LE NUOVE ROTTE ARTICHE

 

Mentre il mondo osserva con apprensione le tensioni geopolitiche, spesso si dimentica una realtà geografica sorprendente: la vicinanza tra Russia e Stati Uniti.  Non un oceano li separa, ma uno stretto braccio di mare, lo Stretto di Bering, in cui le Isole Diomede, una russa e l’altra americana, giacciono a pochi chilometri di distanza.  Questo luogo, oggi simbolo di una fragile divisione, potrebbe presto trasformarsi in un asse cruciale per il commercio e la navigazione globale. Lo scioglimento dei ghiacci artici, infatti, apre scenari inattesi: nuove rotte marittime, più brevi e veloci, potrebbero dimezzare i tempi di percorrenza rispetto ai percorsi tradizionaliE non è tutto: sotto la coltre di ghiaccio che si ritira, si celerebbero anche preziose risorse naturali, aprendo un nuovo capitolo nella storia di questa strategica regione.

la Russia ha investito pesantemente nello sviluppo di una flotta di rompighiaccio di ultima generazione, dimostrando una chiara strategia di lungo termine per l’Artico.  Questa capacità tecnologica conferisce loro un vantaggio significativo rispetto agli Stati Uniti nella prospettiva di nuovi scenari appena descritti.

La Russia ha una lunga esperienza nell’operare in ambienti artici estremi e ha sviluppato tecnologie e infrastrutture adatte a queste condizioni, mentre gli Stati Uniti stanno cercando di colmare il divario tecnologico.  Questo svantaggio americano, unito all’interesse russo per l’Artico, crea uno squilibrio geopolitico che è importante considerare.  Non si tratta solo di una questione di risorse naturali, ma anche di controllo gestionale e strategico di una regione con implicazioni economiche e militari di rilievo globale.

A questo punto vorrei tranquillizzare il lettore precisando che non è assolutamente nostra intenzione entrare in dettagli su questioni geopolitiche delicate che ogni giorno entrano in scena sui media con toni sempre più allarmanti.

A noi interessa piuttosto sottolineare ed indagare l’aspetto geografico e climatico dello scioglimento dei ghiacci artici: un motore lento ma inesorabile, destinato a incidere sempre di più sul mondo dei Trasporti Marittimi Internazionali che prelude a cambiamenti epocali mai registrati prima, preso atto che diverse nazioni importanti stanno investendo in nuove tecnologie per affrontare con la dovuta consapevolezza i vantaggi e gli svantaggi di un cambiamento epocale nella storia della navigazione.

 

STATI  UNITI E  RUSSIA….

Più vicine che mai nello Stretto di Bering

 Nel 1867 la Russia vendette il territorio dell’Alaska agli Stati Uniti

 

Le isole Diomede

Le isole DIOMEDE

Le ISOLE DIOMEDE  si trovano esattamente al centro dello stretto di Bering nel punto in cui le coste sono più vicine (ad una distanza di circa 80 Km).: la più orientale delle due isole, la PICCOLA DIOMEDE, appartiene amministrativamente agli Stati Uniti (Alaska), quella più occidentale, la GRANDE DIOMEDE, alla Russia. Sono separate da un braccio di mare di appena 3 km – minima distanza tra Stati Uniti e Russia. Le due isole, distanti poco più di tre Km, il braccio di mare che le divide è ghiacciato per buona parte dell’anno, e chiunque potrebbe farsela a piedi da un’isola all’altra….illegalmente! Nel centro di quel braccio di mare che le separa, passa il confine tra le due superpotenze…

 

Il centro abitato della Piccola Diomede

 

Inupiat dell’Alaska

 

La Piccola Diomede ha una popolazione di circa 100 persone principalmente Inupiat. La Grande Diomede è disabitata. La linea internazionale del cambio di data passa fra la Piccola (UTC-9) e la Grande Diomede (UTC+12), quindi le due isole a 3 km una dall’altra sono divise da 21 ore di differenza (quindi quasi un giorno) di fuso orario, la massima differenza di fuso tra due isole così vicine.

 

Riassumiamo con questa simpatica cartina pubblicata da

ITINERARIO DI VIAGGIO

Le due isole, separate dalla linea IDL, vengono anche chiamate Tomorrow Islands (Big Diomede) e Yesterday Isle (Little Diomede).

 

LE NUOVE ROTTE ARTICHE

Artico completamente senza ghiaccio in estate entro il 2050: l’apocalittica simulazione degli scienziati

Università di Barcellona

E’ la mappa più dettagliata mai realizzata delle profondità dell’Oceano Artico e mostra le nuove “terre” lasciate scoperte dallo scioglimento dei ghiacci.

 

LIMES (Rivista Italiana di geopolitica) TRAMITE UNA SAPIENTE LEGENDA, CI SPIEGA TUTTO

 

Le nuove VIE polari sono ROTTE    commerciali che attraversano il Mar Glaciale Artico, reso possibile dal sempre più rapido scioglimento della banchisa polare. Queste rotte sono alternative a quelle tradizionali da sempre conosciute e operative.

Eccovi un esempio che spiega il senso di questo nuovo capitolo:

TIME IS MONEY !

Tra luglio e agosto 2017, una gigantesca nave cisterna alimentata a metano della società pubblica russa SovComFlot, ha attraversato l’Artico senza l’ausilio di una nave rompighiaccio, partendo da Hammerfest (Norvegia) e raggiungendo Boryeong (Corea del Sud) in soli 22 giorni di navigazione, riducendo la durata di viaggio di circa 10 giorni.

 

Dato che la suddetta rotta è molto più corta di quanto non lo sia quella attualmente percorsa, porterebbe enormi risparmi economici per compagnie che effettuano i trasporti di merce via nave, con la conseguente diminuzione dei prezzi sulle merci importate in Europa dall’Estremo Oriente. Questa nuova via assicurerebbe anche un continuo afflusso di merci agli stati europei, perché così facendo si avrebbe un’alternativa al collegamento attraverso il Canale di Suez nel caso venisse interrotto (come è accaduto il 23 marzo 2021, quando la portacontainer EVER GIVEN s’incagliò bloccando interamente i traffici commerciali).

Aprendo la rotta nell’Artico si avrebbe comunque un collegamento stabile tra Oriente e Occidente. D’altro canto, questa nuova via porterebbe degli svantaggi economici a quei paesi che basano la loro economia sul grande traffico di merci passante per l’attuale rotta, perché la quantità di merci verrebbe ridistribuita a vantaggio di quella nordica, con il conseguente spostamento di capitali e investimenti verso gli Stati nordici. Altri vantaggi potrebbero derivare da una maggiore attenzione agli ecosistemi nordici, sia terrestri sia acquatici, per capire come impatterà su flora e fauna artica questo maggiore traffico marittimo e con l’implementazione di investimenti diretti ai porti affacciati sul Mare Glaciale Artico. 

 

Un altro esempio di economicità gestionale dei viaggi commerciali è certificato da questa mappa sotto riportata

 

 

Il passaggio a nord-est (in blu) confrontata con la rotta tradizionale attraverso il Canale di Suez (in rosso) rivela con rapidità la differenza di percorrenza in miglia nautiche e relativo risparmio di tempo.

 

LE DOMANDE PiU’ FREQUENTI

 

Perché i ghiacci artici si stanno sciogliendo?

All’aumentare della temperatura dell’aria e del mare il fronte dei ghiacciai si scioglie e si assottiglia, causando un arretramento del fronte stesso e riducendo la contropressione – o resistenza al flusso – sul ghiaccio interno.

 

Quali sono le principali conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai?

Il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai compromette la loro sopravvivenza distruggendo il loro habitat naturale.

Il clima di molti luoghi potrebbe subire cambiamenti molto drastici. I fenomeni che potrebbero verificarsi sono l’aumento di trombe d’aria, uragani, incendi, desertificazione.

 

Che cosa può aver provocato la parziale fusione dei ghiacci artici?

Il riscaldamento dell’atmosfera provocherebbe il parziale scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, con un innalzamento prevedibile, stimato, del livello degli oceani e dei mari pari a 15-95 centimetri.

 

Che risorse ci sono nell’Artico?

L’Artico è ricco di risorse naturali, in particolare petrolio e gas, ma anche carbone palladio, nichel, fosfato, bauxite, cobalto, rame, platino e terre rare e il ritiro dei ghiacci comincia a consentire la navigazione della rotta artica, con rilevanti conseguenze geopolitiche.

 

Come sarebbe l’Italia se si sciogliessero tutti i ghiacciai?

 Anche per quanto concerne l’Italia, si avrebbero conseguenze pesantissime: non ci sarebbe solo la fine di Venezia e di varie altre città portuali d’Italia, ma quasi tutta la Pianura Padana del Nord-Est rischierebbe l’estinzione, comprese città come Bologna e Ferrara, ma anche Padova, Rovigo e fino a Mantova.

 

Cosa succede se si scioglie l’Artico?

Se infatti il permafrost dovesse scongelarsi, finirebbero in atmosfera enormi quantità di gas serra, accelerando in modo drammatico il riscaldamento globale. In queste settimane gli scienziati s’interrogano anche sulla rapidità con cui fondono i ghiacciai della Groenlandia.

 

Per gli interessati alla geo-politica di questa zona del mondo, riporto un recentissimo articolo di Guglielmo Picchi, Direttore per le Relazioni internazionali del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli. Deputato nelle legislature XV, XVI, XVII, XVIII e Sottosegretario agli Affari Esteri durante il Governo Conte I. Laureato in Economia (Università di Firenze), Master in Business Administration (Università Bocconi), dirigente di azienda bancaria.

 

Rompighiaccio nucleari: la sfida complicata della Russia nell’Artico

https://www.centromachiavelli.com/2024/12/30/rompighiaccio-russi-rotta-artica/

 

Una nuova flotta di rompighiaccio: la risposta statunitense all’egemonia russa

https://www.osservatorioartico.it/ice-pact-flotta-rompighiaccio/

 

La data di consegna della rompighiaccio nucleare “Russia” del Progetto 10510 “Leader” è stata posticipata al 2030

https://it.topwar.ru/242745-sroki-sdachi-golovnogo-atomnogo-ledokola-rossija-proekta-10510-lider-pereneseny.html

 

 

Classe Arktika

Arktika o Progetto 10520  è una classe di navi rompighiaccio a propulsione nucleare di fabbricazione sovietica prima e russa  poi, costruita tra gli anni settanta e i duemila dai cantieri del baltico e detentrice del titolo di più grandi unità rompighiaccio al mondo fino al 2016.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Arktika

Nome

Cantiere

Impostazione

Varo

Entrata in servizio

Stato

Arktika Baltic Shipyard 3 luglio 1971 26 dicembre 1972 25 aprile 1975 Radiata nel 2008
Sibir Baltic Shipyard 26 giugno 1974 23 febbraio 1976 28 dicembre 1977 Radiata nel 1992
Rossiya Baltic Shipyard 20 febbraio 1981 2 novembre 1983 20 dicembre 1985 Radiata nel 2013
Sovetskiy Soyuz Baltic Shipyard 2 novembre 1983 31 ottobre 1986 29 dicembre 1989 Radiata nel 2014
Jamal Baltic Shipyard 1986 1989 ottobre 1992 Attiva
50 let Pobedy Baltic Shipyard 4 ottobre 1989 29 dicembre 1993 23 marzo 2007 Attiva

 

I PIU’ POTENTI ROMPIGHIACCIO  ATTUALMENTE IN SERVIZIO AL MONDO SONO GLI ULTIMI DELLA LISTA SOPRA.

 Riportiamo i dati tecnici disponibili della

 

YAMAL

General characteristics 

Class and type

Arktika-class icebreaker

Displacement

23,000 tons

Length

148 m (486 ft)

Beam

30 m (98 ft)

Draught

11 m (36 ft)

Depth

17.2 m (56 ft)

Installed power

·Two OK-900A nuclear reactors(2 × 171 MW)

·Two steam turbogenerators (2 × 27.6 MW)

Propulsion

·Nuclear-turbo-electric

·Three shafts (3 × 18 MW)

Speed

20.6 knots (38.2 km/h; 23.7 mph) (maximum)

Endurance

7.5 months

Crew

189

 

 

 

 

La NS Yamal è considerata la nave più potente del mondo, un missile ghiacciato a propulsione nucleare della classe russa Arktika.

Questa formidabile imbarcazione è progettata per navigare e navigare tra i ghiacci nelle zone più ampie dell’Oceano Artico.

Ecco alcuni dettagli chiave sulla NS Yamal:

Potente reattore nucleare:

la NS Yamal è alimentata da due reattori nucleari, che generano un’enorme potenza che consente alla nave di soffiare il ghiaccio fino a 2,3 metri (7,5 piedi) sotto il livello del mare.

Capacità di resistenza alla brezza ghiacciata non equalizzata:

l’imbarcazione può operare ininterrottamente in condizioni artiche estreme, che la rendono una delle brezze ghiacciate più forti al mondo.

Estrema resistenza:

costruita per resistere agli ambienti più difficili, la NS Yamal è dotata di uno scafo rinforzato e di sistemi di navigazione avanzati, che garantiscono un passaggio sicuro nelle acque più pericolose dell’Artico.

Capacità operativa di lunga durata: grazie alla sua fonte di energia nucleare, la NS Yamal può funzionare per lunghi periodi senza essere sovraccarica, offrendo resistenza e un’importante capacità operativa.

In quanto membro della flotta russa di turbine eoliche nucleari, la NS Yamal svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento delle rotte di navigazione nell’Artico, nel supporto alla ricerca scientifica e nel garantire la navigazione sicura delle navi in ​​acque gelatinose.

 

50 LET POBEDY

(50 anni della Vittoria)

 

E’ l’ultimo rompighiaccio a propulsione nucleare russo della serie ARKTICA

 

Nell’ottobre del 2013 ha trasportato la torcia olimpica, utilizzata per accompagnare il percorso della fiamma olimpica  in occasione dei XXI Giochi olimpici invernali  di Soci 2014, fino al Polo Nord, portando per la prima volta questo simbolo dei giochi olimpici nel Mar Glaciale Artico.  

Oltre al compito principale di aprire le rotte nel mar Glaciale Artico,  il rompighiaccio effettua anche delle crociere  artiche, di regola, al Polo Nord,  con uno scalo nella terra di Francesco Giuseppe.  Durante la crociera a bordo sono disponibili per i turisti: un ristorante, un palazzetto dello sport, una sauna, una piscina, una biblioteca e un salone per la musica; vi è inoltre un sistema di televisione satellitare.

 

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YAMAL – ROMPIGHIACCIO ATOMICO AL POLO NORD

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Carlo GATTI

Rapallo 18 Marzo 2025