STELLA MARIS
LA FESTA DELLA GENTE DI MARE E DELLA COSTA
La prima domenica d’agosto, ogni anno si celebra a Camogli la Festa della
Madonna Stella Maris
Le cerimonie religiose che ancora oggi si praticano in tanti porti del Mediterraneo sono incantesimi, perennemente reiterati contro il capriccio delle bufere e delle tempeste. Gli ex voto di marinai scampati al pericolo parlano di quella paura annidata nel cuore degli uomini, che mai si abbandonano a cuor leggero alla perfidia delle onde. E’ alla Vergine Maria, “Stella Maris”, Stella del Mare, che i marinai dell’occidente raccomandano i loro carichi, e soprattutto i loro corpi e le loro anime.
Fernand Braudel
Punta Chiappa – Camogli. Opera di F. Dal Pozzo dedicata alla Madonna Stella Maris (Stella del Mare)- Il mosaico s’ispira all’antichissimo affresco ritrovato nella chiesa di S.Nicolò.
La ricorrenza fu ideata nel 1924 da Don Nicolò Lavarello, Rettore della Chiesa di San Nicolò di Capodimonte e da allora ogni anno la prima domenica di agosto si ripete.
L’intera giornata è dedicata alla Madonna protettrice di chi va per mare.
Isola di Tinetto – La statua della Stella Maris
Camogli – STELLA MARIS; Giuseppe Bozzo, 2003
olio su tela cm 120 x 80
Maria, come recita un’antico inno, è, specialmente nel mese di Maggio, invocata come “Stella Maris“. Perchè la Madonna viene chiamata “Stella del Mare“? Le stelle si presentano come un segnale luminoso e posseggono un loro fascino simpatico e misterioso per tutti noi, ma per quanti operano in mare esse sono sempre state fondamentali per la sicurezza della navigazione.
Quando il cielo era limpido e la notte serena, la loro fiammella era il richiamo rassicurante per il procedere in mare ed in vista della meta desiderata. Ed anche quando il firmamento restava oscurato dalle nuvole, era motivo di fiducia il pensiero che comunque le stelle al di là continuavano ad esistere e non cessavano di mandare la loro flebile luce, anche se momentaneamente non veniva percepita.
Nel mare della vita tutti abbiamo bisogno di avere qualche stella, che ci mandi la sua luce, ci indichi il cammino, ci doni sicurezza. Quando siamo sinceri con noi stessi sentiamo che non si può vivere in una continua oscurità e senza almeno qualche certezza. La notte della mente e del cuore fa paura, suscita ansia, blocca la vita e nessuno può essere talmente masochista da voler vivere in una situazione di perenne confusione e di vuoto interiore.
Abbiamo bisogno di luce spirituale per vivere sereni, vogliamo vedere davanti a noi il cammino da percorrere, desideriamo conoscere la strada del nostro destino e la meta della nostra vita.
Maria può essere quella guida materna che la nostra vita ricerca, si presenta come la stella luminosa del mattino delle nostre giornate, è la voce di quel navigatore spirituale che indica la strada da percorrere.
“Fate quello che Gesù vi dirà”. Ecco la voce della stella, ecco l’indicazione del navigatore. Ha un nome, Maria, e dice una cosa: “Fate quello che Gesù vi dirà”.
Maria è la stella del mare della vita, che manda la sua luce solo a quanti alzano gli occhi verso di lei e sanno mettersi nel silenzio, come quando vogliamo ascoltare il silenzio delle stelle.
Solo chi sa stare in silenzio può percepire la voce dell’altro che parla, riesce ad ascoltare i propri sentimenti, ha la capacità di rispondere agli interrogativi del suo cuore e quindi riesce a dare luce al cammino della propria vita.
La Stella Maris si festeggia la prima domenica di agosto. Questa festa risale al ‘400 ed è dedicata alla “Stella di Mare”, titolo con il quale i marinai e pescatori venerano la Madonna.
La sera in chiusura della festa vengono lasciati in mare da imbarcazioni o a nuoto dai bagnanti migliaia di lumini accesi, che donano uno spettacolo suggestivo e imperdibile.
Ü Dragun incendiato
Durante la festa della Stella Maris, una processione di barche ornate a festa parte dal porticciolo di Camogli per raggiungere Punta Chiappa dove si trova l’altare della Madonna “Stella di Mare”.
“Vi è un incanto nei boschi senza sentiero ed è un’estasi sulla spiaggia solitaria vi è un rifugio dove nessun importuno penetra. Accanto alla profondità del mare ed alla musica del suo frangersi riesco ad amare più la natura di quanto ami l’uomo. In questi colloqui riesco a liberarmi da quanto sono o credo di essere stato per essere un’unica cosa con l’universo e sentire quanto non riesco ancora ad esprimere e che non so neppure nascondere.“
Scritto da Lord George Gordon Byron allo Stella Maris nell’anno 1821
Ü Dragun – Sciabecco-Galea simbolo della città di Camogli
Alla processione tra le varie barche partecipa anche Ü Dragun. Una volta raggiunto lo scoglio di Punta Chiappa viene celebrata la Santa Messa.
Significato
Nome composto da Maria e Stella. Maria deriva dall’ebraico Maryàm e vuol dire “principessa, signora”, mentre Stella ha origine latina ed il suo significato è “luminosa come un astro”. Può comparire anche nelle forme Maria Stella o Maristella. Stella Maris ossia Stella del mare è un antico titolo utilizzato per Maria Vergine, madre di Gesù. L’onomastico può essere festeggiato il 12 settembre giorno dedicato al Santissimo Nome di Maria oppure l’11 maggio in memoria di Santa Stella martire.
L’immagine della STELLA MARIS qui raffigurata è forse la più conosciuta a bordo delle navi
MAESTRA E SIGNORA DEL MARE
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Maestra-Signora) + YAM (=mare): come Maria, la sorella di Mosè, fu maestra delle donne ebree nel passaggio del Mar Rosso e Maestra nel canto di Vittoria (Es 15,20), così “Maria è la Maestra e la Signora del mare di questo secolo, che Ella ci fa attraversare conducendoci al cielo” (S.Ambrogio, Exhort. ad Virgines).
Altri autori antichi che suggeriscono questa interpretazione: Filone, S. Girolamo, S. Epifanio. Questo parallelo tipologico tra Maria sorella di Mosè e Maria, madre di Dio, è ripreso da S. Agostino, che chiama Maria “tympanistria nostra” (Maria sorella di Mosè e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. è la tympanistria nostra, cioé dei Cristiani: il cantico di Mosè del Nuovo Testamento sarebbe il Magnificat, cantato appunto da Maria: questa interpretazione è sostenuta oggi dal P. Le Deaut, uno dei più grandi conoscitori delle letteratura tergumica ed ebraica in genere: secondo questo autore, S. Luca avrebbe fatto volontariamente questo parallelismo.
LA STELLA MARIS
NELLA POESIA
Quando nel volto di Maria il poeta Giorgio Caproni ricordava con nostalgia inquieta la fede della sua infanzia: “Nel vago della notte, io disperso mi sorprendevo a pregare. Era la stella del mare”.
Oggi festeggiamo il nostro destino, che è di vita e non di morte. Maria, assunta in cielo, dice che il miracolo della Resurrezione non è privilegio divino, ma meta per tutti. La Vergine ci precede, e ci mostra la via.
Non a caso una delle metafore più usate dai poeti di ogni tempo è proprio quella di Maria stella del cielo, che indica la rotta ai naviganti.
È un’immagine che usa anche Giorgio Caproni, uno dei massimi lirici del ‘900. Nella sua poesia Alla Foce, la sera (Frammento su un ricordo d’infanzia), tratto dalla raccolta Il conte di Kevenhuller, si trova una Maria luminosa, che abita il cielo:
La vedevo alta sul mare.
Altissima.
Bella.
All’infinito bella
più d’ogni altra stella.
Bianchissima, mi perforava
l’occhio:
la mente.
Viva.
Più viva della viva punta –
acciaiata – d’un ago.
Ne ignoravo il nome.
Il mare
mi suggeriva Maria.
Era ormai la mia
sola stella.
È, come dice il titolo, un ricordo d’infanzia: Caproni (1912-1990) è stato un poeta in perenne conflitto con il tema di Dio, che non si è risolto in una fede positiva. Eppure la misteriosa assenza di Dio non lo ha mai lasciato tranquillo. Ma da bambino aveva fede, con un particolare affetto per la Madonna:
Nel vago
della notte, io disperso
mi sorprendevo a pregare.
Era la stella del mare.
Caproni stesso racconta della sua devozione mariana in pagine bellissime, raccolte in Il mondo ha bisogno dei poeti. Intervista e autocommenti (1948-1990):
Da bambino, volevo tanto bene alla Madonna che, quando me ne regalarono una – tutta bianca, di gesso, forse una statuina della biancoceleste Madonna di Lourdes- mi venne addirittura voglia di costruirle una chiesuola.
La madonna cantata nella poesia è frutto del pennello di un pittore francese che Caproni bambino conosceva e frequentava: Jean Bourillon, a cui sono dedicati i versi. Un giorno il poeta vide un quadro preparato dall’artista per una festa di mare, con Maria sulle onde. E gli rimase profondamente impresso. Poi la vita gli fece perdere la fede, ma rimase il ricordo di quell’immagine e del suo autore:
La tua stella, Jean,
così remotamente morto
con la mia infanzia, e in una
con tutta la tua opera…
Jean
senza fortuna…
Amico
(in gioia e in disperazione)
dei miei sussulti…
Di me:
della mia diffrazione
nel tempo che ormai mi allontana –
sempre più mi allontana –
dalla nascita e – forse –
(oh Jean!) dalla mia stessa morte…
È esperienza comune: anche in chi ha perso la fede rimane un ricordo, una nostalgia forse, almeno della materna figura della Vergine. È un’eco che non abbandona il cuore dell’uomo.
Non si può guardare a Maria che con affetto e gratitudine:
«Ciao stella del mare» mi sorprendo a dire con voce sommessa. «Ciao mio povero Bourillon, che grazie al tuo quadro, e per virtù del tuo quadro, mi costringi ancora (e te ne sono grato) a salutare Maria, come la salutavo nella mia cameretta di fantolino fidente – bella e protettrice – a capo del mio lettuccio».
LA STELLA MARIS COME EFFIGE DI DEVOZIONE DEI MARINAI NACQUE IN QUESTO EREMO di S. NICOL0’ DI CAPODIMONTE – (foto sotto)
La Chiesa di San Nicolò di Capodimonte del XII secolo è situata a 97 metri sul mare lungo il sentiero che conduce dalla chiesa parrocchiale di San Rocco, 221 metri sul mare alla celebre Punta Chiappa. Qui la vegetazione mediterranea e di macchia raggiunge la sua più intensa espressione: pino silvestre, d’Aleppo, lecci centenari, querce, castagni, ulivi e poi la fragranza dei mirti, corbezzoli, eriche giganti, ginepri, ulivi selvatici, lecci nani, cactus, ginestre, caprifogli, pistacchi, alaterni, citisi, carrubi nani, melograni selvatici, timo, capperi e dovunque spunta la Isca con la quale gli abitanti del luogo fanno corde resistentissime all’acqua salata.
La chiesa romanica fu fondata, secondo la tradizione, nel XII secolo dai monaci di San Rufo nei pressi di una già presente cappella intitolata a san Romolo del 345. Abbandonata dal XV secolo per le frequenti incursioni dei pirati e trasformata in abitazione civile dopo l’editto napoleonico, fu nuovamente riaperta al culto religioso dal 1870. Tra le tracce di affreschi vi è la raffigurazione di una Madonna che protegge un’imbarcazione, la Stella Maris, ripresa nel mosaico di Punta Chiappa e oggetto di venerazione durante le omonime festività religiose.
Tutto il complesso è stato abbandonato nel XV secolo a causa delle ricorrenti invasioni dei pirati saraceni, e trasformato in abitazioni civili durante il periodo napoleonico. Gli interventi di restauro effettuati tra il 1925 e il 1926 hanno restituito alla chiesa l’originale aspetto romanico con facciata in pietra viva e portale strombato con colonnine marmoree.
L’interno è caratterizzato da una pianta a T con tre absidi e unica navata in pietra nera sulla quale sono ancora visibili tracce di affreschi. Tra questi si nota la Madonna che protegge una barca durante una tempesta: è il tema della Stella Maris ripreso sulla stele a mosaico di Punta Chiappa.
Inizio modulo
Per il mio nuovo viaggio lungo le rotte della memoria, non cerco porti idonei alla partenza o ai ritorni; non cerco nave od equipaggio. La terra, la mia, farà da porto e da riparo; e magicamente sarà nave ed equipaggio. Insieme veleggeremo, fatalisticamente sospinti da ataviche maledizioni, da fallaci certezze, da vecchie e nuove paure, alla ricerca di serene spiagge, di gioiosi lidi. Alla Stella del Mare raccomando questo singolare veliero, insieme ai corpi ed alle anime del nostro equipaggio. A mia madre rivolgo pensiero e gratitudine e a lei dedico gli esiti incerti e le possibili conquiste del viaggio; a mia moglie, come ad ogni partenza, la promessa del primo abbraccio del ritorno.
Il comandante
ALBUM FOTOGRAFICO
Uno scorcio suggestivo di Punta Chiappa
Punta Chiappa – Camogli. Opera di F. Dal Pozzo dedicata alla Madonna Stella Maris (Stella del Mare).
Madonna del Tinetto
La statua della Madonna del Tinetto mi ha fatto ricordare un episodio molto vicino al cuore anche per ricordi familiari.
La statua era stata abbattuta da una mareggiata e prima della sua ricostruzione mio figlio, che è un video artista con il nome Masbedo, aveva girato un filmato e scattato delle foto che avevano portato ad aggiudicare a Masbedo il premio nazionale Gairo di fotografia. Il filmato, dal titolo:
“Schegge d’incanto in fondo al dubbio”
trattava della donna nella sua dimensione complessa all’interno della coppia. Per la realizzazione del filmato era servito l’appoggio della Capitaneria per posizionare l’artista sul basamento dove prima c’era la statua e la cosa era stata complicata dal fatto che avevano voluto girare anche con inquadrature di mare mosso.
(Marcello Bedogni)
Camogli nella notte della STELLA MARIS
CARLO GATTI
Rapallo, 21 Luglio 2017