mareggiata spinse nel ridossato “caroggio drito” un numero spropositato di “palle” marroni di tutte le misure e molto leggere, come mostra la foto. Vi siete mai chiesti cosa sono, e perché ormai da molti anni non se ne vedono più sulle nostre spiagge? Secondo Rigoberto Vigentini, noto pescatore di Rapallo, queste palle sono resti di Posidonia oceanica sminuzzati ed aggregati dal moto ondoso e poi spiaggiate. Sono conosciute come Delile (dal nome dello studioso Delile). Pare che in dialetto genovese, un tempo, le chiamassero “stuppinelli”. Ma abbiamo scoperto che queste perfette forme geometriche hanno anche un nome scientifico un po’ difficile da ricordare, come vedremo.
Giunti a questo punto, non ci rimane che addentrarci, brevemente, nei “meandri scientifici” e la nostra curiosità viene premiata:
Di solito si tratta di resti di “alghe”, come la Lattuga di mare (Ulva lactuca), o di frammenti di Posidonia, che non è un’alga ma una pianta come quelle terrestri (Posidonia oceanica).
Ulva Lactuc
Prateria di Posidonia oceanica - Portofino
Posidonia oceanica - Delile, 1813 è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo appartenente alla famiglia delle Posidoniacee (Angiosperme Monocotiledoni). Ha caratteristiche simili alle piante terrestri, ha radici, un fusto rizomatoso e foglie nastriformi lunghe fino ad un metro e unite in ciuffi di 6-7. Fiorisce in autunno e in primavera produce frutti galleggianti volgarmente chiamati ‘olive di mare’. Forma delle praterie sottomarine che hanno una notevole importanza ecologica, costituendo la comunità climax del mar Mediterraneo ed esercitando una notevole azione nella protezione della linea di costa dall'erosione. Al suo interno vivono molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione. Il posidonieto è considerato un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.
Dettaglio di rizoma
Della Posidonia, che forma praterie sottomarine, importantissime per la salute del Mare, sulla spiaggia si trovano sia pezzi delle loro foglie, sia resti delle radici.
Queste ultime, con il continuo moto ondoso, si riducono in sottili fibre, che si intrecciano fittamente fino a formare caratteristiche palline, più o meno grandi, di colore marrone, cui è stato dato un nome strano: “egagropili”.
Egagropili
Egagropili è il termine scientifico utilizzato per descrivere gli agglomerati sferici o ovali di colore marrone chiaro e di consistenza feltrosa costituiti da residui fibrosi di Posidonia oceanica che si accumulano sui litorali sospinti dalle onde.
La formazione degli egagropili, comunemente noti come palle di mare, polpette di mare o patate di mare, è frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta e della loro aggregazione ad opera della risacca marina.
Formazioni simili sono prodotte anche dall'alga verde d'acqua dolce Aegagropola Linnaei, che quando si sviluppa forma grandi sfere verdi dalla superficie vellutata che di giorno galleggiano a pelo d'acqua (grazie all'ossigeno sviluppato con la fotosintesi) e di notte stazionano sul fondo.
Perché si vedono ormai raramente le Egagropili sulle nostre coste? Per questa domanda non abbiamo risposte certe. Ma siamo fiduciosi di pubblicare le vostre.
Carlo GATTI
Rapallo, 17 luglio 2013