PETROLIERA ERIKA
CRONACA DI UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA
L’ERIKA è stata una petroliera monoscafo battente bandiera (di comodo) maltese noleggiata dalla TOTAL e naufragata il 12 dicembre 1999 nel Golfo di Biscaglia al largo di Penmarch, in Bretagna.
L’ERIKA fu costruita nel 1975 in Giappone dai cantieri Kasado-Docks Ltd. di Kudamatsu codice scafo n° 2841. Originariamente chiamata Shinsei Maru, era la seconda di una classe di otto navi identiche costruite tra il 1974n e il 1976. Lunga 184 metri e suddivisa in 14 tanche, l’Erika era concepita come vettore versatile di prodotti petroliferi (grezzo e raffinato). Si componeva di tredici cisterne, di due linee di manutenzione e due cisterne di decantazione (ovvero cisterne adibite alla raccolta di residui oleosi, slop-tank). Era classificabile come “pre-MARPOL“, essendo dotata di scafo semplice e non disponendo di cisterne di zavorra separata. La sua portata lorda era di 37.283 tonnellate, aveva un pescaggio di 11 m. ed era alimentata da un motore di 13.200 CV nella parte poppiera che le permetteva una velocità di 15 nodi. Il suo equipaggio era composto da 26 persone.
Durante la sua carriera ha modificato otto volte nome e armatore, tre volte bandiera, tre volte Società di Classificazione, e quattro volte gestore nautico.
Tipo |
petroliera |
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Proprietà |
Tevere Shipping Co. Ltd. |
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Registro navale |
RINA |
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Porto di registrazione |
Valletta, (Malta) |
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Costruttori |
Kasado-Docks Ltd. |
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Cantiere |
Kudamatsu (Giappone) |
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Varo |
1975 |
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Radiazione |
1999 |
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Destino finale |
naufragata il 12 dicembre 1999 al largo della Bretagna |
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Caratteristiche generali |
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Stazza lorda |
37,283 DWT |
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Lunghezza |
184,03 mt |
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Larghezza |
28,05 mt |
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Pescaggio |
11,027 mt |
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Propulsione |
Un motore Diesel Sultzer con potenza di 13.200 CV, una elica |
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Velocità |
15,2 nodi |
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Capacità di carico |
37.283 (tpl) |
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Equipaggio |
26 persone |
YouTube
IL NAUFRAGIO DELLA PETROLIERA
ERIKA
https://www.youtube.com/watch?v=Tr42-A6nG9Q
53 minuti
– Il filmato a colori che vi propongo offre una suspense e una drammaticità rare. Le condizioni meteo del golfo di Biscaglia erano pessime, e risultavano addirittura proibitive per una nave che non possedeva più i requisiti necessari per affrontarle in sicurezza. Questa è la mia riflessione sul tragico accaduto.
– Il filmato inizia con diapositive didattiche e animazioni che facilitano la comprensione delle cause del disastro, evidenziando flessioni eccessive dello scafo sollecitato dal moto ondoso.
– Successivamente, attraverso immagini simulate di bordo, assistiamo alla coraggiosa ispezione dell’equipaggio, che segnala al Comandante numerose spaccature nello scafo. Da quel momento, dal ponte di comando scatta la richiesta di soccorso al porto francese più vicino.
– La seconda parte è dedicata alla difficile operazione di salvataggio fattibile grazie a un elicottero, che riesce a recuperare tutto l’equipaggio. Purtroppo, i tentativi dei potenti rimorchiatori di agganciare la poppa della nave spezzata in due tronconi si rivelano vani, con la restante parte prodiera della ERIKA già affondata.
– Nella parte finale, viene mostrato l’immane disastro ecologico che ha colpito le coste di ben quattro dipartimenti francesi. Le immagini e i dati proiettati dal filmato ci lasciano senza parole.
– A questo punto il nostro pensiero va all’affondamento della super petroliera HAVEN avvenuto l’11 aprile 1991 nel tratto di mare davanti Arenzano (Genova). Cinque furono le vittime dell’equipaggio, e si trattò del più grave disastro ecologico nel Mediterraneo. Bruciarono circa 90 000 tonnellate di petrolio greggio delle 144 000 presenti al momento dell’incidente oltre alle circa 1000 tonnellate di combustibile. Una parte del carico, stimato in una quantità compresa tra 10.000 e 50.000 tonnellate, (soprattutto le componenti più dense del greggio) è depositato tuttora negli alti fondali tra Genova e Savona.
– Tra le due tragedie, HAVEN ed ERIKA, sono passati quasi 9 anni segnati da altre tragedie simili e da numerose chiacchiere sulla SICUREZZA della navigazione e delle coste, che però non trovano finanziatori. Eppure, tutti conoscono i costi elevatissimi della “linfa” che alimenta questo nostro folle mondo!
Lista dei maggiori disastri petroliferi
Nel seguito, ordinata a ritroso nel tempo per data di inizio, viene presentata una lista dei disastri petroliferi con una quantità di greggio disperso maggiore di 100 tonnellate.
Disastri petrolifero/petroliera |
Luogo |
Data. |
Tonnellate di greggio |
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Disastro di Noril’sk |
Russia |
2020 |
21000 |
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Disastro petrolifero di Santa Barbara |
Santa Barbara, Stati Uniti |
21 maggio 2015 |
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Disastro petrolifero di Tauranga del 2011 |
Tauranga, Nuova Zelanda |
5 ottobre 2011 |
340 |
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Piattaforma petrolifera Gannet Alpha |
a 180 km da Aberdeen, Scozia |
10 agosto 2011 |
200 |
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Disastro petrolifero del fiume Yellowstone del 2011(Compagnia “Exxon Mobile”, già responsabile del disastro Exxon-Valdez) |
Fiume Yellowstone, Billings, Stati Uniti |
4 luglio 2011 |
135 (>[9] |
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Collisione tra MSN Chitra e MV Khalijia 3 |
al largo di Mumbai, India |
7 agosto 2010 |
> 50 |
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Dalian (2 oleodotti) |
Porto mercantile di Dalian, Cina |
16 luglio 2010 |
1.500 |
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Collisione tra Bunga Kelana 3 (nave cisterna) e Mt Waily (nave cargo) |
al largo di Singapore, Malaysia |
24 maggio 2010 |
2.000 |
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Disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon |
Golfo del Messico, Louisiana |
20 aprile 2010 |
414.000–1.186.000 |
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Naufragio nave cargo cinese Sheng Neng sulla barriera corallina |
Great Keppel Island, Australia |
4 aprile 2010 |
950 (Ne è fuoriuscita solo una parte) |
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Disastro petrolifero della West Cork |
Costa meridionale dell’Irlanda |
Febbraio 2009 |
300 |
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Disastro petrolifero del New Orleans |
New Orleans, Louisiana, Stati Uniti d’America |
28 luglio 2008 |
8.800 |
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Disastro petrolifero di Statfjord |
Mare norvegese, Norvegia |
12 dicembre 2007 |
4.000 |
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Disastro petrolifero di Hebei Spirit |
Mare Giallo, Corea del sud |
7 dicembre 2007 |
|||||||
Disastro petrolifero dello stretto di Kerč |
Stretto di Kerč, Ucraina e Russia |
11 novembre 2007 |
1.000 |
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Disastro petrolifero del 2007 della Baia di San Francisco |
San Francisco |
7 novembre 2007 |
188 |
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Disastro petrolifero di Guimaras |
Filippine |
11 agosto 2006 |
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Disastro petrolifero della centrale di Jiyeh |
Libano |
14 luglio 15 luglio 2006 |
20.000–30.000 |
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Raffineria di Citgo |
Lago Charles |
19 giugno 2006 |
6.500 |
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Prudhoe Bay |
Alaska North Slope |
2 marzo 2006 |
866 |
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MV Selendang Ayu |
Isola di Unalaska, Alaska |
8 dicembre 2004 |
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Athos 1 |
Fiume Delaware, USA |
26 novembre 2004 |
860 |
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Tasman Spirit |
Karachi, Pakistan |
28 luglio 2003 |
28.000–30.000 |
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Bouchard No. 120 |
Buzzards Bay (Massachusetts) |
27 aprile 2003 |
320 |
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da Wikipedia – Tre anni dopoLa M/C PrestigePetroliera Monoscafo42.820 tonn. di p.lorda e battente bandiera delle Bahamas. Varata nel 1975 e di proprietà della compagnia Mare Shipping, la nave naufragò il 19 novembre 2002 al largo delle coste spagnole con un carico di 77 000 tonnellate di petroio, provocando un’immensa macchia nera che colpì la vasta zona compresa tra il nord del Portogallo fino alle Landes, in Francia, e causando un disastro ambientale alla costa galiziana, episodio che viene ricordato come il più grande disastro ambientale della Spagna. |
13 novembre 2002 |
63.000 |
Riportiamo dal POST
Mercoledì 26 settembre 2012
Le condanne per il naufragio della petroliera ERIKA
La Corte di Cassazione di Parigi ha confermato che la compagnia petrolifera Total è responsabile del più grande disastro ambientale mai avvenuto sulle coste francesi.
La Corte di Cassazione francese ha confermato ieri tutte le condanne per il naufragio della petroliera Erika, comprese quelle che ritenevano la compagnia petrolifera Total (una delle prime quattro al mondo) responsabile del disastro ambientale avvenuto il 12 dicembre 1999 al largo della Bretagna. La Corte ha anche stabilito un’ulteriore responsabilità per la Total che la corte di appello di Parigi, nel 2010, aveva invece escluso a causa di una convenzione internazionale: la compagnia che ha noleggiato la petroliera ha anche commesso un reato di imperizia perché consapevole che la nave era vecchia – aveva 25 anni – e che i lavori di manutenzione erano stati eseguiti per ridurre al massimo i costi.
Total dovrà dunque partecipare al risarcimento sul piano civile dei danni causati e pagare una multa pari a 375 mila euro: si tratta di una decisione soprattutto simbolica, ma comunque importante. Sono state confermate anche le condanne all’armatore italiano Giuseppe Savarese (proprietario della petroliera), al gestore Antonio Pollara e alla società Rina che aveva rilasciato il certificato di navigazione.
Complessivamente Total, Rina e gli armatori dovranno versare alle parti civili (lo Stato francese, un certo numero di istituzioni locali, regionali, comunali e alcune associazioni ambientaliste) 200 milioni e 600 mila euro di danni.
Nel dicembre del 1999, la petroliera Erika, battente bandiera maltese, si era spezzata in due al largo della Bretagna a seguito di una tempesta: trasportava circa ventimila tonnellate di petrolio che si dispersero in mare, uccisero 150 mila uccelli, contaminarono circa 400 chilometri di costa ed ebbero pesanti conseguenze per l’economia degli abitanti della costa atlantica.
Con questo processo per la prima volta nel diritto francese è stato stabilito il diritto all’indennizzo per le vittime di un disastro ambientale. Gli avvocati della compagnia petrolifera, prima di ieri, speravano di cambiare il verdetto avendo chiesto l’annullamento del procedimento per difetto di procedura. La loro richiesta si basava sul fatto che Erika, di proprietà italiana, al momento del naufragio si trovava fuori dalle acque francesi e batteva bandiera maltese. Speravano dunque di limitare l’applicabilità della giurisprudenza francese e sostenevano che in caso contrario ogni decisione sarebbe stata contro le convenzioni internazionali che prevedono invece che la responsabilità degli incidenti sia dei proprietari delle navi e non delle compagnie che le noleggiano. La loro interpretazione è stata però respinta dalla Corte.
ALBUM FOTOGRAFICO
Una veduta aerea della petroliera Erika che affonda, 13 dicembre 1999 (AP Photo/Marine Nationale/French Navy, File)
Alcuni membri dell’equipaggio della petroliera Erika evacuano la nave a bordo di una scialuppa di salvataggio dopo il naufragio (AP Photo/Marine Nationale)
Una veduta della petroliera Erika che affonda, 12 dicembre 1999 (AP Photo/Marine Nationale)
Una macchia di petrolio nel luogo dove è affondata la petroliera Erika, 15 dicembre 1999 (VALERY HACHE/AFP/GettyImages
Una nave della marina francese dotata di pompe si avvicina a chiazza di petrolio fuoriuscita dal naufragio dell’Erika, 16 maggio 1999 (AP Photo/David Ademas,POOL)
Alcuni volontari al lavoro sulla spiaggia dopo il naufragio (AP Photo/Ouest-France, Marc
Alcuni volontari al lavoro sulla spiaggia dopo il naufragio, 29 dicembre 1999 (AP
Alcuni volontari al lavoro sulla spiaggia dopo il naufragio (AP Photo/Ouest-France, Marc Roger)
Una foto scattata il 4 gennaio 2000 sull’isola di Noirmoutier mostra un uccello coperto di olio a causa del naufragio della petroliera Erika (MARCEL MOCHET/AFP/GettyImages)
Alcuni volontari al lavoro sulla spiaggia dopo il naufragio (AP Photo/ Bob Edme)
LA SVOLTA
DOPPIO SCAFO PER LE PETROLIERE
Doppio scafo, dal 2015 obbligatorio per tutte le petroliere
Doppio scafo, entrerà in vigore il prossimo 20 luglio 2012 il regolamento 13 giugno 2012, n. 530/2012/Ue sull’introduzione obbligatoria di petroliere a doppio scafo, che abroga e sostituisce il regolamento 417/2002/Ce.3 lug 2012
Il testo prevede il divieto di circolazione delle petroliere monoscafo allo scopo di prevenire l’inquinamento causato da petrolio così come previsto nella Convenzione Marpol 73/78 di cui il regolamento è attuazione, ed è una rifusione del regolamento 417/2002. Unica novità del nuovo testo è il potere attribuito alla Commissione di adottare atti delegati (ex articolo 290 del Trattato di Lisbona) per adattarlo alle modifiche della Convenzione e purché non amplino l’ambito di applicazione del regolamento.
Ai sensi del regolamento (articolo 7) il termino ultimo per la circolazione delle petroliere con solo doppio fondo scatterà nel 2015, il giorno dell’anniversario della data di consegna della nave.
Nel 1992 è stata varata l’ISOLA BLU, (foto sopra) la prima nave a doppio scafo Armatore Barbaro, costruita in Italia dalla Petrotank JV, società nata dalla collaborazione con F.lli D’Amico, Rosina, Ferruzzi e Almare. Il socio John Gatti seguì la costruzione (Ancona) e in seguito ne prese il Comando.
Carlo GATTI
Rapallo, 25 Ottobre 2024