QUELLE PALLE MARRONE …
che arrivano sulla spiaggia con le mareggiate
Palle marrone – Egagropili – “Stuppinelli”
Quando il P.fo LOCARNO naufragò sulla passeggiata a mare di Rapallo, ricordo che la mareggiata spinse nel ridossato “caroggio drito” un numero spropositato di “palle” marroni di tutte le misure e molto leggere, come mostra la foto. Vi siete mai chiesti cosa sono, e perché ormai da molti anni non se ne vedono più sulle nostre spiagge? Secondo Rigoberto Vigentini, noto pescatore di Rapallo, queste palle sono resti di Posidonia oceanica sminuzzati ed aggregati dal moto ondoso e poi spiaggiate. Sono conosciute come Delile (dal nome dello studioso Delile). Pare che in dialetto genovese, un tempo, le chiamassero “stuppinelli”. Ma abbiamo scoperto che queste perfette forme geometriche hanno anche un nome scientifico un po’ difficile da ricordare, come vedremo.
Giunti a questo punto, non ci rimane che addentrarci, brevemente, nei “meandri scientifici” e la nostra curiosità viene premiata:
Di solito si tratta di resti di “alghe”, come la Lattuga di mare (Ulva lactuca), o di frammenti di Posidonia, che non è un’alga ma una pianta come quelle terrestri (Posidonia oceanica).
Ulva Lactuc
Prateria di Posidonia oceanica – Portofino
Posidonia oceanica – Delile, 1813 è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo appartenente alla famiglia delle Posidoniacee (Angiosperme Monocotiledoni). Ha caratteristiche simili alle piante terrestri, ha radici, un fusto rizomatoso e foglie nastriformi lunghe fino ad un metro e unite in ciuffi di 6-7. Fiorisce in autunno e in primavera produce frutti galleggianti volgarmente chiamati ‘olive di mare’. Forma delle praterie sottomarine che hanno una notevole importanza ecologica, costituendo la comunità climax del mar Mediterraneo ed esercitando una notevole azione nella protezione della linea di costa dall’erosione. Al suo interno vivono molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione. Il posidonieto è considerato un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.
Dettaglio di rizoma
Della Posidonia, che forma praterie sottomarine, importantissime per la salute del Mare, sulla spiaggia si trovano sia pezzi delle loro foglie, sia resti delle radici.
Queste ultime, con il continuo moto ondoso, si riducono in sottili fibre, che si intrecciano fittamente fino a formare caratteristiche palline, più o meno grandi, di colore marrone, cui è stato dato un nome strano: “egagropili”.
Egagropili
Egagropili è il termine scientifico utilizzato per descrivere gli agglomerati sferici o ovali di colore marrone chiaro e di consistenza feltrosa costituiti da residui fibrosi di Posidonia oceanica che si accumulano sui litorali sospinti dalle onde.
La formazione degli egagropili, comunemente noti come palle di mare, polpette di mare o patate di mare, è frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta e della loro aggregazione ad opera della risacca marina.
Formazioni simili sono prodotte anche dall’alga verde d’acqua dolce Aegagropola Linnaei, che quando si sviluppa forma grandi sfere verdi dalla superficie vellutata che di giorno galleggiano a pelo d’acqua (grazie all’ossigeno sviluppato con la fotosintesi) e di notte stazionano sul fondo.
Perché si vedono ormai raramente le Egagropili sulle nostre coste? Per questa domanda non abbiamo risposte certe. Ma siamo fiduciosi di pubblicare le vostre.
Carlo GATTI
Rapallo, 17 luglio 2013